13. Tutto merito della pioggia
Sabato mattina a svegliarmi è la suoneria del telefono, guardo l'ora sull'orologio appeso alla parete di fronte al letto, che segna le 8:30. Maledizione, chi è a quest'ora?!
Afferro l'iphone, andato a finire sotto al cuscino che ho di fianco, leggo il nome sul display. E' Lucia. Sono ancora distesa con la testa sotto al cuscino quando rispondo:
''Mmm...'' emetto uno strano suono simile ad un lamento.
''Buongiorno principessa!''
''...buongiorno.''
''Sto ancora aspettando una tua telefonata...'' dice in tono canzonatorio.
''Lo so, scusa...aspetta un attimo.'' mi metto a sedere. Un leggero fascio di luce che entra dalla finistra mi fa male agli occhi. Mi passo le mani sul viso, ma i miei occhi continuano a far fatica a stare aperti. Sbadiglio.
''Sono tutta tua!''
''Allora? Devi raccontarmi tutto!!'' dice con un entusiasmo tale da strapparmi un mezzo sorriso.
''A cosa sei arrivata?'' strizzo nuovamente gli occhi.
''Mmm...a te che stavi per baciare uno figo!''
''Ah si...ieri l'ho baciato poi lui ha baciato me.'' dico fingendo che l'accaduto non abbia poi tanta importanza.
''Non te ne esci cosi! I dettagli, voglio i dettagli e non saltare niente!''
Rido, perchè sapevo perfettamente che mi avrebbe fatto un interrogatorio a tutti gli effetti. E' la personificazione della curiosità. Le racconto tutto, nei minimi dettagli: le dico di giovedì notte e del quasi bacio, di Ilaria e della loro sintonia, del mio colpo di testa e del mio bacio, di me contro alla libreria, dei suoi baci infuocati e...
''Non ci credo! Giuro che non ci posso credere che tu l'abbia baciato! E' fantastico Mia!'' è tutta una festa.
''Lo so! Neanche io ci credo, ma non ho potuto resistere...''
La sua immensa curiosità non è ovviamente appagata e mi tempesta di domande su dove e come l'ho conosciuto, mi costringe a descrivere ogni millimetro del suo viso fino a quando non esclama ''ok, riesco quasi a vederlo!'', le dico delle sue personalità contrastanti, delle prese in giro sul mio abbigliamento, tutto...le dico tutto.
Dopo più di un'ora, durante la quale una strana forza ha fatto si che non fossimo distanti chilometri e chilometri, sto per riattaccare:
''Ah Mia....''
''Sono ancora qui!''
''Buttalo quel maglione rosa, c'ha ragione lui: è orribile!'' inizia a ridere come una cretina ed io con lei.
Decido di mettere un pò in ordine in giro, ho un mucchio di vestiti ammassati sulla sedia, quaderni, libri e penne disseminati qui e li. Se i miei vedessero questo caos faticherebbero a credere che si tratti della mia stanza. Ripiego per bene tutti i vestiti, ormai completamente stropicciati. Ordino i quaderni degli appunti in relazione ai testi di riferimento e ci applico degli adesivi di carta, di colori diversi, per differenziarli. Già che mi trovo, cambio anche le lenzuola e do una spolverata. Poi è la volta del bagno. Ci sono schizzi di acqua ovunque, tutta colpa di quella maledetta doccia rotta. Pulisco alla meglio le mattonelle bianche e butto via le bottiglie di shampoo e bagnoschiuma ammucchiate nell'angolo della doccia.
Finito di dare un senso al mio personale spazio all'interno della casa, metto la testa fuori dalla mia stanza e...la situazione è molto peggio.
Presa dalla foga del momento, inizio a riordinare e pulire il living. Quando sono immersa fino ai gomiti in un secchio pieno d'acqua, intenta a risciacquare lo straccio, mi si materializza, alle spalle, Samuele.
Tossisce. ''Che fai?''
''Pulisco!'' e infilo lo straccio sull'asta della scopa.
''Ok...perchè?'' chiede appoggiandosi con il gomito al muro e portandosi la mano dietro alla nuca.
''Perchè è sporco!''
''Quindi...dovrei darti una mano?''
''Si, beh...potresti, ma non ora. Ho finito per oggi, magari la prossima volta.''
Tira un respiro di sollievo, ''Menomale! Non avevo proprio voglia di aiutarti!''
''Ah, grazie eh!'' fingo di essere arrabbiata.
''Dai, sai cosa intendo...non esiste uomo a cui piacciono le faccende domestiche!''
