•CAPITOLO 4• A.A •

Cassia

D4vd -Here with me- (speed up)


Quell'attimo di pace insieme a lei, mi tranquillizza fin da subito, è come se la sua presenza alleggerisse quel mio buco aperto nel petto, nonostante non dica nulla, nonostante io non le abbia raccontato una singola parola.

Questa è una di quelle persone che ogni singolo individuo dovrebbe avere nella sua vita, ne basterebbe solo una e il Mondo sarebbe un posto migliore per tutti.

Mi giro dandole le spalle, lei inizia a toccarmi il collo facendo stendere i miei nervi ben tesi, chiudo per un attimo gli occhi e le poso una mano sulla spalla come per dirle che io ci sono, la mia presenza è tua, nonostante non ti guardi.

Le sue mani iniziano a scendere per la mia schiena ricoperta di bagnoschiuma che profuma al cocco, quando sembra andare tutto bene, come sempre qualcosa fa scattare il mio allarme interno.

Le mani di Crystal scendono sulla schiena soffermandosi sulla prima cicatrice di tante altre, non credo le veda perchè non sono ben visibili dato che ho il corpo ricoperto di sapone, ma quando tasta ancora di più, capisce di cosa si tratta.

Con la coda dell'occhio noto che si porta una mano alla bocca e trattiene il respiro per qualche secondo.

No, non deve vedere altro.

La mia mente non deve viaggiare per l'ennesima volta, non deve per nessun motivo, quelle mani non devono tornare su di me, il senso di possesso non deve tornare dentro di me, niente deve riaffiorare.

Non posso mostrarmi debole davanti agli altri, non ho intenzione di ritornare in quel posto, devo fare qualcosa e immediatamente.

Sento l'aria dei polmoni non circolare al meglio, il mio respiro comincia a farsi affannoso, non voglio, cazzo non voglio.

-Crystal, dovresti uscire da questo box doccia, immediatamente, lasciami da sola.-

La caccio via non riuscendo a muovermi dalla mia posizione, so di essere un po' ingiusta nei suoi confronti, me ne rendo conto forse tardi perché noto un velo di tristezza calare nei suoi occhi chiari, nonostante l'acqua che scende su di noi, posso vedere una piccola lacrima solcare il suo viso dolce.

Non voglio che l'ennesima persona si senta così per colpa mia, ho già fatto soffrire abbastanza persone, anche lei, non posso accettarlo.

Nonostante le abbia appena detto di andare via, non muove nemmeno un piccolo passo per retrocedere o andare via, la sto davvero pregando con tutto il mio cuore di rimanere, andandosene, ma non fa nulla, forse non capisce.

Mi sfiora ancora ma stavolta faccio in tempo a scattare in avanti, seppur di poco, non voglio tocchi qualcosa che mi fa stare male, lei insiste e il suo dito freddo, tocca quella parte di pelle non liscia.

Le sfiora e ne traccia il contorno, chiudo gli occhi ancora e faccio un respiro profondo.

Poi la sua voce spezza il silenzio e si fa spazio non solo nella stanza ma anche dentro di me fino alla parte più profonda del mio cervello.

E' una domanda che non voglio sentire, è una di quelle cose di cui non vuoi parlare con nessuno, perchè cercare di non pensarci fa meno male o forse è solo uno stupido concetto che ho impresso nella mia fottuta testa.

Ma poi arriva, prima o poi lo fa, come un fulmine a ciel sereno, come in una bella giornata di sole, non ti aspetti potrebbe piovere e invece succede, inizia a cadere quella piccola pioggerellina per poi trasformarsi in una tempesta, in un acquazzone davvero terribile.

-Cassia, ti prego, rispondimi, cosa sono questi dannati segni che hai sulla schiena?-

Continua a toccarmi, non tralascia nemmeno un pezzo di pelle, le tocca tutte, ci gira attorno, si sofferma su ognuno di loro, alcuni più piccoli altri più grandi di qualche millimetro.

Non ho intenzione di rispondere, sono stata davvero una stupida, come ho potuto dimenticare questo particolare importante quando mi sono svestita in sua presenza.

