11. Ti prego, fallo! Pt.1

Voglio che mi baci. Lo desidero più di ogni altra cosa al momento. E pensare che, fino a qualche ora fa, lo detestavo. E forse continuerò a detestarlo domani, ma ora, ora voglio solo che metta fine all'insignificante distanze che c'è tra di noi e mi baci.

Continua a guardarmi con quei suoi occhi penetranti e quasi come se potesse leggermi nel pensiero si avvicina, impercettibilmente.
C'è solo un centimetro a separare le nostre bocche quando entrambi i nostri cellulari iniziano a squillare. Merda!
Valentina. Perché proprio adesso? Perché?

"È Samuele" mi dice
"È Valentina" dico, a mia volta.

Io sono una cogliona! Non ho risposto al messaggio di Samuele ed ecco distrutto il mio momento perfetto. Dio quanto sono stupida!
Rispondo:

"Lo so, lo so...sono con Diego, digli che mi dispiace..." mi scuso per avergli fatto perdere tempo a cercarmi e ad aspettarmi.
"...si, adesso torno. Stai tranquilla!" Riattacco. Guardo Diego, che ha appena staccato con Samuele.

"Ho dimenticato di avvertirlo..." ammetto imbarazzata e abbasso lo sguardo.
"Me ne sono reso conto, vieni...ti riaccompagno a casa."

Maledetta stupida me. Il mio momento perfetto è andato decisamente a puttane. E domani, lo so, lui ritornerà il Diego personalità n.1, ritornerà a prendermi in giro ed io ritornerò a detestarlo e ad evitarlo. Sospiro ancora e ancora e ancora.

Salita in motorino, eseguo la stessa operazione di prima sotto il suo sguardo vigile, solo quando nessuna parte di me è scoperta soddisfatto mette in modo e andiamo via. Per tutto il tragitto non ci diciamo mezza parola, forse meglio così. Sono talmente imbarazzata e incazzata con me stessa che non saprei cosa dire se lui mi parlasse.

Arrivati sotto casa, scendo e gli porgo il cappotto facendo bene attenzione a non incrociare il suo sguardo.
Non so come salutarlo, dovrei dargli un bacio sulla guancia o limitarmi ad un ciao con la mano?
"Grazie del giro e...del panorama, buonanotte!" Fuggo via ad aprire il portoncino del palazzo.
"Buonanotte..."
Una volta aperto, mi rigiro verso di lui e... lo saluto con la mano. Ho già chiuso quasi del tutto il portone quando mi chiama:
"Mia?"
Lo guardo aspettando che continui...
"Non pensare troppo, ok?"
E adesso si aspetta che io risponda qualcosa? No, perché davvero non saprei che cosa dire, cioè non so neppure che cosa abbia voluto dire lui con questa frase figuriamoci capire cosa o come rispondergli.
Mi limito a sorridergli mentre tutto l'imbarazzo del momento si palesa, incontrollabile, sul mio viso.

Sei una deficiente Mia, ecco cosa sei!

Entro in casa in punta di piedi, trovo Vale stravaccata sul divano beatamente addormentata. La porta della camera di Samu è chiusa, bene...mi scuserò domani.
Mi butto a peso morto sul letto e la mia mente corre, senza preavviso, a poco fa...chiudo gli occhi e rivivo passo dopo passo tutta la scena. Mi maledico nuovamente!
Non pensare troppo...
Che cosa avrà voluto dire? Penso a mille possibili significati e finisco per addormentarmi con ancora le scarpe ai piedi.

