CAPITOLO 38
Mi svegliai grazie alla luce che filtrava da quella maledetta vetrata. Figa quanto vuoi ma la mattina volevo dormire!
Mi alzai contro voglia e andai a lavarmi i denti, erano solamente le sette di mattina e il servizio era alle dieci "AM".
Nick era sotto la doccia e stava cantando.
La sua voce era come un canto di usignolo, così dolce così profonda, che parla di tutti i dolori vissuti.
Dal primo momento, mi ero accorta del fardello che porta ogni giorno anche se non ne parla mai, avevo sofferto e ancora soffrivo con lui.
Io i miei demoni li avevo sconfitti, ora era il suo turno.
«Amore, stanno bussando alla porta vai tu?»
Ero così presa dai miei pensieri che non mi resi conto di ciò che stava accadendo attorno a me.
«Certo tesoro, scusa stavo ascoltando la tua voce... vado subito!»
«Salve servizio in camera! Ecco la vostra colazione.»
È proprio vero che gli americani sono tutti fighi!
«Emmm... Grazie mille!»
Il cameriere era un ragazzo palestrato, con un bel sorriso e gli occhi azzurri, il perfetto americano della porta accanto ma in questo caso, della suite accanto!
«Di nulla signorina, ha bisogno di altro?»
Quello era un occhiolino? Ci stava provando con me?
«No. Non ha bisogno di altro, grazie e arrivederci.»
Nicholas era apparso magicamente al mio fianco con solo l'asciugamano stretto attorno la vita. La sua risposta era fredda e assomigliava quasi a un ringhio. Sbattè la porta in faccia al ragazzo americano e si voltò a guardarmi furioso.
«Cosa ce?» Dissi cercando di mascherare il sorriso da ebete che stava per uscirmi.
Era geloso! Per la prima volta!
Alle serate sembrava quasi incurante dei ragazzi che ci provavano con me e quella improvvisa manifestazione di gelosia mi fece meravigliare.
Così presi la palla al balzo e lo stuzzicai un po.
«Cosa ce??!? Sei quasi mia moglie e lui ci prova con te?!»
«Beh è un ragazzo veramente carino e poi non lo sa che stiamo insieme...»
Ora era con i pugni stretti e il muscolo della mascella tirato.
«Ah si?! Non lo sapeva? Non siamo in una suite presidenziale MATRIMONIALE perché siamo fratelli!»
Oh caro Nick, un carico di bastoni per te!
«E lui che ne sa? È stato solo gentile, dai tesoro, è il suo lavoro!»
Oh, oh... avevo esagerato.
«Davvero? Anche l'occhiolino è compreso nel pacchetto "sta facendo solo il suo lavoro"? Davvero Camilla lo stai difendendo?»
Mi misi a ridere di pancia e ad alta voce, la faccia di Nicholas tramutò da "incazzato nero" a "confusione" a "mi stai pigliando per il culo stronza" e in fine "sarai morta tra pochi istanti".
«Ti conviene scappare!»
«Ok corro!!!»
Mi inseguì per tutta la suite ma alla fine fece un placcaggio alto e mi buttò sul letto violentemente.
«CARTELLINO ROSSO PER NICHOLAS MARINI! PLACCAGGIO PERICOLOSO E ALTO! ESPULS...»
«Stai zitta, non te la caverai!»
E fu così che iniziò la mia tortura: il solletico sotto i piedi.
Dopo interminabili minuti che sembrarono ore per me, mangiammo e mi preparai nervosa.
«Comunque... non ne abbiamo mai parlato ma vorrei avere quattro figli..»
«Sul serio Nick vuoi parlare di questo mentre stiamo andando a fare un servizio fotografico?»
«Si perché no? Insomma... Io voglio avere una famiglia, ovviamente più in là però la voglio avere.»
«Si tesoro, anche io ma sono parecchio agitata, ne possiamo parlare più tardi?»
Non mi ascoltò, continuando il suo discorso.
«Vorrei avere due gemelli, sarebbe magnifico se fossero un maschio e una femmina! Poi altre due femmine! Vorrei che ci fosse un maschio e che fosse il più grande così difende le sorelline più piccole..»
