Cantarella
"Testo": Pensieri
- Testo - : parlato
Un ragazzo biondo percorreva a grandi falcate il lungo corridoio.
"Quel ragazzo mi farà dannare."
Arrivato davanti ad una porta la spalancò irrompendo nella stanza
- Cesare! -
Un giovane dai capelli neri come la notte era steso su un letto a baldacchino. Appena il biondo pronunciò il suo nome il moro si alzò sui gomiti.
- Ciao Chiaro.... -
Il biondo sospirò e si avvicinò al letto dov'era il suo amico.
- Che devo fare con te!? -
Una risata fanciullesca uscì dalle labbra del giovane che si alzò a sedere facendo scivolare lentamente la coperte fino a sopra il pube.
Il petto scolpito dell'ormai ventiquattrenne Borgia era fasciato e le candide bende erano macchiate di sangue ove le ferite erano ancora aperte.
Chiaro si sedette esausto sul letto accanto all'amico.
- Il medico ha detto che ti riprenderai presto. -
Il moro sorrise e si avvicinò di più al ragazzo facendo scivolare la coperta che scoprirono le natiche del più giovane.
- Lo sai che io mi ripiglio rapidamente. -
Il biondo sbuffò e si girò verso Cesare per coprirlo meglio con le coperte.
- Ora dovresti riposare. -
Il ventiseienne fece per andarsene, ma fu fermato da una mano del Borgia che gli prese un braccio per non farlo allontanare.
- Cesare... cos'hai? -
Il moro si portò la mano di Chiaro davanti alla bocca.
- Resta con me mio Michelotto. -
Il biondo si stupì della richiesta dell'amico e si stupì ancora di più quando il Borgia cominciò a baciargli e leccargli le dita.
- Cesare... che... che diavolo stai facendo! -
La voce imbarazzata del ventiseienne fece sorridere il più giovane. L'assassino cercò si sottrarre la mano dalla presa del moro, ma quest'ultimo non rispose alla domanda ne lo lasciò libero, continuò a baciare le dita per poi passare al palmo ed arrivare a leccare e mordicchiare la pelle delicata e sensibile del polso.
Chiaro deglutì faticosamente.
Gli occhi del moro sfumarono in oro.
Un movimento secco e improvviso e l'assassino si ritrovò steso sul letto con Cesare sopra di se.
- Cesare! Che diavolo ti è preso!? -
La mano destra del giovane Borgia si posò delicatamente sulle sue labbra. La tessa sul suo petto ascoltava i lenti e regolari battiti del suo cuore, mentre la mano sinistra del più piccolo gli accarezzava il fianco.
Le coperte lasciavano scoperte metà natiche sode del moro, mentre una gamba lasciava aperte quelle del biondo.
- Resta con me questa notte... Chiaro. -
Un sussurro uscito dalle labbra del ventiquattrenne. La sua mano scese dalle labbra del biondo, e scivolò delicatamente lungo il suo mento e il collo per poi arrivare al torace e accarezzandolo in piccoli cerchi.
Chiaro sospirò e chiuse gli occhi, abbracciando il ragazzo sopra di se.
- Si può sapere che ti prende oggi? -
Cesare strusciò il viso sul petto del più grande come un gatto in cerca di coccole.
- Prima scompari tutta la mattinata, poi ti trovano avanti all'entrata coperto di sangue e alcune ferite gravi. -
Mentre Chiaro parlava Cesare sfilò il filo che teneva chiusa la camicia del biondo.
- Ho freddo. -
Il moro intrufolò le sue mani sotto il tessuto accarezzando delicatamente la pelle del assassino e facendolo tremare.
- Cesare! Stai gelando! -
Il giovane Borgia sorrise e si accoccolò di più contro l'amico.
- Ho freddo. - Rispose come de fosse una cosa normale in una giornata calda come quella.
- Se hai freddo allora è meglio se ti copri. -
Chiaro scese con una mano a prendere le coperte accarezzando lievemente la pelle del giovane sopra di se.
