Stress come stile di vita

Credo che regalare a qualcuno una buona dose di cibo e di felicità sia un buon prezzo da pagare per rimanere indietro con i compiti?!?!?
Ma cosa mi era venuto in mente?
Forse rinunciare ad un po' di cibo e  ad una buona compagnia mi avrebbe dato la felicità di dormire due giorni di fila senza studiare fino alle due di notte per un'interrogazione. FORSE.
Mi metto le mani tra i capelli e alzo gli occhiali incastrandoli a mo' di cerchietto.
Gli occhi sono ridotti a due fessure e devo rileggere una frase due volte per capirne il significato.
Ho passato proprio un bel pomeriggio a cazzeggiare con Emma martedì, proprio un bel pomeriggio, ma ora?
Dio solo sa cosa cosa ci ho guadagnato. ORE DI INSONNIA HO GUADAGNATO!
Hegel poi, ci si mette pure lui. Parlasse di amore come Platone, di Dio come Aristotele, nono. Hegel, lui è superiore, lui basa tutto il suo geniale sistema su triadi a loro volta suddivise in triadi che DEVO IMPARARE A MEMORIA.
La triste verità? Che se non capisci la filosofia non la sai esporre. Quindi di imparare le cose a memoria proprio non c'è verso all'una di notte del lunedì. NON C'È VERSO.
Bevo un sorso di the caldo e faccio una smorfia di disgusto. Ricordo vagamente che mia mamma ha iniziato a ridurre in famiglia le dosi di zucchero utilizzate perché non salutari. Probabilmente me n'ero dimenticato nel momento in cui ho eliminato il 50% di informazioni contenute nel mio cervello per fare spazio a filosofia.
Continuo a leggere dal libro di testo:
"La certezza sensibile, non può darsi se non presupponendo un soggetto è un oggetto come polarità distinte di un atto sensitivo".
COSA
DIAMINE
SIGNIFICA?!
Dimmelo Hegel, mi stai pigliando per i fondelli?
Niente, scrivo affianco al paragrafo "no" (credo sia il decimo) e vado avanti con il mio studio disperato.
La settimana scorsa è passata come una settimana qualunque, abbiamo fatto il test di scienze, e no, non ho chiesto il numero a Francesca perché non ho avuto il tempo visto che ho passato la maggior parte del tempo con Emma che non ha ancora perdonato Tommy e che avevo da studiare per questa stramaledetta interrogazione. La sapete una cosa? In questo momento però non mi frega proprio nulla, di Emma, Francesca, Tommy, il Basket e lo zucchero nel the. L'unica cosa a cui riesco a pensare è il momento in cui non saprò rispondere ad una domanda durante l'interrogazione, o il momento in cui non prenderò il voto che merito per tutto il mio studio. E ancora sono tormentato dalla consapevolezza che una volta interrogato la felicità di essere finalmente libero durerà cinque minuti. Quei cinque minuti in cui inizi a renderti conto che quei momenti che non passi a studiare non sono momenti di libertà ma momenti della tua vita vissuta come una persona normale.
Con la testa affollata da questi pensieri innegabilmente pessimisti prendo il libro e mi dirigo in cucina.
Apro il frigo: verdura di stagione, yogurt magro, pesto, salsa di pomodoro e una barretta energetica (che è lì chissà da quando): MA COSA MANGIAMO IN QUESTA FAMIGLIA?!!
Così prendo la mia busta di cereali per la colazione e inizio a sgranocchiarli mentre leggo e rileggo le parole chiave per il test di domani.
Tra un capitolo e l'altro cambio playlist, mi sembra di ascoltare le stesse canzoni da quando ero in fasce, devo aggiornarmi.
E si, studio con la musica. È un problema? Odio il silenzio io, lo odio.
Ad un certo punto sento un mormorio e vedo mia madre affacciarsi alla porta della cucina, tolgo una cuffia e le chiedo gentilmente di ripetere.
"Dani è tardissimo devi andare a dormire".
"No mamma, devo studiare. Poi dormo".
"Come vuoi Dani, notte"
Non capisce lei. Non si studiava mica così ai loro tempi. Me lo hanno raccontato. I nostri sono diventati grandi senza dover voler diventare nessuno. Noi invece viviamo in un inferno giorno dopo giorno. Dobbiamo sostenere una vita frenetica e ansiosa, in cui il voto vale più di qualsiasi effettivo apprendimento, dove rimaniamo svegli fino alle due di notte perché abbiamo passato un pomeriggio fuori con un amico.
Tutto questo studio poi, a che ci serve? Hegel che mi dice sulla vita? Ha cercato di capirla, ha cercato di capire tutto, ma poi alla fine lui la sua vita come l'ha vissuta?
Mi assicuro di aver assimilato tutti i concetti fondamentali e ripeto mentalmente i punti chiave mentre lavo i denti.
Appoggio il libro accanto al comodino per avercelo a portata di mano domattina al risveglio e chiudo la luce una volta sotto le coperte.
Chiudo gli occhi e ogni singola parte del mio porto sembra stiracchiarsi e dichiararsi definitivamente a risposo. Scivolo lentamente tra le braccia di Morfeo. Non senza pensare un ultima volta a quale percentuale di successo ho per l'imminente prova da superare.
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Alle 7:10 ho già la bici in mano. Mi do una spinta e parto, senza appoggiare il sedere sul sellino per andare più veloce.
In un attimo sono al "Baci di Dama", il bar di fronte alla mia scuola, che serve ottime brioche al cioccolato e un cappuccino con sopra la giusta dose di cacao necessaria per soddisfare le mie papille gustative.
In realtà, essendo che ho sempre fatto colazione qui in momenti disperati non posso dire di giudicare proprio oggettivamente la bontà del cibo. Poco importa, ordino il solito e torno ad Hegel.
