•CAPITOLO 3• POLAROID •
•Cassia•
The weeknd -Die for you-
Dopo aver fatto entrare Crystal, ci siamo accomodate in cucina, sono ancora incredula sul fatto che lei sia ancora qui davanti ai miei occhi.
Pensavo di averla ''persa'', che si fosse dimenticata di me, sarebbe stato comprensibile.
Sono passati parecchi anni ma nonostante ciò, sembra non esserne trascorso nemmeno uno.
Prendo i muffin e glieli offro, ne afferra uno e lo addenta con gusto.
Ancora una volta mi soffermo sui suoi dettagli, i capelli le arrivano fino a metà schiena, sono sempre stata parecchio invidiosa, in senso buono, lo ammetto, ha un colore talmente bello e naturale da lasciare a bocca aperta chiunque, le sue lentiggini le sporcano il viso, gli occhi color miele che mi guardano con stupore mi fanno ridere.
E' più alta di me, lo è sempre stata fin da quando eravamo bambine, non di troppo ma lo è. Non è difficile superare il mio misero metro e sessanta.
-Sono davvero contenta di averti trovata qui.- Dice con la bocca piena, capisco a stendo ma riesco per fortuna.
Ridacchio, è sempre stata un po' buffa con i suoi modi.
-Cosa ti porta qui, insomma sono troppo curiosa di tutto.-
E come si spiega ora?
Cerco di farla il più breve possibile o le racconto tutto?
-Diciamo che non sono qui in vacanza ma per restare ecco.- Butto fuori tutto d'un fiato.
Addenta un altro muffin, di questo passo finiranno, penso, ma va bene lo stesso.
-E quindi non sei in vacanza come anni fa, finalmente rimani, ma perchè non abbiamo più avuto nessun contatto, che cosa hai fatto in tutti questi anni, cosa è successo?-
Bomba sganciata all'ennesima potenza.
-Non volevo stare qui dopo la morte dei miei genitori, sentivo come se non fosse il posto giusto, con la loro sepoltura, sentivo di dover dare spazio nei loro confronti, forse non era ancora il momento ma nonna ha insistito che ricominciare, sarebbe stata la scelta migliore che potessi fare.-
Getto tutto fuori come se quello che ho appena confessato mi bruciasse da dentro, è una delle poche volte che butto fuori un piccolo pensiero, sono sicura che non ho sbagliato con lei.
Credo di meritarmi un'altra possibilità anche se a volte penso tutto il contrario.
Al perchè non ho più avuto contatti con nessuno, non so se sono pronta a rispondere, insomma è già stato difficile dire ciò che ho detto, rispondere ad altro, sarebbe troppo per i miei standard.
Faccio finta di nulla cercando di sviare il discorso chiedendole di lei.
Ma a quanto pare sembra non funzionare perchè in risposta arriva immediatamente la sua occhiataccia a fulminarmi.
-Cassia, perchè non ti sei più fatta viva in questi sei dannati anni.- Il suo tono si fa abbastanza serio, la sua non risulta essere nemmeno una domanda.
Potrei anche raccontarle la verità ma non riesco, è come se in questo momento sentissi un dannato groppo in gola che mi blocca le parole e ciò che dovrei realmente dire, non è sempre la cosa più semplice del Mondo parlare dei problemi personali e i miei non sono così piccoli.
Decido di non rispondere.
Poi penso che anche una misera risposta che sia positiva o negativa debba darla, è giusto così, sono già mancata troppo, una risposta non farà malissimo.
Mi metto a braccia incrociate al petto e prendendo un bel respiro profondo le do una risposta.
-Crystal, so che potrebbe risultare cattivo o magari scortese ma non riesco a parlarne, per me ritornare a quel periodo è peggio di una coltellata a sangue freddo, non riesco, ti direi tutto e credimi quando ti dico che non si tratta di una questione di fiducia, io mi fido di te da sempre.-
Le metto le mani sulle sue.
Lei mi guarda, so che non lo fa con cattive intenzioni e magari vorrebbe solo aiutarmi ma dovrà pazientare per il momento.
In estremo silenzio, le faccio vedere alcuni dati scaricati da delle mail, alcuni protocolli e quando li vede, capisce che in questo momento il silenzio vale più di mille parole.
In una mossa veloce, mi ritrovo tra le sue braccia calorose.
La stringo a me come se fosse la cosa più preziosa di questo Mondo.
-Quando sarai pronta, sono qui per te e per ascoltarti, qualsiasi sia l'ora o il giorno, io ci sarò, non dimenticarlo mai, d'ora in poi non ci separeremo mai più.-
Scioglie l'abbraccio regalandomi uno dei suoi migliori sorrisi a trentadue denti e con uno sguardo sincero mi schiaccia l'occhiolino.
Sorrido.
Improvvisamente il suo sguardo diventa serio e affilato.
Corrugo la fronte cercando di capire questo cambio improvviso.
