11 - BIG MATCH
"I hope I made the impression
that I was always interested.
All the feelings I kept in,
what should we do?
Whatever you want to"
Therapy, Khalid
⏩ 18 aprile 2021, Imola
"Max, non posso farlo" Wave parla e deglutisce a fatica, senza riuscire però a disfarsi dell'amaro retrogusto del senso di colpa. Le viscere le si annodano in un groviglio, nel petto sente il vuoto a ogni battito. Le gambe sembrano cederle di colpo ma è solo un terribile tremolio a smuoverle e a farle credere di star per perdere i sensi. Wave tiene gli occhi bassi e le labbra serrate in un silenzio che la tortura.
"Sembrava sarebbe stato il contrario fino a pochi giorni fa" Max, fermo a pochi passi da lei, le guarda le labbra e cerca le sue iridi chiare ma incupite che puntano altrove. Si muove per avvicinarsi di poco, quanto basta a farle ancora più male. Il tono delle sue parole non è però perentorio ma pacato, quasi comprensivo, mai accusatorio.
"Lo so, mi dispiace" La voce di Wave è adesso sommessa ma Max non potrebbe sentirla meglio. Lei si tortura le mani in una serie di piccoli, frenetici, gesti nervosi. Max appare distante, lontano, poi le tocca le dita di colpo, pone la sua mano sulle sue e il contatto è pura calma, per entrambi.
⏪ 17 aprile 2021, Imola
"Se mi baciassi le labbra adesso, mi porteresti fortuna per tutta la sessione di qualifica" Daniel sussurra all'orecchio sinistro di Wave come se le stesse confidando un segreto da non rivelare per nessuna ragione, un aneddoto nuovo.
Gli occhi di lei si illuminano di emozione e si fa avanti per baciarlo. Lui se ne distanzia pochi secondi dopo, del tutto rammaricato al pensiero di doversi allontanare per raggiungere la sua vettura. Le sorride prima di sistemarsi la balaclava bianca e il casco coloratissimo sulla testa. I guanti neri gli avvolgono le mani delicate che Wave aveva stretto nelle sue per portarsele al petto, sul cuore, poco prima che lui si avviasse per iniziare la sessione di qualifica, fondamentale per la determinazione della griglia di partenza del Gran Premio che si terrà l'indomani sullo storico circuito italiano di Imola.
Lei si sistema intanto sul capo le cuffie colorate di arancione che le sono state riservate per volere di Daniel, a coprire le orecchie, per udire unicamente la voce di lui che nel mentre lascia il box nella sua McLaren.
Indelebile è la scia di aspettative che sembra segnare la pit lane, fuoriuscendo come un flusso inarrestabile e, forse, solo a Wave visibile dagli scarichi della velocissima vettura alla guida della quale Daniel già mette a segno i primi giri cronometrati.
Wave si scopre profondamente inebriata da quanto vede eppure le sue iridi chiarissime comunicano apprensione. Le dita affusolate, inumidite appena di sudore, le tremano per il timore che lui possa farsi del male.
Il pensiero corre a Lola, alla velocità che le ha strappato la vita, all'incidente che l'ha allontanata dalla sorella che aveva con tanta cura e piena consapevolezza scelto e che adesso si tormenta per lei, alla sua risata e al silenzio che ha tinto poi irrimediabilmente di grigio l'animo di Wave, condannata a chiederle perdono sempre per una colpa di cui è ancora convinta di essersi macchiata il cuore.
Daniel sembra quasi giocare con quella stessa velocità meschina, come se la bramasse a tal punto da dirsi disposto a perdere il respiro pur di non rinunciarvi, come se l'amasse proprio come fa con Wave perché per lei morirebbe e di questo, si dice Daniel, forse, lei stessa ha contezza.
È un pensiero troppo grande, un sentire talmente intenso che però Daniel ha saputo sempre comunicarle e che lei ha colto e accolto con piena gratitudine.
Daniel si chiede però adesso se è pronta a farsi sua.