''Beh, forse hai ragione...'' ammetto.
Aspettiamo in corridoio che il pavimento si asciughi e mi racconta della sua serata. E' stato al Velvet, che a quanto ho capito è un piccolo bar che fa musica diversa ogni sera con Martina, Andrea, Ilaria e Diego.
''Non vedo Andrea e Martina da queste parti da un sacco!'' dico.
''Stavano preparando degli esami, credo! Li vedrai stasera, comunque.''
''Stasera?''
''Si, vengono a cena qui...c'è la partita e mangiamo qui. Puoi unirti a noi, se ti va!''
''Non posso, lavoro!''
Quando il pavimento è ormai asciutto, preparo un caffè. Sento il suono di un messaggio whatsapp, è Valentina:
Shopping?
Guardo l'ora, le 11:00. Si può fare e ho bisogno di comprare cose nuove e...stirate!
Le dico di passare da me appena pronta.
Mezz'ora piu tardi siamo in strada. Entriamo come delle furie in ogni negozio piccolo o grande che sia. Tutti, non ne saltiamo uno. Anche se entrambe sappiamo che finiremo per comprare qualcosa o da Zara, o da Bershka o da H&M.
Alle 13:00 facciamo una pausa e mi obbliga a mangiare una riccia, per lei è inammissibile che io non ne abbia mai assaggiata una.
Neanche il tempo di buttare giù l'ultimo morso che già siamo in marcia verso Bershka. Mi piazza tra le mani gonne, pantaloni, maglie corte, maglie lunghe, leggins, intimandomi di provarli. Aggiungo alla serie di vestiti cne ho tra le mani anche qualcosa che piace e me. Ci dirigiamo in fondo al negozio, dove sono i camerini. Per fortuna, nessun commesso è all'ingresso dei camerini, altrimenti non ci sarebbe mai stato permesso di portare dentro tutto quello che abbiamo in mano.
Inizio a provare prima le cose scelte da Vale, che esige che io le mostri di volta in volta come mi stanno. Ogni volta che scosto la tendina per farle vedere quello che indosso, se ne esce con frasi tipo ''questo devi prenderlo per forza!'', ''girati? E' perfetto, devi prendere anche questo!'' e cosi via.
Quando finalmente sto provando un jeans scelto da me, il mio telefono inizia a squillare. Un numero che non conosco, bene. Che faccio? Rispondo?
''Pronto?''
''Ciao sei Mia?'' la voce, dall'altro lato, mi suona familiare.
''Si, tu sei...?''
''Ciao Mia, sono Pino...ti ho chiamata perchè piove e le previsioni dicono che più tardi ci sarà un temporale. Penso che sia inutile che tu e Ilaria veniate stasera, va bene?'' è mortificato, lo percepisco dal tono della sua voce.
''Tranquillo Pino, va bene! Ci vediamo domani se il tempo migliora, buona giornata.''
Mi saluta a sua volta e chiudiamo la telefonata.
C'era il sole fino a prima di entrare qui dentro e ora piove. Mannaggia, non ho neanche un ombrello con me.
''Chi era al telefono?'' mi chiede Vale, mentre fa il giro su se stessa per mostrarmi una gonna.
''Il mio capo, oggi non devo lavorare, a quanto pare fuori piove!''
''Ma è fantastico! Devi assolutamente uscire con me e i miei amici!'' vorrei dirle che più tardi vedrò che cosa fare, ma so che lei mi presserebbe fino a sfinirmi . Mi limito a sorriderle, per il momento.
Andiamo alla cassa. Mi sono fatta convincere da lei e ho comprato tutto. Mi ha fatto talmente tanti complimenti per ognuno dei vestiti che ho provato che, alla fine, me ne sono convinta. Per fortuna Bershka non è caro e non ho speso una fortuna.
Piove. Cazzo se piove. Il temporale non verrà più tardi, è qui adesso! Ricordo di aver visto un piccolo ristorantino, poco distante da qui, e propongo di andare a mangiare qualcosina li approfittandone a mo di rifugio.
Dopo aver mangiato, alla velocità di una lumaca nella speranza che smettesse di piovere, il tempo pare solo peggiorare. Compriamo due ombrelli da un venditore ambulante, ma alla prima folata di vento, si rompono lasciandoci completamente esposte alla pioggia.
Alle sette arrivo sotto casa completamente bagnata, dalla testa ai piedi. Salgo le scale paradossalmente allegra, nonostante la situazione. E' stato divertentissimo correre sotto la pioggia, probabilmente domani starò di merda se non mi libero subito dei vestiti che indosso.
