Girls' issues

Quando arrivo a casa sono le 13:30 passate e lo stomaco brontola mestamente alla ricerca di attenzioni. Mia madre sarà a casa tra poco ma questo non basta a frenarmi dal farmi da solo il pranzo a base di un'enorme insalatona con dentro di tutto e di più. Sarà che sono uno sportivo, che sono un ragazzo.. non lo so, rimane che ho sempre questa fame continua che mi attanaglia e ora devo metterle fine. Assaporo una forchettata e lascio che l'aceto e il sale si sciolgano assieme alle foglie d'insalata sulla lingua umida. Il cibo, il suo sapore, le energie che ti dà e perfino la sua bellezza estetica quando è più elaborato: questa sì che è una gioia della vita. Se c'è qualcosa che mi tira sempre su e mi piace fare, quello è mangiare. Perciò si, capisco perché si cade nell'obesità e perché non se ne riesce ad uscire: il cibo si mangia per pura gola e per piacere, non per fame, ed essendo che dà gioia, perché si dovrebbe smettere?
Mando giù un boccone con un sorso d'acqua. A che ora avevo detto di venire ad Emma?
Poco importa tanto non devo uscire di casa.
Finisco di mangiare dopo pochi minuti e la piacevole sensazione di pienezza e assopimento si impossessa di me. Lascio i piatti e gli scarti sul tavolo nella speranza che mia madre non si arrabbi, e mi dirigo in camera mia dove mi lascio cadere sul mio letto enorme.
Ogni singola particella del mio corpo si adatta alla coperta che mi ha regalato la nonna. Presto il mio corpo sprofonda millimetro dopo millimetro nel materasso morbido che ho scelto personalmente. È un attimo, e sono nel mondo dei sogni.

"Eii.."
"Daniii"
Una voce insistente mi sveglia dal sonno profondo. Inizio a dividere sogno e realtà e piano piano percepisco una mano sulla mia spalla destra che mi stringe.
"Mmm, solo un attimo" faccio girandomi dall'altra parte.
"Dai Danii" mi sento dire. Ma la voce si confonde di nuovo con l'assordante silenzio che regna nel mio cervello.
Mi chiudo in una posizione a riccio e tiro su con un gesto consuetudinario la mia coperta.
Ahhh che bene.

Crack. Le ossa della schiena scrocchiano tutte d'un colpo quando qualcosa mi schiaccia con un peso e una forza immane. I miei addominali si contraggono improvvisamente per l'urto e urlo di fastidio e sorpresa, più che di dolore. Apro di scatto gli occhi e mi ritrovo due enormi pupille verdi che mi fissano.
Emma scoppia in una fragorosa risata mentre gode del dolore che mi ha provocato letteralmente "lanciandosi" sopra di me.
"Ma sei pazza?" Le dico, cercando di capire se mi sono rotto qualcosa.
Purtroppo il 99,9% delle cellule del mio corpo è più concentrato sul corpo di lei a stretto contatto con il mio, che sull'approssimativa valutazione dei danni.
Sento le sue anche sottili sprofondare a ritmo di battito del cuore nel mio addome e il petto sollevarsi e abbassarsi contro il mio secondo il ritmo della sua respirazione concitata. I suoi capelli mi ricadono in faccia nascondendo i nostri visi dall'esterno e isolandoci in una bolla d''intimità. Come lo spazio vuoto lasciato tra i volti di Amore e Psiche nella statua di Canova. Il profumo che porta mi dà alla testa ed è dovunque, forte ed inebriante.

"Non ti svegliavi" risponde lei con un tono che suggerisce ovvietà. "Ho dovuto usare le maniere forti"
"Forti dici? Queste mi sembrano misure drastiche, hai rischiato di spezzarmi la spina dorsale" le dico con un tono lamentoso.
"Mamma sembri un vecchietto"
"A mi prendi pure in giro? Prima mi svegli e poi mi prendi in giro?"
Con una rapida mossa ribalto la nostra posizione e le blocco le braccia, imponendo una certa pressione con aria di sfida.
Ora sono io a starle sopra e il cambio di potere non sembra piacerle. Cerca invano di liberarsi dalla morsa.
"Stronzo" le esce in uno sbuffo. Rido di gusto alla sua reazione.
Mi guarda negli occhi. I capelli castani le ricadono attorno al volto in morbide onde. Impiego tutte le forze che ho per cercare di non spostare il mio sguardo dai suoi occhi alle sue labbra. Nonostante tutto però, con il suo sguardo penetrante fisso nel mio, a pochi centimetri l'uno dall'altro, parte del mio corpo aderente alla sua, sento il mio cuore battere più forte, la pelle scaldarsi..

Dal nulla fa un sorriso beffardo interrompendo il contatto visivo.
" Con i capelli conciati così e gli occhi semichiusi fai spezzare ahahahah"
Ah beh, perfetto, era quello il motivo per cui mi guardava con tale intensità.
Improvviso una risata finta e infastidita.
"Non fingere che non ti piaccia anche in queste condizioni" dico con la voce impastata, mentre la lascio libera e mi siedo al suo fianco.
Mi stropiccio un po' gli occhi e mi passo una mano nei capelli nell'inutile tentativo di rendermi presentabile.
"Ohh molto meglio ora" mi dice sorridendo.
"Ma stai zitta". Però un sorriso divertito mi solca il volto.
Mi piace quando ci punzecchiamo.
"Dai raccontami com'è andata, e fa si che sia un racconto interessante se non vuoi che mi metta a dormire"le dico, incrociando le gambe e appoggiando la schiena alla parete per una posizione più comoda.
"Mmm" risponde lei stiracchiandosi e distendendosi sul letto di fronte a me.
Non posso che notare quanto siano lunghe e belle le sue gambe, a stento rientrano nel letto!
"Allora, ieri io e Tommy eravamo a casa sua ed era un incontro come un altro. Ad un certo punto vedi che tendo il muscolo del bicipite dicendo per scherzo che se voglio, posso farlo secco.."