Ha tanto atteso con l'immensa pazienza e la delicatezza che gli riempiono e abbelliscono l'anima che lei potesse dirsi decisa a compiere il passo successivo, a diventare la sua ragazza per la vita. Ha aspettato a cuore aperto perché ha capito quanto dolore in un crescendo la attanagliasse e, pur senza conoscere la causa di tanto male, ne ha accarezzato i tormenti con un rispetto profondissimo che è divenuto proprio la riverenza che lo ha spinto a non chiederle mai da quale tremendo meandro della sua mente venissero i brutti pensieri a cui però ha sempre posto rimedio.
In questo e in null'altro consiste l'incredibile potere di Daniel perché ha saputo insegnare, quasi con ingenuità, che sono la sensibilità e la contentezza a curare ogni ferita del cuore e tutte le cicatrici più ingombranti.
Daniel ha abbracciato, ha baciato, ha atteso ma ora intende agire.
Ci pensa quando accelera sul rettilineo del circuito per l'ultima volta quest'oggi, qualificandosi per la sesta posizione in griglia. Considerate le recenti prestazioni della vettura, si tratta di un risultato rilevante, si dice Daniel.
Wave guarda i membri della sua squadra abbracciarsi e festeggiarlo e la tensione che aveva per tutta la sessione covato e che le aveva irrigidito le spalle crolla ora di colpo a cospetto di tanta esaltazione, consapevole che Daniel ha guidato come di consueto con estrema abilità, senza mai arenarsi rovinosamente fuori pista, nella ghiaia insidiosa che ne riempie gli spazi ai margini.
Daniel, mosso da una certa particolarissima eccitazione nata in lui per l'esito favorevole delle qualifiche e, forse persino in maggior misura, per il pensiero che Wave possa accettare di essere la sua ragazza per la vita, giunto al suo box e tiratosi fuori dall'abitacolo stringe proprio lei tra le braccia come a sollevarla appena, mentre sente la pelle bruciargli di un fuoco vivissimo che lo anima e lo emoziona ancor più e che sembra originarsi per via degli sguardi inteneriti dei presenti che puntano alla coppia.
Le mani di lui corrono al suo volto, le sue dita sfiorano, poi accarezzano, le sue guance rosee. Le loro labbra si uniscono per pochissimi secondi, quanto basta a privare entrambi del fiato e di tutte le parole che potrebbero pronunciare.
Non hanno nulla da dirsi, quanto provano è sufficiente a saziarli, eppure Daniel ha bisogno di chiederle, di sentirsi dire da lei che possono appartenersi.
Attende però, ancora.
Aspetta che siano giunti nella loro camera d'hotel. Il cuore irrefrenabilmente battendo gli scuote e riempe il petto di una strana frenesia e di una malcelata tensione che sembra divorarlo, senza che lui possa in alcun modo impedirlo.
Daniel è inebriato dall'idea che Wave possa accettare la sua proposta, dilaniato dalla prospettiva di un secco rifiuto.
Spera ma teme.
Gioisce già, poi rimugina.
Realizza però di aver atteso troppo quando lei, seduta sul letto che condividono, lo osserva come di consueto incuriosita e immediatamente ne scorge il tentennamento, l'insicurezza, l'inquietudine.
"Dan, tutto bene?" Gli chiede Wave, sperando che la sua sia stata solo un'erronea brutta sensazione. Lui le accarezza la guancia destra. Non ha idea, pensa Daniel intanto, di quanto felice si sentirebbe lui se lei gli baciasse le labbra adesso e gli giurasse amore per la vita.
"Devo parlarti, Wavey" Si fa rigido lui quando le risponde, come colto sul posto da un brivido che lo rende inerme e lo intrappola nei suoi timori. La speranza poi, però, gli colora l'animo, lo muove e lo smuove, e lo spinge a farsi avanti di qualche passo. Lei gli fa cenno col capo, sorridendogli, per rassicurarlo e convincerlo a sottoporle i suoi pensieri. Daniel respira a fondo.