«Io in verità preferirei tutti maschi... non so ho sempre pensato a una casa di maschietti rudi e sporchi. Che si allenano a rugby o a football americano e che fanno risse dalla mattina alla sera. Che si passi più tempo a parlare con il preside che con loro e di mandare fuori casa le ragazze da una botta e via la mattina successiva che si fanno tutte le sere. Esserci a consolarli quando quella giusta spezzerà il loro cuore, e esserci alle lauree , perché saranno intelligenti!»
Si susseguirono secondi di silenzio dati dalla bocca spalancata di Nicholas, così continuai:
«Però insomma, non mi importa che sesso saranno e quanti saranno, li amerò ugualmente tantissimo! Però ora muoviamoci, prima finiamo quel servizio e prima torniamo in camera!»
«Ok capo!»
Il suo viso parlava da solo. La sua espressione era sorpresa, dolce e anche un po divertita.
Entrai nella macchina nera Berlina che l'azienda ci aveva mandato per il servizio e accovacciata tra le braccia di Nicholas mi godetti il paesaggio di grattacieli di New York.
«No ma sul serio hai già pianificato tutto?»
«No non tutto... certo il matrimonio vorrei che fosse con tanti fiori e...»
«Okok, basta! Ho capito Cami! Godiamoci questi ultimi momenti tranquilli.»
Sorrisi soddisfatta. Ormai lo conoscevo troppo bene!
Uscimmo dalla macchina dopo una ventina di minuti. Già non mi ricordavo più per chi dovevamo fare il servizio fotografico, maledetta me e la mia memoria corta.
«Sai, non mi ricordo per chi dobbiamo fare le foto...»
«Welcome! Seguitemi!» Disse una ragazza in inglese all'entrata della sede, ma non ci feci caso.
«Sul serio Cami?! Cazzo stiamo per entrare dentro e me lo chiedi?»
«Si beh, ma non ci capiscono ti sto parlando in italiano!»
«Oh santo cielo! Dobbiamo fare la campagna di Paco Rabanne ricordi ora?»
«Oh sisi!!»
Entrai in un camerino con il mio nome lasciando Nicholas fuori arrabbiato insieme alla ragazza di prima. all'interno trovai una tutina tutta oro e dei tacchi a spillo brillantinati, grazie ai kg persi nelle ultime tre settimane, riuscii ad entrarci.
Facevo la mia porca figura ma lasciavano troppo scoperte le gambe e la schiena.
Uscendo dal camerino andai a sbattere contro Nicholas e sistemandomi sui tacchi mi ricordai dei mesi precedenti quando a scuola andai a sbattere contro di lui ben due volte in un giorno.
Così dissi sorridendo,
«Sempre tuo solito sbucare nei momenti sbagliati.»
«Si beh, invece è sempre TUO solito andare addosso alle persone!»
«Tuchè»
«Ti amo! Vedrai che ti diverti!»
«Oh lo spero altrimenti mi divertirò con altro ma per te non sarà piacevole!»
«Cazzo che sadica!»
Venimmo interrotti dalla ragazza di prima e solo in quel momento mi resi conto di quanto fosse bello il mio boy, aveva una giacca nera e una cravatta color oro. Anche i pantaloni erano oro ma meno luccicanti.
Mi allontanai dal petto di Nicholas dopo le rivelazioni shock e seguii amareggiata la ragazza rovina momenti. Da quel momento si sarebbe chiamata così.
Nicholas mi prese per la vita e avvicinandosi al mio orecchio mi sussurrò:
«Comunque sei bellissima!»
«Mah, non sei niente male pure tu!»
«Ah, davvero? Siamo i nuovi testimoni della campagna Paco Rabanne, non fare come il tuo solito ...»
«Cos'è ti vergogni di me?!»
Da rossa per il complimento diventai rossa di incazzatura. Io ero pur sempre un'attrice e anche se in privato ero una passa guai, non significava che davanti ai riflettori fossi uguale.
«Nono! Tesoro, non mi vergogno di te! Mi piaci come sei nella vita privata e... mi scordo sempre che sei un'attrice, scusami!»
«Oh! Questa non te la faccio passare liscia... nono!»
Entrammo in una stanza che sembrava più un campo di battaglia. Tutte le persone che erano lì dentro correvano da una parte all'altra con facce impaurite e dopo pochi secondi capii il perché; un uomo di circa trentacinque anni dava ordini a bacchetta che Hitler ne sarebbe stato orgoglioso. Fece piangere un'aiutante urlandole addosso e buttò per terra una luce da set di cui il costo era minimo cinquecento dollari solo perché non si adattava bene al set.