-Non sono assolutamente nulla, non devono importarti, so che vuoi aiutarmi, fallo solo rispettando il mio silenzio, ho solo bisogno di quiete e pace interiore, nient'altro.-

Esco superandola e avvolgo un asciugamano intorno al mio corpo.

Non asciugo nemmeno i capelli, voglio solo vestirmi.

Crystal mi raggiunge nella mia stanza e nonostante tutto, continua a parlare.

-Tu non puoi, cioè io posso fare qualcosa, qualsiasi cosa, dimmi chi è stato, siamo amiche, non chiuderti ancora una volta in te stessa, rendimi partecipe, so che sono stati anni bui, adesso sei qui, sei alla luce del sole e questo posto, può portarti uno spiraglio finalmente.-

Le sue parole mi arrivano dritte in faccia come uno schiaffo.

No, non c'è la cazzo di luce, sono tutte sciocchezze.

Mi innervosisco ma non troppo, un barlume di lucidità mi è rimasto fortunatamente.

-Crystal, non voglio l'aiuto di nessuno, sto bene, è solo passato, non devi preoccuparti per me, non so se ci sarà lo spiraglio di luce di cui parli, lo cercherò, non so dove né dove né in che momento, l'unica cosa che posso dirti è che ci proverò, va bene?-

Sembra che stia cercando di convincere più me che lei, insomma davvero spero di trovare quella serenità che mai ho avuto nella mia vita?

La risposta rimarrà negativa ancora per non so quanto tempo.

Lei sbuffa venendo vicino a me coperta da un solo asciugamano, poggia la mano sulla mia e la testa sulla mia spalle sinistra.

Alzo l'angolo della bocca cercando di far uscire un piccolo sorriso, le ricambia subito.

-Promettimi solo che stavolta ti darai una possibilità, qualsiasi cosa sia, di qualunque cosa si tratti, dimmi solo che ti vorrai bene e che lascerai che i tuoi demoni non ti uccidano.-

Annuisco.

Non so se sembro convincente ma ci provo, voglio davvero trovare qualcosa che mi faccia stare bene, spero solo di riuscire.

Mi alzo subito dopo averle stretto la mano e mi vesto comoda, stessa cosa fa lei rubandomi qualche vestito.

Dopo aver tolto il casino lasciato, Crystal compone il numero della pizzeria ma prima di far partire la chiamata mi chiede quale preferisco.

-Salame piccante o quattro formaggi?-

Ci penso su per qualche secondo.

-Entrambe.- Sorridiamo.

La chiamata parte e inizialmente mi viene da ridere perché non escono proprio le frasi giuste, ansia da prestazione o qualcosa del genere, ridacchio e lei mentre parla mi guarda davvero male.

Una volta chiuso, mi butta addosso la sua cover di gomma morbida nera.

-Non sapevo che fossi una quattro formaggi che dovesse ordinare una salame piccante, sto per morire dal ridere, come hai fatto.-

La prendo in giro troppo, perché lei inizia a lanciarmi tutti i cuscini presenti nella camera.

-Pensa che l'ho anche scritto ciò che avrei dovuto dire, guarda...-

Prende un foglietto che teneva in mano, credo lo abbia estratto prima di lanciarmi la cover, prendo il pezzo di carta ed effettivamente c'è scritto qualcosa che leggo.

Salve sono Crystal, vorrei ordinare delle pizze d'asporto per le ore...

Non ci posso credere, rido ancora di più.

-Non ci credo, nonostante tu possa leggerla sbagli, poi che cosa gli hai detto, se facevano le pizze? Hai chiamato ad una pizzeria, cosa vuoi che facciano confezioni di bagnoschiuma?-

Rido a crepapelle.

Ho una migliore amica troppo stupida.

-Non è facile, va bene, andiamo di sotto a preparare la tavola, dovrebbe arrivare tra un paio di minuti il fattorino.- Si muove verso le scale.

Con ancora le lacrime agli occhi, percorro le scale stando dietro di lei.

Sistemiamo la tavola con le bibite e i tovaglioli, accendo la televisione per guardare qualcosa di interessante, continuo lo zapping per almeno qualche minuto, fin quando il campanello di casa mi distare.

