Capitolo 6
Il giorno seguente arrivai in ritardo a scuola perché Xavier mi aveva tolto la sveglia. Appena giunta in classe, tutti mi guardarono e risero. Non capii bene il perchè. L'unica cosa che vidi era il ragazzo davanti a me. –Blaze?!- urlai sorpresa. Lui mi sorrise. –Alla buon'ora, Foster- mi rispose. Il professore rimase a fissarci mentre discutevamo. –Blaze! Non vorrai mica beccarti il tuo primo giro in presidenza spero. Lo stesso vale per lei, Foster- ci sgridò facendoci capire che dovevamo sederci. Durante la pausa pranzo, andai al suo banco. –Come mai ti sei trasferito qui, Axel? Non ti piaceva stare alla Kirkwood Jr. High?- gli chiesi bevendo dalla sua bottiglietta d'acqua. Non avevo niente da mangiare per la troppa fretta di arrivare in tempo. –Non è per quello. O forse sì. Mi sono trasferito perché questa è la scuola più vicina all'ospedale- mi rispose. –E comunque chi ti ha dato il permesso di bere dalla mia bottiglietta?!- mi chiese ad alta voce strizzandola e finendo per farmi quasi strozzare. Iniziai a tossire dandomi dei colpi al torace. –Tu sei pazzo Axel...non farlo più...!- gli ordinai respirando a fatica. Lui mise il suo braccio intorno al mio collo e mi tirò verso il suo petto mentre con la mano dell'arto opposto iniziò a scompigliarmi i capelli. Lo supplicai di smetterla ma lui non mi ascoltò in un primo momento. Smise quando vide delle ragazze guardarci. Mi risistemai i capelli e sentii che loro discutevano su con chi fossi fidanzata. C'è chi votava per Axel e chi per Jude. –Ve l'avevo detto che stava con Axel! Dopotutto dopo la semifinale dell'anno scorso lo ha chiamato per sentire cosa gli fosse successo!- disse una di loro. –Ma cosa vai dicendo?! Sta con Jude! Guarda come si sono comportanti durante la finale! Lui le ha addirittura chiesto il suo numero di telefono!- ribattè un'altra. Le guardammo stupiti. Subito dopo arrivò Mark con la sua solita domanda. –Axel! Vuoi unirti alla squadra?- gli chiese sbattendo le mani sul banco del povero bomber. –No. Ho smesso di giocare a calcio. Ma grazie comunque dell'offerta- rispose Axel.
Finita la giornata scolastica, la figlia del preside, Nelly Raimon, chiamò noi della Raimon per informarci di una sfida. –Una sfida?!- urlammo in coro. –Chi mai sfiderebbe una squadra come la nostra?!- chiese Jack, un ragazzo grande e grosso che gioca in difesa. –La sfida che si terrà fra due giorni sarà contro la temibile Royal Academy, la squadra imbattuta per anni ma che ha subito un pareggio nella finale dell'anno scorso- ci spiegò Nelly. –La Royal...perchè proprio noi? Non siamo alla loro altezza e poi...- iniziai ma la ragazza mi interruppe. –I ragazzi non sono alla loro altezza. Tu invece si, cara mia Erika-. Guardò poi i ragazzi. –E ora andate ad allenavi! La sfida, come ho detto, è fra due giorni e dovete essere pronti!- ci ordinò. Detto ciò, andammo al campetto vicino al fiume ad allenarci. Avevano tutti paura ma Mark li incoraggiava. Il giorno seguente, dopo la scuola, ritornai subito all'Alius per allenarmi come si deve. Lo feci da sola nel campo della Epsilon, il più attrezzato di tutti. Se volevo vincere, dovevo potenziare la mia tecnica. La feci un sacco di volte ma la sua velocità non cambiava di una virgola. La cosa buona era che finiva sempre in rete, il che significava che le possibilità di segnare erano altissime. Dopo tre infinite ore, vidi dei miglioramenti e, quando Xavier mi venne a chiamare per la cena, risposi che potevano iniziare senza di me, che dovevo verificare se era tutto vero o me lo stavo immaginando. Arrivai dopo circa un quarto d'ora dicendo che la sfida del giorno seguente l'avremmo sicuramente vinta.
