36. Una visita inaspettata
Quando atterriamo a Brisbane il sole non è ancora alto in cielo.
Zayn mi sveglia e io mi alzo di malavoglia. Non so che darei per restare a letto con lui ancora un po '.
Quando scendiamo comincio a tremare nonostante la felpa.
Sono ancora nel tepore del sonno e evidentemente rispetto a Sydney c'è un bello sbalzo di temperatura.
Zayn si toglie il piumino - aspetta - dice, poi me lo avvolge sulle spalle.
- così muori di freddo.-gli dico.
- nah -fa lui - sei tu che vieni dalla California. Hai il sangue caldo. Io sono inglese.
-ma qui c'è freddo comunque.
- sto bene, tranquilla.
- grazie.
-non c'è di che. - sorride.
- questa giacca ha il tuo profumo.
- è sempre lo stesso. Te l'ho promesso, ricordi?
- certo.
- scusa.
Corrugo la fronte - per cosa?
- perché non posso abbracciarti adesso anche se muoio dalla voglia di farlo.
- lo sai benissimo che non devi scusarti per questo. Se mi abbracciassi adesso potrebbe andare a discapito di entrambi, è vero. Ma so bene che non te ne importa niente di ciò che potrebbero farti. Tu mi stai lontano solo per non farmi licenziare.
Guarda altrove, io continuo - se stanotte facessi una scappatella nella tua camera?
Sorride - magari a notte fonda non ci noterà nessuno.
-infatti.
- ci sto.
- bene. Adesso mi sa proprio che dovremmo allontanarci.
- lo so.-mi sorride, poi si avvicina a Liam e io resto un po' indietro. Harry mi viene vicino - posso essere io il tuo cavaliere per il momento?
- non chiedo altro - gli sorrido.
Lui alza un sopracciglio - sei entrata nel club?
- tu non avevi detto che saresti rimasto sveglio?
- si ma sono crollato.
- beh resterai col dubbio.
Ride - è stato bello?
Rido anche io.
- te lo avevo detto. Non mi sbaglio mai in queste cose - dice. Mi guarda- sei giù?
- no.
- che ti avevo detto sul fatto che capisco quando menti?
- che palle Harry.
- che cos'hai?
- niente. È solo che mi piacerebbe non dover nascondere tutto. Hai presente quando hai appena finito di fare l'amore con qualcuno ed uscite a passeggiare e vi tenete stretti o semplicemente per mano? Questa cosa mi manca da morire. So che è una stupidaggine...
- no, non lo è. Capisco benissimo, è una cosa orribile non poter fare ciò di cui hai voglia.
- già. - stiamo entrando all'aeroporto, dove si ripete la solita scena di fotografi e fan urlanti.
- e pronti a sorridere? - esclama Harry.
Le urla sono assordanti e io mi chiedo come facciano a sopportare tutto questo.
I flash mi accecano, e quando saliamo in auto sono vagamente stordita.
Ci portano allo stadio dove si terrà il concerto.
Mentre stiamo sul palco per il solito sound check, Liam si blocca.
Non capiamo che cos'abbia, quando una ragazza corre verso di lui e si getta tra le sue braccia. Credo che sia una fan che è riuscita a oltrepassare la sicurezza, ma il mio dubbio viene dissipato quando Liam la bacia sulle labbra.
Guardo Harry, che è accanto a me, lui sorride -è Sophia, la sua ragazza.
- non si erano lasciati?
- evidentemente si sono ritrovati.
- ah. - sono felice per lui, per loro.
Ma sono invidiosa per ciò che io non ho.
Per la libertà con cui possono lasciarsi andare davanti a tutti.
Harry mi prende la mano, il suo sguardo mi fa intendere che ha capito. Passano qualche minuto a stringersi, poi lei saluta gli altri ragazzi.
Liam mi presenta a lei- Sophia, lei è Emily. È la nostra assistente e una nostra amica.
Sorrido, lei mi prende la mano - piacere di conoscerti. - dice.
- piacere mio.
Sembra gentile, ma quando si rimettono a provare io dico di dover andare in bagno, perché non riesco più a trattenere le lacrime e non voglio che mi vedano piangere.
Mi chiudo in bagno.
Dopo poco, qualcuno bussa alla mia porta- Emily, sono Harry. - dice.
Vorrei dirgli di andarsene, ma la voce mi trema. Lui insiste -guarda che non me ne vado. Apri.
Sospiro, a volte mi fa diventare matta. Quando apro la porta, lui entra e la richiude. Mi guarda un attimo, poi spalanca le braccia e io affondo il viso nella sua felpa.
Mi stringe a sé e io mi sento piccola piccola in confronto a lui.
Mi accarezza la schiena - lo so che fa male, Emily. Ma tu sei forte, ce la fai.
- non credo di essere così forte.
- si, invece. In questo periodo sei molto stressata, è una reazione più che normale. Non sei fatta di ferro.
- credimi, lo so.
- smettila. Zayn ti ama, tu lo ami. L'importante è questo. Non importa se lo sa il resto del mondo o no.
-lo so, Harry. Vorrei solo che potessimo essere noi stessi. Tutto qui.
- lo so. Arriverà il giorno in cui non dovrete più nascondervi.
Sospiro. - hai detto che venivi qui?-dico mentre lentamente sciolgo l'abbraccio.
- no, sta tranquilla. Ho detto di avere bisogno di una pausa banana.
Corrugo la fronte - non credi che questa frase possa essere facilmente equivocata?
- nah. Mi conoscono.
Riesce a farmi ridere.-grazie, Harry. Non sai quanto mi aiuti.
- ti voglio bene. Sei importante per me, e sarò sempre al tuo fianco, qualsiasi cosa accada.
- grazie. - gli sorrido - vale lo stesso per me.
- torniamo di là?
- vai prima tu, io vengo tra un po'. O capiranno che io c'entro qualcosa con la tua pausa banana.
Aggrotta la fronte - non credi che anche questa frase sia facilmente equivocabile?
- si. Era fatto di proposito.
Si allontana ridendo, io mi sciacquo il viso, poi ritorno di là.
Zayn cerca i miei occhi, io gli sorrido, per fargli capire che è tutto a posto, anche se non è esattamente così.
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