"Wave, sei meravigliosa, non c'è giorno in cui io non l'abbia pensato guardandoti da quando ci siamo conosciuti" Proferisce parola lui, mettendosi finalmente in gioco per davvero, servendole carte che mai finora avevano inciso sulle sorti della partita che si divertono a condurre da mesi.
Wave, dal canto suo, si commuove quasi, travolta dalla dolcezza di Daniel che accoglie in sé come un grande dono che la vede grata e felice ma teme al contempo per quanto sta per dirle lui, non riuscendo a intuire e prevedere.
Daniel prende ancora fiato.
"Ho atteso a lungo ma non credo di poterne essere ancora in grado quindi voglio chiederti di diventare la mia ragazza" Wave è scossa alle parole di lui. Incredula gli guarda gli occhi che le appaiono commossi e colmi di emozione. Daniel cerca sul suo volto un sorriso che trova ma che viene poi subito meno, un'approvazione tanto sospirata che però non vede. Il suo non è nemmeno un rifiuto. Legge inquietudine nelle sue movenze, nel suo viso incupito, nelle sue iridi cerulee che non puntano più a lui ma verso il basso. Daniel si affretta a sedersi di fianco a Wave, attirando a sé la mano di lei per stringerla alla sua, cerca intanto ancora il suo sguardo che lei fatica a questo punto a rivolgergli.
"Daniel, non posso accettare" Wave si ritrae subito, come scottata dal contatto e dalle sue parole, nonostante la lusinghino molto più di quanto dimostri, per porsi in piedi, forse pronta a sfuggirgli e a non tornare. Una morsa terribile le inghiotte le viscere e la priva della possibilità di aggiungere altro a quanto già detto per chiarirne la spietatezza che è soltanto apparente. A dirla tutta, il male che adesso sente in sé Daniel, vistosi rifiutato, essendosi di colpo concretizzato il più temuto degli scenari che si era, anche involontariamente, prefigurato è tanto intenso e tremendo quanto lo è il dolore che Wave cova intanto per essersi sottratta all'amore donatole.
"Avrei dovuto aspettare ancora a chiedertelo?" Azzarda lui, aggrappandosi come di consueto persino alla più misera, insignificante speranza pur di non cedere.
"La mia risposta non sarebbe cambiata" Wave, gelida e spenta, serve a Daniel la battuta d'arresto che gli colpisce il cuore e lo annienta, con lo stesso tono e la stessa ostentata sicurezza che ha avuto già modo di riconoscere anche a Max. La loro partita finisce d'improvviso ma nessuno dei due giocatori gradisce il risultato. Daniel si scopre ad asciugarsi qualche lacrima che gli riga le guance come a marchiarlo.
"Perché? Ho forse sbagliato qualcosa con te?" Trova la forza di dirle lui, appena singhiozzante e con l'animo colmo di una sofferenza immensa che mai gli era stata propria. Alle sue parole, piange anche Wave, piccata, predominante poiché in piedi a suo cospetto ma tanto fragile.
"Non avresti potuto fare di meglio, è questo il punto" Daniel avverte una certa convinzione nella voce di lei che esclude la possibilità che stia in qualche modo delirando, eppure la sua risposta gli giunge paradossale. Si alza a questo punto anche lui, mai stanco di cercarle gli occhi lucidi e arrossati che adesso lei punta nei suoi quasi con prepotenza.
"Potresti spiegarmi? Ho l'impressione di non aver ben intenso" Daniel necessita di capire il motivo della suo essere così restia. Le guarda il cuore da quando si sono incontrati per la prima volta e mai vi ha letto diffidenza, nemmeno in questo stesso momento.
"Il mio dolore mi fa sentire perdente, vorrei che tu invece possa sempre guardarti e riconoscerti vincitore" Wave comunica ancora sicurezza, nonostante lei avverta in gola un nodo inestricabile.
La ragione che ha mosso il suo rifiuto è da trovarsi quindi nel fatto che Wave tema tremendamente di contagiare Daniel con la sua sofferenza, sente di non meritare tanto amore e si dice che stargli accanto rovinerebbe lui più di quanto intanto Daniel possa essere Bene per lei.
