CAPITOLO 40
Tornammo in Italia il giorno dopo, il mio morale non si era ancora ristabilito ma come avrei fatto? Mi avevano dato massimo sei mesi di vita e tra un mese avrei fatto vent'anni.
Appena atterrai a Milano Malpensa venni portata in ospedale.
Avevo sempre detestato gli ospedali e saper di averci vissuto gli ultimi momenti della mia vita era straziante.
Linfoma di Hodgkin. C'era il 10% di probabilità di beccarselo su tutta la popolazione mondiale e io me lo ero preso. Grazie sfiga.
Nick l'aveva presa piuttosto male all'inizio ma ora cercava solo di esser positivo per me. Io non ero altrettanto forte ma se mi sarei tirata giù di morale sarei morta al cento per cento.
I miei genitori avevano già contattato i migliori specialisti del mondo e un dottore tedesco si stava già trasferendo a Milano per curarmi.
Per fortuna la ricerca aveva fatto passi da gigante negli ultimi anni e aveva salvato parecchie vite. Questo non significava però che io ce l'avrei fatta, perché il collo era un punto sensibile e impossibile da amputare nel caso in cui non avremmo sconfitto la mattina.
Bella merda Camilla.
La band aveva eliminato il tour in America e anche quello successivo in Europa. Se non fossi stata la fidanzata del cantante avrebbero continuato senza di me.
Un po mi sentivo in colpa. Se non mi fossi innamorata di Nicholas ora non starebbe nella stessa situazione di cinque anni fa. Era l'unica cosa a cui riuscivo a pensare! Nicholas e il suo dolore. Questa volta però mi avrebbe visto morire non come con Eleonora e questa volta non si sarebbe sentito in colpa, forse.
Anche i Linkin Park avevano eliminato le altre date del tour. Cercarono di rimborsare i biglietti del concerto ma i partecipanti si rifiutarono così, donarono tutto il ricavato alla associazione che curava il linfoma di Hodgkin nella speranza di potermi aiutare.
È strano come la vita sia bastarda con le persone, certo, non mi sono mai definita una santa ma avevo pur sempre diciannove anni.
«Come ti senti Camilla?» L'infermiera che mi avrebbe curato durante il mio "soggiorno" al Policlinico San Paolo era appena entrata nella mia camera.
«Per ora bene. Non so come starò dopo la chemio.»
«Non ti preoccupare, sei forte!»
«Lo spero.» Dissi più per convincere me stessa che lei.
Per fortuna non ero in una camera da sola, nel letto di fronte a me c'era una ragazza. Era molto magra e senza capelli, grazie alle puntate di braccialetti rossi capii che anche lei stava facendo la chemioterapia.
Oggi sarebbe stato il mio primo giorno di tutto, della mia nuova vita, della cura straziante che annienterà i miei capelli, le mie forze, la mia vita...
Ma devo farcela lo devo per Nick ma soprattutto lo devo per me!
«Ciao, io sono Emma!» Disse la ragazza di fronte a me con un sorriso sincero ma spento.
«Ciao io sono Camilla...» cercai di sorridere ma non riuscii. Aveva lo stesso nome di Em! E questo mi fece sentire meglio.
«Lo so chi sei, sei il mio idolo! Ho visto il video con i Death Lovers sono il mio gruppo preferito e sono venuta anche a vedervi! Anche se per poco... Perché la mia malattia me lo impedisce.»
«Mi...mi dispiace! Purtroppo anche io non potrò più andare ai concerti e... ballare. Ma se vuoi posso far venire la band ! Sarebbero contenti di conoscerti!»
«sul serio? Lo faresti?» Emma era su di giri e iniziò a chiedermi dei gemelli, era innamorata di Dorian e mi aiutò a ritagliarmi un po di tempo al di fuori della mia malattia. Ora ero solo una adolescente che spettegola sui ragazzi e non più una malata in un ospedale.
Il mio turno era arrivato, l'infermiera era venuta a prendermi con una sedia a rotelle che mi rifiutai di usare. Finché avrei avuto le forze per muovermi da sola lo avrei fatto, mi sarei goduta gli ultimi momenti del controllo totale sul mio fisico.
