24. Nessuna spiegazione

" Allora tesoro, come promesso: giovedì pranziamo insieme ok?"
" Si nonna, promesso!" ci abbracciamo forte come se ci stessimo salutando per un lungo periodo.

Faccio ritorno a casa che sono le sette di sera di un uggioso lunedì. È il primo giorno di corsi che salto, ma non me ne preoccupo. State un po' di tempo con un membro della mia famiglia, con la nonna in particolare, mi ha fatto veramente bene.

Da Diego silenzio stampa, del resto io neppure gli ho risposto. Il suo ultimo messaggio, quel ti voglio vedere, mi ha spiazzata di brutto e non ho saputo rispondere. Non ho avuto il coraggio di rispondere. Quando si tratta di lui o sono super fifona o super coraggiosa e stavolta ad avere la meglio è stato il mio essere codarda.
Cos'avrei dovuto dirgli?
Mi veniva solo voglia di scrivergli "anch'io", che è la più vera e cruda verità, ma non ce l'ho fatta. Sono troppo una deficiente e, ammettiamolo, con lui non ne azzecco una!

Sono quasi a via Mezzocannone, praticamente a due minuti da casa, quando mi squilla il cellulare. Il display mi suggerisce il nome di Samu:

- Pronto? Si Samu dimmi!-
- Hai l'affanno, ne deduco che tu sia per strada!-
- Si! Sono quasi a casa!-
- Ah perfetto...sto per ordinare la cena, mangi a casa?-

Non ci credo! Chi l'avrebbe mai detto che si sarebbe mai preso la briga di preoccuparsi del mio sostentamento alimentare?! Beh, io no di certo!

- Che avevi in mente?-
- Pizza ovviamente! Preferenze?-
- Quella che prendi tu andrà bene, mi fido! A tra pochissimo!-

Per la prima volta da quando vivo qui, infilo la chiave nella serratura senza prima suonare il campanello. Inizio veramente a sentirmi a casa!
Apro la porta e quello che mi si materializza davanti spero sia solo un' allucinazione e non la schifosissima realtà.
Samuele ed i suoi capelli immancabilmente arruffati davanti al frigo aperto mentre è intento a prendere qualcosa; Diego, in tutto il suo splendore di cui non mi abituerò mai, spaparanzato sul divano e...Ilaria, che adesso guardo con occhi diversi apprezzandone purtroppo la bellezza, occupata ad apparecchiare la tavola.

Spero che la mia faccia non riveli come al solito quello che avviene nel mio cervello, che può ora essere definito solo come un totale casino da cui non riesco ad uscire.
Samuele non appena mi vede corre ad abbracciarmi:
" Bentornata! Potevi chiamare, ti avrei dato volentieri un passaggio!" Mi rimprovera e, a pensarci bene, non sarebbe stata una cattiva idea considerando la lunga, lunghissima passeggiata da Posillipo fino al centro storico, dove si trova la mia umile dimora.

" Credimi lo farò senz'altro la prossima volta, sono stremata!"
Saluto anche Ilaria con un bacio a destra e sinistra, come da consuetudine qui. Mentre riservo allo strano individuo sul divano un asettico "ciao" privo di qualsiasi entusiasmo.

" Dove sei stata?" mi domanda docilmente la mi antagonista inconsapevole.
" A casa di mia nonna, qui a Napoli."
" Non mi avevi detto di avere parenti qui..." interviene Samuele.

Magari se mi fossi ricordata della nonna prima della ramanzina di papà gliel'avrei detto!

" Si, sono nata e cresciuta a Milano, ma mio padre è napoletano e mia nonna vive qui!"
Sintetizzo così il mio quadro familiare e vado a sistemare cappotto e borsa in camera mia.

Mi chiudo per un attimo in bagno per analizzare brevemente la situazione: Ilaria è qui, con i suoi magnifici capelli super lisci e super biondi, il suo corpo da urlo e gli occhi da cerbiatta ed è con lui ovviamente! E allora lui perché ha detto di volermi vedere? Che senso ha dire una cosa del genere e poi presentarsi qui, in casa mia, con lei?
Non ci capisco più niente, anzi a pensarci bene una spiegazione logica a quel suo messaggio c'è! Non ha detto il perché volesse vedermi ed io ho dato per scontato che volesse vedermi in un qualche senso romantico, quando forse semplicemente il senso delle sue parole era completamente l'opposto. Magari mi vuole parlare di quanto è successo sabato, di quel...bacio, del nostro bacio. Se ne sarà pentito e vorrà dirmelo chiaramente, senza che vi possano essere dubbi.
È sicuramente così ed io, per l'ennesima volta, ho costruito tanti di quei castelli nella mia mente da sentirmi completamente svuotata adesso. Quanto stupida posso ancora essere?

Mi guardo allo specchio e impongo al mio riflesso un contegno. Dopo l'ennesimo sospiro, mi faccio coraggio ed esco dal bagno.

E adesso c-che...
Davanti a me, in piedi c'è Diego.
"Devi proprio smetterla di entrare in camera mia senza essere invitato!" E questa da dove mi è uscita?

"Non l'ho invitata io!" Fa qualche passo verso di me che sono ancora piantata davanti alla porta del bagno.

"Di che stai parlando?"
" Ilaria non è qui con me, non l'ho invitata io ma Samuele..."

È enormemente sciocco ed inutile da parte mia, ma a queste parole mi sento felice.

" Non sono affari miei in ogni caso!"
Si avvicina piano piano, il suo sguardo rimane fisso su di me che invece lo abbasso, mentre il mio cuore pare voler fuoriuscire dal petto.

" Ragazziii, sono arrivate le pizze!!" Samuele ci avverte dell'arrivo della nostra cena. Non so se ringraziarlo silenziosamente per avermi salvata o se, al contrario, maledirlo per...per avermi salvata.

Sguscio a sinistra imponendo una certa distanza da lui e faccio per uscire quando mi blocca per una mano:
" Voglio vederti!" Boom!
" Mi vedi? Sono qui, davanti a te!"
" Da sola, voglio vederti da sola!" Boom al quadrato e tanti saluti al mio organo pulsante.
" Ma..." faccio per dire qualcosa ma mi interrompe.
" Niente ma Mia, per favore!"

"Muovetevi su che si freddano!" Eh no Samu, adesso no!

Mi libero dalla sua presa, ma prima vi uscire dalla stanza mi giro verso di lui:
"Ok..."

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