Prendo i soldi e andando ad aprire la porta, trovo un ragazzo più o meno della mia età, alto, con un ciuffo castano, non troppo muscoloso, credo. Non mi soffermo troppo.

Lo saluto e lui ricambia, mi dice quanto vengono e gli porgo i soldi lasciando il resto, quando sto per chiudere la porta, mi blocca una sua domanda.

-Sei nuova?-

Rimango un attimo perplessa, cosa può importargliene ad un fattorino se sono nuova oppure no.

-Sì, sono arrivata solo ieri.- Rispondo un po' incerta.

Forse vuole solo essere educato.

-Allora benvenuta, ci si vede in giro...-

-Cassia.- Dico completando la frase.

Mi saluta sorridendo ma prima che possa risalire sulla sua macchina si gira.

-Sono Ethan comunque.- Urla.

MI saluta mettendo in moto e scompare.

Ma che diavolo è appena successo, resto impalata sulla porta, ma perchè tutte le cose strane succedono a me.

-Cassia, le vuoi portare dentro le pizze, ho una fame da lupi.-

La voce di Crystal si sente forte e chiara, riuscendo a fare un passo indietro, chiudo la porta e torno in cucina dove una figura seduta aspetta impaziente.

Poso le pizze sul tavolo e le apro, le fette sono già tagliate, in tv, non danno nulla di interessante, per questo motivo mi concentro solo ed esclusivamente sulla delizia sotto di me.

La mangio piano e con gusto.

Crystal improvvisamente parla ma non capisco un accidente perché ha la bocca piena.

-Non ho capito niente, mangia, poi parla.- Risulta davvero troppo buffa

Ingoia ciò che stava masticando e ripete ciò che non avevo capito.

-Dicevo, perchè ci hai messo così tanto a rientrare.- Nel frattempo addenta un'altra fetta.

Addento anche io la mia dose per poi parlare.

-Un certo Ethan, mi ha chiesto chi ero, non ho capito il motivo.-

Appena lei capisce si dà uno schiaffo in testa che doveva risultare piano ma si fa fa un po' male facendo arrossare la fronte.

-Lascialo perdere, è un'idiota, ci prova con tutte a scuola, è una specie di radar cerca vagine, se ci prova, non dargli retta.-

Ridacchio, non avrebbe avuto speranze nemmeno nel migliore dei casi.

Crystal continua a fare zapping avanti e indietro, mi sta facendo girare la testa, finalmente però si ferma, la mia attenzione viene catturata da un film horror a me sconosciuto.

Posa il telecomando, credo si sia stancata pure lei, un film di paura però non fa mai male.

Per qualche ora i nostri occhi rimangono incollati allo schermo godendoci la visione, quando il film giunge al termine, uno sbadiglio esce dalla mia bocca seguito anche da uno di Crystal.

Credo sia arrivato il momento di andare a dormire.

Spengo la tv, mi alzo stiracchiando i muscoli per poi salire le scale verso la mia stanza.

Una volta su, sistemo il letto togliendo tutti i cuscini e mettendo le coperte in modo da poterci dormire.

Improvvisamente sento dei passi farsi sempre più vicini e Leyla compare sulla soglia della porta, la chiamo regalandole due coccole seguite da un miliardo da parte della mia migliore amica.

Poi si accuccia su un tappetto e subito dopo anche io e Cry filiamo sotto le coperte.

Mi sono accorta che in questo lasso di tempo, abbiamo parlato di tutto tranne che di lui, non so se sia un caso, qualcosa mi dice di no ma non mi va di forzare la discussione, quando mi giro per chiederle anche una minima cosa, la trovo già che russa.

Che velocità amica mia.

Sorrido dandole la buonanotte nonostante lei si trovi già nel Mondo dei sogni.

Prendo il cellulare per guardare qualche notifica e giocare a qualche stupido giochino scaricato qualche tempo fa, dopo poco però mi stufo e mettendo il telefono in carica, mi addormendo quasi subitio.