-Tu invece ora che ti guardo meglio, sei cambiata moltissimo, che fine hanno fatto il caschetto e quell'aria da impacciata?- Dice mettendo un dito sotto il mento.
Il mio umore si risolleva, stavo già pensando il peggio.
-Diciamo che con gli anni a venire, il caschetto non faceva più per me da un pezzo ormai, e l'aria da smarrita ho dovuta abbandonarla obbligatoriamente, quando succedono determinate cose o riesci o non riesci e ho deciso di scegliere la prima opzione.- Dico sicura di me.
Credo di aver fatto la scelta migliore, la vecchia figura di me ho voluto lasciarla al passato.
Mugugna e annuisce, sembra essere d'accordo con quello che ho appena detto.
Sembra riflettere ancora.
-I tuoi occhiali blu, dove li hai buttati invece?-
Sorrido, possibile che ancora si ricordi di quella lente oscena, che mente enorme, quasi non ricordo cosa ho mangiato ieri sera e lei ricorda ciò che accadde una vita fa.
Senza darle una risposta salgo nella mia stanza lasciandola seduta, quando arrivo, prendo il portaocchiali e scendo di sotto, prima di girare l'angolo, li indosso.
-Parli di questi?- Le chiedo sorridendo con i miei occhiali tondi e marroni chiari.
Mette una mano davanti alla bocca per lo stupore e qualcosa mi dice che le piacciono.
Sorrido.
Non sono occhiali che devo indossare obbligatoriamente, solo quando mi sforzo di fare qualcosa tipo: leggere, studiare o stare al computer, a volte li utilizzo anche per guidare.
-Sei uno schianto tesoro, forse dovresti prestarmeli, potrei rimorchiare e fare la maestrina sexy.- Ridacchia prendendosi in giro da sola.
Crystal è proprio stupenda.
Socchiudo gli occhi curiosa più che mai.
-Tu devi dirmi che succede nella tua favolosa vita.- Dico puntando il dito verso la sua direzione.
Alza le spalle,
-Lo scoprirai rimanendo nei paraggi e comunque mi ispiri con questi occhiali, saresti la secchiona seducente oppure qualcosa di più intrigante?.- Ride.
Alzo gli occhi e chiudo l'argomento prima che si spinga non so dove.
E dopo qualche secondo inizia a gridare.
-Quindi verrai nella mia stessa scuola, saremo compagne di banco e frequenteremo gli stessi corsi.- Parla a raffica.
Non perderà mai questo suo vizio, mi fa troppo sorridere, certe cose non passano mai.
-Mi dispiace infrangere i tuoi sogni ma ho deciso di riprendere gli studi da casa iniziando con qualche lezione da computer per recuperare il programma perso.- Le spiego gesticolando.
Sembra che questa notizia la metta di malumore.
-Ma perchè, conosceresti gente nuova, usciresti da qua dentro e soprattutto ci sarò io ad accompagnarti in tutto, non ti sentiresti a disagio, te lo prometto.-
So che ha perfettamente ragione, ma è strano che io non me la senta di vedere persone da subito.
-Forse potrei fare solo questa settimana per vedere come andrà, non è nemmeno sicuro io possa, oggi nonna andrà ad informarsi con il preside, spero vada tutto bene.-
In effetti su questo discorso, sono parecchio nervosa, è quasi fine Ottobre e non so se sia possibile farmi inserire a questo punto, sono pronta a farmi in quattro pur di non perdere l'anno.
-Sì, vedrai, il preside è parecchio accondiscendente su questi discorsi, se può aiutare una ragazza in difficoltà, lo fa senza pensarci due volte.-
Per fortuna, mi da sollievo questa notizia.
Quando guardo l'orologio, noto che è quasi l'ora di pranzo, lo sguardo di Crystal segue il mio e quando vede le lancette, sbianca.
-Cavolo, devo proprio andare, è tardissimo, ho promesso a mia madre che sarei tornata per pranzo.- Si alza e raccatta le sue cose.
La blocco.
Le chiedo se le va di rimanere con me, nonna è al negozio e sono sola.
Lei indugia ma non ci pensa due volte a dire alla madre che rimane anche a dormire da me.
Con questa bellissima notizia, iniziamo a preparare il pranzo.
Spaghetti al pomodoro, uno dei piatti speciali di casa, mia nonna e le sue origini italiane, sono davvero fortunata, farò un corso di cucina italiana ne sono convinta.
Passiamo le seguenti ore a mangiare, pulire, parlare e ordinare per ciò che rimaneva nella mia stanza.
Abbiamo attaccato le lucine alla parete e attaccato alcune mie polaroid, purtroppo non avevo nessuna foto con Crystal.
La vedo frugare nella sua borsa ed esce un aggeggio quadrato azzurro pastello.
-Ti faccio vedere una magia.- Ride e scherza.
