CAPITOLO 33


Facemmo fatica ad arrivare a casa. Non volevo più staccare le mie labbra da quelle di Nicholas. Ero così su di giri che fosse stato per me avrei fatto l'amore davanti a tutti nel teatro dopo la richiesta di fidanzamento.
Ma dovemmo aspettare ancora tre ore, l'attesa più lunga della mia vita.
Aveva organizzato una festa di fidanzamento in grande stile, con champagne, musica e persone famose, giornalisti, fotografi e persone "fortunate". Nick mi raccontò tra una foto e un'altra, di come il resto della band avesse organizzato un contest per partecipare alla serata a mia insaputa e avevano scelto cento persone su più di mille che si erano candidate.
Durante la fake intervista non me ne resi conto perché ero troppo presa e emozionata ma una volta alla festa vidi la band, Anthony, Emma, i ballerini del video, la troupe e persino mia nonna, mia madre e mio padre.
Quest'ultimi mi spiegarono che una volta partiti io e Nicholas, avevano preso il jet privato per raggiungere la serata tanto attesa e che avevano inoltre preso due stanze nell'hotel più lussuoso di Milano, ovviamente.
A quanto pare erano tutti a conoscenza della proposta a parte me. Con gli ultimi avvenimenti ero entrata poco su Internet per via delle notizie che giravano su me e Andres.

«Cami non riesco ad aprire la porta...» In effetti ero in braccio a Nicholas, per quanto il mio vestito stretto mi permetteva di rimanere appesa e non volevo che le sue mani smettessero di toccarmi.
«Allora facciamolo qui no?»
«Oh piccola, vorrei tanto sbatterti contro questo muro ma ti meriti come mia futura moglie una notte sfrenata in un letto.»
«Ti prego dillo di nuovo!»
«Cosa? Mia futura moglie?»
«Cazzo muoviti ad aprire quella dannata porta!»
Quelle tre paroline mi mandavano in estasi più di un ti amo. Più di qualsiasi cosa. Era così bello sapere che tra pochi mesi sarei stata sua moglie che mi chiedevo ancora se fosse un sogno.
«Togliti subito quei pantaloni!» Quasi ringhiai nel pronunciare quella frase.
« Ehi! Calmina! Qui oggi comando io! Capito?»
«Ok allora, mio Signore la supplico di togliermi questo vestito!»
Lo dissi così tanto sexy e seducente che Nicholas ci mise un bel po per riprendersi.
Mi sbottonò la cerniera con delicatezza facendo scorrere le sue mani ruvide sulla mia pelle delicata, e così il mio vestito scivolò senza nessun ostacolo sul pavimento lasciando Nick a bocca aperta.
Non indossavo niente sotto quel Bellissimo vestito e lui si stava assaporando ogni centimetro della mia pelle mordendosi il labbro.

Si tolse lentamente la cravatta guardandomi negli occhi e in pochi secondi raggiunse il mio vestito; poi fu il momento della camicia.
Con ormai le labbra gonfie per la voglia, improvvisamente mi ritrovai piegata contro il letto. Nicholas prese i miei capelli attorcigliandoli tra le dita e li tirò verso di se costringendomi a piegare la testa all'indietro.
Un dolore piacevole mi invase la nuca ma non protestai, riuscivo a vedere di sfuggita i suoi movimenti e con il sedere che sfiorava il suo pacco sentii improvvisamente un bruciore alla natica destra.
Nick mi aveva tirato una pacca violenta!
Urlai non per il dolore ma per il piacere, non avevamo mai fatto l'amore perverso e quella con tutte le probabilità sarebbe stata la prima volta.
Passò un dito toccando leggermente la mia intimità e quando si accorse che ero già bagnata fradicia un ringhio roco quasi melodico uscii dalla sua splendida bocca.
Mi passò il suo dito bagnato sulle labbra facendomi inarcare ancora di più la schiena. «Hai visto come sei bagnata per me Cami? Cazzo dovrei punirti per questo!»
Un altro sonoro ceffone si schiantò questa volta contro la mia natica sinistra mentre mi schiudeva le labbra con il dito. «Assapora la tua voglia! Che poi lo farò io!»
Non riuscii a trattenermi così iniziai a muovere la lingua sentendo anche attraverso i pantaloni, il suo membro spingere verso il suo paradiso terrestre.
Ormai non mi sentivo più la cute per quanto mi tirava i capelli. Volevo di più ma lo lasciai fare.

«Oh si tesoro! Così si fa! E ora girati!»
Senza alcun preavviso mi spinse e mi ritrovai girata seduta sul letto. Non aveva lasciato i miei capelli ma le chiappe facevano un male cane ora che toccavano le lenzuola procurandomi un misto tra sollievo per il fresco e dolore per gli schiaffi.
Decisa, sbottonai i pantaloni che immediatamente raggiunsero il mio vestito e la camicia seguito a ruota dai boxer.
Con la lingua tracciavo il sentiero delle mie labbra gonfie e con gli occhi guardavo dal basso Nicholas.
Da quella prospettiva era ancora più possente, i muscoli minacciavano di esplodere e quella tartaruga... mi mandava fuori di testa!
Iniziai ad accarezzare delicatamente con la lingua e con la mano il suo pene, cercando di recare a lui il piacere più intenso.