Venerdì. Mi sveglio tardissimo, non sono abituata a dormire tanto e, soprattutto, tanto male.
Comincio a rimuginare su ieri notte e mi viene solo voglia di ributtarmi sul letto e restarci. Purtroppo però è venerdì e devo lavorare. Devo anche chiamare mamma prima che inizi ad allertare polizia, Carabinieri, finanza e vigili del fuoco. Finite le raccomandazioni prima di mamma e poi di papà, mi butto sotto la doccia maledicendomi di non averla ancora fatta riparare. Indosso un jeans, un maglione leggero nero e un paio di stivaletti, piuttosto vissuti, neri. Quando vado in cucina vi trovo solo Samuele.
"E Vale?"
"È tornata a casa qualche ora fa!"
"Ah...ok. Senti...scusa per stanotte, avrei dovuto avvertirti!"
''Quindi tu e Diego...?''alza ed abbassa un paio di volta le sopracciglia, mi sta prendendo in giro.
''Io e lui, niente! Mi ha solo tenuto compagnia...'' il che è la verita, tra l'altro.
''Diego che tiene compagnia a qualcuna, beh...questa mi è nuova!" si porta la mano sotto al mento, come se la cosa non gli quadrasse.
''Vabbè, vado di la.'' rintanarsi nella propria camera è sempre un ottimo modo per sfuggire alle situazioni imbarazzanti.

Guardo l'ora sul display del cellulare, le tre e mezzo. Cazzo! E' tardissimo, alle quattro dovrei essere al bar. Per fortuna devo solo truccarmi e pettinarmi i capelli. Applico il correttore sotto agli occhi senza riuscire ad ottenere il risultato sperato. Le borse sono sempre li, più evidenti che mai. Non dovrò dormire mai più così tanto se il risultato che ne viene fuori è questo.
E' tardi, non ho tempo per cercare di fare di meglio. Prendo la borsa, ci infilo dentro le chiavi, una sciarpa e il borsello. Il cellulare? Dov'è? Tiro via le coperte dal letto e trovo il mio iPhone incastrato tra il materasso e la struttura del letto. Ho un messaggio, è Lucia:

-Ehiii, non ci siamo proprio sentite ieri, tutto bene? Com'è andata la festa? -
-Ho quasi baciato uno...-
-Cosa hai fatto?? Chi è? Dai dai dai...raccontami tutto!!!!-
-Ahahahah...sto andando al lavoro, ti scrivo quando finisco. Ps: è figo!-
-Daiiiiiii non puoi stuzzicare la mia curiosità e non dirmi niente, uffaaaaaaa-
-...stasera! Ti voglio bene!-

Quando arrivo al bar, Pino mi sembra un tantinello più agitato del solito.
''Buon pomeriggio...'' dico entrando. Lui si gira meccanicamente verso di me.
''Ah, ciao Mia...bene, allora...'' mi fa già male la testa se continua a muoversi tanto non farà che peggiorare le cose...
''...allora...oggi non ci sto, cioè tra poco me ne vado...ho delle cose da fare...''
Lo guardo mezza inebetita e gli rispondo con un filo di voce: ''Ok...''
''Comunque, al posto mio viene quel bellimbusto di mio nipote, non ci è dato sapere a che ora abbia intenzione di presentarsi, ma sono fiducioso che ci degnerà della sua presenza...'' scrolla le spalle con esasperazione.
Noto una ragazza mora dietro al bancone del bar, Pino segue il mio sguardo.
''Lei è Ilaria, lavora qui da un pò, chiedi a lei per qualsiasi dubbio.''
''Piacere, io sono Mia.'' mi sorride intenta ad asciugare delle tazzine da caffè.
Pino fa un altro giro su se stesso, si guarda intorno e lascia il bar.
Pulisco tutti i tavoli, i posacenere e i portatovaglioli. Controllo che in bagno ci sia carta e sapone per le mani.