-Pensi davvero di poterti liberare di me?-   

Le sue mani sono attorno al mio collo, cerco di divincolarmi ma sembra tutto inutile, non sento la forza di farcela.                                                                                        -Lasciami, ti prego, lasciami, non voglio.-                       
La sua risata malvagia mi arriva alle orecchie, non gliene importa nulla, vuole solo avere il controllo. Le sue mani affondano nella mia carne.                                                         
-NO, NO, NO...-

-Cassia, svegliati, andiamo è solo un incubo.-

Mi sveglio di soprassalto, continuando a divincolarmi.

Sento una presenza sul mio polso stringermi, percorro la figura e vedo Crystal.

Cazzo, è appena successo di nuovo e con lei presente.

-Era solo un incubo, torna a dormire e rilassati.- Dice con calma toccandomi i capelli.

Ho bisogno di fare una doccia, di togliermi quella sensazione di possesso dalla pelle, mi marchierà a vita, devo togliere lo sporco che c'è in me, sopra di me e ovunque sia.

Mi alzo di scatto dal materasso e vado in bagno, mi tolgo i vestiti e senza regolare la temperatura mi fiondo dentro, l'acqua fredda tocca la mia pelle calda che sembra andare in evaporazione.

Prendo la spugna e con impulsività, la sfrego con forza nelle cosce, nelle braccia, nella pancia e nelle spalle.

La mia pelle si arrossa, e la sento bruciare ancora di più, l'acqua fredda, scende come aghi che si conficcano nella pelle, poggio le mani sulle piastrelle e il mio fiato corto inizia a regolarizzarsi.

Credo sia durato più o meno cinque minuti questo gesto d'impulsività.

Quando mi ricompongo, mi rivesto tornando in camera, Crystal mi aspetta sveglia a pancia in su guardando il soffitto.

Mi metto di nuovo accanto a lei e mi giro su un fianco.

-Mi devi una spiegazione, non ora, so che lo farai.- Dice facendomi accocolare accanto a lei.

-Lo farò, devi solo pazientare, per favore.-

Dopodiché, cado in un sonno ancor più profondo del precedente.

********

Dalla finestra accanto a me entrano dei fasci di luce che mi accecano nonostante i miei occhi siano ancora chiusi.

Forse ho lasciato le tende ai lati della finestra, non le dimenticherò più.

Apro leggermente gli occhi, odio il risveglio, è il momento in cui mi sento sempre come se fossi appena stata trapassata da un carrarmato.

Mi stiracchio leggermente e anche se poco i miei muscoli diventano gelatina subito dopo averlo fatto, fortunatamente sono ancora a letto e richiudo gli occhi. Purtroppo, dura poco quella piccola pace perché dei rumori assordanti provengono dal mio giardino, sbuffo sonoramente.

Il corpo accanto al mio si muove, avevo totalmente scordato dell'esistenza di Crystal nel mio letto, cercando di fare attenzione a non svegliarla, scosto le coperte e mi affaccio verso la finestra.

Nonna è sotto con un ragazzo a parlare, sembra lo stesso di ieri sera, come aveva detto di chiamarsi?

Ci penso un po' su, non sono proprio brava a ricordare i nomi delle persone.

-Che diavolo ci fa Ethan nel tuo giardino?-

Sobbalzo vedendo Crystal al mio fianco, porto una mano sul petto per calmare quel piccolo spavento, mannaggia a lei.

Ecco come si chiamava, Ethan, altre persone con cui civilizzare, che odio.

La guardo, faccio spallucce come a farle capire che io non ne so assolutamente nulla, forse viene a dare una mano alla nonna, non saprei.

Percorro la stanza e scendo di sotto seguita da Leyla che fino a poco fa stava dormendo ancora sul tappeto.

Arrivo di sotto e dalla finestra della cucina chiamo nonna, appena mi vede mi da il buongiorno che ricambio e si avvicina lasciando Ethan a lavorare su qualcosa.

-Ma cosa succede?- Chiedo curiosa appoggiando le braccia sul davanzale bianco.

-Nulla tesoro, si è rotto un piccolo tubo degli irrigatori del giardino, Ethan si è offerto di darmi una mano, passava per caso stamattina, ha visto che ero in difficoltà ed eccoci qua.-

Per caso, io non credo minimamente al caso, questo ragazzo non me la dice giusta, finché non farà passi falsi andrà bene, sia per me che per lui.

