Halloween: la festa degli errori
"Non avrai intenzione di tingermi i capelli?" Chiedo tra il timore e l'orrore che quella lacca verde che Emma tiene in mano sia per il sottoscritto.
"Si, ti ho detto che ti avrei fatto vincere il miglior costume e così sarà, ora rilassati e siediti davanti a me."
Sono tutto fuorché rilassato.
Le ultime due settimane sono passate in fretta e il messaggio della mia dolce Francesca non è tardato ad arrivare. Non so ancora bene come abbia fatto a trovare il mio numero ma sono certo che non sia riuscita a tenerlo a mente quando l'ho pronunciato. In effetti potevo tranquillamente darglielo.. TUTTAVIA... in questo modo lei è stata costretta a dimostrarmi che è direi alquanto interessata e che quindi posso navigare in acque tranquille con la mia missione. Tra l'altro ho beccato un Gabriele piuttosto sospetto uno dei giorni dopo l'interrogazione di filosofia, con uno di quei suoi soliti ghigni l'ho visto salutare Francesca mentre saliva le scale e , come al solito, non è riuscito a nascondere l'espressione soddisfatta quando mi ha visto. La probabilità che sia stato lui a darle il mio numero rasenta la certezza.
Io e Francesca non ci siamo scritti molto, ma punto tutto su sta sera. Queste settimane d'inferno mi hanno permesso a malapena di respirare. Di scriverle dopo gli allenamenti poi, non se ne parla, se no le nostre conversazioni verterebbero sull'impronunciabile numero di ingiustizie che sto subendo e parolacce che sto coniando.
Emma, per conto suo ha studiato con me qualche giorno e si, ci siamo ravvicinati, ma non quanto vorrei. Qualche giorno fa ha fatto pace con Tommy ma non la vedo così convita. Come se lui lo fosse. Come se io lo fossi. Come se qualcuno in questo universo lo fosse.
Riflessioni filosofiche a parte, stasera le ho chiesto se mi da una mano per il trucco, così non peccherò in nulla. A quanto pare però ha preso la cosa troppo seriamente.
"Scusa se te lo chiedo, ma in quale universo Joker è più bello e accattivante di un vampirazzo o uno zombie stile twilight?"
"Nell'universo della DC, ti avevo detto di venire con me a vedere Suicide Squad"
"Lo sai che non mi piace quella robaccia, io sono un puro seguace della Marvel, non potrei mai tradirla"
"Sei ridicolo, si parla di vedere un film" mi dice pettinandomi i capelli all'indietro. Questa si che è una sensazione rilassante.
"Beh, un film imbarazzante da quanto ho sentito dire"
"Un film in cui Joker è interpretato da Jared Leto e quindi è un gran figo. Ora taci che ti sistemo"
"Quindi sono un gran figo?"
"Sarebbe stato tutto molto più soddisfacente se lo fossi stato, purtroppo mi tocca lavorare su quello che c'è. Preferisco darti fiducia e vedere cosa viene fuori che travestirti da Frankenstein"
"Pff" dico mettendo il broncio.
"Chiudi gli occhi" mi dice.
Il tempo di chiudere le palpebre e sento subito freddo alla testa. Dev'essere la lacca, verde, sui miei capelli dorati! Perché?!
"Si toglie quella roba vero?"
"Così dicono"
"Tu stai giocando con il fuoco signorina"
La sento ridere, una risata bellissima. Di quelle risate che ti fanno dimenticare dove sei e ti fanno sentire bene, felice. Perché quando la faccio sorridere, è così che mi sento.
"Tu da cosa ti travesti?"
"Da niente"
"Come da niente ?"
"Da niente"
"Come sei noiosa, perché non ti travesti?"
"Perché non ho avuto il tempo di organizzare la cosa"
"E hai avuto il tempo di organizzare la cosa per me?"
"Per te ho sempre tempo sfigato. E poi la tua è un'occasione particolare, io non devo fare colpo su nessuno".
"Si certo" dico con un sorriso sornione.
"Ma stai zitto" risponde lei che ha capito subito il motivo per cui sono compiaciuto. "Il tuo ego non ha limiti, devi vedere sempre dei secondi fine nelle cose eh?"
"Mah, sai, quando si è così popolari non sempre le ragazze ti stanno vicino per farti "un favore"" le dico, e vorrei farle l'occhiolino se non le stessi dando le spalle.
