4. Incontri scontri Pt2

''Pino io allora vado, ok?''

Lo guardo di sottecchi, non mi ero ancora fermata ad osservarlo per bene, forse perché troppo timida per scrutare sfacciatamente qualcuno.
Credo che alla mia età dovesse essere un tipo niente male! Moro, occhi castani avvolti da folte ciglia stra-nere, un abbondante centimetro di barba.
Nel complesso niente male! Non che mi intessi il genere <uomo maturo>, ma adesso mi spiego gli sguardi complici e carichi di mille intenzioni delle donne che gravitano intorno al bar.

''Va bene, ci vediamo venerdì. Ricordati che il venerdì chiudiamo più tardi, vieni verso le quattro, va bene?" Gli faccio di si con la testa e vado via.

Appena cinque minuti più tardi mi ritrovo davanti all'ingresso del palazzo di casa mia, non so se finalmente abbia imparato un percorso stupido che anche un bambino di cinque anni ricorderebbe senza problemi o se sia stata solo fortuna.

Mi preparo psicologicamente a salire tre rampe di scale ed apro il portone. Con il consueto fiatone che mi accompagna nei miei rientri a casa, busso e infilo la chiave nella serratura. La porta si apre, prima di avere il tempo di girare la chiave.

''Ancora non le hai dato le chiavi?'' chiede Martina a Samuele alzando un sopracciglio.

''Calma...ha le chiavi, ma lei continua a bussare comunque.'' Si ripete la scena del parliamo di Mia come se lei non ci fosse e, invece, è proprio qui.

''E' un'abitudine, tutto qui.'' mi intrometto, visto che si sta parlando di me.

''Senti, vuoi mangiare con noi? Abbiamo ordinato una pizza, ma se ti va richiamo e ne aggiungo una per te." mi chiede Andrea.

''No, ho mangiucchiato al bar, ma grazie!'' e lui in tutta risposta mi guarda un attimo e...oddio sta arrossendo?

Mi tolgo il giubbotto e lo appendo all'attaccapanni situato all'ingresso m, ho bisogno di una doccia. Puzzo e i miei capelli hanno cambiato colore. Da biondo scuro siamo quasi ad un nero petrolio.

L'unica nota positiva di questo appartamento, oltre alla vicinanza alla facoltà, è che ho un bagno in camera. E' forse stata la cosa che mi ha convinta a prenderla, ho sempre odiato dover condividere il bagno con degli sconosciuti, il dover fare tutto di corsa e l'ansia di incontri indesiderati.
Chiudo la porta, non con la chiave perchè quella che c'è è difettosa, come ogni altra cosa qui dentro!

Appunto mentalmente, alla lista di cose da fare, di dover cambiare anche la serratura.

Mi tolgo le scarpe e i vestiti e li butto sul letto, li sistemerò dopo. Sono già le otto e venti, tra la doccia, asciugare e stirare i capelli, ci metterò almeno un'ora e mezzo. Mi infilo nella doccia e ci resto quella che sembra una vita, poi ricordo di dover chiamare casa e decido che il mio momento di personal relax debba volgere al termine.
Chiudo l'acqua, cerco di afferrare l'accappatoio, ma lo scopro sul pavimento in una pozza d'acqua. Bene! Anche la doccia è rotta, andiamo sempre meglio. Questa casa se ne cade a pezzi, tra un sospiro esasperato e l'altro, afferro uno degli asciugamani che avevo riposto nella piccola cassettiera bianca sotto al lavabo e mi ci avvolgo. Per fortuna, il riscaldamento pare funzioni ancora e non ho tantissimo freddo alle spalle, benchè scoperte. Ma che ca...

''Tu che ci fai qui?'' cosa, cosa, cosa????

Avete presente il bad boy presente in ogni romanzo rosa che si rispetti? Bene, ne ho qui davanti a me la versione 2.0: niente giacca di pelle, niente tatuaggi in bella mostra, niente piercing a vista, ma figo da paura! Quasi mi manca il fiato, giuro di non aver mai visto niente di più bello! Potrei stare ore ed ore a descrivere punto per punto le meraviglie che caratterizzano il mio ospite indesiderato, ma tre meritano senza alcun dubbio di essere citate: carnagione olivastra, occhi taglio orientale verde smeraldo ed una bocca carnosa che...oddio, ma che cazzo sto facendo?!!! Sto fantasticando su un tizio che neanche so chi sia sdraiato sul mio letto, sul serio? No, davvero Mia: sul serio?????