Ringrazio mio padre per i destri che mi ha insegnato a dare.

La testa di Ethan, si volta verso la nostra direzione facendo sapere che ora il tubo è funzionante, con il braccio si asciuga il sudore e lentamente si avvicina a noi.

Crystal nel frattempo compare alla mia sinistra dando un bacio a mia nonna.

-Crystal, cosa ci fai qua?- Chiede stupito non appena la vede.

Come infastidita e controvoglia, le rifà la stessa identica domanda.

Lui non risponde subito, sembra nervoso improvvisamente ma qualche secondo dopo da la stessa versione che poco fa mi ha fornito nonna.

Poi ci saluta tutte e va via ma non prima di lasciarmi un ultimo sguardo.

Lo prenderò a pugni un giorno, me lo sento.

Do un'occhiata al cellulare che sul display segna le undici e mezza del mattino, abbiamo dormito parecchio e presumo che avremmo continuato se non fosse stato per i rumori.

Ci accomodiamo tutte in cucina, nel frattempo addento un muffin di ieri, ne sono rimasti troppo pochi, dovrò rifarli.

-Cassia, ieri non ti ho potuta avvisare ma ho parlato con la scuola, mi hanno dato esito positivo, hanno accettato di farti fare delle lezioni da casa, ti invieranno tutto tramite mail, prossima settimana potrai iniziare.-

Ci scambiamo delle occhiate complici con Cry, è felice per me anche se vorrebbe frequentassi insieme a lei.

-Inoltre mi ha detto il preside che in qualsiasi momento tu voglia presentarti a scuola non devi dare nessun avviso, l'importante tu passi dalla segreteria per poter firmare i moduli e quant'altro ti serva, massimo fino alle vacanze natalizie.- Mi sorride.

Fantastico, c'è parecchio tempo, posso farcela in due mesi a stabilizzare le mie emozioni.

Noto che Crystal non sta più prestando attenzione al discorso per qualcosa sul cellulare, improvvisamente suona anche il mio per una notifica.

Apro i messaggi e ne noto uno con solo numeri sul contatto, guardo lei e noto che mi rassicura dicendomi che è lei, lo apro e trovo una specie di invito per una festa.

Corrugo la fronte.

Nonna torna in giardino in compagnia di Leyla che continua a scodinzolare.

-Cos'è?- Le domando girando il telefono.

Alza gli occhi.

-Un invito per una festa, mi sembra ovvio, tu verrai con me sappilo.- Mi punta il dito.

Ridacchio.

-NO.-

Nessun mezzo termine, negazione molto concisa.

Sbuffa.

-Non esiste, sei arrivata ieri e hai bisogno di svagarti, conoscere gente nuova e soprattutto divertirti con la sottoscritta.- Continua.

Come si fa a controbattere con una persona che ormai ha deciso anche per un'altra e quest'altra persona sono proprio io?

Non le rispondo, decido di lasciarla perdere, sicuramente con il mio silenzio capirà che non ho voglia di fare nessun festeggiamento.

-Chi tace acconsente mia cara.- Se ne esce vittoriosa.

Era proprio così il detto, le ho dato strada libera.

Alla fine mi arrendo e faccio come vuole, non potrà che andare bene, spero, sono una persona che odia gli affollamenti e troppa gente, ma per una volta potrei fare uno sforzo enorme, giusto? Giusto.

Fortunatamente nel mio armadio ho qualcosa da mettere, potrei prestare qualcosa anche a lei.

-Ho una fame enorme.- Sputa fuori d'un tratto.

Ma come diavolo fa ad abbuffarsi, mi diverte che abbia sempre fame.

Aiutiamo nonna con le faccende e poi insieme cuciniamo qualcosa per poi guardare un documentario sui fiori e sull'arte.

Non potevo dire a nonna di no, durante la visione Crystal rideva, perchè chiudevo gli occhi ogni secondo e quando nonna mi chiedeva se mi stesse piacendo le dicevo di sì, in realtà stavo per lasciarci la testa.