- Cosa credi che direbbe tua sorella se ti ammalassi proprio ora. -
Una risata divertita e innocente uscì dalle labbra di Cesare che spostò le sue mani sulla schiena del più grande mentre quest'ultimo li copriva entrambi con le coperte.
- Ti da fastidio che Lucrezia mi sia così affezionata? -
- Non è questo, è che.... -
Le parole del biondo vennero soffocate da un prepotente e passionale bacio del Borgia. Dopo essersi ripreso dallo shock iniziale Chiaro cercò di allontanare Cesare da se, ma il ragazzo non lo lasciò anzi, approfittando di un momento di distrazione del più grande, approfondì quel bacio insinuando la sua lingua tra le labbra del assassino come da sempre desiderava.
Il moro si staccò a malavoglia da quelle morbide labbra e aprì gli occhi che aveva chiuso per assaporare meglio quel momento trovandosi a fissare lo sguardo alquanto seccato dell'assassino.
- Cesare che diavolo stai.... -
Il giovane non ascoltò quello che disse il biondo.
Con le labbra prese a torturare il lobo dell'orecchio sinistro del ragazzo sotto di se.
- Cesare... Adesso... ADESSO BASTA! -
Ancora una volta la forza che usò il ventisettenne fu vana.
P.o.v. Cesare
Con la bocca scesi a percorrere tutta la mandibola, mentre con le mani gli tenevo fermi i polsi per non farlo fuggire da me.
La sua pelle mi richiamava.
Dal mento scesi con la bocca fino al pomo d'Adamo cominciando a leccare e mordicchiare quella pelle sensibile.
Un gemito soffocato uscì dalle sue labbra chiuse quando gli soffiai sulla pelle umida di saliva e un brivido di piacere mi scese lungo la schiena a udire quel suono tanto dolce e piacevole, ma volevo di più.
Volevo sentirlo gemere di piacere, volevo sentirlo implorare per avere di più, volevo che gridasse il mio nome mentre veniva dentro di me. (ragazzo mio tu desideri troppe cose... U.U Nd. A)
Continuai a soffiargli sulla pelle umida, mentre con il bacino mi sfregavo su di lui.
- C... Cesare.... -
La sua voce che pronunciava, gemendo, il mio nome mi fece eccitare ancora di più.
Alzai lo sguardo per poterlo guardare.
- ... Smettila, L... Lucrezia non vorrebbe.... -
Non lo lascio finire la frase soffocandogli le parole in un bacio violento in cui metto tutta la passione che provo per lui.
Mi staccai dalle sue labbra e comincia i mordicchiare la parte sinistra del collo percorrendo la lunghezza della succlavia.
- Cesare...sei... sei arrabbiato perché Lucrezia non ti tratta più come un tempo? -
A quel nome gli mordo più forte la vena facendogli uscire dalla bocca un grido di sorpresa e dolore e facendo uscire del sangue dal morso che subito lecco via.
- Cesare! Posso sapere che diamine hai!? -
"Ancora non l'hai capito"
Sdruscio la guancia sul suo collo in cerca di calore mentre intreccio le dita delle nostre mani.
- Cesare... se non mi dici che cos'hai come posso riuscire ad aiutarti? -
Sospirai sul suo collo assaporando il profumo della sua pelle.
"Come posso dirti che ti voglio dentro di me."
Restai ancora un po' a godere del calore del suo corpo, poi lasciai le sue mani.
"Ora te ne andrai da me per andare da lei, vero? Tutti mi lasciano solo prima o poi e tu non fai eccezione...."
Mi sollevai in modo da lasciarlo andare via da me, ma un braccio mi cinse la vita e mi trascinò nuovamente sul suo corpo.
- Cesare vuoi dirmi che cos'hai? -
Sospirando riappoggiò la testa nel incavo tra il collo e la spalla.
- Mentre ti portavano qua e ti curavano tu hai continuato a gridare il mio nome, ecco perché mi hanno cercato e mi hanno dato il permesso di vederti. Ora mi vuoi dire che cosa ti è successo stamani? -
"Già, bella domanda, l'ultima cosa che ricordo è l'immagine tua e di mia sorella abbracciati che vi baciavate, poi... poi il buio più assoluto."