Prende il suo cellulare e maneggia con qualche applicazione a me sconosciuta, quando finisce, attiva la fotocamera del telefono e lo appoggia sul mobile di fronte a noi.
Di corsa si tuffa sul letto.
-Sorridi abbiamo solo dieci secondi, fai una faccia buffa.-
Vengo presa alla sprovvista perciò, butto le braccia su Cry e caccio la lingua di fuori mentre sorrido.
Si sente il rumore di quando una foto viene scattata.
Sono ancora confusa.
-Ed ora?-
Mi chiede di pazientare e lo faccio, da quell'aggeggio, sento come una stampa uscire e magicamente dopo qualche secondo esce una polaroid.
Dalle sue dita inizia a sbattere quel pezzetto di carta plastificata e magicamente davanti ai miei occhi, io e lei sedute sul letto, lei ride con un occhio chiuso e mi abbraccia da dietro accompagnata dalla mia figura, ha uno stile retrò anni novanta.
Rimango senza fiato, è davvero bellissima.
Prendo una molletta piccola dorata da una bustina trasparente e l'aggancio alle luci, è una delle mie preferite.
-Quell'aggeggio fa davvero delle magie bellissime.- Dico continuando a guardare la foto.
Lei soddisfatta del risultato rimette tutto al proprio posto e inizia a guardare i miei libri.
-Da piccola eri appassionata, certe cose non cambiano proprio mai, so di avertelo già detto ma sono felice tu sia tornata.-
I suoi occhi si riempiono di lacrime ma non piange.
-Ma ora basta essere tristi, la cosa importante è che tu sia qui e che ora ci ordiniamo una pizza gigante.-
Come si fa a non amarla questa donna, è bella, è solare e divertente, ha tutto.
-Certo, chiamo nonna per sapere se devo prenderne una anche per lei.-
Prendo il cellulare dal letto e compongo il suo numero, dopo qualche squillo risponde. Le dico che Cry rimane a dormire e che stiamo ordinando delle pizze, le chiedo se ne gradisce una e quando tornerà,
-Purtroppo, ho avuto talmente tanto da fare che non ho potuto avvisare, non torno a casa presto, ho molte prenotazioni per degli eventi e non posso lasciare il lavoro incompleto, non preoccuparti sono con una mia amica, ceneremo insieme, ora vado tesoro, ti voglio bene.- MI spiega tutto dall'altra parte del telefono.
Le dico che le voglio bene anche io e riattacco.
Crystal mi guardo aspettando una risposta, le spiego la situazione e annuisce.
-Tu ordina le pizze, io vado a fare una doccia calda, ci metterò poco.- Le dico di getto.
Annuisce ancora e mentre vado verso il bagno, lei mi segue, mi giro e rimango perplessa.
-Da piccole ricordo che quando una delle due andava a farsi il bagno, l'altra aspettava a terra e chiacchieravamo a non finire.-
Senza lasciarle il tempo di aggiungere altro, le prendo subito la mano e la trascino con me dentro.
Con lei non ho mai avuto nessuna vergogna, da piccole facevamo il bagno insieme, siamo sempre cresciute una attaccata all'altra, le nostre mamme erano inseparabili.
Non ho vergogna di lei quando mi spoglio davanti ai suoi occhi rimanendo completamente nuda, mi infilo nel box doccia e lei si siede a terra.
Non appena l'acqua tiepida tocca il mio corpo mi rilasso tanto da scomparire da questa stanza, la mia testa inizia a vorticare, tutti questi ricordi improvvisi, sapevo che una volta arrivata qua, tutto sarebbe cambiato e molte cose sarebbero riaffiorate.
Non so se essere tornata sia la cosa migliore, i miei genitori sarebbero contenti di questa mia decisione?
Non sono mai andati a trovarli, non sono mai entrata in quel cimitero, neanche l'ultimo saluto d'addio, che persona orribile sono, la loro morte è colpa mia e il mio essere non è riuscito nemmeno ad entrare per dirgli un misero mi dispiace o un perdono.
Sono certa che è uno dei motivi per cui gli incubi la notte o a qualsiasi ora del giorno non mi lasciano in pace, mi tormentano l'esistenza ma ho una parte di me fin troppo bloccata ancora.
I miei respiri si fanno affannati più del dovuto, chiudo gli occhi cercando di schiacciare via tutto il nero che c'è nella mia testa, inutilmente.
Improvvisamente due mani piccole dalle dita sottili e lunghe, mi afferrano le spalle facendomi girare di poco la testa.
Crystal è proprio davanti alla mia figura.
-Va tutto bene, qualsiasi demone tu stia combattendo interiormente.-
Mi abbraccia bagnandosi tutti i vestiti ed io mi perdo in quella compagnia che per una volta non ho chiesto a nessuno.
Dopo qualche secondo toglie le braccia, si disfa dei suoi indumenti ed entra in doccia con me, la sua presenza riesce per un piccola percentuale a calmarmi, la ringrazio guardandola e lei capisce subito.
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