[ 002 ] summer challenges

capitolo due
summer challeges



























































La felicità è una farfalla ed io sto lottando per coltivare la sua stessa gioia accanto a me.

E ci provo, giuro che ci provo, ma tutto mi riporta al perdere le staffe e, a volte, senza motivo.

Respirai lentamente, come per assaporarmi tutta la sofferenza che provavo perché infondo sapevo di meritarla, per tutto quello che stavo facendo.

Il respiro si trasformò in un tremolio soffuso che io non sopportavo e, mentre mi tenevo su con le braccia sul lavandino, un'altra persona bussò alla porta.

Io mi ripresi, cercando di mantenere la calma e, con una velocità terrificante aprii la porta, senza curarmi di chi sia. Steven.

"Oh ciao Steven" lo salutai leggermente stupita. Lui sorrise. Io ricambiai.

"Volevo dirti che sono le 17 in punto del primo giorno" mi informò con noncuranza, aspettandosi che io me lo fossi dimenticata. Io alzai gli occhi al cielo ridendo.

"Ti batterò, Steven; come sempre" finsi sicurezza nel tono della mia voce, mentre gli davo una spinta ironica con l'indice. Lui scrollò la spalla ridendo e, mentre si riprendeva da quella spinta io presi la rincorsa e corsi via di casa; erano iniziati i giochi.

Sin da quando eravamo piccoli, io e Steven abbiamo avuto questo rito, nella quale vedevamo chi era diventato più veloce e chi più furbo; spoiler: non è mai cambiato nulla. Lui è sempre stato il più dinamico, io quella furba e nulla era mai certo in questa gara di velocità, che cominciava alle 17 in punto del primo giorno.

Ora correvo con tutta la velocità che possedevo in corpo ma, non appena stetti per avvicinarmi all'acqua, Steven mi afferrò per i fianchi, alzandomi in braccio e, ancora in aria, si buttò in acqua con me.

Io scoppiai a ridere mentre le sue braccia giacevano ancora avvolte alla mia pancia. Io mi girai verso la sua direzione, con le mani sulle sue spalle mentre ridevo ancora; il suo addome toccava il mio, nonché mi tenesse su di almeno cinque centimetri e i nostri visi erano vicini mentre ridevamo assieme. "Non so chi abbia vinto" ammise lui.

"Ma siamo di nuovo bagnati" mi lamentai sarcasticamente. Lui mi guardò gli occhi e subito dopo ebbe uno scatto, abbassando lo sguardo velocemente sulle labbra, per poi tornare sui miei occhi mentre sorrideva.

"Se mia madre mi vede di nuovo con i vestiti bagnati, mi ucciderà" commentò con una risata Steven, tenendo le sue braccia sempre attorno alla mia schiena, per poi slegarle pian piano, tenendomi sempre stretta a lui ma per i lati della schiena.

"Allora entriamo senza farci vedere" sorrisi complice, lui ridacchiò.

"Mi è mancato il tuo spirito" ammise, giardandomi negli occhi. Io sorrisi, ed abbassai lo sguardo sulle sue spalle mentre sfioravo la pelle accanto alla manica della canottiera con la mano bagnata.

"Anche tu mi sei mancato" ammisi, non alzando lo sguardo sul suo, poi la mia espressione tornò seria. "Ora dobbiamo andare" mi ricordai, sorridendogli imbarazzata.

"Oh sì, è vero" gli tornò in mente e, lentamente, iniziò a staccarsi da me, e la stessa cosa stavo facendo io.

"Con la pelle bagnata posso farti un tatuaggio" ridacchiai tra me e me, mentre cercavo un discorso sensato da fare.

Lui scoppiò in una risatina divertita. "Un tatuaggio?" Domandò con un sorrisetto divertito, mentre mi schizzava dell'acqua con la mano. "Facciamolo" disse.

Io lo guardai storto. "Ok"

"Che c'è?" domandò poi mentre rideva.

"Ammiro il tuo coraggio" ridacchiai, intanto che uscivo pian piano dall'acqua, e lui mi seguiva; a questa affermazione corruga le soppracciglia e sorride.

E, quando uscimmo dall'acqua, ci dirigemmo a passo felpato in casa, cercando si sorpassare qualunque sguardo. "Cupcake" sussurrò al mio orecchio, arrossì.

Questo nomignolo è durato la storia di questa casa e la sua origine è anche abbastanza imbarazzante.

Io ridacchiai, mentre gli facevo segno di stare zitto. Lui sorrise. "Ti piace" affermò ridacchiando in un sussurro.

