Capitolo 36 - La stanza
Pov's Hope
H: non so cosa dire è wow, grazie.
D: è solo una sciocchezza
H:non è vero è bellissimo
Lo abbraccio di nuovo e lui mi stringe a se più forte.
MI stacco da quelle braccia così possenti... basta Hope basta
H: mi aiuti a metterla
D: certo
H: grazie
D: quando la smetterai di ringraziarmi.
Mi sorride e io ricambio il gesto
H: mai
Gli faccio la linguaccia e lui ridacchia
La prende dalla scatolina, alzo i capelli e me la mette al collo e me la allaccia.
***
Abbiamo passato un pomeriggio tra chiacchiere, shopping e film. Adesso è calata la notte e siamo nel nostro comodissimo letto a parlare.
D: abbiamo un gita.
H: che?
D: Tristan mi ha inviato un messaggio in cui gli hanno riferito che dall' 8 fino al 15 Gennaio abbiamo una gita in Egitto poi la gita si sposterà in Italia. Faremo un giro per l'Italia. Staremo 2 mesi fuori. Senza lezioni.
H: carina l'idea mi ci vorranno ore e ore di viaggio in aereo e poi L'Italia, non mi va molto giù.
D: è una vacanza e poi chi ti ha detto che incontreremo la tua famiglia e i tuoi amici?
H: già allora digli che noi veniamo
Digita sul suo telefono qualcosa e poi mi dice che abbiamo i posti prenotati e dobbiamo portare i soldi il 7 al rientro della scuola e io annuisco per poi cadere tra le braccia di Morfeo.
***
Mi sveglio con la vescica che scoppia. Sono le 3 del mattino. Scendo dal letto senza svegliare Denny che dorme beatamente ed esco dalla stanza andando in cerca del bagno.
Appoggio le mani alle mattonelle del muro e cammino finchè una delle mattonelle si abbassa e il muro vicino ad esso si gira facendo si che possa passare.
Decido di entrarvi e il muro si richiude poco dopo. Le luci si accendono e vedo che è una stanza piena di strumenti: chitarre, batteria, pianoforte, e altri strumenti vari. Ci sono anche poltrone, un divano e delle sedie
Aspetta un'attimo, riavvolgiamo il nastro. Dove l'ho vista... Aspetta. Sì ci sono questa è la mia stanza. Sì la stanza che fece costruire mio nonno tantissimi anni fa. Era il mio rifugio quando venivo qui a trovarli. Wow non è cambiato niente. Quindi vuol dire che Denny è il ragazzo che comprò la casa che una volta apparteneva a mio nonno.
Sento una voce che urla il mio nome: Denny.
Premo il pulsante vicino alla parete da cui sono entrata ed esco dalla stanza.
Mi ritrovo Denny davanti preoccupato.
D: dov'eri finita? Cos'è quella cosa da dove sei uscita?
H: volevo andare in bagno ma per non svegliarti non ho acceso le luci e staco con le mani appoggiate alle mattonelle per arrivare alla porta del bagno e una delle mattonelle si è abbassata e il muro si è girato di 90 gradi dandomi accesso alla stanza lì dentro
D:che?
H: ora te lo mostro.
Le luci sono già accese e cerco di trovare la mattonella;mi ricordo che mio nonno mi disse che era più chiara delle altre. La trovai poco dopo e premetti facendo si che il muro si girasse e potessimo entrare entrare. Le luci si accesero e Denny rimase a bocca aperta.
H: bella vero?
D: è wow non ne sapevo l'esistenza.
H: sai questa una volta era la mia stanza, il mio rifugio.
Mi siedo su una poltrona e sospiro
D: che intendi?
H: questa casa era di mio nonno paterno, viveva da solo, si trasferì qui dopo pochi mesi dalla morte di mia nonna. Venivo qui a Miami ogni anno in estate con i miei genitori che ovviamente mi lasciavano qui per poi ritornare in Italia a lavorare. Era bellissimo stare sola con mio nonno.
D:quanti anni avevi quando tuo nonno si trasferì qui?
H:circa 3 anni, la fece costruire lui, era bello ogni anno quando venivo qui mi dava delle lezioni di chitarra o piano. Era una cosa nostra. Nessuno lo sapeva. Anche alle 3 di notte ci mettevamo a suonare, tanto anche se urlo fuori nessuno sente è dotata di pareti con queste caratteristiche.
D: mi fai sentire come suoni?
H: in realtà vorrei andare a dormire.
D:ok però domani mi fai sentire come suoni senza discussioni
H: ok
Andiamo in camera nostra e ci addormentiamo
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