Passare da ballare tutti i giorni più ore a esser trasportati in sedia a rotelle è un dolore straziante.
Quando mi sedetti sulla sedia vidi bicchieri con liquidi di colori diversi dentro e la paura prese il sopravvento. Cercai di non pensare che quelle sostanze radioattive sarebbero entrate nel mio corpo e iniziai a pensare alle cose belle che mi erano capitate in quel periodo.
All'ammissione alla scuola di teatro, a quando ho conosciuto Nicholas, alla band, a Emma, al video, a New York, alla proposta di Nicholas...
Andai così a fondo nei miei ricordi che nessun altro esisteva, nessun dolore.
Due mesi dopo.
«Tanti auguri a teeee! Tanti auguri a tee! Tanti auguri a Camillaaaa.... Tanti auguri a tee!»
Tutti ero qui, in questo fottuto ospedale a festeggiare i miei fottuti 20anni che, dato dei medici, il 58% di probabilità sarebbe stato il mio ultimo compleanno.
Si perché in questi due mesi le cose sono peggiorate, la chemio non funziona, ho perso tutti i capelli e le forze e dai sei mesi che mi restavano siamo passati a due. Se tra due mesi non reagisco ai medicinali e alle cure sarò sotto tre metri di terra.
Ora ero costretta a spostarmi in sedia a rotelle e mossa da qualcuno, altrimenti non resistevo neanche dieci minuti in piedi.
Tutti qui cercano di mascherare la tristezza a parte me. Io non maschero un cazzo.
Emma la mia vicina di letto, era guarita e si era fidanzata con Dorian, Joh è diventato il cagnolino di Emma la mia migliore amica, Lucas esce con un ragazzo (cosa che si era capita!) e... Nicholas sta tutti i giorni in ospedale con me e a volte in studio a registrare.
Non passa giorno che mi dedica una canzone, sua o dei Linkin Park ed è l'unico a cui penso prima di tentare il suicidio.
Sono arrivata a contare la decima volta in cui di notte vorrei andare a morire, meglio vincere che far vincere sta troia di vita, ma non riuscivo mai farlo. Solo per Nick.
Non ho neanche le forze per soffiare le candeline, e lo fa Vittoria per me.
«Forza cami esprimi un desiderio!»
E dentro di me penso, non voglio esser così egoista di chiedere la guarigione a chiunque stia lì sopra, ma una cosa la vorrei chiedere: vorrei vivere ancora un po per vivere come non ho mai fatto.
Guardai Nicholas e lui capì all'istante, mi prese in braccio e mi portò alla sua macchina.
In realtà per fare quelle cose c'era bisogno di un permesso prima ma oggi era il mio ultimo compleanno e quindi fanculo a tutto.
Se una cosa avevo capito vivendo in ospedale era quella di prendere le cose così come vengono.
Ho visto morire troppe persone, ho visto troppa sofferenza compresa la mia e questo non lo tolleravo più così ho scelto la felicità alla vita.
«Quindi dove mi stai portando?»
«A vedere una cosa bellissima!»
Ed era la verità. Andammo a mangiare una pizza in centro e poi arrivò lei, la luna!
Avevo letto su internet che il giorno del mio compleanno si sarebbe vista la luna blu in tutta Italia così avevo pianto sulla spalla di Nicholas perché non potevo vederla...
E ora eravamo li a vederla ed ero contentissima!
«Grazie mille tesoro!»
«per te questo e altro amore mio!»
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ECCOMI DI NUOVO!
Scusate tantissimo l'assenza spero non mi abbiate dimenticata😭😭😭
Ho delle piccole news!
Prima: entro la settimana prossima pubblicherò la fine della storia e una nuova!
Seconda: domenica avrete la copertina definitiva della storia!!!
Contenti?!
Devo precisare che la storia è frutto di pura invenzione non è presa da nessuna storia! La malattia di Camilla l'ho trovata spulciando in Internet. Questo lo preciso perché ho visto (ora tra l'altro) che ce una ragazza che ha avuto la stessa malattia nello stesso posto. Prima di tutto, sono contenta che lei sia guarita, con tutto il cuore! Ma non ho preso la sua esperienza come trama del libro! Prometto!
Al prossimo aggiornamento cicci💕😘
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