Peter, amicizia e drive-in - seconda parte

Elio varcò la porta della villa con Oliver e sua madre era sul divano a leggere, non vedeva suo padre e pensò che fosse nello studio.
- Bonjour, maman - disse Elio dandole un bacio. - oú est papa? -
- é all'ospedale. Sta facendo visita ad un suo amico - rispose lei chiudendo il libro. - Oliver, ti ha lasciato delle cose nello studio -
Elio si domando di quale amico parlava.
- buongiorno, Annella. Certo, mi metto subito al lavoro - disse Oliver subito dopo averla salutata. - spero che non sia nulla di grave -
- non lo so. Mi farà sapere - disse lei alzandosi. - vi siete divertiti? -
- moltissimo - rispose Elio con un sorriso, omettendo la parte di Gerard.
Non voleva farli preoccupare e poi Oliver gli avrebbe dato lezioni.
Lui e Oliver andarono nello studio - biblioteca. Sul tavolo c'era tutto l'argomentazione, Oliver la stava studiando e Elio notò una scatola aperta sul divanetto rosso. Si avvicinò e ci guardò dentro. Erano tanti fogli tenuti insieme da un nastro. Uno era fresco di giornata.
' le estati con Peter erano le mie preferite. Lui é stato l'amore mai vissuto perché qualcosa mi bloccava. Mio figlio Elio é stato più coraggioso. Lui ha vissuto quello che io avrei voluto ma non rimpiango di aver incontrato Annella. La amo e mi ha dato Elio, il dono più bello. Adesso sto per andare da Peter. I miei sentimenti non sono scomparsi, sono tornati a galla e non voglio rinunciare.
Vorrei la mia chance con Peter ma amo Annella e vorrei un secondo figlio da lei ma non si può avere due persone contemporaneamente '
Lui sapeva dal monologo di suo padre dopo la partenza di Oliver di quel lato.
Leggere di lui in quel modo lo faceva avvicinare di più e voleva stargli vicino. Pensava anche a sua mamma.
Lei sapeva adesso? Cosa sarebbe successo?
Voleva star vicino ad entrambi.
- Elio, che leggi? - chiese Oliver vedendolo con un'espressione molto pensierosa.
Elio lo mise apposto e guardò Oliver.
- é una cosa che riguarda mio padre o forse la nostra famiglia. Non so di preciso. Non dovevo leggerlo ma non posso dirtelo. Devo rispettare la... -
- Elio, lo capisco e farei lo stesso anch'io. Per qualunque cosa, ci sono  - disse Oliver portandolo a sé.
Elio lo guardò e sorrise. Non c'era bisogno di dire nulla.
Oliver preparò la borsa, Elio andò in cucina e avvisò Mafalda che non ci sarebbero stati a pranzo e a cena. Poi si avvicinò a sua mamma e le propose di venire con loro.
- é dolce, piccino ma aspetto tuo padre e poi aspetto degli ospiti - disse lei dandogli un bacio.
Lui raggiunse Oliver e partirono per le Grotte di Catullo e il Castello Scaligero.
Intanto in ospedale, Samuel finalmente entrò dentro la stanza di Peter.
- devo essere in paradiso - disse l'altro vedendolo li.
- hai sempre l'umore per scherzare - disse Samuel sedendosi.
- la vita é troppo breve per essere troppo seri - disse lui sorridendo.
- come ti senti? Mi hai fatto prendere uno spavento. Ho avuto paura di perderti prima di rivederti ancora - disse Samuel prendendogli la mano.
Peter gliela strinse e disse: mio piccolo Sam, sono qui per questo. Sono tornato per vederti. Sei l'unica persona a cui vorrei dire addio prima di morire ma non ti preoccupare. Non sto morendo. Il malore era solo un affaticamento. Vivo una vita frenetica, dicono loro quindi il mio corpo ha bisogno di riposo -
- allora vieni a stare da me e dalla mia famiglia. É un posto tranquillo dove potrai riposare e voglio farti conoscere Annella, Elio e il mio genero Oliver - disse Samuel d'impulso.
- mi piacerebbe molto - disse Peter con un sorriso. - voglio conoscerli. Mi sembra di conoscerli da tempo tramite le tue lettere. Mi avevi detto che Oliver era andato via -
- si ma é tornato per Elio. Lo ama tanto. Hanno un legame profondo, unico e speciale - disse Samuel raccontandogli. - ti piacerà. Tra i suoi 'dopo' e i tuoi 'vedremo' ci sarà da divertirsi -

