CAPITOLO 9

Era quasi mezzanotte e avevamo già bevuto quattro birre e una bottiglia intera di rum.
Il pub privato di Nick era ben rifornito, c'erano così tante bottiglie che si poteva far ubriacare una cittadina intera.
Avevo addosso solo le mutandine se si potevano chiamare così una striscia sottilissima in mezzo alle chiappe e il pizzo che copriva la parte davanti.
Nick era in piedi con addosso i boxer e stava preparando qualcosa da mangiare altrimenti ci aspettava un bel coma etilico a entrambi.
«Se ogni volta che ricevo un lavoro vengo festeggiata così, inizierò ad accettare più spesso!»
«Oh questo non è niente in confronto a quello che riceverai ora!» si stava avvicinando con una camminata sexy mentre io lo guardavo dal basso con le mani appoggiate per terra.
Si abbassò lentamente facendomi senza toccarmi, sdraiare. Mise una mano tra i miei capelli scompigliati sul parquet e con l'altra spostò leggermente il filo che copriva il mio paradiso.
«sarà meglio mangiare qualcosa altrimenti svengo!» Contro voglia ci alzammo a mangiare, non sapevo fosse un ottimo cuoco.
Sparecchiata la tavola improvvisata, Nick iniziò a baciarmi il collo, poi scese, arrivò al capezzolo sinistro e lo succhiò percorrendo con la lingua la aureola scura. Iniziai a inarcare la schiena e a urlare di piacere. Lui tranquillo diede un bacio sul mio seno, passò all'altro capezzolo e fece la stessa cosa.
Per me fu la fine, non riuscivo a stare ferma, più mi muovevo e più la presa delle labbra si faceva salda e forte così iniziai a supplicarlo. «ti prego, Nicho... oddio! Fermati ti prego!»
Staccò le labbra e mi guardò negli occhi: «sei sicura di voler che io la smetta? Perché a me sembra il contrario» prese a sorridere tutto contento e continuò il suo lavoro.
«O mio Dio! Quanto sei soffice, Camilla sei bellissima»
Mi girai di lato per stare più comoda e Nick notò il mio tatuaggio, così iniziò a percorrere le linee del disegno con un dito, mentre con l'altra mano mi sfilava le mutandine.
«Ora ti darò il mio regalo per la selezione, però potrai usufruirne solo quando sarai al cento per cento eccitata!»
Ma io la ero, e non mi era bastata la scopata di prima. Mi prese una tetta in mano e si abbassò finché non percepii il suo respiro sulla parte più sensibile del mio corpo.
Sentii la sua lingua soffice accarezzarmi e gustarmi nel punto del mio massimo piacere. «voglio che ti senta a tuo agio, non ti voglio fare del male, voglio solo che ti abbandoni a me.»
Annuii con la testa e aprii le gambe il più possibile, la sua lingua formò dei piccoli cerchi sempre più potenti, mentre le mani giocavano con i miei capezzoli.
Ero distrutta ma al tempo stesso compiaciuta e rilassata, nello stesso momento sentii due dita in bocca e la voce roca di lui mentre mi sussurrava parole delle mie canzoni preferite davanti alla mia vagina.
Succhiai e mordicchiai le sue dita, lo feci lentamente e pensai che probabilmente non era una visione sexy ma non mi importa. Stavo per arrivare in vetta e Nick se ne accorse, tolse le dita dalla mia bocca e le posò delicatamente sul mio seno provocandomi spasmi involontari per tutto il corpo.
Lui era li, era li che mi stava regalando la sera puoi bella della mia vita e in quel momento capii.
Ero innamorata, cazzo ero innamorata di lui. Come era possibile? Lo conoscevo appena, non avevo concesso a nessuno il privilegio di leccarmi nella mia zona off limits, ma a lui si.
Era un sentimento diverso da quello che provai in passato per Andres, era più spirituale, più profondo.

Iniziai a tremare molto forte e Nick fece fatica a tenere le sue labbra attaccate alla mia vagina, così mi prese entrambe le cosce con le mani e le aprì al massimo. «Forza Camilla, permettimi di regalarti l'emozione più forte che tu abbia mai provato!»
Con quelle parole esplose tutto, iniziai a urlare, a muovermi e mi ritrovai la sua bocca sulla mia mentre mi penetrava. Il mio orgasmo non era ancora finito e appena lo sentii entrare feci presa con le unghie nella sua carne.
Continuammo per un paio di minuti ma lui si tolse di corsa.
«Merda!» guardai in basso senza capire poi mi salì l'ansia.
«Ero troppo preso dal momento che mi sono completamente scordato del...» lo interruppi e iniziai a parlare lentamente «stai tranquillo, non è successo niente. Infilati il preservativo e continuiamo, ora sei tu che devi rilassarti» lo baciai e gli misi in mano una bustina di preservativi.
Per quanto fosse allettante l'occasione, pensai non fosse il caso di rischiare.

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