Quando finalmente quel noioso documentario finisce, mi alzo salutando in fretta nonna per poi scomparire di sopra. Mi butto a letto e Crystal mi segue facendo la stessa cosa.

-Ma come fa tua nonna, stavo per addormentarmi.-

Ridacchio alla sua confessione.

-Come ha detto lei, i fiori e l'arte ti danno pace interiore, se sai sfruttarla sarà tua compagna per la vita.- Ripeto le parole di nonna cercando di imitare il suo tono di voce.

Ridiamo come non mai alla mia imitazione.

-Ragazza, dobbiamo iniziare a prepararci, sono le sette di sera, non faremo in tempo per le nove.- Mi mostra l'ora dal telefono.

Mancano ancora due ore ma so quanto possono essere lunghi i preparativi quando due ragazze sono insieme nella stessa stanza.

Detto ciò, mi alzo per cominciare i preparativi, in realtà non mi prendo il merito dato che Crystal si alza per aprire le ante dell'armadio e frugare dentro, io ho già l'outfit in mente, strano ma vero, di solito impiego molte ore, provo un miliardo di vestiti per poi scegliere la prima opzione.

Io me ne sto sdraiata a letto nel frattempo che la mia amica finisca, spero possa trovare qualcosa che le piaccia.

-Invece di guardarmi, prepara tutto il resto delle cose che ci serviranno.- Dice senza voltarsi, istinto femminile o cosa?

Sbuffo alzandomi dal letto per andare in bagno, inizio a lavare la faccia e applicare qualche crema, dopodiché il trucco è il primo step, faccio qualcosa di molto leggero, non amo truccarmi troppo, un make up nude sarà il tema principale sulla mia faccia.

Dopo aver completato con l'ultima passata di mascara, penso alla capigliatura, li sciolgo dalla coda bassa e li spazzolo, i miei capelli più lisci degli spaghetti non hanno bisogno di piastra fortunatamente.

Manca solo l'outfit e sono ufficialmente pronta.

Torno di là dove trovo Crystal seduta sul letto a giocherellare con il cellulare. Appena vede la mia figura si alza e prende il mio posto in bagno.

Guardo i vestiti che ha scelto poggiati sul letto e presumo che il mio sia quello nero, non era proprio quello a cui avevo pensato ma va bene lo stesso.

Un abito nero a collo alto pieno di brillantini con la schiena scoperta, lo indosso facendo attenzione a non sporcarlo con il trucco, prima di abbassarlo però indosso le calze nere e sistemo il tutto.

Metto gli stivali neri alti ma senza tacco e mi guardo allo specchio, non male penso. Accettabile per una festa, è già tanto che non abbia indossato le mie converse bianche alte che di solito  indosso per tutto.

Dopo qualche minuto passato a contemplare la mia figura allo specchio, esce Crystal dal bagno con un trucco leggermente più accentuato del mio sulle tonalità del viola.

Prende i vestiti scelti da lei e li indossa, un semplice tubino bianco scollato abbinato a delle semplici décolleté bianche di cui non sapevo nemmeno l'esistenza.

Squadra la mia figura e ridacchia.

-Tu e i tacchi non andavate d'accordo da piccola e a quanto pare nemmeno da grande.-

Come darle torto, io odio quei trampoli.

Prendo la borsetta nera che abbino e la riempio di alcune cose indispensabili come: fazzoletti, chiavi di casa, profumo e caricabatteria.

La metto sulla spalla e prendo il cellulare dalla scrivania per poi scendere di sotto.

-Cassia, tieni.- Mi lancia le chiavi dalle scale.

-Dovrai guidare tu, io ho i tacchi.- Mi puntualizza.

Le prendo per poi uscire di casa, cerco la macchina di Crystal che non so quale sia fin quando non me la indica, appena arrivo, apro con il pulsante delle chiavi il veicolo per poi spalancare la portiera ed entrare.

Sistemo tutto, sedile, specchietti e cintura, lancio la borsa sulle gambe di Crystal e lei con un sussulto la prende prima di farla cadere.

