204.) Speciale! - Il multiverso alla Ary, disagiato brutto [P.1]

N/A: questo è uno speciale perché ormai abbiamo passato i 200 capitoli che, ehi, non è mica poca roba, quindi pensavo fosse importante da celebrare ma prima volevo finire di raccontare spezzoni di vita o storielle buffe su tutte le regioni prima di farlo, quindi eccoci qua al capitolo 204° e non il 200° a celebrare tale traguardo.

Buona lettura!


<Sofia?!> strilla Anna, fissando inorridita e spaventata l'ovale luminoso e quasi pulsante al centro del salotto.

<Non è colpa mia! Cioè, non solo! È stato un errore di gruppo!> protesta l'emiliana <E poi perché punti sempre il dito contro di me?!>

<L'altra volta che hai combinato casini ci hai reso uomini tu.> bofonchia Anna.
<Beh, almeno io ero una sventola da urlo.> se la ride Giuseppe. Si alza e si avvicina al portale (perché era un portale) e domanda: <Cosa c'è dall'altro lato?>

<Un universo parallelo. Forse. In teoria. Si spera non uno in cui siamo solo mostri assetati di sangue.> illustra Angela con molta calma.

Sfrega leggermente le mani e fiamme dorate e rosse sfrigolano dalle sue mani. Si alza e s'avvicina al portale, le mani sempre fiammeggianti.
Come se la sua stessa possibilità pericolosa sia solo una frottola. Circa. Perché quelle fiamme non erano molto accoglienti.

Ma non arriva da lì il primo pericolo.
Con un rumoroso "puff" molto cartoonesco una figura compare sullo schienale del divano, appollaiata.

<Buondì!> salula la ragazza, quasi rischiando di cascare all'indietro. Perciò spicca un salto e si libra in aria, bloccando senza nessun sforzo gli attacchi di Angela.

<Tu chi cazzo sei?!> domanda Rosa.
La figura ritorna con i piedi per terra e, dopo un mal fatto e ironico inchino, si presenta: <Mi chiamano Tizia, Ary, autrice e tanti altri meno carini o più imbarazzanti, colpa di mia madre per la seconda categoria. Voi potete chiamarmi Ary, autrice o creatrice! In fondo, così come siete, vi ho creati voi.>

<Seh, ciao. Sei un effetto collaterale della magia sbagliata del trio Maga Magò.> ribatte Giorgio sprezzante.
L'autrice fa spallucce, evoca un telefono da chissà dove e proclama: <Se non mi credi, ti dimostrerò che controllo, o almeno so, cosa sta per accadere. Tra poco comparirà da quel portale una ragazza che per voi avrà un aspetto familiare che urla "Geronimo". Cinque, quattro, tre, due, uno...>

E già quando dice "uno" si sentono dei passi che s'avvicinano e una voce che dice qualcosa d'indistinto.
Quando l'autrice dovrebbe dire "zero", una figura sbuca dal portale pulsante che urla "nimooooo" e casca a terra in grande stile.

<Ancora dei dubbi?> sfida la ragazza.
<Secondo me siamo ancora solo tutti drogati in qualche modo e sei una nostra allucinazione.> interviene Rosa.

La ragazza li ignora e, rimettendosi a posto gli occhiali, si avvicina alla figura stesa e la sollecita: <Dovresti alzarti, tesoro.>
La figura si mette in ginocchio quasi alla velocità della luce e scatta in piedi come una molla.
Si gira verso il portale e strilla con fierezza: <Ce l'ho fatta, è tutto a posto! Venite, venite!>

<Perché quella è uguale a noi?!> si spaventa Anna, guardando Sofia quasi sotto shock.
<Non lo so.> pigola l'occhialuta.
L'altra-Sofia le ignora, in favore di sorridere radiosa alla figura uscente dal portale.

<Oh my god, ma dove siamo finiti? È tutto così... cringe. Nah, non cringe. Però simile.> nota la nuova figura, sistemandosi un foulard al collo.

<Perché l'altra me parla come una deficiente?!> strilla Francesca.
<Ma sarai tu l'idiota, period!> ridacchia l'altra toscana.

<Però non è divertente senza i diretti interessati, quindi...> e l'autrice, con un battito di mani, teletrasporta nel soggiorno le regioni mancanti.

Giuseppe, a cui manca la maglietta, si guarda intorno confuso, per poi domandare: <Vedo doppio o...?>
<No.> risponde secca Francesca.

