26. Guardarsi dentro
Continuiamo a camminare spalla a spalla e sono imbarazzata da morire.
Eppure mi domando perché?! Insomma mi ha già vista ubriaca( novità anche per me ), mezza nuda, l'ho già baciato e mi ha già baciata. A questo punto non dovrei essere più così tanto in imbarazzo e, invece, lo sono e anche tanto. La verità è che tutto questo per me è quasi una novità. Non voglio descrivermi come la classica brava ragazza di cui si legge sempre in quegli stupidi romanzi rosa, ma diavolo lo sono!
Sono esattamente la personificazione di pagine e pagine lette negli anni e mi detesto per questo.
Vorrei essere più sicura, saper cosa dire e, soprattutto, saper cosa fare senza stare sempre ferma come una cogliona a rigirarmi i pollici.
Ma cosa pretendo? Di imparare nel giro di poche settimane come funzioni il mondo? Come ci si comporta con l'altro sesso? Come essere una femme fatal?
Ammettiamolo, per i miei standard è già un traguardo essere qui, con lui. Senza considerare tutto il resto: l'alcool, le feste, i baci rubati, le mezze scenate di gelosia, essere da sola in una città non mia.
È già tanto si, ma non mi basta. Non più, non adesso. Non può bastarmi, non ho più tempo.
" Eccoci qui, siamo arrivati." Ci fermiamo davanti ad uno dei tanti ristoranti che si trovano lungo la strada.
Non avevo prestato alcuna attenzione fino ad ora. Non mi ero accorta di niente di tutto quello che mi passava intorno immersa com'ero nei monologhi interiori.
Guardo alla nostra sinistra, c'è il mare ed un bellissimo castello che sembra affondare le sue fondamenta nel mare stesso. È bellissimo.
Sembra quasi un controsenso: da un lato si respira vita, si gioca con la caoticità ed i colori di una città e di un popolo sempre sveglio, sempre impegnato a ridere di se e degli altri; dall'altro si respira pace, una strana quiete quasi una nostalgia che si diffonde silenziosa.
"Che posto è questo?" Chiedo guardando ancora verso il mare.
"Questa è via Caracciolo è quello lì è il Castel dell'Ovo."
Mi volto verso di lui e noto nei suoi occhi uno strano scintillio, lo stesso che aveva quando andammo a San Martino ad Halloween. Credo sia orgoglio, si credo sia la manifestazione dell'orgoglio che prova nel raccontare la sua città a qualcuno che ancora non la conosce.
Mi piace. Ma questo lo si sapeva già.
"Tocca a te scegliere dove mangiare!"
"No, dai! Non sono mai stata qui, immagino che si mangi bene in ognuno di questo ristoranti, ma so che finirei per scegliere il peggiore tra tutti! Decidi tu, mi fido."
Mi analizza con quel suo sguardo scettico e sono nuovamente nervosa.
"E da quando tu ti fidi di me?"
"Che vorresti dire? Mi sembra di essermi sempre fidata di te!"
"A me sembra il contrario invece!"
Non ci siamo ancora accomodati al tavolo di uno qualsiasi di questi ristoranti che già discutiamo, cosa succederà quando inizieremo a parlare davvero ?
"Pensavo di dover aspettare di essere seduta prima di iniziare a discutere! Facciamo così, mi fido di te adesso, in questo preciso istante, per la scelta del posto in cui mangiare. Va meglio così?" Gli chiedo accompagnando il tutto con quello che credo sia il sorriso più antipatico del mio repertorio.
"Potresti fare di meglio, ma mi accontento per questa volta, ma solo perché ho fame."
Finalmente ci sediamo in un posto chiamato Muu, dopo una veloce sbirciata al menù ne deduco che si tratti di un ristorante che ruota intorno alla mozzarella di bufala. Ha scelto bene lo stronzo, è una delle cose che più mi piace.
"Sai che ti dico? Per dimostrarti quanto mi fidi di te, lascio a te la scelta del mio piatto!" Dentro di me è come se avessi segnato un punto in una partita immaginaria tra il mio ego ed il suo.
"Una Mia temeraria quest'oggi!" Mi prende in giro, come di consueto.
"Posso farti una domanda?"
"Pensavo di poter prima pranzare e poi sottomettermi al tuo interrogatorio, ma fai pure!" Ma che stronzo è?!
"Sarei tentata di mandarti a fanculo, ma la curiosità fa da padrona dentro di me, quindi per questa volta lascerò correre!"
"Te ne sono grato, anzi ringrazia da parte mia la tua curiosità."
Sono sul punto di mandarlo sul serio a quel paese, quando il cameriere si avvicina per le ordinazioni. Non bado a ciò che ordina, da quello che ho letto nel menù non dubito che mi possa piacere ogni cosa tra quelle elencate.
Intervengo solo al momento delle bibite, chiedendo una semplice acqua naturale ed una CocaCola.
"Allora cosa volevi chiedermi?" Mi domanda appena il cameriere si allontana.
"Perché sei così stronzo? Anzi no! Perché fino a mezz'ora fa sembravi un cucciolo impaurito, poi subito dopo un ragazzo premuroso ed ora sei ritornato ad essere lo stronzo di sempre? Veramente spiegami come passi da un mood all'altro perché sul serio non lo capisco!"
Dico tutto d'un fiato per evitare che il buon senso abbia la meglio.
"Cucciolo impaurito e ragazzo premuroso, complimenti, mai nessuna mi aveva definito in questo modo."
"Mentre stronzo credo te l'abbiano detto svariate volte!" Le parole fuoriescono senza che possa fare qualcosa per fermarle.
"Più di quante immagini!"
"Non hai ancora risposto alla mia domanda..."
Tira un leggero venticello, ma per essere novembre non fa freddo e c'è il sole.
Una ciocca di capelli, come al solito, svolazza davanti ai miei occhi. Lui allunga la mano e la sistema dietro al mio orecchio, poi mi sorride. E poi io muoio. Lui sorride ed io muoio tutte le volte. Maledetta me!
"Perché sono tutte quelle cose."
"Che vuol dire? Hai appena detto che nessuna ti ha mai definito in questo modo."
"Ma non vuol dire che non siano vere! Vuol dire solo che altre non hanno visto quello che tu hai visto."
"E perché non l'hanno visto ?" Sono un fiume in piena di domande, sto andando a ruota libera.
"Perché non ho mai permesso che qualcuna vedesse chi sono o forse non lo hanno mai capito."
"O forse non te l'hanno mai detto, ma solo pensato!"
"O forse tu percepisci cose che altre non vedono perché sei innamorata di me!"
Mi guarda dritto negli occhi ed io vorrei solo sprofondare. Cosa ha appena detto? Come osa dire a voce alta una cosa simile?
Sono sicura di essere paonazza in volto.
"Io non sono innamorata di te!" Sbotto e vorrei schiaffeggiarlo per tutto l'imbarazzo che provo.
"Ma lo sarai presto."
Cosa? Cosa? Cosa? Ho sentito bene? Perché non può essere solo il cucciolo impaurito di poco fa? Perché deve essere sempre così stronzo con me? Perchè???
Per fortuna arriva il cameriere con i nostri piatti a stemperare quest'aria pesante che si arriva a toccare intorno a noi.
Guardo lui e lo spettacolo che ha alle sue spalle. Il mare, il castello e non posso non pensare a quanto lui stia bene nel quadro generale.
Paragonato a lui il paesaggio che ho di fronte sembra quasi insignificante.
Ma che cazzo sto dicendo?
Oddio, c'ha ragione lui. Mi sta mandando in pappa il cervello ed io mi sto innamorando di uno stronzo!
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