CAPITOLO 13
Entrai a scuola. Sì lo feci! Grazie a Nicholas ero arrivata in orario.
Oltre alle solite occhiate all'interno della scuola a cui ero abituata, tutto era normale.
Arrivai alla lezione di recitazione 2, quando entrai il professore mi guardò un po nervoso ma nonostante quegli sguardi il resto del pomeriggio passò tranquillo.
Uscii dalla scuola alle cinque di sera, il professore Quazzi mi fece uscire prima perché dovevo prepararmi alla serata. Le gambe non reggevano più e scacciai il pensiero di dover fare trenta minuti a piedi.
Ero stanca, veramente stanca e mentre mi affrettai a scendere le scale dell'accademia, alzai lo sguardo. Davanti a me c'era un figo, un grandissimo figo sulla sua moto Bordeaux con il casco sotto al braccio e un sorriso da paura.
Aveva addosso una giacca di pelle nera e un paio di jeans. Il suo solito abbigliamento. Effettivamente lo avevo sempre visto vestito così a parte la prima sera e mi stavo chiedendo se avesse altri vestiti. Mi misi a ridere, mi concentrai su tutto quello spettacolo che era per me e spesi qualche secondo in più per godermelo fino in fondo.
«Ciao bellezza!» Il suo sorriso si era aperto ancora di più e in quel momento ebbi paura che le mie ossa si sgretolassero e farmi cadere per terra. Ma fortunatamente non successe e io arrivai da Nick con le mie gambe e non strisciando.
«Mi hai aspettato due ore?» riuscii a dire mentre ricevevo un bacio sulla guancia. «No Cami, sono passato a casa a cambiarmi e ora ti porto a casa tua, ti prepari e ti porto a mangiare qualcosa prima di andare al D38 club per la serata che ci aspetta.» Era uno splendore e mentre parlava il suo sorriso non si era mosso di un centimetro, ci vuole proprio una grandissima dote a saperlo fare.
«Mmm.. wow, quindi vuoi entrare a casa mia eh!» Mi misi a ridere e lo spinsi scherzosamente ovviamente senza spostarlo di un centimetro.
Finta triste per il fallimento mi misi il casco. « Guarda che ti aspetto fuori.» Era serio, non lo avrei mai lasciato fuori.
Per quanto durante il giorno ci fosse ancora il sole, tra poco le temperature sarebbero scese vertiginosamente, avrei trovato un cubetto di ghiaccio al mio ritorno e volevo ancora vedere i sorrisi magnifici di Nicholas!
Mi sedetti dietro di lui sulla moto e gridai per superare il rumore della moto che rombava «Non ti lascio fuori, non sei il mio autista, ti prometto che Emma non ti salta addosso ma dovrei chiamare prima..» Che stupida! non ci avevo pensato, mi tolsi il casco e presi il cellulare nella tasca della giacca e cercai Emma sulla rubrica.
Dopo qualche squillo sentii la sua voce squillante «Tesorooo ma che fine hai fatto?? Neanche una chiamata!» intanto Nick spense la moto e si voltò a guardarmi con la visiera del casco tirata in alto.
«Lo so Em scusami! Ma sono stata piena tutto il giorno... volevo chiederti se potevo portare una persona a casa. Hai da fare?»
«No tesoro sto per uscire devo fare un tattoo a una compagna di corso quindi ti aspetto ma poi esco ok?»
«Va bene tesoro! A tra poco» chiusi la chiamata e mi rimisi il casco, feci di si con la testa e Nicholas partì sparato.
Appoggiata alla sua schiena con le braccia intorno alla sua vita cercai di ordinare ciò che provavo ma non ci riuscii e quindi mi lasciai andare completamente respirando il suo buonissimo profumo impresso sulla giacca.
Sentii il suo respiro farsi irregolare stava combattendo anche lui contro i suoi sentimenti, una battaglia silenziosa.
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