Carolina l'esteta e l'atteso amore. ( Terza parte).
Era quel giovane che incontrò un giorno d'estate. I loro sguardi si incrociarono e un sorriso dolce sbocciò sul viso di lui. Poi proseguì a cavalcare inoltrandosi nel bosco. E da quell'incontro fatale il suo cuore incorniciava dolci e cupi pensieri. <<Tu creatura come un sogno sei apparso davanti ai miei occhi. Dio mio come è radioso il tuo viso!>> pensò guardandolo sognante. <<Ehi! Dolce Carolina perché questo viso imbambolato?>> disse il giovane con un sorriso. <<Com'è? >>rispose imbarazzata. <<Sono Luigi, il principe di questo borgo>>. <<Ma, ma, come conoscete il mio nome?>> sviando la risposta riprese. <<Salite in carrozza dolce donzella. Andiamo al castello. C'è un ballo a corte>> disse il principe con tenera e candida magia. Mentre i due giovani chiacchieravano, la Piazza all'improvviso si trasformò in una animazione nuova. La voce del castellano leggeva un proclama in Piazza: <<Il nostro beneamato principe invita tutti i suoi fedeli sudditi a partecipare alla festa in onore della bella e sconvolgente Carolina>>. Ci fu un gran fermento. Tutti i popolani allestivano la Piazza: chi ripuliva la strada, chi metteva ordine nella bottega, chi allestiva la Piazza con bandiere e festoni di alloro. Le finestre e i balconi sventolavano coperte, pezzi di stoffa rossi, gialli, e verdi intrecciati con rami d'edera. Si vedevano teatrini ambulanti e venditori che decantavano la propria mercanzia. Si aggirava una gran folla di contadini vestiti a festa e donne in abiti succinti che rimasero a bocca aperta nel vedere quelle meraviglie. Una anziana fioraia distribuiva ai passanti i suoi bellissimi fiori con garbo e gentilezza. Carolina guardava affascinata. L'ansia si dipinse sul suo viso. Il principe le disse: <<Questa è la festa nel borgo, ma al castello vi presentero' ai miei sudditi come la mia futura sposa>>. Con voce gaudiosa rispose: <<Non si è mai scolorito dalla mia memoria quel momento. Ma era un sogno lontano>>. <<Ora non lo è più>> e teneramente la strinse sussurrando : <<Voglio soltanto la tua e la mia massima felicità>>. Luigi ordinò al cocchiere di partire al galoppo verso il castello. La carrozza proseguiva lentamente per uno stretto sentiero. Gli ultimi raggi del sole mandavano una luce sulle finestre diroccate del castello. E la sera calò, fredda e limpida. C'era odore di fiori nella sala del trono. Si avvicinò il maggiordomo con sguardo altero e disse: <<Sire, tutti gli invitati sono nel salone, vi aspettano per il banchetto>>. Fra le risa e gli schiamazzi si sentì la voce spiegata di Edda, la regina. Indossava un vestito bianco. Era di pelle chiarissima come il sole giallo erano i suoi capelli. <<Avvicinatevi Carolina>> disse la regina, accarezzando la folta chioma che le cadeva sulle spalle. S'avvicinò timidamente con cuore ardente e palpitante nel petto. <<Ascolta il mio narrare>>. <<Uno di questi giorni, Giovanni, il nostro cocchiere si trovò a passare vicino al fiume. Ammirava l'arcobaleno di colori sullo specchio d'acqua. In lontananza vide due giovani donne: una dai capelli di seta biondo bruni e l'altra alta, magra e dal viso olivastro. Incuriosito si avvicinò per ascoltare le loro chiacchiere. <<Carolina guarda come scorre il fiume fra i meandri ornati di piante ingiallite! Osserva questo quadro naturale di perfetta bellezza, ci colma davvero gli occhi!>> <<Sì! È bello! Ma lacrime d'amore piange il mio cuore cara Maria. Sono intrappolata dalla nostalgia>>. <<Siamo alla fine di novembre e non ho rivisto quel giovane che incontrai questa estate>>. <<Non costruire castelli in aria. Si dice in giro che appartiene a gente nobile, cerca di stare con i piedi per terra>>. <<Sono molto fortunata. Sei la mia migliore amica. Dopo la morte dei miei genitori, sei il mio piede e fedele sostegno>>. <<È bello il mare con le sue onde e gli spruzzi bianchi che s'infrangono sugli scogli! Questo senti dentro di te in questo dipinto che hai fatto oggi?>> <<Sì! Ma le onde che annegano il mio cuore sono molto più alte>>. <<Ma domani non devi andare da don Mario?>> <<Sono andata ieri dopo la messa>>. <<Hai portato a termine l'affresco sopra l'ingresso della cappella?>> <<Sì. Mi hanno detto i nostri popolani che è magnifico, aggraziato, leggiadro e ben proporzionato. <<Ritrae l'immagine di San Lorenzo>>. <<Sarà l'opera migliore fra tutti i tuoi capolavori>>. <<Così dicono, ma io ho trascorso bei momenti in chiesa dipingendo>>. <<Si è fatto tardi, andiamo a casa>>. Il soleva poco a poco declinava verso l'orizzonte e le due giovani presero la strada del ritorno. <<Ma è trasecolare il tuo racconto mia regina!>> disse la giovane con il labbro che sorrideva lieve e con la gioia che le dava vertigini. <<Sono gioiosa, raggiante per due cuori innamorati, come lo siete voi>>. Alche' Giovanni rimase spiritualmente alterato nell'ascoltare la vostra conversazione, attraversò l'esile lingua di terra e raggiunse il castello. Ascoltammo con molto coinvolgimento. Il principe rastrellò qua e là in tutti gli angoli del borgo, perché quel giorno d'estate dopo l'incontro inaspettato capì di aver trovato il suo lembo di cielo colorato, e quella sei tu, mia cara fanciulla. Grazie a Giovanni abbiamo saputo dove trascorrervi le tue giornate e così insieme al consigliere di corte abbiamo organizzato la festa nel borgo e a corte>>.