Il giorno era finalmente arrivato e Silvia, la manager della squadra, mi aveva informato sull'assenza di Axel e se potevo andare a cercarlo. Quindi mi diressi verso la scuola per verificare che fosse arrivato tardi o non volesse giocare. Lo trovai che correva verso il cancello principale come me. Quando arrivammo, Jude stava per usare la sua tecnica speciale Pinguino Imperatore n°2. Nel momento in cui la palla stava andando verso Mark, che era a terra sfinito, io e il bomber la intercettammo con una tecnica speciale inventata sul momento: Meteora Infuocata. Il tiro era talmente veloce che il loro portiere, Joe King, non l'aveva nemmeno visto ed era andato a segno. –Foster...quali erano i numeri stavolta?- mi chiese Jude avvicinandosi con il suo solito sorrisetto. –La potenza del nostro tiro era di 10 su 10. Lo stesso la velocità- risposi guardandolo con lo stesso sorrisetto. –Sapevo che non eri cambiata di una virgola. Infondo, era per questo che volevo sfidare la Raimon. Sapevo di trovarti qui insieme ad Axel e che sareste venuti ad aiutare questa squadretta da quattro soldi- mi spiegò lui. –Squadretta da quattro soldi?! Ritira subito quello che hai detto, Jude!- gli urlò contro Celia, diventata da poco manager della squadra. La guardarono tutti. –E' vero, Celia. La Raimon, in confronto agli altri, è una squadretta da quattro soldi. Dei principianti, insomma! Se continuano di questo passo, verranno schiacciati già alla prima partita del Football Frontier- le spiegai. –Grazie degli incoraggiamenti positivi che ci dai sempre, Erika!- mi disse Silvia ironica. La guardai seria. –Ho solo detto come stanno le cose. Se non si danno da fare, se lo scordano il Football Frontier- finii. –A questo punto abbiamo detto tutto, no?- chiese Jude per poi girarsi tirandosi indietro il mantello. –Se vuoi sfidarci Erika, sai dove trovarci- mi disse. Girò poi la testa guardandomi. –Un'ultima cosa. Ti consiglio di unirti a noi se vuoi partecipare al campionato. Se starai con la Raimon ti sarà impossibile- finì. Dichiarò poi la loro ritirata da quella patetica sfida, come l'aveva chiamata lui. –Ve ne andate di già?! Guardate che sono appena arrivata e ciò significa che la sfida è appena iniziata! Mi sono allenata molto duramente per battervi! Non accetto, quindi, una vittoria a tavolino!- gli urlai dietro. –Te l'ho già detto prima. Vieni alla Royal se vuoi sfidarci- mi rispose mentre tornava sul pullman con la squadra.
Dopo qualche sfida, ci iscrivemmo al tanto desiderato Football Frontier vincendo una partita dopo l'altra arrivando alla finale delle qualificazioni per il campionato vero e proprio. Ero sicura al cento per cento che l'ultima squadra da affrontare sarebbe stata la Royal. Arrivati allo stadio della squadra, ci dirigemmo verso i nostri spogliati e vedemmo Jude che ne usciva. Nessuno pensava che avesse buone intenzioni tranne me. Infatti, una volta dentro, tutti iniziarono a controllare dentro e intorno a ogni cosa che c'era all'interno se ci fosse qualche trappola. Io invece, dopo essermi cambiata, andai a cercare il capitano della Royal. Iniziai a perlustrare le stanze e i corridoi vicino agli spogliatoi. Mentre mi diressi sul campo per completare il giro, sentii qualcuno che mi afferrava da dietro e mi tappava la bocca tirandomi indietro. Quando mi girai vidi che era Jude. –Non è prudente andare in giro così quando ci sono telecamere sparse ovunque- mi disse a bassa voce. –Telecamere? Ma se non ne ho vista neanche una...- risposi io gonfiando una guancia. Lui sospirò. –Forse perché sono nascoste?- alzò un po' a voce. –Ti credevo un po' più sveglia...- continuò prendendomi per mano e portandomi altrove. –Scusa, dove mi stai portando?- gli chiesi. –In un posto dove Dark non possa vederci- rispose. Mi portò nei pressi degli spogliatoi: lì non c'erano telecamere. –Allora che devi dirmi, Jude?- domandai. –Entrerai in campo quando te lo dico io. Intesi?- mi ordinò. Chiesi spiegazioni. Quando terminò, ci rimasi male. –Ma sei sicuro che lo farebbe?!- gli chiesi alzando la voce. –Si, sono sicuro. Ormai lo conosco e sarebbe capace di fare di peggio- mi rispose. Sentimmo poi qualcuno avvicinarsi, quindi ci nascondemmo dietro al muro. Lui vi si era appoggiato con la schiena mentre mi stringeva a sé. Riuscendo a mettere da parte l'imbarazzo, riuscii anche a capire che le persone che stavano venendo verso di noi erano nientemeno che Dark e uno dei sui sottoposti. Stavano parlando di un incidente che avrebbe fatto vincere la Royal a tavolino. Mi resi conto che quello che mi aveva detto pochi istanti prima Jude era vero. –Tu fai solo quel che ti dico. Andrà tutto bene, ok?- mi sussurrò lui accarezzandomi i capelli. –Va bene...- risposi stringendogli la maglia.
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