Dopo che ti ho conosciuta

Non c'erano molte persone che amassi... Non amavo mia madre neppure mio padre... Entrambi si sono fatti una nuova vita, all'età di tredici anni mio padre e mia madre divorziarono, non seppero più da che parte mandarmi, per un po' stavo da mio padre poi quando mio padre si stancava di me, mi mandava da mia madre, poi quando mia madre si stancava di me andavo a stare dal mio amico di infanzia per un mese o due... La stessa cosa a scuola, non amavo nessuno, certo volevo bene al mio amico, ma quando anche lui, in seconda media venne presodi mira dai bulli, cominciai a non parlargli più e a diventare molto più freddo nei suoi confronti. Non è che io non sapessi difendermi o combattere, semplicemente non volevo abbassarmi al loro livello... Un giorno non ce la feci più di stare in quella scuola, così chiesi a mia madre e mio padre se potevano trasferirmi in un'altra. Per fortuna accettarono senza arrabbiarsi, e mi mandarono in un'altra scuola. Le cose all'inizio andavano bene, poi pero venni preso di nuovo di mira dai bulli, stavolta però riuscivo ad affrontarli, perché non avevo nessuno che poteva essere preso di mira per colpa mia... Un giorno però, incontrai una strana ragazza...

Adam il capo dei bulli mi aveva fermato dietro la scuola, voleva nuovamente i miei soldi...

«Allora buono a nulla! Quando me li dai sti soldi?!! » disse con il volto che diventava sempre più rossa e con un ghigno in faccia.

«Quando saprai chiedere per favore» dissi sputando un po' di sangue dopo che mi tirò un pugno sulla mascella. Infuriato mi tirò un calcio in pancia e io mi accasciai a terra...

«IO?! Chiedere PER FAVORE a TE?! Una NULLITÀ come TE!!! Ma non farmi ridere» cercò di tirarmi un altro calcio stavolta stava puntando alla testa, mi preparai al colpo strinsi i denti e chiusi gli occhi... stranamente il calcio non arrivò. Prima aprii un occhio poi l'altro e ciò che vidi mi lasciò perplesso, il calcio del fortissimo Adam fu fermato da quello di una gracile e graziosa ragazza dai capelli castano chiaro...

«Che vuoi fare bambolina? Lo sai che io sono uno del terzo anno? Sai che mi sto riprendendo i miei soldi!? Se non lo sai allora ti consiglio di spostarti, perché mi stai intralciando la via! » cosi detto cercò di tirargli un pugno in faccia ma non ci riuscì.

La ragazzina parò il colpo col dorso della mano e rapida come un fulmine gli tirò un pugno nello stomaco.

Adam sputò della saliva poi vomitò il contenuto del suo stomaco ai piedi di un albero.

Due degli amici di Adam cercarono di assalire la ragazza, ma prima che ci riuscissero la ragazza si spostò di lato e diede un colpo dietro la testa del primo ragazzo, poi gli tirò una ginocchiata in pancia e lui si accasciò atterra.

L'altro ragazzo, invece vene verso di me, ma neanche lui fece in tempo che gli arrivò un calcio prima alle costole poi alle parti basse, e per chiudere il tutto gli tirò un pugno dritto in faccia deformandogli il naso, e schizzando il bel faccino che aveva e i capelli di sangue.

Dopo aver finito coi tre ragazzi, spostò lo sguardo sugli altri due, con uno sguardo assassino e il pugno sferrato disse «Hei, sentiamo che suono fa le ossa del vostro naso mentre si spacca? Oppure volete anche voi una ginocchiata in pancia o se preferite ai gioielli di famiglia?» disse il tutto con un sorriso a trentadue denti.

Adam non ci pensò due volte e dopo essersi ripreso scappò a gambe levate mentre li altri due che giacevano a terra furono portati via da quelli a cui è stata fatta la proposta.

La ragazzina si girò verso di me e mi tese la mano con un sorriso caloroso in faccia...
«Stai bene? Riesci a camminare fino a casa tua oppure vini a casa mia che è più vicina e riesco a medicarti lì?» io gli feci segno con la testa di no, e lei per prima cosa fece una faccia delusa poi si tolse lo zaino dalla spalle e ci frugò dentro. Dopo un po' ci tiro fuori dei cotton-fioch e dei cerotti insieme a del disinfettante. Si avvicinò per curarmi e allora io mi ritrassi bruscamente bloccandoli le mani.
«Non voglio essere curato da te.» dissi in un tono freddo sorprendendo anche me stesso per la fredezza e anche lei, che sobbalzo. Mi fissò a lungo poi sorrise e appoggio la sua fronte alla mia chiudendo gli occhi...
«Sai, è da quando sei venuto nella nostra scuola che ti guardo. Ora molto probabilmente penserai che sono una stalker...» rise come se pure a lei la cosa li sembrasse strana e nuova«Il fatto è che ho degli amici che sono nel terzo anno come te e nella tua stessa classe, e spesso ti guardano e vogliono fare amicizia con te, ma sono troppo intimoriti dal tuo comportamento...così hanno chiesto a me se potessi chiederti se vuoi degniarli di uno sguardo... Specialmente una ragazza della tua classe...» si allontanò dalla mia faccia di pochi centimetri si fermò e mi guardò dritto negli occhi«Poi però ho sputo da un tuo ex insegnate ciò che ti è successo nelle altre scuole e anche come hai abbandonato il tuo unico migliore amico pur di non farlo prendere di mira dai bulli... E da allora sono stata anche io quella che voleva are amicizia con te...»