Metto il navigatore che subito mi indica la strada e parto. Il tragitto è abbastanza rilassante con la musica in sottofondo di The Weeknd di cui non ricordo il nome del titolo.

Mi rilassa un sacco guidare, soprattutto fuori città, senza nessuna confusione, nessuna macchina in coda, le strade di scorrimento sono tra le migliori.

La casa dove siamo diretti è appena fuori città, almeno non c'è rischio che chiamino la polizia per la musica troppo alta o chissà quale altra cosa indecente, le feste sono abbastanza imprevedibili.

La strada è abbastanza illuminata fortunatamente, non sono fan dei percorsi bui nonostante preferisca la guida notturna a quella diurna.

Il navigatore mi dice che mancano ancora dieci minuti alla destinazione, ci siamo quasi.

-Cosa dovrò aspettarmi da questa festa Crystal?- Le chiedo rompendo il silenzio.

Lei ci pensa su, forse sta pensando alle parole giuste da dire dato che non avevo molta voglia di venire in questo posto sconosciuto.

-Sicuramente ciò che ti aspetti da una festa di ragazzi della nostra età, alcool, droga, musica ad altissimo volume, gente stiracchiata a fare sesso a destra e sinistra.-

Mi elenca una serie di cose che già immaginavo, a volte sono divertenti le feste altre volte un po' meno.

Mugugno in risposta, vedo con la coda dell'occhio che Crystal smanetta con le borse, forse sta cercando qualcosa, la lascio fare senza dirle nulla.

Improvvisamente la pace viene rotta dalla voce del navigatore che mi informa che tra cento metri la mia destinazione sarà sulla destra. Appena arrivo quasi a svoltare, la mia bocca rimane aperta per almeno dieci secondi abbondanti.

Chi diavolo ci vive qui, la regina D'Inghilterra o qualcuno della sua dinastia?

Una villa enorme si protrae alla mia vista, è una di quelle da cui il lusso esce fuori persino dal bagno, è un hotel o non me lo spiegherei proprio.

Ha almeno quattro piani buoni, forse anche cinque.

La cosa che mi meraviglia è come alcuni piani siano in bella vista perché costituiti da vetrate enormi, il giardino è almeno tre volte casa mia, non riesco nemmeno a descrivere questo posto talmente sia enorme, i miei occhi non riescono ad arrivare in tutti i punti.

Parcheggio a fila di altre macchine per poi guardare la mia amica.

-Ma chi diavolo ci vive qui, qualche re per caso?- Chiedo lecitamente.

Ride.

-No, ma qualcuno che ha abbastanza soldi da poterselo permettere.- Mi liquida scendendo dall'auto.

Metto tutto in sicurezza, e scendo anche io non prima di aver preso la borsa e il cellulare. Chiudo la macchina con la chiave e mi avvicino a Cry.

Sto maledicendo me stessa per aver accettato quest'assurda follia.

Alcuni ragazzi stanno arrivando ora come noi, altri sono già ubriachi che ridono a crepapelle, a me personalmente fanno solo venire il nervoso.

-Dentro ci aspettano delle mie amiche, te le presento.-

Senza avere il tempo di controbattere mi tira su per le scale per farmi entrare.

Prima di varcare l'ingresso però un cartellino mi fa corrugare la fronte, c'è il numero civico e sopra delle iniziali A.A.

Sarà ma mi sono abbastanza familiari, non vorrei sbagliarmi ma spero vivamente di sì, non credo che con tutte le abitazioni che ci sono, siano proprio le sue quelle due lettere.

Lascio questa piccola fantasia nel mio cervello ed entro definitivamente.

L'odore di alcool mi investe le narici facendomi venire un leggero capogiro per la forte sensazione, come previsto dalla lista di prima, è presente tutto, persone che si strusciano tra di loro, bicchieri in alto per dei brindisi da parecchie persone, ragazzi collassati nei divanetti e chi ne ha più ne metta, non mi soffermo su ciò e cerco di non guardare chi sta facendo sesso un po' più in là.

Con la mano intrecciata a quella di Cry, arriviamo davanti ad un gruppetto composto da tre ragazze e due ragazzi, non mi concentro molto su di loro, non mi interessa conoscere gente nuova, almeno per il momento.