''Sono la cameriera personale di Samuele, mi sembra ovvio!'' dico stizzita nella speranza che non si noti il calore che sento avvampare sulla mia faccia.

''Quindi vivi qui?'' e resta impassibilmente straiato sul mio letto, sui miei vestiti e mi guarda in attesa di una risposta ancora più ovvia della domanda.
Ma sono legali quegli occhi?

''No, vado ogni giorno a fare la doccia a casa di uno sconosciuto diverso!" oddio, no no noo, sono praticamente nuda.
"Senti, questa è la mia stanza e quello è il mio letto, puoi per favore andartene?!'' dico supplicandolo quasi.

Come se non avessi parlato, si guarda intorno soffermando il suo sguardo qui e li.

''Dovresti essere più ordinata, non sta bene che una ragazza sia così disordinata...'' mi guarda con rimprovero e scuote la testa.
Giuro che lo uccido, sto perdendo la pazienza e ho freddo.

''Grazie del consiglio, ne terrò conto! Ora te ne vai? Sai...dovrei vestirmi!'' l'esasperazione nella mia voce cresce esponenzialmente.

Si alza dal mio letto, e quasi tiro un sospiro di sollievo. Questo teatrino sta finendo, finalmente!

Inizia a girare per la camera con le mani in tasca, come se non ci fossi. Che cosa sta facendo? Passeggia? Poi, si gira, mi guarda e mi sorride, in modo odioso.

"Ah si scusa, fai pure...vestiti. Nessun problema.'' e continua a girare, toccare e fissare tutto quello che incontra. Quale santo devo pregare affinchè questo individuo esca da qui?

''No, seriamente...quale parte del <<esci dalla mia stanza>> non hai capito? DEVI uscire, ora!'' eccola qua, la mia pazienza che va a puttane.

''Calma, calma...voi ragazze del nord siete così suscettibili. Me ne vado, me ne vado.'' sempre con fare strafottente viene verso di me, indugia un attimo, ovviamente mi fissa.
Gli tengo testa e lo fisso a mia volta.
È carino, beh è più che carino, ma deve comunque uscire di qui.

Mi passa di fianco e, quando ormai è sull'uscio della porta, rovina la mia finta vittoria.

''Dovresti utilizzare un accappatoio, quell'asciugamano lascia ben poco all'immaginazione!'' ride e chiude la porta alle sue spalle.

Vorrei sprofondare sotto terra e restarci.
Bello e stronzo, ci mancava solo questo.

Devo chiamare mamma, oddio devo sul serio chiamare mia madre prima che si faccia tardi e prima che lei abbia l'ennesima crisi di nervi.
Che bella domenica di merda!

Indosso una tuta grigio scuro, di quelle dal taglio maschile, di mettere il pigiama non se ne parla, almeno fino a quando non avrò fatto riparare la serratura. Dopo la telefonata ai miei, decido che sia meglio mettermi a letto. Ma ho bisogno di una bottiglia d'acqua, senza non riesco a dormire.
Sono, quindi, costretta ad andare in cucina.

Senza dare troppo nell'occhio, apro il frigo e prendo l'acqua, mentre gli altri sono spaparanzati chi sul tappeto chi sul divano a guardare un film. Ridono come dei dannati e, immagino, che la canna tra le dita di Andrea abbia notevolmente influito sull'umore generale.

''Mia cazzo! hai un passo leggerissimo, non ti avevamo proprio sentita arrivare...''
Scusate se sono in casa mia e camminarci dentro rientra nei miei diritti!

''Sono venuta a prendere dell'acqua, buonanotte!'' Samuele mi sorride, mi mostra la canna e mi fa segno come per dire vuoi? Gli faccio di no con la testa e ricambio il sorriso.

''Lasciala stare, lei è una brava ragazza, va a letto presto e non fuma...'' mi prende in giro quello che oggi ha deciso di essere la mia spina nel fianco.

''La brava ragazza che va a letto presto fuma, ma adesso non le va!'' Cagata più grande non potevo dirla, cioè non ho mai fumato in vita mia e non credo sia una cosa che vada a mio svantaggio, come neanche a vantaggio, semplicemente non fa differenza. E allora perchè sento l'esigenza di giustificarmi con questo tipo? Sinceramente il perché non lo so, ma devo smetterla.
Giro i tacchi e vado verso la mia stanza.

''E comunque, mi piaceva di più com'eri vestita prima...'' sghignazza, mentre gli altri completamente sballati gli chiedono che cosa avesse voluto dire con quella frase.

''Vaffanculo!'' gli urlo dal corridoio.

Lo odio!

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