CAPITOLO 39
Il pubblico si stava facendo sentire. Le urla arrivavano fino al mio camerino.
Un misto di agitazione e qualcos'altro mi causarono i brividi. Anche quella mattina mi svegliai sudata e con la febbre. Avevo perso un altro kg.
Ero chiusa sola in quella stanza da un ora, i ragazzi erano nella stanza affianco alla mia e i Linkin Park in quella davanti.
È stato un colpo al cuore vederli, pensavo di svenire lì, proprio davanti ai loro occhi. Eppure presi bene la situazione e salutai tutti con un grande sorriso.
Mike Shinoda mi aveva consegnato un grande mazzo di fiori colorati.
Dalle loro espressioni si vedeva che la morte di Chester stava ancora turbando le loro vite e questo dispiaceva tutti.
Era il primo concerto del tour dopo la sua morte e aveva altrettanta importanza per noi che dovevamo aprire la serata.
Bussarono alla mia porta così mi alzai dalla poltrona davanti allo specchio e mi diressi ad aprire.
Nicholas apparve in tutto il suo splendore, era vestito da vero cantante: una maglietta bianca aderente che esaltava i suoi pettorali e i suoi tatuaggi; le gambe erano fasciate da dei pantaloni jeans con degli strappi all'altezza delle cosce.
Nonostante l'analisi accurata dell'abbigliamento, Nicholas non mascherava i suoi sentimenti. Era teso, turbato e persino ansioso.
«Tra 5 minuti devi salire sul palco, ti ricordi la scaletta amore?»
Con me restava sempre dolce e premuroso adoravo quella parte di lui. Lo abbracciai e risposi: «Certo è il lavoro tesoro!»
«Bene perché sai com'è teso Anthony e non vogliamo deluderlo!»
Ad un certo punto una strana e brutta sensazione prese il sopravvento creando una sorta di scossa negativa. Chiamatelo sesto senso femminile, ma sapevo che qualcosa sarebbe andata storta.
«Nick ho una brutta sensazione!»
«Beh fattela passare immediatamente perché si va in scena!»
Mi diede un bacio casto sulle labbra e mi prese per mano verso il palcoscenico.
Dovevo entrare prima io, intrattenere il pubblico e poi presentare i "DEATH LOVERS", ballare, presentare i Linkin Park e uscire di scena.
Pane per le mie tasche insomma.
Salii le scale e entrai in una specie di ascensore claustrofobico insieme a un tecnico, sbucando improvvisamente in mezzo al palcoscenico e a migliaia di persone.
Non avevo mai visto così tante persone in una sola volta neanche agli eventi di mio padre.
Allargai le braccia e feci un giro su me stessa, per fortuna avevo il microfono attaccato alla bocca così potei muovermi come volevo.
«BUOOONA SERA GENTEEEE!»
Presa dall'emozione sorrisi nervosamente ricordando che il mio faccione era videoproiettato dietro di me.
Cercai di calmarmi continuando a parlare e a spiegare al pubblico la scaletta e incitando il più possibile.
Mi ricordai di Anthony, di Nicholas e di tutta la band. Non potevo deluderli, non potevo deludere me stessa.
All'improvviso cadetti in un vortice. Le mie gambe cedettero facendo cadere tutto il mio corpo al suolo.
E poi buio.
«Purtroppo è una malattia rara, non esistono ancora cure testate.»
Aprii gli occhi con fatica ma era tutto confuso. Vedevo sfocato e non capivo cosa fosse successo. Un attimo prima ero sul palco dei Linkin Park a ballare e poi... e poi non mi ricordavo più nulla.
«Ma ci sono delle cure! Anche non testate e certificate! Ci sono! Che aspettate?!?»
Questa volta riconobbi la voce di Nicholas, sembrava arrabbiato e io continuavo a non capire così cercai di chiamarlo ma al posto della mia solita voce uscì un lamento strozzato.
«Ehi piccola! Ben svegliata! Ci hai fatto proprio spaventare.»
Corse verso di me prendendo posto sulla poltrona e accarezzando i miei capelli.
Cercai di parlare ma mi interruppe.
«Cami, riposati. Hai avuto un incidente sul palco e più tardi ne parleremo!»
«No io voglio sapere ora! Di... di cosa stavate parlando?»
Mentre mi tornava la vista vidi la persona che parlava prima e Nicholas scambiarsi un'occhiata per poi venire al letto e parlare.
«Salve signorina. Sono il dottor Joseph Morgan.
Purtroppo il tuo incidente sul palco, oltre ad averti provocato diverse fratture e una leggera commozione celebrale... è stata a causa di una brutta malattia.»
Cercai di guardare Nicholas al mio fianco ma vedevo solo le sue mani che stringevano forte le mie.
«...Purtroppo Camilla ti devo dire che hai il Linfoma di Hodgkin. Questa malattia è una forma di tumore molto rara, colpisce solamente lo 0,05% della popolazione. Colpisce soprattutto i giovani tra i 20 e i 30 e gli anziani.