"Affatto." Affermai, guardandomi attorno, nascondendomi dietro al muro della cucina, mentre controllavo che Laurel uscisse dal salotto per poi dare il via a Steven, che mi seguì solo perché la mia mano stringeva la sua con forza, attirandolo a me, mentre lo spingevo nella mia camera.

Lui ridacchiò divertito, mentre mi osservava dall'alto, per via della sua altezza leggermente elevata rispetto alla mia. "Affatto" imitò la mia voce.

"Smettila" risi e lui lo fece con me, mentre gli tiravo uno schiaffetto sul viso. "Ora serio." lo guardai seriamente negli occhi.

"Il tatuaggio" mi fece l'occhiolino e, quando mi girai e presi una scatola di carta enorme lui si sedette sul letto, togliendosi la maglietta, ma quando aprii la scatola, mi guardò storto.

"August, questi sono tatuaggi per bambini" fece notare, mentre passava la mano nella mia collezione di tatuaggini ad acqua con diverse fantasie.

"Sei incredibile" scoppiò a ridere, buttandosi di peso con la schiena sul mio letto, ed io mi sedetti in modo da vederlo in viso mentre mettevo la scatola in grembo.

"Scegli tu o scelgo io?" Domandai d'un tratto, facendolo sedere a sua volta.

"Cosa?" Domandò confuso, mentre corrugava la fronte in modo troppo carino.

Io, di risposta, alzai la scatola all'aria e lo vidi alzare gli occhi al cielo mentre buttava la mano dentro e pescava . . . Hello Kitty. "No, no, no, no. Non ci penso neanche" alzò lo sguardo sul mio, ma, al posto della mia faccia soddisfatta, vide il tatuaggino di Hello Kitty, ma in versione rapper.

"Abbinati!" Battei le mani velocemente, mentre tenevo i due tatuaggini tra le dita indice e il pollice.

Lui sbuffò e, nel momento in cui si poggiò con la schiena sulla tastiera del letto, io gli feci il tatuaggino sul pettorale sinistro, vicino al cuore. "Perché proprio lì?" Domandò con curiosità.

Avrei voluto dirgli tutti i motivi per la quale avevo scelto proprio quel punto e non altri, ma scrollai le spalle. "Ormai ti eri tolto la maglietta"

Lui sorrise. "Mhh . . . ok, ci sta come risposta" ammise. "Ora però te lo devo fare io" mi ricordò, ed io mi pentii di aver scelto quel posto, immensamente.

"Oh no, me lo riesco a fare anche da sola, io lo faccio da molto tempo" cercai di convincerlo, ma lui mi guardò negli occhi e scoppiò a ridere.

"Ho finito" ignorai la sua presa in giro, picchiettando il tatuaggino di Hello Kitty rosa con uno straccio per rimuovere l'acqua in eccesso.

"Dai, ora poggiati tu" mi disse, dandomi pressione sulle spalle e, grazie al mio top con il collo abbastanza aperto, non dovetti cambiarmi davanti a lui.

Lui si tenne su con un braccio, che era spaventosamente attaccato alla curva tra la mia pancia e il mio bacino.

Dopo aver posato il pezzettino di carta sul mio petto, poggiò un panno bagnato sul tatuaggino e, con delicatezza, inzuppò la carta finché non si mosse da sola, facendo uscire il tatuaggino. "Ora siamo metchati!" Mi emozionai.

Lui sorrise. Ma il momento venne interrotto da una voce in lontananza che richiamava il ragazzo al mio fianco. "Steven!"

Era Jeremiah. "Steven!"

"Arrivo!" Gridò, alzandosi velocemente dal letto, poi abbassò lo sguardo su di me solo quando fu sulla soglia della porta e si accorse di avermi ignorata completamente mentre scendeva.

Io ero sul letto, ancora poggiata nella stessa posizione di prima e, scambiai con lui uno sguardo confuso. Lui mi sorrise facendomi l'occhiolino ed io ricambiai il sorriso.

Lui si girò e sorpassò la soglia della mia camera, seguendo la voce di Jeremiah, ed io capii che si volevano preparare per il falò, quindi messaggiai a Belly.

appena escono
ci prepariamo noi
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👍
visualizzato, 20:59

. . .

Non appena finimmo di vestirci ci guardammo assieme allo specchio. Un vestitino stretto ci avvolgeva il corpo con dolcezza e i capelli ci coprivano le spalle con, quasi, eleganza.

"Siamo perfette" sussurrai, guardando soprattutto lei. Perché, facendo così, avrei realizzato che ogniuno di noi aveva difetti ma, sfortunatamente per me, in lei non ne vedevo nemmeno uno.

"Si, August" sussurrò con poca convinzione nel tono.

"Fidati di me" le sorrisi, e lei ricambiò con dolcezza.