Wave è attanagliata dal pensiero che l'immenso affetto che riceve da lui non possa mai essere da parte sua del tutto ricambiato e che anzi possa essere sostituito nel suo caso dal dolore che Daniel sa vivere in lei ma di cui mai ha conosciuto la causa, che mai in egual misura ha provato nella sua vita e che adesso è ancora più pensante e terribile poiché ingigantito dall'idea che ha Wave di star arrecando così comunque del male a Daniel.
"Sono disposto a soffrire pur di starti accanto" Daniel è instancabilmente innamorato di Wave e tenta l'ultimo degli azzardi. Ai suoi occhi, il male che Wave ha in sé può essere in due superato, è tutta una sfida che intende accettare pur di non rinunciare a lei.
"Le lacrime che per causa mia stai versando adesso sono molto meno amare di quelle che ti righerebbero le guance se restassi al mio fianco per la vita" Wave preferisce quasi che soffrano entrambi così, per una partita persa, perché poi, pensa, da questo male lui guarirà e vivrà felice come deve, piuttosto che caricargli l'animo di dolori più grandi quali quelli che ha nel suo cuore.
Gli accarezza la guancia per asciugargli il volto, per regalarsi e regalargli contatto e perché lo ama, profondamente.
Lui le guarda ancora gli occhi, spenti come lo sono i suoi adesso, prende poi quanto ritiene essergli indispensabile e abbandona d'impulso la camera d'albergo che condivide con lei, chiudendosi la porta alle spalle, lasciando Wave sola con i suoi tormenti.
Per quanto possa ora sentirsi vuoto e del tutto scosso, Daniel sa esattamente dove dirigersi.
Percorre deciso un lungo corridoio per poi fermarsi di colpo.
Quando bussa all'uscio di Max è sicuro che lui sia pronto ad aprirgli dall'interno. La sua figura infatti gli si presenta subito davanti e domina la soglia.
Max gli rivolge un sorrido che diviene timido, appena accennato, quasi inesistente quando guarda al volto provato del suo migliore amico che intanto gli appare nel complesso stanco e particolarmente vulnerabile.
Daniel fa per avvicinarsi a lui piano, come se avanzare fosse un tremendo azzardo che in pochi possono tentare, che Max non a tutti concede.
Daniel ha però piena approvazione da parte del più piccolo e lo abbraccia forte, senza rimuginare oltre.
Necessita di un confronto che gli giunge purissimo proprio da parte di chi sempre tocca il tormento con mano. Per uno strano paradosso infatti coloro che stringono tra le braccia i più fragili hanno bisogno talvolta di ottenere allo stesso modo consolazione.
Max è conforto per Daniel, roccia infrangibile, fratello per la vita, esattamente ciò che Daniel è per Max intanto.
Quando il più grande si distanzia dal secondo, lui si scosta un attimo per invitarlo a farsi avanti ancora e sedersi, in modo da poter chiudere la porta.
Max ha naturalmente intuito che Daniel è turbato e che sta adesso a lui aiutarlo a schiarirsi emozioni e pensieri. Entrambi prendono posto sul letto di Max, sfatto, libero dalle lenzuola bianche che pendono al bordo. Daniel fa per distendersi del tutto, Max invece, inizialmente soltanto seduto, lo imita poi e si posiziona al suo fianco.
"Puoi parlarmene, Dan, qualsiasi cosa ti sia successa" Max cerca i suoi occhi voltandosi. Li incontra subito perché Daniel non esita a girarsi a sua volta verso di lui. Il primo attende una risposta che tarda appena a giungergli, assorto com'è Daniel nelle infinite paranoie che lo attanagliato, confuso inoltre da quanto prova e dalle parole che ha detto e udito fino a poco prima di recarsi in camera di Max. Daniel sospira afflitto poi riprende fiato.