«Chiunque te lo abbia detto, ti ha mentito spudoratamente!» dopo che dissi ciò mi staccai bruscamente da lei e da quegli occhi grigi che mi guardavano cosi profondamente da farmi paura... Andai verso l'uscita della scuola e la lasciai lì da sola...

"Tanto, il giorno dopo, molto probabilmente, non mi parlerà più " pensai tra me e me mentre tornavo a casa.

Appena arrivato Teresa (mia madre) mi guardò preoccupata "Dannazione! Dovevo lavarmi la faccia! "

«Oddio, Cameron, che diavolo ti è successo?! » disse lei "preoccupata".

«Nulla, quando siamo usciti dalla scuola, ci siamo fermati per giocare a Doge ball e la palla mi è finita in faccia...» dissi con noncuranza...

«Cameron....sei stato di nuovo preso di mira da qualche bullo?» disse lei alzando un sopracciglio...«Ti faccio cambiare scuola.» disse alzandosi e prendendo il cellulare.

«Teresa» dissi freddo, lei si gira e mi guarda «Non sono stato preso di mira da nessuno non c'è bisogno che tu o Frank vi preoccupiate. Non è ora di andare a prendere Tessa? Non può venire da sola dalla scuola.» mi girai e mi incaminai verso le scale «Cameron! Perché chiami tuo padre e tua madre per nome!? Non pensi che mi faccia male sentire mio figlio che non mi chiama più mamma?» disse lei con la voce rotta, mi girai per guardarla in faccia con uno sguardo freddo e pacato, a quel punto lei cominciò a piangere...
«Lo so che non siamo i genitori dell'anno ma non puoi trattarci come se fossimo degli estanei!» mentre lo diceva si asciugava le poche pietose lacrime che versò per me...sinceramente pensai che Teresa e Frank fossero solo dei estranei. E il mio pensiero col tempo non cambiò...senza che me ne importasse troppo mi girai e andai su per le scale verso la mia stanza «È meglio se ti incammini verso l'asilo, Tessa ti sta aspettando. Non fare passare anche a lei un'infanzia come la mia...almeno tratta lei bene...» dissi freddo per poi finire le scale e andare in fondo al corridoio e entrare in camera mia. Persi un batti quando entrando in camera trovai la ragazza di prima gli stessi capelli marrone chiaro e gli stessi occhi grigi profondi con lo stesso sorriso raggiante e gentile «Ciao!» disse seduta a gambe incrociate in mezzo al mio letto
«........che diavolo fai in camera mia e come hai fatto a salirci?!» lei, come se fosse possibile, allargò ancora di più il suo sorriso e indicò la finestra «Non è stato troppo difficile arrampicarsi il fatto è che non sapevo quale fosse la tua camera poi ho visto tutti i palloni la macchinetta fotografica e la foto di te e il tuo amico» disse indicandola sul comodino, come un fulmine scattai verso di esso e presi la fotografia per poi metterla nel cassetto. «Perché la nascondi sei venuto benissimo nella foto...» disse lei con un po' di delusione nella voce «Va beh che facciamo ora? Parliamo un po' oppure ti medico? O facciamo entramebe le cose?» disse raggiante «Nessuna delle due» dissi per poi coricarmela in spalla «Uuuuh, ma allora non sei un pappa molle, un po' di forza c'è l'hai anche tu!» e scoppiò a ridere «Non è tanto difficile sollevare una del primo anno come te! Sembri un gamberetto! Anche se attacchi come un leone...» dissi aprendo la porta e prendendo il suo zaino e portandola giù per le scale«Aspetta!! Voglio solo essere tua amica!! Perché non mi vuoi come amica??!! Eppoi non sono del primo anno! Ma del secondo!» mi fermai di colpo e la misi giù dalla spalla, aveva le guance rosse e gli occhi che luccicavano come se stesse per piangere, stavo quasi per abbracciarla, per fortuna Teresa stava venendo ad avvisarmi che sarebbe andata via...

«Cameron, sto andato per prendere Tess...a oh, non sapevo avessi visite! Scusa del disturbo vado cosi vi lascio la casa per voi spero tu ti doverta insieme alla tua amica!! » disse euforica «Non è... » cercai di dire che non era mia amica ma venni subito intertoto dalla ragazzina.

«Piacere, mi chiamo Amelie Grake! Seconda media sezione C insomma stessa sezione e scuola di suo figlio solo che sono un anno più piccola di lui...» disse imbarazzata porgendogli la mano.

