20. Piani bizzarri Pt.1
Per qualche minuto mi lascio trascinare dalla mia agguerrita amica, poi d'un tratto realizzo che non ho la più pallida idea di cosa voglia fare, anche se vagamente un sentore ce l'ho.
La chiamo, ma il suono della musica sovrasta di brutto la mia voce e allora la strattono affinché si fermi.
''Vale...ti prego, qualsiasi cosa tu abbia in mente non farla e, soprattutto, non farla fare a me.'' la supplico, nella speranza che la semi-disperazione nella mia voce possa placare ogni sua intenzione.
''Ehi, guardami! Non ho intenzione di fare nulla, non andrò li a difendere il tuo onore, stai tranquilla...però si pentirà di aver fatto lo stronzo con te, questo si!''
E con queste parole, non mi concede diritto di replica e riparte a trascinarmi e, se possibile, e ancora piu agguerrita di prima.
Arrivate al tavolo, mi lascia la mano giusto il tempo per dire qualcosa all'orecchio di Vittorio. Lui sorride e annuisce. Alza gli occhi su di me. Ecco, se avessi avuto dubbi circa l'argomento di questa conversazione segreta lampo adesso, dopo il suo sguardo non ne avrei più.
''Andiamo su, e finisci di bere...sai come si dice? Su i bicchieri e giu in pensieri...''
Faccio come dice, bevo quasi tutto d'un sorso e mi brucia la gola. Questo giro di bevuta e decisamente più duro dei due precedenti.
Ci ritroviamo a ballare in un punto, per me, indefinito della pista. Decido di non pensare, ballo, canto inventando parole, rido. Se l'idea di vendetta di Vale era questa, le dovrei chiedere scusa per aver pensato ed immaginato le peggio cose.
Inizio a divertirmi sul serio, fino a quando sento due mani sui fianchi e un respiro caldo sul collo. Mi volto a vedere chi e l'ospite alle mie spalle: è Vittorio, sorride, con la bocca, ma soprattutto con gli occhi. Ha uno strano scintillio che li attraversa. Non so che fare, questo improvviso contatto fisico non mi sembra da lui.
Poi mi viene in mente la scena di poco fa, e capisco. Davanti a me non trovo più Valentina, la cerco con lo sguardo ma non la vedo. Allora c'era un piano diabolico, effettivamente.
''Che cosa ti ha detto Valentina?'' gli chiedo, girando su me stessa e mettendomi di fronte a lui.
''Quando?'' sorride e mi attira a se mettendomi una mano dietro alla schiena.
''Non fare il finto tonto...prima ti ha detto qualcosa all'orecchio...''
Mi attira ancora di più verso di se, lo lascio fare senza opporre resistenza.
''Mi ha chiesto, solo, di guardarti come se tu possi la cosa più bella qua dentro!''
Ma che...io la uccido!
"Perché quell'espressione dispiaciuta?" Mi chiede costringendomi ad alzare lo sguardo e guardarlo dritto negli occhi.
"Ma come perché?! Perché mi dispiace, mi dispiace che tu abbia chiesto una cosa del genere e in più me ne vergogno! Davvero scusa..." non mi lascia il tempo di concludere che mi interrompe:
"Non hai niente di cui scusarti o di cui vergognarti, perché a me non dispiace affatto..."
Vorrei chiedere spiegazioni, ma non mi escono le parole e inizio a sentirmi confusa. Allora è lui a continuare:
"Mia..." mi accarezza il viso delicatamente con il pollice, "non mi dispiace guardarti, io adoro guardarti e si, sei la cosa più bella qua dentro!"
Sono senza parole, letteralmente senza parole, per la seconda volta in due minuti.
Poi succede.
Si avvicina lentamente, millimetricamente, quasi impercettibilmente, sorride e mi bacia.
Resto immobile, imbambolata. Sono uno stoccafisso.
Lui si accorge che qualcosa non va, che io sono assente e si stacca piano. Mi guarda, cerca delle risposte che io non ho.
"Scusa...io, io..." poi lo vedo, lo stronzo, è ad una decina di metri da me, abbracciato a lei, ma guarda me. Ha uno sguardo strano, se lo conoscessi meglio e, soprattutto, se sapessi quale sua personalità lo anima in questo momento, oserei dire che è arrabbiato o forse deluso. Lei non si accorge di nulla, gli si avvicina e gli sussurra qualcosa all'orecchio. Che si fotta...
Guardo Vittorio, mi alzo in punta di piedi e le mie mani, che prima erano prive di ogni forma di vita, salgono sul suo viso. Lentamente lo bacio. È, inizialmente, un bacio quasi innocuo poi si trasforma in altro.
Mi stacco che sono senza fiato, mi vergogno di aver baciato un ragazzo e aver pensato tutto il tempo se e cosa stesse pensando un altro ragazzo.
Nonostante tutto gli sorrido, Vittorio non si accorge di nulla e mi da un altro leggero bacio prima di prendermi per mano e condurmi da qualche parte.
Lo seguo e passando accanto a Diego non posso fare a me di guardare verso di lui.
Ha gli occhi fissi su di me e, adesso, non ho più dubbi: è incazzato nero!
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