''Come hai detto che ti chiami?'' mi chiede Ilaria.
''Mia...'' sono appoggiata, come al solito, all'arco dell'ingresso. Io sono appoggiata a destra e lei a sinistra.
''Quanti anni hai?''
''...venti.''
''Io 23! Che cosa studi?'' spero che le domande siano finite qui, perchè mi sembra un interrogatorio. E' fastidioso.
''Scienze del servizio sociale, tu?'' lo dico con un tono di voce piuttosto annoiato.
''Scienze politiche...e quindi..'' sta per continuare la frase quando vede arrivare Diego, gli va incontro buttandosi letteralmente su di lui.
Mi irrigidisco. Le cose peggiorano ogni qual volta lei lo tocca, lo sfiora, gli parla. Mi infastidisce e non posso farci niente. Credo si conoscano da tempo, sono in completa sintonia, si parlano costantemente, si sorridono senza sosta mentre io...io me ne sto in silenzio, dico qualcosa quando strettamente necessario. Odio questa situazione, odio il mio stato d'animo attuale e odio questa ragazza. Se lei non ci fosse, se lei non monopolizzasse la sua attenzione forse noi due parleremmo. O forse no, non lo so. Forse lui si limiterebbe a prendermi in giro, io gli risponderei con qualche battutina acida. Magari non sarebbe il massimo, ma sarebbe pur sempre qualcosa. E invece? Sono qui, come una stupida, a rigirarmi i pollici senza dire nulla. Si può essere più sfigati di cosi? Potrei provare ad inserirmi in un discorso, ma ogni volta che provo a dire qualcosa le parole mi si bloccano in gola. Per fortuna il tempo passa velocemente, c'è un discreto riciclo di tavoli e, a parte qualche piccolo momento morto, riesco ad essere per quasi tutto il tempo occupata a fare qualcosa. Quando il mio display segna mezzanotte, mi sento come se un peso si fosse tolto dallo stomaco. Ho sistemato quasi tutto, devo solo portare dentro tutti i posacenere e poi, finalmente, posso mettere fine a questa agonia.

''Allora sicuro? Ti aspetto al Velvet?'' chiede Ilaria a Diego.
''Si, vado prima da Sam, poi ti raggiunto.''
''Ok allora a tra poco!'' gli sorride, poi aggiunge rivolgendoci a me:'' Ciao Mia, a domani!''
Yuppiii, veramente non vedo l'ora. Fanculo!
Finito di riporre tutti i posacenere su di un vassoio, metto il giubbotto, prendo la borsa e faccio per andarmene dicendogli un semplice 'ciao', quando lui mi ferma:

''Dove vai?'' quindi adesso mi parla...
''Quindi adesso mi parli?'' oddio, l'ho pensato e gliel'ho detto. Cazzo!
''Veramente sei tu quella che...'' non gli lascio il tempo di concludere la frase, so già dove vuole andare a parare e considerato il mio stato d'animo attuale non è saggio andare ad impelagarmi in simili discorsi.

''Lascia perdere ok? Fai finta che io non abbia detto niente...vado a casa, buonanotte!'' mi allontano.
''Aspetta! Vengo con te, devo vedere Samuele!'' ed io che pensavo che l'agonia fosse ormai finita.
Per fortuna il tragitto dal bar a casa è veramente brevissimo. Il non dirsi una parola per tutto il giorno, al bar, è un conto, non riuscire a spiccicare mezza parola adesso, che camminiamo spalla a spalla, è imbarazzante.
Prendo le chiavi dalla borsa, in silenzio, evitando di guardarlo. Poi non so cosa succede di preciso. Con un piede tra il muro e il portone, di modo che questi restasse aperto, mi giro involontariamente verso di lui. Dio quanto è meravigliosamente meraviglioso. Ha gli occhi fissi su di me, si morde il labbro e qualcosa dentro di me si agita. Lo bacio, si esattamente: io lo bacio. Appoggio le mie labbra sulle sue, porto le mani sul suo bellissimo viso e lo bacio come se da questo bacio dipendesse la mia vita. La sua lingua diventa un tutt'uno con la mia. Un unico corpo, per un attimo, poi...poi realizzo che...oddio!

''Scusa io...la verità è che...io, beh...desideravo farlo da ieri notte!'' confesso e non riesco a guardarlo negli occhi, sono un fascio di nervi e la personificazione dell'imbarazzo.
''Mia...''
''No, no...non dire nulla, ti prego! Dico a Samuele che sei qui...'' lo supplico di non aggiungere altro e corro via.

Oddio, oddio, oddio l'ho baciato!
Forse non è stato un momento perfetto come sarebbe potuto essere ieri notte, ma è stato sicuramente un momento mio.

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