Nonostante ciò, vengo e mi vengono presentati tutti, cerco di essere gentile ma la mia faccia purtroppo parla per me e si vede che non è proprio il luogo dove voglio essere ma ormai che ci sono, cerco di divertirmi.

Vado per prendere da bere e vengo accompagnata da uno dei ragazzi di cui non ricordo minimamente il nome, forse era Mason o forse Michael, cerco di non chiamarlo per non fare brutta figura.

Arrivata davanti all'open bar, ordino qualcosa da bere leggermente alcolico alla frutta, mentre il ragazzo prende da bere anche per le altre.

Cerca di prendere confidenza con me o perlomeno ci prova ma lo liquido subito con qualche risposta a senso unico così da fargli intendere di non essere proprio dell'umore per intrattenere una conversazione, quando i cocktail sono pronti, lo aiuto a portare il tutto al gruppo.

Iniziamo a bere ma lascio il mio dopo due sorsi perchè non sono poi così tanto propensa ad ingurgitare alcolici, li ''odio'' ma amo il vino, non lo berrei sempre ma ogni tanto una buona dose me la merito.

Le ragazze, mi trascinano a ballare e iniziamo a scatenarci o perlomeno io ci provo.

Due ore dopo senza fermarci e aver bevuto due bicchieri, inizio a sudare più del dovuto e mi stacco dal gruppo dicendo di star andando in bagno, in realtà non devo veramente andare, voglio solo cercare un posto tranquillo lontano da tutto questo casino.

Trovo una scalinata che sicuramente mi porterà ai piani superiori, ma non mi soffermo su quelli  inferiori, salgo direttamente verso il più alto, credo di averne contati quattro, man mano che salgo, la musica si fa sempre più lontana.

Arrivando fino all'ultimo scalino, una porta bianca mi separa dall'altra parte.

La spalanco e i miei occhi vedono tutto ciò di cui ho bisogno, un enorme piscina accompagnata da dei led blu, ci sono dei divanetti di pelle color panna tutt'attorno, una scalinata in marmo bianco sporco ti porta in fondo alla piscina e il pavimento è in legno chiaro, le lucine appese ai lati danno un'atmosfera di calma incredibile, la luce è soffusa e mi da pace interiore.

Da qui posso vedere gli enormi grattacieli di New York e un po' più piccola di quello che è la statua della libertà.

Con la voglia alle stelle di rilassarmi, mi guardo attorno per vedere se qualcuno può notarmi e quando mi assicuro che sono nascosta dagli occhi estranei, ci sono dei muri non proprio chiusi che lasciano intravedere qualcosa, ma da là sotto non si vede nulla per fortuna.

Mi tolgo il vestito insieme alle calze e stivali, li poggio vicino al bordo piscina così da potermi rivestire subito, lascio l'intimo, non importa se lo bagno, non posso proprio rimanere nuda, lego i capelli in uno chignon disordinato e scendo dalle scale, pensavo che l'acqua fosse fredda invece scopro che è calda ma non troppo.

Il contatto dell'acqua con il mio corpo mi da un senso di pace assurdo, ho sempre amato quelle gocce a contatto con la pelle, mi piace tutto ciò che ne ha a che fare.

Nuoto piano per tutto il perimetro per poi tornare dove mi trovavo inizialmente, vicino ai vestiti, dando le spalle alla porta ammiro il panorama della sera, credo sarà quasi mezzanotte, il cielo è cosparso da stelle in cui mi perdo, mi metto a braccia conserte poggio la testa sulle mani chiudendo gli occhi. Darei milioni per avere una sigaretta in questo momento, purtroppo le ho dimenticate, ne farò a meno.

La pace regna assoluta, il rimbombo della musica è ormai lontano ma improvvisamente una voce riecheggia nell'aria facendo rabbrividire tutto il mio corpo nonostante l'acqua sia ad una temperatura piacevole.

-Non ti ha insegnato nessuno che non si entra nelle proprietà degli sconosciuti?-

Una voce maschile. Cazzo, credo di essere nei guai fino al collo. 

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