Entro in casa, con ancora il sorriso sulle labbra, frizionandomi i capelli e sono già tutti qui: Samuele, Diego, Martina, Andrea e Ilaria. Che ci fa lei qui?
''Ciao Mia, come stai?'' mi chiede, con entusiasmo, Andrea.
''Bagnata...'' e gli sorrido.
''Oddio! Sei bagnata fradicia!'' mi si avvicina Samu con uno straccio da cucina tentando di tamponarmi i capelli. E' un gesto premuroso da parte sua, che apprezzo molto. Apprezzo un po' meno la scelta di passarmi in testa uno straccio sporco di non so che, ma è già tanto che si stia preoccupando per me.
''Grazie...mi vado a togliere questi vestiti di dosso, a tra poco!'' vado in camera mia.
La mia immagine, riflessa nello specchio, mi fa sorridere. Se i miei mi vedessero così potrebbero sentirsi male!
Tolgo per prima cosa le scarpe, il giubbotto e il maglione che butto nel cesto in bagno. Resto in jeans e camicia bianca. Devo farmi una doccia bollente, ma prima voglio sistemare i miei acquisti, prima che si stroppiccino anche questi!
Mentre sto sistemando su una gruccia la nuova camicia nera, sento la porta aprirsi.
Resto in silenzio per un attimo. Si morde il labbro, oddio adoro quando fa così! Noto il suo sguardo spostarsi dalla mia faccia al mio...seno. Solo ora mi accorgo che sono praticamente nuda. La camicia bianca bagnata non lascia alcuno spazio all'immaginazione. Lo guardo passarsi la lingua sulle labbra prima di morderle nuovamente.
Mi si apre una voragine all'altezza della stomaco.
''Sei ancora più bella tutta bagnata!'' ...bagnata! Inizia a fare qualche passo verso di me.
''Che fai?'' dico indietreggiando di mezzo passo, poi continuo ''Non possiamo, sono tutti di la...''
''Credono che io sia in bagno...'' continua ad avvicinarsi.
''Ho la camicia tutta bagnata, finirai per bagnarti anche tu...''
''Allora toglila!'' mi guarda come se volesse mangiarmi da un momento all'altro, si morde le labbra di nuovo, mentre io credo di impazzire.
Indietreggio ancora fino a ritrovarmi con la schiena al muro. Non posso più fuggire e lui lo sa. Sorride. Questa volta sono io a mordermi le labbra. Mette le mani al muro, dietro la mia testa. Sono in trappola. Sono la sua preda.
''Non rifarlo, potrei non riuscire a controllarmi...'' mi sussurra all'orecchio, che poi lecca leggermente. Io vorrei fare come mi ha detto, ma non ci riesco. Inconsciamente, mi rimordo le labbra e alzo gli occhi su di lui. Sono persa.
''Mia...'' emette un suono gutturale e poi prende d'assalto la mia bocca. Con violenza mi strappa i bottoni della camicia. L'ho sempre visto fare solo nei film. E'cosi...da mozzare il fiato. Dovrei dirgli di smetterla, ma voglio solo che continui a fare quello che ha intenzione di fare. Mi lecca il lobo dell'orecchio destro, lascia una scia di baci e morsi lungo tutto il mio collo, mentre io inizio ad inarcarmi e a spingermi, senza poterci fare nulla, verso di lui.
Infine, si sposta sul mio seno, che inizia ad accarezzare per poi stringere e torturare. Abbassa leggermente la coppa destra del reggiseno e inizia a leccare e a succhiare il capezzolo. Oddio!
''Hai delle tette fantastiche Mia...'' e ricomincia a torturarmi. Stringe prima uno e poi l'altro tra i denti, è magnifico! Gli ficco le unghia nella pelle e mordo più forte le labbra per non emettere nessun suono, anche se vorrei.
''Potrei continuare così tutto il giorno...'' mi bacia velocemente, poi ritorna a leccarmi e baciarmi e mordermi il seno.
''Diego? Sei caduto nel cesso?''
Qualcuno dalla cucina lo chiama riportandoci alla realtà. Si stacca da me, mentre sono ancora attaccata con le spalle al muro.
Mi guarda, indugiando con lo sguardo laddove era la sua bocca fino a qualche secondo fa.
''Più tardi dobbiamo riprendere il discorso!'' Mi lancia il sorriso più bello che io abbia mai visto ed esce dalla stanza.
Che cosa è appena successo?
E perchè non vedo l'ora che succeda di nuovo?
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