Flashback

- allora passi da me più tardi? - chiese Francesca con un tono malizioso.
- vedremo - rispose Peter soltanto.
Quel vedremo avrebbe accompagnato la sua estate. Era un po il dopo di Oliver.
Francesca lo salutò e Peter si voltò verso di lui quando senti la sua voce.
- andiamo, piccolo Sam - disse Peter avvicinandosi.
- Samuel. Mi chiamo Samuel. Non sono piccolo - disse lui infastidito.
Lui rise, mi accarezzò i capelli e disse: - sarai sempre il mio piccolo Sam -
Perché quella frase lo sciolse? Perché gli fece battere il cuore adesso invece di irritarlo?
Creava in lui strane contraddizioni.
Dopo quel momento, lui e Peter presero le bici e andarono per le campagne. Gli mostrò i dintorni, Peter adorava quei posti e si fermò un attimo con la bici.
Samuel lo vide scendere da essa e tuffarsi sul prato. Veramente un soggetto particolare.
Su, Sam, vieni qua. É così comodo e fresco -disse Peter odorando l'erba.
- stai attento alla cacca di mucca o cavalli - disse lui ridendo. - potresti prenderla senza accorgertene -
- non sento odori. Dai vieni - disse Peter tranquillo. - godiamoci un attimo questo posto -
Samuel lo vide muovere le braccia e le gambe in modo strano.
- che fai? - chiese lui scendendo dalla bici.
- é ovvio faccio l'angelo del prato - rispose Peter con un sorriso.
Era matto. Esisteva solo quello della neve.
- tu non stai bene lo sai - disse lui portandosi la mano sulla fronte.
- sono più normale di tutte quelle persone che si privano di ciò che amo fare o cosa vogliono per paura della società o di altre cose - disse Peter serio. - tu che tipo sei? -
- Io? -
- si, tu. Fai quello che vogliono gli altri o fai quello che senti? - chiede Peter sedendosi.
- é una bella domanda. Io sono quello che sono - rispose lui semplicemente.
- e chi sei, Samuel Pelman? - chiese Peter interessato.
- un ragazzo di 17 anni ebreo, appassionato di storia, arte e che vuole diventare un professore - rispose lui tranquillamente.
- solo questo? E che mi dici dell'amore? Hai una ragazza? O qualcun altro? - chiese Peter.
- ho avuto qualche ragazza. Ma al momento non sono innamorato - rispose lui tranquillamente.
- allora stasera io e te usciremo - disse Peter alzando e mettendogli una mano sulla spalla. - andiamo a far un po di baldoria -
Samuel si senti a disagio a quel tocco ma gli piaceva l'idea di uscire.
- certo, mio padre sarà d'accordo a parte che non ci ubriachiamo - disse lui.
- vedremo. Chissà cosa ci porterà la notte - disse  Peter andando a prendere la bici.

Fine flashback

Intanto Michael era con Robert in treno per andare a Crema, lui aveva chiamato casa Pelman appena arrivati a Milano Linate e aveva parlato con Annella. Lei sapeva della sorpresa che i due voleva fare ad Oliver e anche per questo non poteva muoversi di là.
Un'ora dopo Elio e Oliver passeggiavano per le Grotte di Catullo. Quel posto era così romantico e molto antico.

Non c'era nessuno, era tutto loro e Elio si appoggiò un attimo contro una colonna e Oliver si avvicinò. I due si baciarono. Stavano esplorando meglio quel luogo mentre parlarono e si scambiavano tenerezze. Incontrarono anche una guida e andarono anche al castello Scaligero: un posto incantevole di una bellezza unica. Non c'erano parole per descriverlo, bisognava vederlo.

Erano senza parole allo scenario davanti agli occhi. Era circondato dall'acqua. Sembrava un posto fiabesco.
Elio incontrò Bella, rimase sorpreso di vederla e subito la abbraccio di slancio.
- i miei vogliono che faccio un provino per un balletto - disse Bella sbuffando. - mi piace danzare ma mi seccano con queste cose così sono scappata. Questo castello é veramente favoloso -
- ti stai immaginando come una principessa? - chiese Elio stuzzicandola.
- ma smettila. Mi ci vedi a fare come quelle principesse? Non sono fatta per il bon ton e altro - disse Bella appoggiata alla ringhiera.
- però saresti una principessa giusta, leale e coraggiosa - disse Elio elogiandola.
- io ti ci vedo come principe - disse Bella guardando poi l'altro. - hai anche il tuo amore. Due principi e questo castello -
Elio si immaginò lui e Oliver come due principi con tanto di corona in quel castello. Si girò verso l'altro e
lo vide scarabocchiare qualcosa su un foglio. L'altro aveva avuto l'ispirazione per aggiungere un pezzo nel suo romanzo:

' il cavaliere scese da cavallo davanti al castello fiabesco, l'acqua cristallina
circondava tutto e c'erano guardie ovunque. Tutti a proteggere l'adorato principe. Lo sguardo del cavaliere si posò sul giovane ragazzo. Lo osservava mentre accarezzava il suo cavallo e ci parlava. Solo un animo puro e gentile poteva farlo. L'attimo dopo stava aiutando un servo in difficoltà. La sua anima lo riconobbe.
Era il suo Timmy, l'essere umano più sincero, puro e innocente del mondo '

Elio si avvicinò a lui.
- che scrivi? - chiese lui curioso.
- appunti - rispose Oliver con un sorriso.
- dalla tua espressione di prima sembrava altro - disse Elio conoscendolo.
- sei troppo curioso - disse Oliver mettendo via i fogli della borsa. - continuiamo il giro. Questo castello é piena di ispirazione per molti argomenti -
- andiamo ad esplorare il dentro - disse Bella prendendo i due a braccetto.

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