Io e Nicholas ci guardammo perplessi non accorgendoci dell'arrivo di "fotohitler".
«Ma che onore avervi qui! Mr. Marini e ... miss De Santis! Scusate il baccano, ma quando lavori con gente incompetente è questo il risultato.» Quasi urlò nel pronunciare l'ultima frase e tutto il cast si girò guardandolo male.
«Che ce? Non avete da lavorare? Susu! Dove sono i truccatori? Ci sono due modelli da sistemare!
Ma tesoro! Che pelle screpolata che hai! Ma non metti delle creme?»
Si stava riferendo a me, e le palle mi iniziarono a girare. Feci un bel respiro e risposi in modo più falso possibile ricordando le parole di Nicholas: «No purtroppo no, le ho lasciate in Italia e qui fa molto freddo!»
Sorrisi e guardai con la coda dell'occhio Nick che intanto rideva sotto i baffi. Brutto stronzo!
«Oh ma che cosa orribile! Susu muovetevi a farle una maschera e un bel trucco! Non voglio brufoli nelle mie foto!»
"Come se Photoshop non esistesse" pensai a me stessa.
E comunque non avevo mai visto un gay così rigido. Mi feci trasportare con mio disappunto alla postazione del trucco guardando Nicholas andare da un'altra parte. A portarmi fu una ragazza che aveva la mia stessa espressione esasperata.
Mi sedetti davanti allo specchio e cercai di osservarla meglio dal riflesso. Sembrava molto giovane forse aveva un anno in meno di me ed era molto bella, poteva benissimo fare la modella e invece era finita in quel postaccio ...
«Comunque mi chiamo Camilla piacere! Tu come ti chiami?»
Mi girai con la poltrona davanti a lei porgendole la mano sorridendo.
«Mi chiamo Rosy, piacere!» ricambió sia la stretta che il sorriso e mi voltò nuovamente verso lo specchio. Iniziò a sistemarmi i capelli così diedi inizio all'interrogatorio:
«Ma è sempre così il "fotohitler"?»
Mi guardò con un misto di curiosità e divertimento.
«Scusa, è il mio modo per chiamare le persone di cui non conosco il nome! Volevo dire il fotoGRAFO!»
«Si purtroppo si e non fa distinzione con nessuno, neanche con sua sorella!»
«Oh! Tu sei sua... sorella?»
«Stano vero? Siamo opposti e abbiamo abbastanza anni di differenza eppure nelle nostre vene scorre lo stesso sangue!»
Notai un leggero accenno di disprezzo nella sua voce ma come darle torto, era proprio una canaglia quell'uomo!
«E... quanti anni hai?»
«Diciannove, come te. Solo che io al posto di fare ciò che mi piace sono qui a truccare e pettinare viziati e pieni di sé...»
Mi guardò e accorgendosi dell'epocale figuraccia aggiunse: «Ovviamente non te! Tu sei la prima che mi rivolge la parola!»
«Nessun problema! Cosa vorresti in realtà fare scusa?»
«La modella. Riuscivo a lavorare ogni tanto per qualche fotografo ma da quando mio fratello l'ha scoperto si è sentito tradito e mi ha rinchiuso qui dentro. Mi piace truccare, sto studiando questo ma vorrei fare anche la modella ora che ho l'età per farlo.»
«Cavolo che brutto! Vorrei poter far qualcosa!»
«Oh non puoi! Non prende in considerazione neanche nostra madre!»
«Ma non è assolutamente giusto! Tu devi fare ciò che vuoi indipendentemente da tuo fratello! E poi chi vorrebbe stare qui? Nessuno sano di mente!»
«In realtà tutti i ragazzi che sono qui dentro a parte me, sono persone consapevoli che solo per stare al fianco "del grande maestro di fotografia" -mimó le parole con delle virgolette- non si farebbero pagare. E infatti è così! Il quaranta percento degli stagisti non sono pagati qui!»
Rimasi sconcertata alla rivelazione, così prima che iniziasse col trucco le chiesi l'ultima domanda «E tu? Insomma tu sei pagata?»