Non si sa con precisione cosa è dovuto questo tumore sappiamo solo che prende il sistema linfatico, quindi le cellule e i tessuti che proteggono l'organismo. »
Mi stava crollando letteralmente il mondo addosso!
Come potevo avere un tumore? Io che ho sempre cercato di mangiare sano. Di fare sempre attività. Io che non fumo e non bevo quasi mai!
Mi sentivo persa e Nick al mio fianco non diceva nulla! Era immobile, a guardare il nulla piangendo silenziosamente.
Il dottore continuò
«Purtroppo questo sistema è presente in tutto l'organismo e quindi è impossibile prevenirlo. Ma abbiamo trovato dove è situato e che tipo di linfoma è. Si tratta di un livello X, cioè massa tumorale molto grande e si trova sul collo.»
Non parlavo. Non riuscivo a far uscire una maledetta parola dalla mia bocca. Era troppo, era troppo per me. Non poteva essere, io mi sentivo bene...
«Ma io mi sento bene...»
«Hai perso kg in questi mesi? Hai avuto continue sudorazioni e febbre la sera? Hai avuto periodi dove non avevi appetito?»
«Si ho avuto tutte queste cose, ma sono cose normali! Io... io non continuo a capire! Mi è accaduto tutto un mese fa ma è per lo stress!»
Mi cercai di giustificare nonostante sapessi che non avrebbe avuto senso. Le cose erano così punto e stop non avrebbe cambiato nulla provando a giustificarsi.
«Si può manifestare anche per motivi di stress. So che hai avuto problemi molto seri. Non ci sono studi certi su come si può aver preso questo tumore. Purtroppo come hai detto tu sono sintomi molto vaghi e molte persone muoiono non sapendo di aver questa malattia.»
«Cosa... cosa si può fare?»
«Nel tuo caso solo la radio e la chemioterapia. Non è possibile tentare un intervento, la massa è troppo estesa e il trapianto di cellule è molto rischioso.
Ci sarebbero dei farmaci ma non sono testati e potrebbero creare effetti collaterali peggiori del tumore a se.
Io vi consiglio di tornare in Italia, iniziare le terapie li. Se non funzionano provare i medicinali.»
«Quanto tempo ho... insomma... ancora a disposizione...?»
La mia voce moriva ogni parola che pronunciavo.
«Ancora poco. In base alla massa e a quanto ha messo per espandersi... direi ancora tre o massimo sei mesi.»
«Ma... è possibile curarla e vincerla vero?»
«Si è possibile ma devi stare calma! Domani ti dimetteremo così partirai immediatamente per tornare in Italia, ti lasciamo un kit se mai stessi male. E una volta in italia troverai già tutti i medici pronti per le cure!
Ovviamente le cure saranno molto pesanti e dovrai mollare sia il tour che ogni tipo di attività fisica.»
Il dottore mi guardò negli occhi e capì che stavo per avere un attacco di panico così mi prese la mano libera e continuò a parlare. «l'importante è che non molli! Capito? Puoi venirne fuori tranquillamente l'importante è che non ti arrendi mai!»
Sostenni il suo sguardo e lo ringraziai. Dopo essersi congedato mi girai verso Nicholas cercando di capire cosa avesse.
«Io...Io mi dispiace avervi rovinato il concerto dei Linkin Park... era molto importante e chissà solo Anthony com'è arrab...»
«Non lo dire neanche! Ci siamo tutti spaventati. Hanno cancellato la data e il nostro tour finché tu non ti riprendi! Sei parte della band ormai Cami! E come tale sei importante tanto quanto noi! Ne usciremo vincitori, io e te contro quella stronza della morte! Ha vinto una volta, portandomi via una persona importante non lo farà un'altra volta!»
Nelle ore successive Nicholas rimase al mio fianco tutto il tempo e vennero a farmi visita tutto lo staff della nostra band compreso Anthony a cui dissi cento volte di esser dispiaciuta.
Vennero a trovarmi anche i Linkin Park porgendomi i loro "mi dispiace".
Parlai con loro parecchio tempo, mi raccontarono gli ultimi giorni di vita di Chester dove era sereno e persino sorridente, a come rimasero sotto shock quando vennero a sapere della sua morte.
La depressione è una brutta cosa, e ne certifica il fatto che un'ora prima sei felice e l'ora dopo ti vuoi suicidare. Non si controlla come il mio tumore e chissà cosa mi capiterà nei mesi successivi, sarò morta? O festeggerò alla faccia della morte?
So soltanto che combatterò con tutte le mie forze, io ho solamente diciannove anni non posso morire così. Nicholas non se lo merita! Non può perdere anche me non me lo perdonerei mai.
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ECCO A VOI IL 39ESIMO CAPITOLO!
Vi aspettavate qualcosa del genere?
E chi vincerà ? Camilla o la morte?
Nicholas era strano! Cosa frullerà nella sua mente?
Vi prometto un Nicholas's pov nei prossimi capitoli❤
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