Arte nel vuoto

Fuggire non è stato mai il mio obbiettivo.

Brillare, bramare, incendiare: i miei occhi dovevano risplendere più di quella barbie in pezza persa nel suo millesimo tiro. Invece lasciano fuoriuscire dalle pupille lercio inchiostro.

Non nego il mio ego insaziabile: avida di sguardi, ancora oggi mi nascondo dietro alla maschera che sussurra purezza e ne nego il valore con uno stracciato vaffanculo sui muri della mia stanza. Necessito che mi applaudano merda per l'arte che recita ignoranza.

Furore, emozione. Lasciate che ne interpreti il malore.

Rete di conformisti bastardi: in erede la ragnatela e io il ragno divorato dalle formiche. In fondo si sa, come la fame divori i divoratori.
I filamenti mi avvolgono e la libertà a me appartenente brucia tra le iridi dei miei predatori, fino a sciogliere ogni neurone rimasto in loro.

Brillare, bramare, incendiare: io intrappolata tra queste eruzioni di teste.

Vi prego, gettatemi nel tunnel.

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