"Wave non ha accettato la mia proposta di ufficializzare la nostra relazione, ho perso clamorosamente la mia partita" l'attenzione di Max è del tutto rivolta a Daniel, il suo sguardo inquisitorio e penetrante lo incita a proseguire il suo racconto, a spiegarsi meglio. Nella voce di Daniel, l'altro coglie una punta di rammarico, forse dovuta alla convinzione che conserva di aver potuto cambiare in qualche modo la situazione ed evitare il secco rifiuto da parte di Wave, la speranza che sempre nutre non voleva morire così, stroncata, annientata. Max gli guarda l'anima, gli tocca il cuore con straordinaria delicatezza e comprende anche quanto Daniel non gli dice.
"Non avresti potuto fare niente per ottenere il suo consenso, non è stata colpa tua" Max raccoglie i cocci di un vaso crepato d'improvviso e sembra persino ricostruirlo per mettervi in mostra un mazzo di fiori. Max inghiotte la sua sofferenza e lo rassicura, privandolo del male che fa suo per donargli bene assoluto.
Perché Max tiene a Daniel più di quanto possa mai ammettere o immaginare.
L'altro, dal canto suo, si sforza invano di non lasciarsi scorrere altre lacrime sul volto alla vista delle quali Max avverte un forte senso di sgomento. Daniel è sempre stato pura gioia, vederlo addolorato è la più atroce delle sofferenze per chi lo guarda adesso e in ogni momento come fosse il fratello a cui il mondo da cui tanto si aspetta e che lo incanta e illude toglie ogni aspirazione, l'amico da proteggere combattendo, fino a perdere il fiato, fino a lasciarsi persino morire pur di regalargli felicità.
Max è in passato stato in guerra per se stesso soltanto, ora lotta invece contro il suo essere e i suoi tormenti, per Daniel.
"Max, credo di non aver mai davvero capito Wave" Daniel guarda adesso al soffitto bianchissimo della camera, colto da una riflessione che diventa improvvisa realizzazione, subito comunicata al suo interlocutore che intanto a sua volta è chiamato a pensare.
Seppur Max ancora non conosca ogni aspetto della personalità complicatissima di Wave, ha sin da quando per la prima volta l'ha incontrata osservato che lei e Daniel non potrebbero essere più diversi. Eppure sembrano completarsi e insieme funzionare. La verità è però che Wave si nutre di dolore e ha temuto di arrecarne a Daniel per troppo tempo, fino a non poter più resistere. Questo Max non può ancora saperlo ma inconsciamente sembra percepirlo. È una sensazione anche sua dopotutto, un turbamento che Daniel non ha mai avuto e che forse mai potrebbe avvertire.
È questo il punto.
"Ci hai provato però, questo è innegabile" Le parole di Max sono rassicuranti per Daniel, anche se si sente ancora scosso e rammaricato. Forse Daniel non avrebbe davvero potuto fare altro per cambiare le cose, Wave stessa gli ha detto convintissima che la sua risposta non sarebbe stata diversa. Probabilmente la loro partita non sarebbe potuta finire in modo diverso, per quanto entrambi abbiano amato con estrema intensità, l'affetto non è bastato eppure ha vinto incontrastato. Se Wave non avesse provato amore per Daniel non avrebbe provato preoccupazione per lui, avrebbe scelto di regalargli le sue sofferenze inesorabilmente. Invece lo ha protetto, seppur Daniel non ne avvertisse la necessità.
"Doveva andare così, allora?" Chiede Daniel voltandosi verso Max che intanto non ha mai smesso di osservare i suoi morbidi lineamenti e di provare compassione nel vederne, a causa delle lacrime, quasi deturpata la delicatezza.
"Immagino di sì, Dan" Max è chiarissimo, non gli mentirebbe in nessun caso, si sente caricato del sacro dovere di aprirgli tutti i possibili spiragli di interpretazione della realtà senza mai però fargli perdere il contatto con quanto concretamente succede.