Chiudo gli occhi e ispiro il tuo odore.
Mi rilasso sul tuo corpo caldo.
"Quando ti tocco sembra che i miei demoni siano solo il ricordo di un lontano sogno."
Una sua mano mi accarezzò la testa con movimenti lenti e continui.
- Quanto sono vicini i demoni a prenderti l'anima? -
Mi stupisco nuovamente di quanto lui riesca a capirmi anche se non parlo. Alzo la testa per poterlo guardare negl'occhi.
- A quanto pare ho fatto centro. - Sorride e mi accarezza il viso con la mano destra. - I tuoi occhi sono quasi del tutto dorati. -
Mi appoggio alla sua mano chiudendo nuovamente gli occhi.
- Davvero non vuoi dirmi niente? Lo sai che con me ti puoi sfogare. -
- ... Ho bisogno d te. -
Appoggio la testa sul torace sentendo i battiti del suo cuore stranamente accelerati.
- Siete veramente fratelli Lucrezia e te.... - Stringo i pugni sul suo petto. - ... anche lei mi ha chiesto di starti vicino. -
Alzo lo sguardo nuovamente sorpreso e vedo il suo sorriso cretino che mostra solo a me.
- Ultimamente ti vedeva molto inquieto e sempre di pessimo umore, così quando stamani sei sparito, mi ha chiesto di cercarti e di non perderti più di vista. -
Sorrido ringraziando e pensando a mia sorella.
Riappoggio la testa sul suo petto mentre lui mi stringe a se. Restiamo così per un po', poi una domanda si fa strada nella mia mente.
- Se... se fossi stato solo io a chiederti di tornare e di restarmi al fianco per sempre... saresti tornato? -
Mentre aspetto la risposta mi mordo il labbro inferiore fino a ferirlo e abbasso il volto in modo che non possa vedermi in viso.
Lo sento sospirare.
"Ecco, ora mi dirà che se non era per far felice mia sorella non sarebbe mai tornato da me."
- Cesare. - La sua voce si era fatta improvvisamente molto seria.
"Cosa pretendevo, dopotutto gli ho parlato in quel modo proprio per allontanarlo da me."
- Concordo con Lucrezia sul fatto che ultimamente sei più strano del solito. -
Chiudo gli occhi preparandomi alla vera e cruda realtà che farà andare il mio cuore in mille pezzi per l'ultima e fatale volta.
- Fai queste domande assurde alle quali dovresti già sapere la risposta. -
Cerco di non piangere, ma le lacrime mi pungono gli occhi. Le sue mani mi prendono il viso alzandomelo con delicatezza facendo incontrare i nostri occhi.
- Certo che sarei tornato. - La sua voce era tornata nuovamente dolce e morbida. - In fondo tel'ho promesso, non ricordi? -
Di slancio lo abbraccio e lo bacio nuovamente sulla bocca.
L'unica cosa certa che so è che non lascerò mai più che Chiaro si allontani da me.
P.o.v. Chiaro
Mi bacia nuovamente, ma non con la stessa violenza di prima.
Un bacio caldo, pieno di passione e sentimento.
Si staccò da me per riprendere fiato, poi, come in precedenza, cominciò a torturarmi il collo con morsi, lappate, baci e soffi leggeri.
- C... Cesare? -
Cercai di alzarmi sulle braccia, ma un forte capogiro mi impose a restare fermo.
La mia pelle era in fiamme sotto il suo tocco e i battiti del mio cuore diventarono sempre più veloci.
- Vedrai, questo ti piacerà. -
Cesare alzò il volto dal mio torace.
"Occhi dorati!"
Continuando a fissarmi negl'occhi riunì nuovamente le nostra labbra insinuando la lingua nella mia bocca.
Un bacio dolce e umido, al sapore di passione e...
"Sangue!? Il suo Sangue?"
Cerco di allontanarlo, ma la cantarella già in circolo nel mio corpo mi appanna i sensi.