Sto sgranocchiando la mia brioche da cui esce nutella a fiotti quando sento un allarmato "Dani ma stai bene?". È Emma, lo capisco dalla voce.
"Sisi" le rispondo tenendo lo sguardo fisso sul libro.
"Sicuro? Sembri malaticcio.." e la sento sedersi sulla sedia di fronte a me.
"Nono tutto a posto"
Posso tranquillamente immaginare lo sguardo di disapprovazione che mi lancia senza nemmeno guardarla.
"Beh hai un aspetto terribile"
Alzo lo sguardo infastidito.
"Io non ho mai un aspetto orribile" . Al massimo non ho lavato i denti. E boh, c'è la questione della tuta che ho addosso, di un paio di anni fa, e i capelli come un cesto, e le occhiaie, questo però non può nuocere al mio fascino.
Mi guarda scettica. Ed è così bella ora che la guardo di prima mattina che mi costringo a ritornare con gli occhi sul libro. HEGELHEGELHEGEL!!
"Sai tutto rilassati"
"Quasi" le dico. Ed è vero, so quasi tutto. Ed è questo a cui punto sempre. Ogni test, ogni interrogazione: essere perfetto. Perché? Perché sono così da sempre, perché tra l'andar bene e l'andar male scelgo l'andar bene, perché voglio saper rispondere alle domande, per sentirmi intelligente. E so benissimo che così mi torturo, perché non serve sapere tutto, ma non posso farne a meno. Non ho la sicurezza necessaria per affrontare una prova se non sono certo di essere preparato.
"Quella tuta sbaglio o l'hai vinta al bowling con me?"
"Si"
"E la usi ancora? Lo sai che probabilmente era di quintupla mano? Magari apparteneva a un barbone.."
Mi guardo. La felpa viola stile vintage è scolorita al punto giusto da sembrare fatta apposta e fa si che la mia pelle olivastra risulti in realtà pallida e bianca come le perle. I pantaloni grigi con il piccolo simbolo dell'adidas che riprende la felpa mi stringono un po' sulle gambe nonostante il fisico asciutto, calcando i muscoli e accorciandosi sulle caviglie. A me piace questa tuta, ha un valore affettivo ed è comoda, e non importa se sembro un barbone.
"A me non dispiace" le faccio. È un lungo silenzio cade tra di noi. Un silenzio in cui sono sicuro che sta rivivendo quei momenti, la vittoria, l'abbraccio, il premio, la cioccolata calda. I momenti in cui tutto il tempo a disposizione era per noi. In cui l'amicizia vinceva su tutto, in cui non c'era amore di mezzo, o almeno così pensavo.
COSA DIVAGO?!? HEGELHEGELHEGEL.
"Vado su, ci vediamo in classe"mi dice e si allontana, non senza prima avermi pettinato con le dita i capelli in quella che sembra una pettinatura più adatta alla cute di un essere umano. Quando lascia il bar sento ancora le sue mani tra i capelli, le immagino stringerli forti e non lasciarli mai.
Immagino immagino.
È questo il problema, immagino troppe cose.
Finita la colazione e ottenuto un livello di conoscenza sufficiente mi presento in classe e vengo interrogato. Per fortuna va bene, un bell'8,5. Nella mia media diciamo. Siccome non avrò mai una capacità di parlare come Emma non supererò questa soglia e me la faccio bastare.
Come previsto, a ricreazione ho già dimenticato di essere stato interrogato e inizio a pentirmi delle condizioni in cui mi sono presentato nel mio cosiddetto "regno". Giro per le classi in cerca di Francesca e la trovo, a mio rischio e pericolo, in classe che legge un libro. Ho ricevuto un giorno bonus per il numero di telefono quindi devo spicciarmi e chiederglielo indolore, il piano da rubacuori è stato messo da parte. Ora è il sonno a comandare sulla mia giornata, e dice di sbrigarsi che vuole andare in classe a dormire.
"Ciao Francesca" le dico sorridendo. Lei alza lo sguardo e mi sorride di rimando.
Vedo che nota il mio aspetto irrimediabilmente disperato ma questo non mi scoraggia.
"Ciao"
Sono curioso, vorrei sapere cosa sta leggendo. SPIACCIATI ABBIAMO SONNO QUAAAAA.
Okok.
" Senti" le dico sedendomi sul banco di fronte al suo. " So che organizzano una festa studentesca per Halloween, ci vanno tutti. Mi chiedevo, se non hai altri impegni, se ti va di farti accompagnare da me alla serata.. " le dico, cercando di sembrare incerto ed insicuro. Anche se probabilmente con questo aspetto risulto disperato.
"Certo" risponde lei però. PERFETTO.
"Benissimo" le dico ammiccando "il mio numero è 3357393876 , scrivimi così ti salvo in rubrica e ci mettiamo d'accordo per l'ora"
. La vedo confusa mentre mi avvio verso l'uscita, so benissimo che non se lo ricorderà mai, non l'ho scandito nemmeno troppo bene.
Ho già un piede fuori dalla porta: "E non preoccuparti per la prevendita, te la prendo io!!!" Le dico ed esco di scena.
Che chieda il mio numero a qualcuno, che provi tutte le combinazioni, che si dia da fare insomma. Io la mia mossa l'ho fatta e sono sicuro che entro domani avrò il suo numero.
Attraverso il corridoio mente suona la campanella, dovrò rimandare il riposino a dopo pranzo.
Se non altro, ho visto di sfuggita il libro che stava leggendo e sono rimasto piacevolmente sorpreso.
Dan Brown, Il simbolo perduto,
uno dei miei thriller preferiti.
E brava Francesca, un punto in più per te!

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