«Per fortuna si. Ce un contratto che obbliga tutti i truccatori, stilisti e parrucchieri ad esser pagati per l'operato!»
Sospirai di gioia «Per fortuna!»
« anche se da modella prenderei molto di più...
Ora basta domande! Devo metterti il rossetto e ho bisogno che stai in silenzio.»
Mossi leggermente il capo per farle capire di aver afferrato.
Dopo mezz'ora ero bella, pronta e truccata.
Il look non era molto sobrio ma era accettabile.
Avevo un profondo smoke eyes e un rossetto oro brillantinato.
«Grazie mille Rosy! Ti chiamerò al mio matrimonio!» Dissi contenta.
Rosy sorrise e mi riportò nel campo di battaglia.
«Ce ne hai messo di tempo eh?»
Nicholas non era cambiato di una virgola, solo i capelli erano in ordine e con la cera.
«Ho fatto nuove conoscenze! E sono lieta di dirti che ho trovato la mia "make up artist" per il nostro matrimonioooo!» urlai l'ultima sequenza di "o" euforica.
«Ma non abbiamo ancora deciso il giorno e soprattutto l'anno!»
«Fa niente Rosy sarà al nostro matrimonio punto e stop!»
«Ok amore!»
Entrammo mano nella mano in mezzo alle luci e ascoltai le indicazioni del regista barra fotografo barra Hitler.
Mi misi sulle spalle di Nicholas e iniziò il video.
Il mio compito era abbastanza facile dovevo, sulle note di Taylor Swift "look What you made me do"; sussurrare all'orecchio di Nicholas qualcosa poi scendere, aspettare che lui facesse vedere il profumo, tirare un finto calcio e farlo cadere e mostrare alle telecamere il mio profumo.
Dopo interminabili foto, scesi felice da quei tacchi belli ma scomodi rimettendomi le mie amate Vans.
A casa avevo una collezione enorme di scarpe Vans, dal primo modello comprato all'ultimo. C'era chi collezionava francobolli, chi modellini di automobili e poi c'ero io... collezionatrice seriale di Vans, avevo all'incirca cinquanta modelli differenti.
«Mama! Sono stanca morta, ho fame e mi fanno male i piedi!»
«Si quel George ci ha stremati! Almeno la pizza era buona!»
Mi venne il nervoso solo a ripensarci. Quello stronzo del fotohitler!
«Vaffanculo io per colpa sua ho mangiato un'insalata perché sosteneva che poi non entrassi più nella tuta! Cazzo sono dimagrita già troppo, me la meritavo una fetta di pizza.»
«Amore tranquilla! Adesso andiamo a mangiare un bel panino in hotel ok?»
Almeno potevo consolarmi con il mio nuovo profumo di Paco Rabanne! Era una fragranza nuova e più forte rispetto alle altre. Il lato positivo di tutto quel lavoro oltre ad aver ricevuto in regalo il profumo avevo anche la tuta, i tacchi e una promozione a vita sui loro profumi.
Niente male la vita di una promoter!
Guardrano quasi le otto di sera, avevamo passato sul set circa sette ore della giornata e il giorno seguente ci aspettava il concetto dei Linkin Park!
Ero in estasi, per la prima volta li avrei visti dal vivo e avrei ballato sul loro palco. Non da meno i ragazzi erano tesi e quella sarebbe stata la loro svolta finalmente.
Mi rilassai sul sedile dell'auto che ci stava riportando in hotel tra le braccia del cantante più figo del mondo, serena.
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Ciao ragazzi !
Prima di tutto vorrei ringraziarvi per i messaggi premurosi.
Per fortuna non mi sono rotta nulla, solo tanto spavento.
Poi lo stronzo che mi ha tagliato la strada mentre lavoravo non si è neanche fermato.
Ho solo avuto un trauma al ginocchio !!!!
Secondo! Siamo quasi alla fineeeeee😭💕
Ho voluto fare questo capitolo lungo per concentrarli in realtà sarebbero due, ma proprio perché nel prossimo capitolo ci sarà la svolta di tutta la storia!
Non vi anticipo nulla perché sono curiosa di cosa pensate possa accadere infatti, aspetto i vostri innumerevoli commenti e stelline✨✨
(Ovviamente solo se la storia vi piace!)
Ora vi auguro una buona notte e se volete dirmi qualsiasi cosa io sono qui💕
Notte❤
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