Dopo una decina di minuti Nicholas iniziò a tremare facendomi capire che era il momento, così diedi un'ultima leccata al suo amico e mi staccai per ricevere il suo seme addosso.
Urlammo insieme.
Non perse tempo, mi fece sdraiare e iniziò a scendere verso il mio ventre.
Fu una notte lunga e fottutamente bella.
Dopo ben quattro ore di sesso alternato da violento a dolce e passionato, ero distesa sul fianco con le braccia appoggiate sul petto nudo del mio futuro marito.
Spensierata. Potevo usare una sola e unica parola per definire il mio stato d'animo in quel momento, ed era proprio: spensierata.
Non pensavo più a nulla tranne che all'amore improvviso e forte che provavo per quell'uomo che era disteso al mio fianco.
Le prime luci dell'alba stavano accarezzando i nostri corpi e Nicholas guardava il soffitto con il sorriso sulle labbra.
Ero un dolore ovunque, avevo lividi, succhiotti, morsi... ed ero sicura che fosse la stessa cosa anche per lui.

«Nick, come hai fatto a organizzare tutto in così poco tempo?»
Si girò a guardarmi con gli occhi pieni di emozione. « Era in mente da tanto tempo in realtà, prima dello... stupro.» Respirò con difficoltà cercando di trattenere le emozioni ancora ben vivide sull'accaduto.
Spostai il braccio in direzione delle sua testa iniziando ad accarezzare delicatamente i suoi capelli, tenendo il mento appoggiato sulla sua spalla.
«Avevo chiamato tuo padre circa due settimane prima che partissi per incontrarlo e spiegare il tutto. Ma come sai, con il tour ho dovuto posticipare l'incontro. Così avevo in mente di raggiungerti il giorno dopo Natale. Ma è successo quel che è successo...»
«Oh, ok.»
«Comunque, ho parlato con tuo padre quando eri ancora in ospedale e lui era emozionatissimo all'idea. Lo sapevano anche tua nonna e tua madre, per questo Camilla senior ti ha regalato quel vestito.»
«Ma lei non mi aveva detto per cosa mi serviva... è stata tutta una botta di fortuna.»
«No, sapevo che trattandoti con indifferenza tu ti saresti messa quel vestito per ripicca e così è stato o sbaglio?» Mi fece l'occhiolino e mi arrabbiai. La mia incazzatura durò poco, Nicholas mi stava baciando con passione.
«Ok, sei uno stronzo!»
«Uno stronzo che ti piace però!» Disse sorridendo.
«Chissà come mai l'ho già sentita questa frase!»

Era la mattina di capodanno e avevamo parecchie cose da organizzare. Ci aspettava una festa coi fiocchi a casa mia e di Emma, ma prima avevamo promesso ai miei genitori un pranzo insieme visto che sarebbero tornati nel pomeriggio.
Erano solamente le sette di mattina quando la chat del gruppo intitolato "CAPODANNO PRIMA DELL' AMERICA" iniziasse a suonare all'impazzata.
«Dovremmo alzarci, abbiamo parecchia roba da fare.»
Io ero l'organizzatrice per eccellenza quando si trattava di feste a base di alcool. Mi ero fatta una vera e propria cultura americana molti anni prima ritornata utile per questo evento.
«Ma sono solo le sette e mezzo di mattina Cami!» Brontolò il mio sexy fidanzato.
«Lo so ma devo dare i compiti a tutti ah e il tema è l'America ovviamente quindi mettiti qualcosa di inerente!»

Avevo organizzato una festa coi fiocchi. Erano inclusi ovviamente i tre giochi alcoolici: birra-pong, non ho mai e... Rullo di tamburi... Tic Toc Tac!
«A me piaceva più il monopoli alcoolico.» Nicholas era seduto al mio fianco e leggeva la scaletta della serata.
«Lo so tesoro ma se giocassimo a quello saremmo ubriachi al primo giro e io voglio godermi la serata.»
Nella lista erano indicati anche i ruoli di ognuno, divisi in coppie: Io e Nick dovevamo comprare il cibo, Emma e Joh addobbare casa e i gemelli comprare gli alcoolici.
Non avremmo svaligiato il pub privato di Nicholas anche perché ne ero solo io a conoscenza.

Il resto del mattino fu un vero inferno. Ricevevo continue telefonate per qualsiasi cosa anche la più inutile riguardante la festa. Quando arrivai all'hotel con Nicholas decisi di spegnere il telefono e pranzare in santa pace con la mia famiglia.
Indossavo un vestito azzurro generoso sul petto e lungo. Ovviamente mia nonna non perse tempo a Milano e mi fece recapitare il vestito da un fattorino di qualche boutique nella Rinascente.
Anche a Nick inviò un bellissimo smoking nero e mi chiesi dove avesse avuto le sue misure. Certe cose che faceva mia nonna erano segretamente nascoste e neanche sotto tortura le avrebbe rivelate.
Mia mamma invece aveva un paio di pantaloni a vita alta neri e un maglione Bordeaux, mia nonna un vestito a maniche lunghe rosso brillantinato e la sua collana di perle bianche al collo. Mio nonno le aveva regalato quella collana.
All'epoca non erano ricchi e così chiese in sposa nonna con l'unica cosa preziosa che possedeva, la collana della mia bisnonna. Purtroppo nonno se né andò troppo presto e nonostante la ricchezza che le era riuscito a dare, l'unico gioiello che nonna indossava era la sua amata collana di perle.

Mio padre indossava uno smoking stile il padrino. Quasi non mi strozzai nel vederlo così compiaciuto del suo nuovo look e mi limitai a sorridere anche se l'unica cosa che volevo fare era quella di ridere a crepa pelle.
«Ragazzi sedetevi.» Chissà come mai me lo immaginai con il gatto in braccio e in dialetto siciliano. Ridere era impossibile così sputai tutta l'acqua che stavo bevendo in faccia a mio padre, non fu un piacevole evento.

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