Far West
Il viaggio era stato lungo, ma finalmente eravamo arrivati.
Entrammo in quel piccolo villaggio dimenticato da Dio e ci fermammo al centro della piazza principale.
Davanti al saloon tre uomini. Il Guercio, anziano dai radi capelli bianchi e orbo da un occhio; lo Smilzo, bello e aggraziato col suo ciuffo ribelle; e il Nano, un piccoletto barbuto e irrequieto; stavano progettando qualcosa. Il Guercio non era per nulla convinto e si allontanò con passo veloce dai suoi compari.
Io, intanto, aspettavo paziente insieme alla mia ragazza. A breve sarebbe uscita la tenutaria. Avevo cercato di posticipare il più possibile quell'evento, ma ormai era chiaro che non si poteva fare altrimenti.
Mentre eravamo in attesa i due giovani rimasti l'avevano notata e la salutavano vociando e strepitando. Lei, seduta su una piccola panca in legno, li osservava perplessa e imbarazzata. Era impossibile non amare quella creatura: minuta, i lunghi capelli biondi e gli occhi azzurri incorniciati dalle lunghe ciglia da cerbiatta, insieme al suo candido pudore, potevano uccidere qualunque uomo.
In quel mentre arrivò la padrona del saloon: una matrona con i capelli tinti di biondo, ciarliera e ridanciana. Mentre era impegnata a spiegarmi le regole del posto, lo Smilzo si era avvicinato più e più volte alla mia giovane ragazza. Tentava di prenderle una mano e sedurla. Irene, con ritrosia, si nascondeva dietro alle gonne della tenutaria.
Il donnone si mise a redarguire il pistolero: "vacci piano Smilzo. La fanciulla qui presente è una ragazza per bene, merce rara da queste parti".
Detto questo mi guardò intensamente cercando di tranquillizzarmi: "È un Gringo per bene. Veloce di mano, ma non così amante del grilletto. Irene si troverà bene in questo posto. Qui da noi la ballerina è la ballerina. Le donne di compagnia sono altre".
Non riuscivo a proferire verbo. Non c'era nulla da dire in realtà. Sospirai e salutai la mia fanciulla. Poi, senza tante cerimonie, presi la via del ritorno e mi allontanai.
Volsi lo sguardo indietro un'unica volta: vidi lo Smilzo che tentava di abbracciare Irene. Lei era titubante e ritrosa, chissà se lo sarebbe stata ancora per molto. Avrei voluto fare qualcosa ma non avevo scelta.
Ripresi il mio cammino: il mio unico obiettivo era dimenticare al più presto la scena che avevo appena visto.
NOTA DELL'AUTRICE
Questa one shot narra del ritorno all'asilo di mia figlia dopo un'assenza di qualche giorno.
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