La verità di Oliver - seconda parte
- quando mio padre mi ha messo in una clinica di recupero... -
- una clinica di recupero? - chiese Elio perplesso.
- si, una clinica con terapie di conversione. Mio padre voleva che tornassi normale. Non ero più l'Oliver di sempre diceva, che lo stava facendo per il mio bene e che avrei capito un giorno. Tutto questo mentre aveva fatto entrare gli uomini della clinica. Ho lottato e dato anche qualche pugno ma loro mi hanno sedato e portato via - disse Oliver con sofferenza. - mi sono ritrovato in una stanza bianca insieme ad un ragazzo dai capelli neri e occhi blu. Robert Lightwood. Non potrò mai scordarlo. Lui era così chiuso, diffidente e non parlava. Ci ho messo un bel po di giorni per farlo aprire. Sono rimasto nella clinica per un paio di settimane penso e se non di più... Lui ho perso la cognizione del tempo -
Oliver era stato tutto quel tempo in quella clinica. Doveva essere stato difficile e doloroso.
Come poteva un padre far questo al proprio figlio?
Come aveva detto Oliver non si poteva chiamare padre una persona del genere.
Ma la madre di Oliver in tutto questo, cosa aveva fatto? Perché non si era opposta? Era orribile come il marito? Possibile che Oliver avesse due genitori pessimi?
- Ma tua madre? Non si é opposta? - chiese Elio confuso.
- non lo sapeva. Mio padre ha approfittato del momento in cui mia mamma é andata a trovare mia zia per aiutarla e sarebbe stata fuori per un mese - rispose Oliver. - Altrimenti non lo avrebbe permesso. Lei é diversa. Mi piacerà molto -
- scusami, ho pensato subito male. Non dovevo permettermi - disse Elio imbarazzato per i suoi pensieri.
- Elio, tranquillo. Non c'è nulla da scusarti - disse Oliver rassicurandolo.
- non puoi sapere com'è mia madre -
- appunto perché non la conosco, non dovevo farlo - ribatté Elio convinto, abbassando la testa.
- sei duro con te stesso - disse Oliver alzandogli il mento con le mani. - non fare così, Elio -
- continua la tua storia - disse Elio sempre rosso.
- prima voglio che sei tranquillo - disse Oliver premuroso. - non hai nulla da vergognarti o dovrai costringermi a farti il solletico -
- il solletico no - disse Elio subito.
Oliver cerco di prendergli il piede ma Elio si alzò e scappò via, lui lo rincorse fuori al balcone con un po di neve e avevano i piedi nudi quindi sentirono freddo entrambi. Oliver entrò nella stanza dove Elio dormiva e lo vide mentre stava aprendo la porta. Elio stava per chiudersi in bagno ma fu preso da Oliver.
- non puoi sfuggirmi - disse Oliver con trionfo prima di iniziare a fargli il solletico.
- no, Oliver - disse Elio cercando di fermarle ma non ci riusci.
Gli sembrava essere tornati a quell'estate indimenticabile per entrambi. Si guardavano sulla soglia del bagno. Elio non riuscì a resistere e lo baciò. Oliver si tuffò in lui, lo avvolse con le braccia e penso a quanto gli era mancata quella bocca. Anche Elio pensò che quei baci gli erano mancati molto, quel contatto, i loro corpi uniti e Oliver lo prese in braccio e lo portò sul letto come la cosa più preziosa che aveva. Elio portò le mani ai suoi capelli mentre si baciavano con amore e passione.
Erano di nuovo insieme. Lui e Oliver.
Elio se ne stava con la testa sul petto di Oliver e l'altro gli accarezzava i capelli diventati più lunghi.
- continua la storia. Voglio sapere tutto - disse Elio dopo quel bellissimo momento.
- non sarà molto piacevole. Ti avverto anzi é molto forte - disse Oliver preoccupandosi per l'anima sensibile di Elio.
- non sono fragile - disse Elio guardandolo. - come ti ho detto già puoi appoggiati a me -
- come ti stavo dicendo, mio padre aveva pensato a tutto e mia mamma non sapeva nulla. Lì in clinica hanno cercato di piegarmi in molti modi. Volevano farmi prendere pillole che provocano il vomito se avevo desideri sessuali per lo stesso sesso ma io mi non lo feci così mi hanno lasciato senza mangiare e bere per un po. Mi hanno anche legato per ore e ore per farmi vedere video di eterosessualità, di famiglia e anche erotiche. Cercai di mandare lettere o di telefonare di nascosto ma mi scoprirono e venni immerso in una vasca piena di ghiaccio per ore oppure ogni volta che la diapositiva mostrava due uomini in atteggiamenti d’affetto, sulle mani mi appoggiavano del ghiaccio. Non soddisfatti dei risultati poiché resistevo molto, il ghiaccio era stato sostituito da delle bobine di rame, applicate ai polsi e alle mani. Dinanzi a immagini gay, le bobine si riscaldate per via elettrica, fino a diventare bollenti... -
Elio si portò le mani alla bocca dagli orrori che sta sentendo.