<<Cara pulzella dovete sapere che il re, il mio sposo, prima di morire disse al suo figliolo: Governa bene. Non chiedere molte tasse ai sudditi e per la tua felicità sposa chi ami veramente anche se è di umili origini>>.
Carolina commossa e beata rispose: <<Oggi il mio sogno sì è realizzato mia regina>>. <<Seguite la duchessa Anastasia, vi condurrà nella vostra stanza. Il vestito è sul letto, vi aiuterà ad indossarlo>>.
Edda aprì le danze. Nella sala adorna e illuminata a giorno con migliaia di candele, apparve Carolina. La musica si placò e gli invitati mormoravano. Era splendida con il suo vestito color del muschio brillante di rugiada, orlato nel mezzo con fili dorati e pietre preziose.
Uno strascico leggero si lasciava cadere ai suoi piedi. Il principe sbalordì ancor di più del primo giorno che la vide. La regina le pose sulla testa il diadema. Gli applausi furono fragorosi. L'arpa, la cetra, la chitarra e il flauto ripresero a suonate. Luigi condusse Carolina al centro della sala.
Nobili coppie danzavano con eleganza. Dopo il primo ballo, Luigi annunciò ai presenti: <<Carolina è la vostra futura regina. In suo onore voglio declamare pochi versi: "Ti ho cercato per coronare un sogno. Oggi i raggi del sole riscaldano il mio cuore. Tu occhi di colomba sarai la mia meta, il profumo della vita che in eterno errar va". L'applauso accorciò forte seguito da: <<Evviva!!! Evviva!!! I futuri regnanti!>> Lagrime come torrenti di pioggia bagnavano le guance rosate della bella fanciulla e un fuoco le proveniva dall'anima. Ora solo rimembranza di ricordi nostalgici beveva. Non esisteva nessuno, solo gli occhi di lui e di lei, due cristalli dell'universo bramosi d'amore.
Si fece notte. Carolina nella sua stanza pensava: <<Ero solo attratta e innamorata dalle bellezze naturali. Con la pittura scrivevo storie sulla tela. Ma dopo quell'incontro... E oggi al ballo ascoltai la sua voce che mi susserrava all'orecchio: "Sei l'emozione delle mie giornate"! Dentro di me ricevo e piangevo da morire>>.
Iniziò a danzare giuliva e in punta di piedi piroettava e adagiata sulla luna si sentiva. Nei giorni seguenti ci fu la preparazione del banchetto nuziale. Pronunciarono il loro "sì", nella cattedrale. Don Mario disse a Carolina: <<La tristezza è volata via, il,viso pallido e magro è divenuto radioso>>. <<Ormai il gelo in me si è sciolto. Questa veste candida che indosso è in attesa di modellare in futuro i sogni di bimbi festanti>>.
Trascorsero quattro mesi e i due regnanti vivevano una eterna magia. Era l'alba di un giorno di primavera pian piano il cielo si imperlava di azzurro. Carolina si svegliò soavemente cinta dall'abbraccio del suo candido amore. <<Vorrei saltare leggera su una nuvola e rimanere sempre con te, caro amore>>. Luigi l'abbraccio dicendole: <<Il cielo chiaro e limpido ha unito in nostro fato>>. Poi si abbracciarono trasportati in un lungo bacio. I loro cuori si incendiavano e il tempo si fermava lì, impresso nelle loro menti e la vetta più alta toccarono con le dita.
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