"Max" Dopo miseri attimi di silenzio che però non pesano a nessuno dei due interlocutori, Daniel chiama il nome dell'altro, forse il semplice gusto di pronunciarlo oltre che per far di nuovo sua la sua attenzione, seppur non l'abbia mai persa, da quando è piombato fragilissimo e nell'animo dolorante nella sua camera. Gli occhi di Max sono a lui, alla sua figura, al suo volto.
"Dimmi Dan" Risponde Max, con infinita pazienza e dispiacere nel cuore per quanto è successo al fratello a cui sempre offrirà il suo conforto, per quanto può, per quanto riesce.
"Grazie" Daniel è diretto, gli rivolge un sorriso appena accennato che però rincuora Max, intanto forse sorpreso di essere riuscito a far suo parte del dolore di Daniel, di averlo magari consolato.
La sofferenza che faceva sentire Daniel perdente gli è stata tolta da chi, pur di vederlo vincere incontrastato, si priverebbe di ogni successo.
"Non c'è bisogno di ringraziarmi, Dan" Max guarda adesso al soffitto.
"Invece dovrei dirtelo più spesso" Le parole di Daniel fanno voltare Max verso di lui, ancora una volta e gli risulta incontenibile a questo punto il sorriso che gli colora un volto di solito spento, stanco, provato.
"Oh vorresti farmi piagnucolare di commozione adesso?" L'ironia, tratto vivissimo della personalità intricata di Max, marchia incontenibile nuovamente le sue risposte. Il suo sorriso, adesso furbo, Daniel ha imparato a distinguerlo tra tanti.
"Anche se fosse?" Daniel sta al suo gioco in modo del tutto inaspettato, di solito ingenuamente incapace di utilizzare il suo stesso sarcasmo parlando. Stuzzica Max con imprevista maestria, quanto basta ad accendere l'altro di una strana frenesia.
"Non ci riusciresti, neanche lontanamente" Max si morde il labbro quasi a cercare di mantenere la sua compostezza e mostrarsi imbattibile, tratto tipico del suo modo di fare.
"Vogliamo scommettere?" Gli chiede Daniel mantenendo ancora vivo il contatto visivo, determinato a non porre mai fine per primo al gioco a cui hanno dato inizio.
"Sarebbe inutile, sono già sicuro di vincere" Max non cambierà mai e Daniel è disposto a consegnargli diplomaticamente il successo arrendendosi, ancora una volta, con tutta la sua solita serenità, avendo condotto infinite volte questo eccitante gioco di battute contro colui che il dolore pone in ginocchio ma che è stato abituato a non chinare mai il capo, il fratello che non ha mai avuto.
Ale's space
Hi y'all☀️
Perdonatemi per l'assenza. In compenso, questo capitolo è un po' più lungo del solito e spero vi sia piaciuto.
Prima di tutto, c'è un flash forward che anticipa una minima parte di quanto avverrà nel prossimo capitolo, non dico altro.
Abbiamo poi una scena importantissima tra Wave e Daniel. Questo momento, prima o poi, sarebbe dovuto arrivare. Sappiamo infatti che i due avevano una sorta di frequentazione, era chiarissimo che si amassero ma il passo successivo non era ancora stato compiuto perché Daniel ha scelto di rispettare e aspettare Wave. Andava però presa una decisione a questo punto del loro rapporto che non consisterà mai in una relazione amorosa. Wave e Daniel sono troppo diversi e questo impensierisce più lei che lui, intanto convinto di poter superare insieme ogni sofferenza. La storia però continua.
Nella seconda parte del capitolo, c'è un momento Maxiel che esprime il bene che si vogliono ma che li vede coinvolti in un apparente strano flirt e che non vedevo l'ora di scrivere. Si intende comunque quanto Max tenga a Daniel e come a modo suo riesca sostenerlo nel dolore. Li amo.
Detto questo, vi ringrazio per il continuo sostegno che non è mai venuto meno nonostante la mia lunga assenza. Questa storia è viva anche grazie a voi.❤
Spero di riuscire a tornare presto con il nuovo capitolo.
Kisses
- Ale✨
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