CAPITOLO 24
*ATTENZIONE IN QUESTO CAPITOLO CI SONO SCENE VIOLENTE*
Rimasi al telefono con Nick per più di mezz'ora. Mi raccontò dei genitori, io raccontai del mio ritorno a casa e organizzammo il capodanno.
Saremmo stati tutti a casa mia e di Emma compresa tutta la band e alcuni amici.
«Ok, Cami scappo, mia mamma mi chiama dalla cucina. Mi manchi!»
Oh, lo aveva detto sul serio... «Si vado anche io, devo prepararmi.»
Ci fu una pausa poi continuai. «Nick, mi manchi moltissimo anche tu.»
Mi specchiai nel grosso specchio un bagno. Il vestito era meraviglioso, rosso intenso mi faceva sentire una principessa Disney.
Mi misi le scarpe col tacco e lasciai il telefono in camera.
Non volevo attirare l'attenzione di nessuno soprattutto di Andres, ma mia nonna si aspettava il mio ingresso con questo abito e così uscii dalla camera nel momento esatto in cui Andres e i suoi genitori entrarono in casa.
Merda. Imprecai sottovoce, avevo una rampa di scale da fare con i tacchi e stavo considerando la possibilità di scendere le scale scalza ma ormai tutti guardavano nella mia direzione inclusa Dolores che aveva le mani al petto per l'emozione.
Così iniziai a scendere la scalinata in trappola, sentendomi in uno stupido film americano dove i teenager stavano per andare al ballo e i genitori tutti contenti e emozionati.
Ma qui non c'era nessun fidanzato o accompagnatore e soprattutto nessun ballo.
Scesi con molta lentezza le scale e una volta infondo alzai lo sguardo dal pavimento.
Tutti mi fissavano, mentre una pulce mi saltò addosso. «Cami sei bellissimaaa!!»
Le diedi un bacino sulla guancia e la lasciai delicatamente a terra.
«Bene, non mi va di esser al centro dell'attenzione. Quindi che ne dite se ci andiamo a sedere?»
Però l'avevo visto. Andres mi fissava e mi dava molto fastidio. Era stato lui a lasciarmi per un'altra quindi doveva rimpiangere e basta.
«Tesoro sei bellissima!» mentre ci incamminavamo verso la sala da pranzo mia nonna si era avvicinata al mio orecchio. « In questo momento Andres ti sta mangiando con gli occhi!»
Sorrisi. «Lo so nonna e sono proprio contenta della sua espressione. Deve rodere.»
Si mise a ridere e mi superò per andare a sedersi.
Ovviamente il mio posto era di fronte ad Andres, ai miei lati c'erano mia madre e Vittoria seguiti a ruota da mio padre a capotavola e Virginia dall'altro lato; dall'altra parte del tavolo a capotavola c'era mia nonna, Dolores, Geff, il padre di Andres Alejandro e dalla parte opposta Loredana.
Mi sentivo in trappola.
I domestici tranne Dolores e Geff non erano in casa. I miei genitori credevano molto nel Natale e così piuttosto di muoversi loro, lasciavano ogni anno due giorni a tutti.
Dolores rimase perché la sua famiglia era in Messico e non aveva nessuno, Geff perché ormai la sua famiglia eravamo noi.
Andai in cucina a prendere i piatti del dolce da servire, eravamo a tavola dalle otto e ora erano le undici passate e Andres mi raggiunse
«Possiamo parlare dopo la mezzanotte? Ho bisogno di chiarire Camilla.» io acconsentii di malavoglia.
«Va bene. Lo faccio solo perché è Natale e si è tutti più buoni.»
Fece un lieve sorriso e si allontanò.
Dopo la cena bevvi parecchio. Parlammo di tutto mentre aspettavamo la mezzanotte ma lo sguardo di quel bastardo puntato addosso non mi piaceva per niente.
Così una volta scoccata la mezzanotte mi avvicinai a lui. « Bene. Andiamo a parlare.»
Salutai Vittoria che doveva andare a letto e mi avviai fuori di casa.
«Cami tu devi capirmi. Ho fatto un errore ma posso riparare dammi una possibilità!» Era sincero e si stava allentando la cravatta nervoso.
«NO!» Urlai furiosa. «Capiscimi tu! Come pensi che mi sia sentita quando sei rimasto in Grecia con una sconosciuta?»
«Lo so lo so! Hai ragione ma sono tornato! Sono tornato per te.»
Intorno a noi c'erano rumori di fuochi d'artificio e petardi. Era difficile sentire le sue parole ma mi prese per il braccio strattonandomi e inciampai per colpa dei tacchi.
Mi ritrovai seduta nel mio giardino con un dolore fortissimo al sedere mentre Andres si mise sopra di me prendendomi per la gola.
Mi tornò in mente la sera in cui mi ritrovai mezza nuda sul ciglio della strada e una fitta di paura mi attraversò tutto il corpo.
«Tu non hai idea di cosa provo! E non vuoi neanche darmi un'opportunità!»
Aveva gli occhi pieni di rabbia e faceva pressione sul mio corpo, non riuscivo a respirare.
«An...Andres non... respiro!»
Cercai di allontanarlo ma il suo corpo era immobile.
Mi alzò il vestito accarezzandomi le coscie e io iniziai a urlare ma nessuno mi avrebbe sentito con i rumori dei botti.
Mi tolse le mutandine e continuò a parlare. «Io ti amo Camilla! Ti amo tantissimo!» stava piangendo? Non riuscivo a vedere molto avevo la vista offuscata dall'alcol e dalla sua mano intorno al mio collo.
Si tolse i boxer. Mi... mi stava per stuprare.
Iniziai a muovermi all'impazzata cercando di sfuggire alle sue mani ma uno schiaffo in pieno viso mi fece fermare.
«Ti... ti prego Andres... Lasciami andare.»
Ormai la mia vista mi abbandonò ma sentivo la sua mano accarezzarmi la coscia e poi un rumore di bustina.
« E tutta colpa tua! Se non mi avessi rifiutato io ora non dovrei costringerti!»
Come faceva un ragazzo così dolce e buono a diventare un mostro? Io non c'entravo nulla. Lui se n'era andato, lui mi aveva tradita!
Era un preservativo! La paura prese il posto di tutte le altre emozioni e cercai di allontanarlo ma lui aumentò la presa sul mio collo e mi immobilizzai.
Entrò con tanta furia e violenza che mi fece male. Girai il viso piangendo mentre la sua mano sul mio collo continuava a stringere.
A quel porco piaceva violentarmi stava gemendo!
Mi sentii cedere contro la mia volontà e chiusi gli occhi stanca.
Non mi sarei mai più ripresa da quell'incubo.
© TUTTI I DIRITTI RISERVATI.
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Non mi odiate! Dovevo rendere la storia più interessante!
Chissà chi salverà Camilla e Nicholas cosa farà?
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