- Non ti preoccupare, non è una dose letale. -
Sorrise poi prese il mio labbro inferiore tra i denti e cominciò a succhiarlo continuando a osservare le mie reazioni.
Continuò così per un po', poi discese fino al mio petto tracciando una linea di saliva e dandomi poi dei leggeri baci che mi fecero fremere di un piacere immorale. Con le mani intanto mi accarezzava i fianchi, la schiena e le braccia togliendomi così la camicia che scese fino all'ostacolo della cintura.
- Questa da noia. -
La sua espressione era quella di un bambino al quale gli si era incrinato il giocatolo preferito mentre infilava due dita sotto la fibbia.
Con un gesto secco e deciso slacciò la cintura che si aflosciò sul letto insieme al resto della mia camicia.
Cesare si stese su di me come un gatto.
- Sai, in questi anni mi sei mancato. -
La sua voce era seria e quasi dispiaciuta. I suoi occhi erano liquidi mentre osservava una ciocca dei mie capelli che faceva arrotolare sulle sue dita fine come quelle di una ragazza.
Non seppi come rispondere a quello sguardo e a quella voce, perciò stetti zitto, ma forse non fu una buona idea visto che dopo poco Cesare alzò il suo sguardo languido su di me.
- Chiaro.... -
Il mio nome supplicato con tanta tenerezza mi fece scorrere dei brividi di piacere lungo la schiena.
Le sue labbra erano ad un soffio dalle mia. Talmente vicine da sentire la delicatezza, ma abbastanza lontane da non sentirne il sapore.
Alzai di poco la testa e le nostre labbra si incontrarono nuovamente, ma stavolta fui io a chiedere accesso alla sua bocca che si dischiuse per me.
Fu un bacio caldo e umido, le nostre lingue si rincorrevano, si afferravano e combattevano in una danza antica che avevo ballato solo con Lucrezia.
Spostai le mani sui suoi fianchi e un gemito uscì dalla sua bocca che si allontanò dalla mia.
I nostri occhi furono di nuovo incatenati insieme.
-... Ch... chiaro... -
Il suo respiro era accelerato.
Presi il suo labbro inferiore e cominciai a succhiarlo e mordicchiarlo, mentre con le mani gli accarezzavo i fianchi.
Un gemito mi sfuggì dalle labbra quando con le mani mi accarezzò il petto per poi scendere sulla mia virilità già risvegliata, senza però degnarla delle adeguate attenzioni. Le mani di Cesare risalirono il mio corpo fino al viso. Quando una sua mano mi accarezzò una guancia gli lasciai il labbro che lui si leccò per poi scendere con la bocca sul mio petto. Con la lingua circondò un mio capezzolo cominciando a morderlo, leccarlo e succhiarlo facendomi così gemere di desiderio. Le sue mani intrecciavano le mia in modo che non le potessi muovere.
- C.. cesare... nhhh... -
Non resistevo più a quella dolce tortura, sentivo che stavo per esplodere.
Cesare alzò il viso per baciarmi le labbra, poi scese con la bocca fino all'orlo dei pantaloni che prese con i denti e trascinò fino hai miei ginocchi, liberando così la mia erezione rossa e gonfia.
I suoi occhi tornarono ad incontrare i miei mentre risaliva verso il mio volto per baciarmi nuovamente. Un bacio passionale che coprì i nostri gemiti quando i nostri sessi si scontrarono.
Mi staccai dalle sue labbra, anche Cesare era al limite, glielo leggevo negl'occhi liquidi come un mare dorato. Mossi una mano per soddisfare i nostri corpi, ma Cesare me lo impedì. Mi sfiorò le labbra con le sue in una morbida carezza per poi scendere a baciarmi il collo e il petto scendendo sempre di più arrivando al mio sesso eretto e pulsante.
I suoi occhi continuarono a fissarmi con desiderio mentre la sua bocca scendeva a baciare la punta della mia asta per poi leccarne la base come un gustoso gelato.
- C... cesare... ahhh... -
Stuzzicò le fessura del mio pene per poi prenderlo completamente in bocca cominciando a succhiarlo.