<Voi chi siete?> interpella Giorgio.
<Al massimo chi siete voi! Abbiamo fatto prima noi la domanda!> nota l'altra Sofia.
<No...?!> ribatte Maurizio.
<Ah no?>
<Non è importante!> irrompe l'altra-Francesca, per aggiungere fiera: <Io sono Toscana!>

<Io sono Toscana!> ribatte furente Francesca.
Prima che scoppiasse un litigio, l'autrice batte un libro fatto magicamente comparire su un tavolo comparso per magia.
Il silenzio cala sulla sala, mentre una terza figura sbuca dal portale.

<Questi. Sono dei vostri alter-ego. Circa. Sono la mia prima bozza di voi. Ben prima che sapessi dell'esistenza di Lovino e Feliciano, quindi... sono molto diversi. E non avevano nessuna regola se non ribaltare gli stereotipi. Invece voi li seguite, più o meno. Quindi vi lascio immaginare come sarà. Buona conoscenza!>

E la giovane adulta muove le mani in un modo articolato (un po' senza senso, è più per fare scena!) e le regioni Vargas non sono più nel loro salotto, ma in uno spazio astratto, quasi sospesi nel vuoto, e davanti a loro c'è un'altro mucchio di facce che li osservano con simile meraviglia, timore o paura. O qualsivoglia altra emozione abbiano in volto.

<Quindi che si fa?> domanda un piccoletto vestito firmato, con un paio di occhiali da sole rosa sulla testa.
<Sarei io...?> pigola Franco, avanzando di un passetto.
<Chi lo chiede?> domanda il fashionista eccentrico.
<Molise.>
<No, impossibile che tu sia me. Sei... patetico!>

<Ehi! Non è assolutamente vero, signorino so tutto-io!> si intromette Rita, difendendo il povero molisano.
<E tu chi sei, dolcezza?> domanda un uomo alto e muscoloso, dalla pelle ambrata.

Rita assottiglia lo sguardo e ribatte: <Fidanzata. Sardegna.>
<Ah... Quanto sono figa in quest'altra dimensione!> si emoziona Sardegna, avvicinandosi <Ci credo che sei fidanzata!>

Mentre questo approccio poco ben visto avveniva, Sofia torna a guardare quella sua riflessione distorta e domanda: <Quindi tu sei Emilia?>
<Si.>
<E Romagna?>
<Che Romagna?> domanda stupita Emilia.

<Come che Romagna?!> mezzo-strilla Anna <La Romagna non esiste nel tuo mondo?! Ma->
<Ahhh, no!> la interrompe Emilia <Semplicemente io rappresento entrambi. Ma mi faccio chiamare Emilia e basta.>

<E perché?!> inquisisce Anna.
<Perché il capoluogo è a Bologna?> nota Emilia.
<È la domanda più sensata che fai in tutta la giornata!> nota una ragazza un po' bassa, vestita quasi come se dovesse andare ad una cena di gala.
<Grazie!> risponde Emilia, ignorando il chiaro insulto.

<Beh, qua tocca fare mea culpa.> s'intromette l'autrice <Perché non avevo pensato di dividere Romagna ed Emilia, anche se ha senso. O comunque l'ho divisa pensando solo all'Emilia. Scusa Anna, ma sono emiliana e ho pensato solo ad un pezzo! Che poi sono così emiliana che vengo scambiata per lombarda se dico la città è un altro conto.>

Anna le riserva un'occhiataccia ma sa bene (e una vocina stranamente molto simile a quella della creatrice glielo ricorda) che non le conviene insultarla.

<Ed Anna non è l'unica ad avere avuto tale triste destino, all'inizio. Dovete pensare che ho creato questa cosa in una giornata a scuola annoiata sul diario e poi quasi non ci sono più tornata, anche se ho sempre conservato il suddetto diario e ci ho pensato ogni tanto.> aggiunge la scrittrice.

<Chi?> chiede Roberto, preoccupato.
<Beh...> e la ragazza umana si gratta una tempia <Diciamo che sono messi meglio di Anna, ma...>

<Perché c'è un pezzo di cartone tra loro?> la interrompe Aleksander.
L'autrice alza gli occhi al cielo, borbottando come le sembra di stare in una classe di seconda elementare, e nota con un pizzico di sadismo: <Subito accontentato!>

E il cartonato a grandezza naturale si gira, non più di profilo verso i Vargas...



N/A: che cosa sarà mai?
Chi lo sa!
Spero vi stia piacendo!
Alla prossima settimana per la seconda e ultima parte (in teoria).

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