Non appena raggiungemmo la spiaggia nella quale si sarebbe svolta la festa al falò, cominciammo a guardarci intorno. Io conoscevo qualcuno, ma erano davvero poche le persone della quale sapevo qualcosa, erano di più coloro che avevo visto di faccia oppure che mi conoscevano di reputazione.

"Buongiorno bellezza" si avvicinò Jeremiah a Belly, guardandola incantato. Poi si girò verso di me. "Sei bellissima August" mi sorrise, ed io ricambiai di sforzo, capendo di doverli lasciare da soli.

Ma, andando avanti, mi ritrovai davanti ad uno Steven in modalità flirt. Aveva il viso a pochi centimetri da una ragazza, Shayla, mi sembra, e sorrideva come un ebete.

Sospirai e, quando il suo sguardo si alzò sul mio, non lo stacco più per qualche minuto, finché la ragazza non mi notò e, con sguardo dolce, mi fece di venire da lei.

"Ciao, piacere August" le sorrisi, passandole la mano, che lei strinse con un sorrisetto amichevole.

"Ciao, piacere tutto mio. Shayla" si allontanò alla fine della stretta, mettendosi sotto la spalla di Steven, abbracciandolo a sé. "Sono la ragazza di Steven"

"Lei è-" iniziò a presentarmi Steven, ma io sorrisi e lui si bloccò, lasciandomi il piacere di presentarmi da sola.

"Sono la sua migliore amica" dissi e lei annuì, nonostante probabilmente fosse tutto meno che d'accordo con questo mio rapporto con lui.

"Mh . . ." cercò di prendere tempo. "Ah! Anche i tatuaggi assieme" finse un sorriso troppo sforzato.

"Oh . . . tranquilla Shayla, tra me e Steven non c'è nulla, siamo entrambi fidanzati" le sorrisi, poggiandole una mano sulla spalla, mentre muovevo il pollice per darle conforto e, infine, sorrise sinceramente.

"Oh sì, siamo come fratelli" si aggiunse Steven alla conversazione, facendo il noncurante.

"Ok ragazzi, direi che io vado, si è fatto tardi" annunciò Shayla, dando un bacio a Steven e, quando se ne fu andata, mi fece un sorriso divertito. Ma il suo sguardo comunicava qualcosa che mi si bloccò nel petto.

"Woah, smettila" alzai gli occhi al cielo, tirandogli il naso all'insù, facendolo diventare un maialino. Lui scoppiò a ridere, mettendo in bocca il dito e mordendolo.

"Ahi!" Risi assieme a lui, un suo braccio mi avvolse la vita e mi avvicinò a lui con quasi sveltezza, e in poco ci ritrovammo ad andare a tempo con la musica.

Io poggiai la guancia sul suo petto, mentre lui piegò la schiena per farsì che il suo labbro inferiore tocchi il lobo del mio orecchio. "Sai ballare" commentò divertito, ma senza rovinare l'atmosfera.

Perché a farlo fu qualcos'altro. "August!" Mi richiamò una voce maschile, io mi girai lentamente, sapevo bene chi fosse. Hunter.

"Chi è?" Domandò Steven, ancora al mio orecchio, mentre mi teneva accanto a lui, per proteggermi.

"Hunter" sussurrai, sorridendo, lui fermò lo sguardo sulla mia scollatura per un secondo, per poi guardare l'apertura della camicia di Steven. E me ne accorsi. I tatuaggi.

Lui sorrise, ma il sorriso non era puro, i suoi occhi avevano già tratto conclusioni. Affrettate, vorrei precisare. "Si, piacere, Hunter" si avvicinò a Steven e, con lo stesso sorriso, gli passò la mano, scuotendola con fermezza. "Il ragazzo di August"

"Io sono Steven" sorrise per educazione Steven. Niente Piacere e niente stretta duratura, a malapena stringeva la mano che Hunter cullava.

Il mio ragazzo comprese all'istante di che Steven si parlasse e sorrise ancora più sforzatamente, facendo comparire alcune rughe accanto alle labbra e agli occhi.
"Mh . . . Steven . . . Oh! Quel Steven!" Si girò verso di me Hunter, facendomi capire tutta la disapprovazione del mondo, mista alla delusione.

"Sono felice che August ti abbia parlato di me" sorrise Steven, pavoneggiandosi un po'.

"Giusto un accenno" gli fece una smorfia amara, ed io volevo solo scappare più lontano che potevo.

"Ok, ok ragazzi. Facciamo che ci calmiamo e noi due andiamo di là e tu, Steven, vai da Jer e Belly" lo implorai con lo sguardo ed entrambi annuirono.