- Cesare... nnnhh... di più.... Più veloce.... -
Alla mia richiesta sorrise e succhiò con più insistenza aumentando il ritmo con cui prendeva in bocca la mia intera erezione.
Con una mano gli presi i capelli per scostarlo da me prima che venissi nella sua bocca, ma sembrava essere d'un altro avviso e quando cominciai a strattonarlo lui aumentò ancora il ritmo, strizzandomi intanto i testicoli con una mano, mentre con l'altra mi teneva una coscia.
Venni copiosamente dentro la sua bocca inarcando la schiena.
Cesare si leccò le labbra per poi stendersi su di me.
- Hai un buon sapore... Chiaro. -
Mi lecco le labbra per poi baciarle, mentre le sue mani mi accarezzavano i fianchi e le cosce.
Lo strinsi a me. Era strano, ma il fatto che mi avesse appena fatto venire nella sua bocca non mi turbava minimamente, anzi, volevo di più... volevo sentirlo gemere sotto le mie attenzioni, volevo entrare in lui e riversarmici, ma era troppo impura la cosa.
Una mano di Cesare si posò sul mio stomaco per poi scendere in una carezza fino al mio inguine giocandoci un po'.
- .... Chiaro... ti voglio dentro di me... -
Divenni completamente rosso, non pensavo che lui volesse quello da me. Un sorriso si allargò sulle sue labbra.
- S... stai scherzando.... Vero!? -
Chinò il capo sul mio petto, mentre le sue mani mi presero i fianchi.
- No... non stò scherzando, voglio sentirti dentro di me! Lo voglio troppo! NE HO BISOGNO! -
Alzò di scatto la testa, aveva gli occhi lucidi di pianto. Mi baciò sulle labbra violentemente, come se quel bacio fosse la sua ultima ancora di salvezza.
La sua lingua chiese di entrate nella mia bocca e io non mi opposi. Con le mani scesi ad afferrarlo per l'esile vita e lo attirai di più a me facendo scontrare i nostri sessi.
Le sue mani erano chiuse a pugno sul mio petto, mentre il suo corpo cominciava a tremare. Gli strinsi le spalle per farlo calmare. Quando smise di tremare cominciò a dondolarsi sul mio bacino facendo sfregare i nostri sessi insieme.
Dei gemiti uscirono incontrollati dalle nostre bocche.
Gli posai due dita sulle labbra che aprii facendo guizzare la sua lingua a leccarmele e catturarmele all'interno della sua bocca dove cominciò a giocarci inumidendole con la sue saliva.
Un tremito lo scosse quando venne tra i nostri corpi inarcando la schiena mentre un rivolo di saliva gli colava sul mento.
I suoi occhi erano appannati di piacere e desiderio. Ne accarezzai uno con il pollice per poi scendere ad accarezzargli la guance e in fine l'angolo della bocca facendogliela aprire liberando così le mie dita ben lubrificate.
- Ti prego... prendimi ora Chiaro. -
Il mondo intorno a noi era ovattato, surreale. In quel momento esistevamo solo noi due.
Con le dita lubrificate scesi ad accarezzargli le natiche mentre Cesare allargava le gambe il più possibile.
Con un dito accarezzai la sua apertura per poi penetrarla lentamente cominciando a muoverlo.
Un mugolio di piacere gli uscì dalla sua bocca mentre alzava il bacino per darmi più libertà di movimento.
- d... Di più... mmmhh... -
Il suo respiro accelerato e caldo sulla pelle del mio collo mi dava scariche di piacere.
Inserii un secondo dito in lui muovendolo al ritmo del suo bacino che spingeva contro la mia mano.
Dei gemiti di piacere uscirono dalla sua bocca che in uno scatto fu sulla mia in un bacio di fuoco che lasciò entrambi senza fiato.
Cesare prese la mano con cui lo penetravo e la scostò dalla sua fessura per poi avvicinarsi al mio orecchio.
- Ora voglio il tuo cazzo dentro di me, fino in fondo. -
- Cesare... ma che... -
Non riuscii a finire la frase che lui si alzò posizionandosi sopra la mia erezione, poi mi prese il pene posizionandoselo all'entrata della sua apertura.