"Chiunque ne sarebbe capace, è lento come un mollusco"

"Stai zitto"

"Va bene continua"

"Così lui mi fissa il braccio e fa "Cazzo se hai il muscolo" e io ho risposto che si, ce l'ho perché ultimamente abbiamo fatto più pesi del solito per evitare infortuni e tirare più forte. Non l'avessi mai detto Dani. Prima ha iniziato un discorso super filosofico sul fatto che alla fine i pesi non servono, soprattutto per i giovani, perché bisogna migliorare la tecnica e non cercare scappatoie. Ogni mio intervento è stato inutile. A nulla è servito dirgli che ormai tutte le squadre fanno i pesi perché il numero di allenamenti non permette al corpo di rilassarsi e bisogna renderlo più forte e tonico contro gli infortuni. No! Ha detto lui, per gli infortuni basta stare attenti e non allenarsi quando si è stanchi! Vabbè, finché discuteva su questo ambito a me, di aver ragione, non fregava più di molto. Ma è stato quando ha fatto un'allusione più mirata tipo "E' inutile far diventare grossa una ragazza che già al fisico maschile" che ho capito dove voleva andare a parare in realtà. Allora gli ho chiesto se mi trovava grossa. E lui in tutta tranquillità mi ha detto che si, mi trovava molto ingrossata, e che secondo lui devo smettere di fare pesi perché sembro un uomo. Non credo di essere mai rimasta così male per una cosa che riguarda me e Tommy. Tutti quei, pesi, i circuiti, la fatica, tutto per migliorare e giocare bene. Essere più forte. Mi hanno sempre detto che sono troppo magra che con le gambette che mi ritrovo posso fare bene ma non ho forza sufficiente, che dovrei mettere su qualche muscolo. Ora, che finalmente mi sentivo a mio agio con il mio corpo. Che quando mi sedevo sentivo i muscoli delle cosce guizzare, che quando raddrizzo le spalle sento tendersi i muscoli dei trapezi e che quando tiro so di poter usare la forza senza rischiare di affaticare la spalla. Ora, non mi sento a mio agio nella vita di tutti i giorni perché mi percepisco come una donna vikinga. E come se non bastasse, non dipende da me il fare pesi, non è che posso andare in palestra e dire "no non li faccio perché se no divento un maschio". E' la pallavolo, è lo sport, è fatto così."

"Io in te non ho notato cambiamenti" e sono sincero.

"Sii onesto per favore."

"Lo sono cavoli. Ok, prima per me, e sottolineo per me, eri troppo magra. Purtroppo dipende dai gusti di una persona. Probabilmente a Tommy piace la bellezza stile modella anoressica, le cui cosce non si toccano nemmeno se incrocia le gambe, il cui culo è inesistente e che, mangia cracker a pranzo e a cena. Purtroppo quello è un'ideale del cavolo perché sullo schermo sembrano tanto belle ma dal vivo sono sicuro che sembrerebbero malate. Un caso a parte sono quelle persone che mangiano e non ingrassano, allora quella sì, è una persona normale. Tu ora come ora sei leggermente più tonica, a stento noto il cambiamento. Vuoi sapere cosa vedo? Vedo che i jeans ti stanno aderenti e ti calzano le forme senza che tu debba tirarli su ogni cinque secondi e vedo delle belle spalle larghe che con i fianchi stretti che ti ritrovi fanno un effetto sexy da paura. "

"Non lo so Dani, non so se mi piaccio così, sono abituata ad avere vestiti che mi stanno larghi, abituata a ricevere complimenti e stupore sul quanto sono magra. Così sono, boh, normale"

"Normale è buono"

"Beh a Tommy normale non piace"

"A Tommy ci ho pensato io"

"Lo hai picchiato sfruttando la sua lentezza da mollusco?"

"Nono, la violenza la riservo per motivi più importanti"

"Va bene mi fido."

"Tu sì sicura di te stessa va bene?"

"Sisi" mi dice alzando gli occhi al cielo.

"Emma, tu non mi hai capito, devi camminare come se fossi l'ultima donna sulla terra"

"Come una sopravvissuta?"

"No, come se tutti ti volessero. E ora quel bel culo che ti sei fatta ad allenamento, alzalo, che usciamo e ti compro una crepe." Dico scattando in piedi e prendendo la giacca. Ovviamente incurante del fatto che sono in tenuta da "pigiama party".

"Mi guardi il culo Valenti?"

"Sempre e fanculo Tommy, ora è perfetto" le regalo un sorriso furbo e sparisco dal raggio d'azione del suo schiaffo.

La sensazione che forse e dico forse, dovrei iniziare a studiare per l'interrogazione di filosofia del lunedì prossimo è sfumata non appena ho ideato la mitica equazione emma+daniele+crepe=relax e felcità eterea.

Quando lei mi raggiunge ho già infilato le vans sporche e bucate che fanno pandan con la tuta vintage (vintage nel senso che ha 10 anni) dell'adidas che ho addosso e salutato mia mamma. Apro la porta e la lascio passare, mentre mi serve un sorriso da "non fare il finto gentiluomo". Se non altro credo che regalare a qualcuno una buona dose di cibo e di felicità è un buon prezzo da pagare per rimanere indietro con i compiti.

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