Io alzai lo sguardo su Steven che se ne andava e poi lo posai su Hunter, mentre lo trascinavo più lontano possibile dalla musica. "August-" iniziò, ma io lo interruppi, sapevo cosa voleva dirmi, ma non era ciò che volevo sentire.

"Ti prego no. Non c'è niente, stavamo solo-" iniziai, posando la testa sul suo petto mentre gli tenevo le mani sulle spalle e iniziai a muovermi a tempo con movimenti lenti che si spostavano da destra a sinistra. "-ballando" terminai in un sussurro, quando sentii le sue spalle calmarsi tra le mie mani e, con una mano dolce, mi accarezzò la guancia, avvicinando il mio viso al suo e le nostre labbra si scontrarono dolcemente, mentre io sorridevo.

"Ti amo" sussurrò lui, ed io sorrisi, non mi sentivo pronta a ricambiarlo completamente, non ora.

E lui non credo l'abbia capito, era troppo preso dal bacio, che fu prontamente interrotto da il rumore delle grida. "Sei troppo piccola-" sentimmo la voce di Steven.

"Ma August no, lei ha la mia stessa età, anzi, è pure più piccola e si parla sempre di me" gridò Belly, indicandomi e, la folla si girò verso di me.

"Io non ho nessuna responsabilità verso August, ne ho su di te, ed ora vieni" la prese per il braccio, tirandola fuori dalla festa.

Quando vidi Belly dimenarsi mi venne voglia di aiutarla, ma Steven non era aggressivo, lui non le avrebbe fatto niente. E, puntualmente, cadde a terra e si fece aiutare da Jeremiah mentre Conrad tirava un pugno in faccia all'accompagnatore di Belly. "Dio santissimo" sbuffai alzando gli occhi al cielo.

"Hunter, ti riscrivo domani, ora devo riportargli a casa" lo informai in un sospiro, lui annuì prima di baciarmi sulle labbra, un bacio che io non ricambiai a pieno.

. . .

"Dai Steven" lo incitai, tenendolo per il braccio, mentre lo trascinavo in macchina.

"Sai che i tuoi capelli profumano di cannella?" Domandò, giocherellando con alcune mie ciocche bionde.

"Shampoo alla mela e cannella" sorrisi un po' stanca, e avrei dovuto esserlo, essendo che avevo trascinato tutti quanti dentro la macchina e l'unico, in grado di guidare, non ubriaco, era Jeremiah.

E, quando raggiungemmo la macchina, capii che Belly aveva già fatto la sua sceneggiata e che io potevo starmene tranquilla, almeno per ora. "Come state? Vi fa male qualcosa?" Domandai a tutti.

"No."

"Mh" scosse la testa.

"No no"

"Tu Jer?" Mi girai verso di lui, guardandolo come una sorella maggiore, nonostante io sia la più piccola dei tre.

"Ehi August, non devi comportarti necessariamente come la più grande" mi sorrise, accarezzandomi la mano che avevo poggiata sul ginocchio, ed io sorrisi semplicemente.

"Sul serio?" Domandai sarcasticamente, mandando un'occhiataccia ironica ai sedili dietro, dove si trovavano tutti gli altri.

. . .

Non appena entrammo, scoprimmo lo sguardo di disapprovazione di Laurel, che non appena ci vidde si alzò. "È appena passata la polizia" sospirò la donna.

"Scusa Laurel" dissi io, davvero davvero, troppo stanca di parlare. Lei mi mandò un sorriso ed io salii le scale per andare a letto.

Pochi minuti dopo, sentii qualcuno fissarmi, alzai lo sguardo e, con le coperte avvolte in corpo, scoprii Steven sul ciglio della porta. Io finsi di dormire e, quando lui realizzò che stavo dormendo, si avvicinò a me e mi diede un bacio sulla testa. "Buonanotte Cupcake" e poi se ne andò.

Mi addormentai subito dopo.









































































spazio autrice

vi prego, cupcake mi fa cadere nelle braccia di steven, cioè, vi pregoo😭😭 comunque il face claim di hunter è thopper🙊🙊. E, per chi non capisce le ragioni per la quale august possa stare con uno come lui, si chiama manipolazione, ed è un concetto per la quale molte ragazze più piccole, magari pure con dei problemi con il padre, si mettono con persone più adulte che poi le manipolano, facendole sentire sempre in torto. Detto questo, non giudicate la mia piccola August🥹🫶🏼

Il tatuaggino di Hello Kitty, vi prego😻😻 Steven che annusa i capelli😍 e il bacio della buonanotte AWWWWWWWW

ok, bacioni amori, vi amo tutti da morire🫶🏼

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