Tentazione infernale

Avete presente quando avete talmente tanti pensieri, tante preoccupazioni? Che vi assentata dalla realtà, dal mondo, e vi trovate in uno stato semiconfusionale? Sono degli attimi in cui vi assillano talmente tante domande che il risultato della loro sovrapposizione non è che il nulla. Calma piatta. Guardate ma senza vedere, sorridete ma senza sentirlo. La mente che vaga in universi sconosciuti, ma in un modo tale che, se ti chiedessero a cosa stai pensando, in realtà non sapresti cosa rispondere.

E' così che mi sento, perso mentre prendo Emma per i fianchi. E non so se lo faccio perchè voglio sentire la sua pelle a contatto della mia, o per cercare di tenerla lontana.

Non so se voglio chiederle qual è il problema, cos'è successo. Perchè se c'è una cosa che mi è chiara è il fatto che non ballerebbe mai con me in questo modo, stando con Tommy. Non so se voglio liberare i miei occhi dal suo sguardo intenso. Non so se baciarla ora mi darebbe mai la soddisfazione di baciarla in un suo momento di difficoltà. Non so cosa vuole da me. Vuole che sia suo amico? O non vuole che sia nessuno ora? E in veste di suo amico, come dovrei farla star bene? Ne posso approfittare? Cosa ricorderà?

Mille pensieri che si scontrano e mescolano tra di loro, vengono forgiati e poi distrutti e il risultato è il nulla. Zero.

10 secondi da quando si è avvicinata e non credo nemmeno di aver respirato. I suoi fianchi a contatto con le mie mani sono caldi e pronunciati, il che fa suggerire che lei abbia uno di quei fisici molto femminili, che dal seno in giù si allargano a cascata.

I capelli lunghissimi li ha piastrati, e le arrivano quasi alla pancia, coprendole, che dio sia lodto, la scollatura oserei dire eccessiva per cui ha optato.

Il trucco è molto pesante. Il risultato sono degli occhi affilati e delle labbra marcate da un rossetto che chiede solo di essere rovinato. Non sembra nemmeno lei in realtà, o meglio, è lei ma in un altra versione, e ho paura che debba scegliere questa per stare con me.

Parte un regaetton e i miei fianchi seguono i suoi in un movimento circolare. Non mi importa della gente che ci fissa, ne di quello che mi dirà lei domani sul fatto che avrei dovuto fermarla. Alla fine stiamo solo ballando, mi dico. Il caldo è pazzesco e la desidero terribilmente, cosa che probabilmente lei sente da sè. La vedo sussurrare il ritornello della canzone mentre mi da la schiena e si appoggia al mio petto. Dovrei fermarla.

Il ritmo è concitato e la stringo forte a me chiudendo gli occhi, immaginando di essere soli sulla pista, immaginando di poter fare quello che sto facendo, immaginando che nulla di tutto ciò sia sbagliato.

Non mi importa della scuola, dell'università, di domani, e di Tommy che non la tratta come si merita. Per una volta voglio pensare a me stesso.

Perle di sudore mi rigano la fronte. A stento mi trattengo dallo scendere con le mani dai suoi fianchi a più giù. Mi trattengo dal fare vedere quanto la desidero.

Si gira di nuovo e si avvicina al mio orecchio per sussurrarmi qualcosa.

"Sono i nostri dieci minuti Dani, siamo solo io e te, non pensare".

Deglutisco a fatica mentre scende con la bocca sull'incavo del collo e mi bacia , prima delicatamente, percepisce anche lei la stranezza di quel contatto, e poi più forte succhiando lentamente mentre le note di El Criminal dettano il ritmo dei nostri passi. Al diavolo tutto. Quando si stacca da me le stringo i capelli con forza con una mano e appoggio la mia fronte alla sua. Con l'altra mano le tengo un fianco e stringo forte, faccio pressione e la avvicino a me. I nostro bacini combaciano, metto il mio viso nell'incavo del suo collo e respiro a fondo il suo profumo.

L'ho già detto che amo il regaetton?

Quando mi stacco e la guardo, poche ma grosse lacrime le stanno scendendo bagnando le guance.

A stento trattengo l'effetto che questo mi fa.

"Shhh" le dico asciugandole. "Lo so, lo so, è tutto ok" le dico. Le faccio un mezzo sorriso e con il cuore in gola la trascino fuori dalla pista. L'avrei baciata. L'avrei fatto, non ho dubbi al riguardo e ora mi è chiarissimo quanto tutto questo sia stato sbagliato. O no?

Passo per il bar ma non trovo Francesca, probabile che sia andata a casa e che mi odi. Sapete cosa? Non mi importa.

Attraversiamo l'atrio e usciamo dal locale. Il blocco di cemento che ho sul petto quasi mi schiaccia.

Chiamo i suoi, che la vengano a prendere. No, è tutto ok, dico loro. Solo che non ha abbastanza batteria per chiamare dal suo telefono. Lei non mi ha guardato nemmeno una volta da quando siamo usciti. Si vergogna. Si sentirà uno schifo. E io non voglio nemmeno sapere perchè è venuta da me. Ancora per qualche secondo voglio pensare che l'ha fatto perchè è quello che voleva. Ma so che c'è ben altro dietro.

So che c'entra Tommy e so che c'entra la sua autostima e Francesca e la scuola e io a questo non voglio pensare.

Mi saluta a malapena mentre sale sulla macchina dei suoi.

Scrocco una sigaretta e mi metto a fumare su una panchina non lontano dall'ingresso. No, non fumo di solito, e allora?

Chiudo gli occhi mentre trattengo il fumo dentro di me e l'unica cosa che vedo sono gli occhi di lei, in lacrime. E tutti i ricordi delle mie mani su di lei e delle sue labbra sul mio collo sono marchiati da questa sua reazione che dichiara quanto tutto questo sia stato sbagliato.

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