"Fatto, ora girati verso di me".
Ubbidisco, da bravo bimbo e lei mi prende il volto con una mano, mentre con l'altra mi sbianca il volto con un cosmetico in polvere. Mi concentro sul suo viso sapendo che in ogni caso se la fissassi non mi scoprirebbe, tanto è concentrata.
Le sopracciglia sono inarcate a formare una v, al centro della fronte e gli occhi quasi innaturalmente grandi e spalancati per truccarmi senza un minimo di sbavatura. Scendo sul naso e poi la bocca, rosata, tirata in una linea sottile, dura. Sembra quasi stia trattenendo il respiro, per non permettere che un respiro in più la porti a sbagliare.
Prende la matita nera e inizia a marcarmi la parte inferiore degli occhi. Si trova solo a pochi centimetri da me e cavolo, il suo profumo mi inebria il cervello e non posso pensare più a nulla se non al poterla toccare. A poter sfiorare con le dita quelle guance delicate e violare con la mia bocca la sua e con le mani, ah con le mani. Voglio solo prenderla tra le mie braccia e farle vedere come potrebbe stare bene se lei fosse mia. Invece rimango immobile, alla sua mercè, mentre con gli occhi passo in rassegna ogni dettaglio che di lei mi fa impazzire.
"Ti faccio male?" mi chiede preoccupata.
"No" dico quasi in un sussurro.
Allora mi guarda per un attimo negli occhi, curiosa di sapere cosa mi preoccupa. Ma quando i suoi occhi incontrano i miei, non possono non cogliere lo sguardo intenso che le sto rivolgendo. Ed è un attimo infinito l' attimo in cui i nostri respiri si sincronizzano, e le sue labbra si socchiudono e lei si perde nel mio silenzio. E lo so, lo so che ha capito. Non può non essersi accorta di ciò che rivela il mio sguardo. Ed è per questo che rimaniamo così. Pericolosamente vicini. Il calore di due corpi che impregna l'aria stantia della mia camera da letto. Uno sguardo curioso, come quello di un bambino, che annega nei miei occhi che non sono più di ghiaccio, ma sono un mare di desiderio.
Distolgo improvvisamente lo sguardo. Mordendomi il labbro infastidito. Non dovevo lasciare che succedesse. Sicuramente non sa che ne sono innamorato, e questo non lo dovrà mai sapere, almeno fino a quando starà assieme con il mio migliore amico. Ma non deve nemmeno sapere che la desidero, questo guasterebbe la nostra amicizia. Che per ora è l'unica cosa che mi permette di starle affianco. Non la devo spaventare.
"Come sto venendo?"
Le chiedo, cercando di spezzare il silenzio che si è creato.
"Bene direi" dice lei, ma vedo che è pensierosa. Spero solo che si dimentichi in fretta dell'accaduto. Ma che accaduto? Due sguardi, un secondo di silenzio. Magari non si è accorta di niente e mi sono solo fatto un film mentale.
Un quarto d'ora dopo abbiamo finito e la sto salutando mentre la vedo uscire da casa mia.
Corro in camera e mi infilo un paio di jeans neri, una maglia nera maniche corte e la giacca di pelle. Infine mi metto a tracolla la mitragliatrice finta che mi ha portato Emma.
Prendo il portafoglio e dico ai miei che sono pronto. Alla fine Francesca mi aspetterà alla festa, visto che non abita dalle mie parti infatti non avrebbe avuto senso accompagnarla.
In mezz'ora sono davanti al locale, saluto i miei e scendo dall'auto. La musica suona a palla e la si sene dalla strada. Un Batman sta vomitando l'anima in un cespuglio e gli passo di fianco disgustato. Per fortuna non mi ha visto, in veste di suo arcirivale mi avrebbe potuto vomitare addosso. Cerco Francesca con lo sguardo, dovrebbe aspettarmi di fronte alle scale.
Bam, trovata. Niente male devo dire. E' vestita da sirenetta, con uno straccio bianco che le copre a malapena le cosce e la pelle colorata e brillantinata di un verd-azzurro. Si è messa una finta ferita da cui esce sangue finto alla base del collo, lasciando così una spalla quasi nuda. Si prospetta una gran bella serata.
