CAPITOLO 25
(ecco a voi finalmente il capitolo 25💕)
Aprii gli occhi intorpidita. Sentivo solo un rumore di... macchinari? Ero in ospedale?
Cercai di tirarmi su con la testa ma le vertigini vennero a farmi visita.
Vedevo sfuocato intorno a me e dovetti sbattere gli occhi una decina di volte per poter iniziare a vedere qualcosa.
Sbucarono nel mio campo visivo due teste, una femminile e una maschile.
«Si è svegliata!»
«Finalmente! Cami tutto bene?»
I ricordi tornarono alla mia mente come un uragano e di scatto cercai nuovamente di alzarmi ma qualcuno teneva la mia mano.
« Cami calmati, sei in ospedale va tutto bene!»
Riuscii a riconoscere la voce di Nicholas e mi rilassai.
«Ragazzo, dovresti andare a fare una doccia, ora che sai che si è svegliata vai a riposarti.»
La seconda voce non la riconoscevo ma a poco a poco mentre riprendevo del tutto la vista mi accorsi che era un'infermiera.
«No voglio stare con lei!»
Sentii una lieve pressione sulla mia mano destra, era Nicholas, la stava stringendo .
«Cos... cosa è successo?» Sentivo la bocca secca e avevo bisogno di bere.
Nick se ne accorse, prese velocemente il bicchiere dell'acqua da qualche parte vicino a lui e mi tirò su il letto elettronico.
«Quel bastardo!» Ringhiò mentre mi aiutava a bere «Ti ha.... violentata...»
«Si questo me lo ricordo. Ma come sono arrivata qui? E perché tu sei qui e non con i tuoi?»
Non lo avevo mai visto così arrabbiato e ci mise un paio di minuti per rispondere.
« Vi ha trovato tuo padre, tu eri stesa a terra con... lui sopra che ti teneva per la gola.»
Si fermò, staccò la sua mano dalla mia per accarezzarmi il viso delicatamente. Bruciava al tatto, come quando caddi dalla bicicletta da piccola.
« L'ha picchiato finché non sono arrivati i poliziotti. Appena si è ripreso, tuo padre ha chiamato Anthony dicendo di avvisarmi così appena ho saputo tutto sono partito.»
Ero esausta ma avevo bisogno di risposte così lo guardai e lui continuò.
« Cami, ho avuto paura! Sei stata qui per un giorno intero e...»
«Sei stato qui tutto il giorno di Natale?» Lo interruppi sbalordita.
«Si ma non mi interessa! Camilla io ti amo. So che ci frequentiamo da poco ma io sono pazzo di te e vederti lì, che avevi perso conoscenza mi ha fatto stare malissimo. Non posso vivere senza di te e non posso perdere anche te! Non voglio.»
L'infermiera entrò dalla porta e sinceramente non avevo neanche notato che se né fosse andata.
«Bene, ora è meglio che riposi, ok Camilla? Per qualsiasi cosa tira il filo e veniamo a tua disposizione.» indicò un filo vicino al letto.
«Io vorrei restare qui. Voglio stare con lei.»
Il suo discorso mi aveva scombussolato più di prima e l'unica cosa che volevo in quel momento, era che stesse con me il più possibile.
«Nicholas, vai a farti una doccia. Qui rimango io finché non torni.»
La voce roca di mio padre mi riempì i timpani.
« Va bene signor De Santis. Per qualsiasi cosa mi chiami.» Nick mi accarezzò i capelli e mi diede un bacio sulla fronte prima di alzarsi e uscire dalla stanza.
Mio padre prese il posto dove poco prima c'era Nicholas e mi guardò negli occhi.
« Gra... grazie papà.»
Riuscii a dire solo quello ma lui mi prese il viso delicatamente con due dita e mi diede un bacio sulla guancia.
« Camilla, riposa.»
«Ma... ma non andrai nei guai vero?»
Sul suo viso comparì un'aria perplessa, poi mi abbassò il letto e iniziò a parlare.
« Non andrò nei casini Cami, tranquilla. A Andres spettano guai più grossi.»
Quel nome mi fece arricciare la pelle.
Quando mi svegliai trovai sia mio padre che Nicholas seduti. Stavano dormendo. Erano probabilmente devastati dal sonno e dall'agitazione così non li svegliai.
Cercai di alzarmi da sola ma quel dannato collare non mi faceva muovere.
Per fortuna non avevo niente di rotto e l'infermiera mi aveva assicurato prima di prendere sonno, che il giorno dopo sarei stata dimessa.
Che rabbia.
Non ci potevo credere che Andres fosse capace di farmi del male.
Cosa era successo in lui? Cosa c'era nella sua testa.
Non era lo stesso.
Mi appoggiai al cuscino e chiusi gli occhi per ricacciare dentro le lacrime. Non avrei permesso di farle uscire ancora.
Stavo per aprire gli occhi quando sentii mio padre alzarsi.
«Nicholas.» Ora la sua voce era dall'altra parte del letto vicino a Nick. Rimasi con gli occhi chiusi per ascoltare.
« Mi dica...»
« Vorrei parlarti.»
«Certo non ci sono problemi, però vorrei rimanere qui.»
Nicholas prese la mia mano tra le sue.
« Va bene.» mio padre continuò
« Sono così contento che ci sei tu con lei. A pensare di aver aperto le porte a quel pezzo di..»
« Non potevate prevedere questo. Non si incolpi. Anzi, Camilla è viva grazie a lei.»
« Per favore dammi del tu.»
Che situazione strana, non avrei mai immaginato mio padre ringraziare Nick.
«Il problema è che Camilla mi odia e lo capisco. Ma cosa potevo fare? Lasciare nei casini quella ragazza? È... È stato uno sbaglio ma Vittoria aveva bisogno di un padre...»
Il tono di mio padre era carico di dispiacere, non l'avevo mai sentito così. Era... triste!
Nicholas aspettò qualche minuto prima di rispondere. «Penso che Camilla anche se afferma il contrario, sia arrabbiata con te perché ti ha visto con i suoi occhi.»
Era brutto ammetterlo ma Nick aveva ragione, non lo avevo mai perdonato nonostante i suoi tentativi quasi impercettibili.
Ma lui mi voleva bene e me ne stavo accorgendo solo in quell'istante.
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