- Lo voglio ORA! -
P.o.v. Cesare
Il mio era un orine e, prima che lui potesse dire o fare qualsiasi cosa, mi impalai sul suo sesso gemendo un po' per il dolore improvviso.
Respirai profondamente.
il suo cazzo sembrava volesse spaccarmi in due, ma mi piaceva quel dolore. Mi passai una mano sui capelli per toglierli dagl'occhi, mentre le mani di Chiaro mi afferrarono le natiche dandomi la sensazione di possesso. Cercai di muovermi prima che quel dolore passasse del tutto, ma le mani sul mio sedere me lo impedirono.
- Se ti muovi ora sentirai solo dolore.... -
La sua voce era bassa e roca, terribilmente eccitante per le mie orecchie.
Presi le sue mani e le portai alla mia vita mentre mi alzavo con il bacino per poi impalarmi nuovamente.
Il suo cazzo gonfio e duro dentro di me e quella sensazione di ingombro dolorosa... tutto di quella situazione mi eccitava. Mi mossi ancora su e giù, sempre più veloce, ma Chiaro mi bloccò ancora una volta.
- C... cerase.. stai...nnhh... piangendo... mmhh.. -
Mi toccai il viso trovandolo bagnato da lacrime, gli sorrisi, mentre lui si morse il labbro inferiore alzandomi dalla sua erezione.
Il vuoto mi avvolse e la paura che lui mi abbandonasse nuovamente mi attanagliò lo stomaco.
Cercai di riportarlo in me, ma non me lo permise, la cantarella non era più nel suo sangue.... Una sua mano mi afferrò la coscia alzandomela. Gli afferrai le spalle, non volevo che si allontanasse da me. Le sue labbra si avvicinano alle mia. Mi baciò e io allentai la presa, un bacio carico di passione.
Chiaro si alzò a sedere trascinandomi con se.
Quando ci staccammo mi trovai carponi sul letto vuoto, con chiaro dietro di me.
- Ch...iaro...? -
Mi morse piano una spalla, mente il suo cazzo ritornava alla mia apertura e una sua mano mi accarezzava lo stomaco per poi scendere ad accarezzarmi l'erezione dolorosamente gonfia. In un colpo secco entrò in me, le braccia non mi ressero e la testa mi cadde sui cuscini.
Chiaro mi teneva un braccio alla vita per evitare cha cadessi.
Cominciò a muoversi dentro di me, sempre più veloce e più in profondità.
Il dolore iniziale scomparì lasciando spazio al piacere. Un affondo più mirato degl'altri toccò qualcosa dentro di me che mi fece gridare di piacere e inarcare la schiena. Chiaro cominciò ad affondare più velocemente toccando sempre quel punto, mentre la sua mano pompava sul mio cazzo.
- C... CHIARO.... !! -
Urlando il suo nome venni nella sua mano, e dopo poche spinte lui venne dentro di me.
Tutti e due ansimavamo, Chiaro uscì da me e mi adagiò sul letto.
Gli afferrai un polso attirandolo a me.
- Resta con me... -
I miei occhi si chiusero, non riuscivo a stare sveglio, ma avevo paura che addormentandomi senza di lui i demoni sarebbero tornati.
Un corpo caldo mi abbracciò attirandomi a se, mentre le coperte tornarono su di noi.
- Stai tranquillo Cesare, non ti lascerò più.... E ora dormi. -
Un bacio a fior di labbra mi fece addormentare.
- Ti amo...... Chiaro. - Ultimo sussurro prima che l'oblio del sonno mi inghiottisse del tutto.
Sognai gli angeli per la prima volta, mi sorridevano, e in mezzo a loro una luce pura e bella che mi chiamava per nome.
- Non arrenderti mai, la luce sarà sempre in te da ora. -
Ultime parole prima che l'oscurità mi rapisse nuovamente a quel calore, ma ora una luce restava sempre, se anche debole era bella e calda. Quella luce era lui, Chiaro. E da ora in poi non l'avrei più lasciato andare.
Fine.
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