"Lo sai che la fata Trilli era bionda vero?" le dico arrivando. Sì mi piace essere stronzo.
Si gira e mi squadra per bene. "In realtà sono la sirenetta.." mi dice un po' infastidita dal modo in cui sono entrata in scena.
"Oh scusa, cavoli. Hai sbagliato comunque, Ariel era rossa " le dico facendo accenno ai suoi capelli.
"A me piace essere speciale" risponde lei sorridendo. Nahh dai non se l'è presa.
"Tu invece, Joker?" e noto piacevolmente che il suo sguardo non può che studiare il mio aspetto con cura.
E brava Emma.
"Beccato. Sono sotto libertà vigilata. Entriamo e godiamoci questa serata prima che arrivi Eric a romperci le palle."
Ci incamminiamo e le tengo aperta la porta del locale.
"E' Halloween, non credo si presenterà nessun principe azzurro" mi dice lei.
"Meglio per me allora, non dovrò ammazzare nessun pretendente. Hai qualche amico che potrebbe venire a salutarti e che non devo uccidere sparando a vista?" le dico mostrandole l'arma.
"No ahaha, ti autorizzo a fare una strage"
"Così mi piaci piccola" e la supero per dare i biglietti, senza darle la possibilità di commentare il mio tenero appellativo.
Quando entriamo ufficialmente nel locale il casino è allucinante. La musica mi fa martellare i timpani, il pavimento è appiccicoso e la gente urla e suda come pazzi. Potrà fare oggettivamente schifo, ma a me piace. I corpi che si muovono all'unisono, il ritrovarsi tra amici. Le lingue che si uniscono e i drink che rinfrescano le gole roche. Questo si che è il mio regno.
Faccio un cenno a Francesca e le chiedo se vuole prendere da bere, ma non faccio in tempo a vedere cosa vuole rispondermi che parte Cant Hold Us. Mi blocco. "Dobbiamo andare!" le urlo anche se so che non può sentirmi.
La trascino verso la pista e poi dritto sotto palco. Quando mi rigiro me la trovo affiannco affannata e sorridente.
My posse's been on Broadway
And we did it our way
Grown music
I shed my skin and put my bones into everything I record to it
And yet I'm on
Let that stage light go and shine on down
Got that Bob Barker suit game and plinko in my style
Money, stay on my craft and stick around for those pounds
But, I do that to pass the torch and put on for my town
Trust me, on my I-N-D-E-P-E-N-D-E-N-T shit hustlin'
Chasing dreams since I was 14
With the four track bussing
Canto le parole a squarciagola, un po' a caso e un po' giuste a forza di sentire questa canzone. Mentre pronuncio il testo la guardo e accompagno tutto con dei gesti di braccia e mani e lei non può che seguirmi a ruota. E ridiamo e saltiamo e alziamo le mani .
Tonight is the night, we'll fight till it's over
E la pista è impazzita. Vedo delle perle di sudore che le scendono dalla fronte, gli occhi le brillano e il vestito, se è possibile, le è salito ancora di più lungo le cosce.
Quando la canzone finisce e ne balliamo un'altra, e poi un'altra ancora, ma non mi avvicino mai tanto da toccarla. Non posso certo ballare con lei il regaetton come se fosse una qualsiasi da limonare. I patti erano chiari, devo essere razionale. Questo è il principio di una storia seria.
La voglia di avvicinarmi e tenderla stretta a me sta facendo scemare tutti questi buoni propositi. Se c'è una cosa che amo della discoteca è ballare corpo a corpo con una ragazza, movimenti sincronizzati, le mie mani sui fianchi nudi di lei e la testa nell'incavo del collo, dove si senti di più il profumo.
Francesca mi fa cenno che deve andare in bagno così ne approfitto per una pausa, le dico che ci rivedremo al bancone del bar. Almeno così mi metto in fila.
Mi faccio spazio della folla. Quando finalmente intravedo le scale per uscire dalla pista una mano mi stringe il braccio e mi ferma. Mi giro già con l'intenzione di dirgliene quattro e chiunque mi sta rompendo le palle, ma mi blocco.
Le sue braccia mi circondano il collo e si avvicina pericolosamente con i suoi fianchi ai miei.
Emma si avvicina con il volto al mio e mi sussurra in un orecchio. "Balliamo, ti va?"
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