17. Il compleanno Pt.2
Usciti dal portone, tirò un respiro di sollievo. Lui non c'è, non è in auto. Ma non dovevano esserci tutti? Lui non rientra nel tutti?
No impossibile, se ci sono Andrea e Martina dovrebbe esserci anche lui. E allora dov'è?
Magari e stato invitato, ma ha deciso di non venire. Perché quale motivo poi? Per me? A causa mia?
Di sicuro è così, continua ad evitarmi.
Mi scopro a trattenere il respiro e a preferire l'ansia di poco fa a questa sensazione di merda che provo in questo momento.
Per tutto il tragitto non dico una parola, mi limito a guardare fuori dal finestrino, mentre la mia mente prende delle direzioni tutte sue.
Arriviamo al locale che neanche me ne rendo conto, fino a quando mi sento strattonare da Samu che, in un modo tutto suo, mi invita a scendere dall' auto.
Mi guardò in torno e non trovo Valentina, immagino che sia già dentro.
All'ingresso una ragazza, che potrebbe tranquillamente essere una modella, ci accompagna al tavolo, dove vi trovo la bella festeggiata circondata da una decina di persone. Noto subito dei volti familiari, riconosco un ragazzo che ho già intravisto in facoltà e i due ragazzi della nostra "uscita di gruppo" dello scorso sabato.
Vittorio non appena mi vede mi si avvicina abbracciandomi calorosamente. Resto imbambolata per un po', con le braccia penzoloni, prima di realizzare di dover ricambiare L'abbraccio.
Considerando i sorrisi dei tre dietro di me, suppongo si sia trattato di una scena alquanto divertente e imbarazzante.
Resto per un po' ferma, da una parte, senza sapere bene cosa fare. Valentina è impegnata a parlare con non so chi e ho perso di vista gli altri. Bene, mi sento come la classica sfigata onnipresente in ogni film degno di nota.
Continuò a guardarmi intorno, come una completa imbecille, fino a quando Vittorio non mi chiede di seguirlo.
"Dove?" Gli chiedo.
"Al bar, voglio qualcosa da bere," grida al di sopra della musica, "dammi la mano, altrimenti ci perdiamo!" e mi afferra la mano.
Gli sono grata di avermi tirata fuori dal mio momento outsider e lo seguo.
Raggiungiamo il bar facendoci, a fatica, spazio tra le persone.
"Che bevi?" Mi domanda dopo aver ordinato un gin tonic per lui.
"Non lo so, non credo che dovrei bere dopo l'altra sera." Abbasso lo sguardo imbarazzata.
Porta due dita sotto al mio mento costringendomi a guardarlo negli occhi, "Ehi, non devi vergognarti per aver bevuto troppo, avevamo bevuto tutti, non eri la sola ad essere brilla!" Mi guarda dritto negli occhi e mi sorride. Si, è carino.
"Grazie, ma penso comunque che non dovrei bere, non sono abituata e credo non faccia per me."
"Facciamo così, ti ordino qualcosa di leggero alla frutta, ok?"
Gli faccio si con la testa, del resto ho sete.
Mentre il barman prepara quello che abbiamo ordinato, si gira nuovamente verso di me: "Non ti ho ancora detto una cosa..." abbassa leggermente lo sguardo.
"Sei bellissima stasera..." fa una pausa, "cioè, voglio dire...lo eri anche sabato scorso, però stasera...cioè wow!" Mi guarda dalla testa ai piedi ed io non posso fare a meno di sorridere inebetita e straimbarazzata.
Ed è a questo punto, un punto che poteva rappresentare un momento carino, che li vedo dall'altra parte del bancone.
Avvinghiata a lui c'è Ilaria. Non mi era proprio passato in mente che potesse esserci anche lei, evidentemente tutti vuol dire proprio tutti.
Malgrado tutto, devo ammettere che è molto bella. Stasera poi più del solito. Non poteva almeno essere brutta o, almeno, meno carina?
Da come si tiene a lui sono sicura che stiano insieme o qualcosa del genere. Però lui mi ha baciata, ok...io ho baciato lui, che però ha ricambiato, più di una volta anche, quindi, forse, non c'è niente tra loro. O magari si e lui è solo l'ennesimo stronzo che fa così.
"Andiamo?" La voce di Vittorio mi riporta alla realtà.
Guardo dall'altra parte del bancone e lui è ancora lì, e anche lei.
"No, dai...restiamo qui, è meno affollato." Non è vero, c'è gente anche qui ma è l'unica spiegazione che mi è venuta in mente.
"Ok, aspettami qui, cerco un tavolino libero."
Mi sforzo di non guardare nella sua direzione, ma niente da fare. Butto lo sguardo più e più volte verso di lui, non credo abbia fatto caso a me.
Dopo qualche minuto Vittorio viene a recuperarmi, alzandomi dallo sgabello lancio un altro sguardo di fronte a me e i miei occhi vanno ad incrociare quelli li lui. Mi ha vista.
Vorrei distogliere lo sguardo e fingere di non averlo visto, ma sono come ipnotizzata. Potrei dire lo stesso di lui, che non accenna a smettere di fissarmi. Si, perché mi sta palesemente fissando mentre il suo viso diventa via via più teso.
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