- come hai fatto a resistere a tutto ciò? - chiese Elio con le lacrime che gli scendevano.
- tu. Il pensiero del nostro futuro insieme, la speranza di rivederti e questa volta per sempre non mi ha fatto impazzire - rispose Oliver asciugandogli le lacrime a suon di bacio.
Oliver gli prese il viso tra le mani, gli diede un bacio sulla fronte e anche sulle guance.
- Oliver, mi dispiace. Non meritavi nulla di ciò - disse Elio con il cuore spezzato, abbracciandolo.
- nessuno merita ciò - disse Oliver stringendolo a sua volta.
Rimasero in quel caldo abbraccio per un po.
A Elio venne un pensiero.
- come sei uscito da lì? - chiese Elio sciogliendo l'abbraccio.
Oliver gli rispose: -mia mamma torno prima a casa, mio padre si inventò che io e Elizabeth eravamo andati per un weekend fuori ma la bugia di mio padre ebbe le gambe corte perché lei incontrò Elizabeth e sua madre e scoprì che era un po di settimane che mancavo. Così affrontò mio padre e lui le disse la sua verità che mi aveva mandato in quella clinica perché non ero più l'oliver di sempre e che ero stato traviato da te. Ricordo quando mia madre ha fatto la sua entrata nella clinica. Io ero in cortile con Robert, avevamo legato molto, anche perché avevo qualcosa in comune con il suo grande amore, Michael Wayland... -
Flashback
Lui e Robert erano sulla panchina e parlavano quando senti la voce degli infermieri che urlavano contro qualcuno.
- non può andare in cortile, signora. Ha bisogno del permesso del dottore -
- non ho bisogno di permessi. É mio figlio -
Lui riconobbe quella voce. Era quella di sua madre.
- mamma! - esclamò lui sorpreso.
- Oliver! Bambino mio - disse sua madre correndo lui.
Lei lo abbraccio con affetto e a lui non gli sembrava vero che lei era lì. Gli sembrava un sogno.
- mi dispiace di non esserci stato per impedirlo. Chissà quanto male ti hanno fatto - disse lei dispiaciuta. - qualunque cosa dice tuo padre, io non la penso come lui. Tu sei mio figlio, non importa chi ami. Io ti voglio bene per quello che sei e se lui ti fa felice, lo sono anch'io per te. Ti ho visto con una luce diversa negli occhi da quando sei tornato, una luce innamorata e anche nei tuoi scritti si vede come lui ti ha cambiato dentro. Il potere dell'amore. É molto potente. Difendilo sempre quest'amore con le unghie e con i denti. Non sarà facile ma io sono con te -
Oliver era felice. Era di nuovo con sua madre e lo accettava come sempre. Loro due avevano sempre avuto un bellissimo rapporto.
Il dottore aveva rotto quel momento bello tra madre e figlio.
- signora, lei non può stare qui. La nostra politica preferisce nessuna visita nei primi mesi - disse il dottore.
- suo figlio starà bene -
- lontano da qui sicuramente. Non permetterò che gli facciate altro male - disse lei agguerrita. - mio figlio o questi ragazzi non hanno nulla da vergognarsi. Non c'è nulla di anormale se si amano entrambi sessi o lo stesso sesso. Voi rovinate la vita dei persone innocenti ma finirà adesso. Lui viene con me e le giurò che sentirà parlare di me -
Oliver fu libero e saluto Robert e gli altri.
Robert lo abbraccio con affetto.
- grazie per la tua amicizia, non ti dimenticherò - disse lui grato.
Oliver era preoccupato per lui. Non voleva che quella crudeltà continuasse.
- non ti dimenticherò nemmeno io. Farò di tutto per liberarti, Robert - disse Oliver deciso.
Dopo quella promessa e l'abbraccio, Oliver usci da lì con sua madre e insieme pensarono alla prossima mosse da fare.
Fine flashback
- mia mamma riuscì a rintracciare lo zio di Robert così da farlo liberare e finalmente lui e Michael si sono riabbracciati e ora stanno insieme. Te li farò conoscere quando andremo in America e come anche conoscerai mia mamma. Non vede l'ora -
- non vedo l'ora anch'io di conoscerla. Spero tanto di piacerle - disse Elio nervoso ed emozionato.
- le piaci già - disse Oliver alzandosi dal letto. - aspetta un attimo -
Elio era confuso mentre vedeva Oliver raggiungere la valigia, aprila e prendere qualcosa. Lui tornò sul letto e gli mise davanti una scatola lunga, sottile e molto elegante.
- é un regalo da mia madre -
- un regalo di tua madre? Per me??? - chiese lui sconvolto.
Non se lo aspettava.
- si, per te. Ha scelto questo regalo con cura - rispose Oliver con un sorriso e con emozione. - voleva che fosse perfetto -
Elio prese il regalo in mano. Era ancora incredulo, emozionato e curioso.
Cosa ci sarebbe stato dentro?
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