«Beh, Amelie, se non ti disturba puoi restare da noi per cena, mi fa davvero piacere che mio figlio abbia un'amica, e vorrei conoscerti meglio» entusiasta, strinse la mano della ragazzina.

«Ok, Teresa, non dovevi andare? » dissi il più freddo possibile "Perché diavolo ha fatto amicizia con mia madre?!" pensai guardando Amelie.

«Certo, certo, vi lascio soli, divertitevi!» e cosi detto andò come un fulmine verso la porta e  uscì fuori prima che potessi dirgli di prendersi anche la ragazzina....

«Cosi ti chiami Cameron eh? Beh mi sa che da oggi in poi ti chiamerò Cam!» e prima che potessi replicare scattò verso la mia camera e si rimise al centro del letto con le gambe incrociate....

«Perché insisti tanto nel voler essere mia amica? Per quale morivo, te lo hanno chiesto i miei?» dissi ormai rassegnato, mi sedetti sul bordo del letto e lei venne vicino a me e prese la foto dal cassetto del comodino quella con me e il mio migliore amico...

«Devo avere per forza un motivo per essere tua amica? E poi sinceramente non faccio amicizia con le ragazze o i ragazzi perché me lo hanno chiesto i loro genitori...» disse con una voce delusa come se avessi detto la più grande cretinata di sempre...

«Amelie eh? Visto che tu hai scelto un nomignolo per me ne scelgo anch'io uno per te» le sorrisi e ci pensai su...
«Elie. Che ne pensi?» non appena dissi ciò i suoi occhi si illuminarono e annui con un sorriso a trentadue denti.

«Mi piace fin'ora nessuno mi ha mai chiamata così! Solitamente mi chiamano Amy o Amelie...» disse entusiasta.

«Bene Elie da oggi ti prendi la responsabilità di avermi come amico» dissi facendoli un sorriso caloroso per poi prenderli la foto dalle mai e metterla sul comodino. «Però da oggi in poi usi la porta per entrare in casa eh!» dissi io con fare severo.

«Non te lo garantisco!» e mi fece la linguaccia io li afferrai la lingua.
«Ouch ouch ochu»

«Guarda che parlo sul serio, potresti entrare mentre sono in mutande o dopo che ho fatto il bagno, e spesso esco fuori dalla doccia con solo l'asciugamano addosso.» li lasciai la lingua e mi incaminai con lei dietro per andare in cucina e prendere delle bevande dal frigo.

«Scei catvivo» disse lei con la lingua ancora fuori «Lo scai che non e igenipo tocale la linguah degli alti?» disse lei col broncio.

«Non ti lamentare, te la sei cercata! Così forse impari a non contraddirmi, sono pur sempre più grande di te! »

«Si! Di un anno !» disse rimettendo la lingua in bocca e parlando normalmente.

«Eh no, ti sbagli, sono più grande di te di tre anni!» la sua faccia tramutò da quella di una ragazza felice a quella di una ragazza preoccupata e sorpresa.

«Sei stato bocciato?»

«Si,ma più che essere bocciato per colpa delle materie sono stato bocciato per colpa delle assenze...»

«Ma questo anno non succederà! Ti aiuto io a diffenderti dai bulli!  Lo farò insieme al mio fratellone! E alla mia sorellona e poi ci sono pure le mie altre due sorelle, non del tutto biologiche ma che io ritengo comunque come sorelle e~~»

«Tranquilla» le feci l'occhiolino e continuai«Anche se rimanessi pure questo anno, l'anno prossimo sicuramente con la tua compagnia e quella dei tuoi amici, lo passero di sicuro l'esame» dissi sorridendo.

«Ma...!» la interruppi subito gli porsi davanti un bicchiere con della cocacola con del ghiaccio.

«Suvvia, manca poco per fare l'esame» dissi tranquillo. «Ormai un altro anno per non fa differenza. No? Eppoi questa decisione l'ho presa anche prima di incontrarti...»

«...» non disse niente e bevve un sorso della sua bevanda.«Beh...sono sicura che sarà uno spasso averti come mio compagno di classe!!» detto questo lascia giù il bichiere e viene verso di me, mi da un rapido abbracio e un bacio sulla guancia poi sgusvia via verso la porta, ma prima che ci riesca la prendo per il polso e la abbraccio come si deve per poi darli un bacio sulla testa.

«È così che devi fare da oggi in poi» dissi allontanandomi«Anche se tu non riuscirai a baciarmi sulla testa dato che sei più bassa di me» dissi con un ghigno in faccia. Lei si staccò improvvisamente dall'abbraccio e mi pestò il piede. «Io non sono bassa, sei tu che sei troppo alto.» disse voltandosi e aprendo la porta po er poi voltarmi le spalle. «Ci vediamo domani!» disse sul ciglio della porta, per poi chiuderla e lasciarmi da solo, con i miei pensieri...

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