Capitolo 2

Era trascorso un anno dal mio primo giorno in orfanotrofio e il Football Frontier era iniziato. Ero in seconda elementare e avevo già una squadra di calcio che rappresentava la scuola, Mutsujiko. Avevamo vinto tutte le partite per le selezioni ed eravamo dentro. Prima della partita iniziale del campionato regionale, Lina venne a prendermi durante gli allenamenti. Mi portò in un posto che non sapevo nemmeno esistesse. Mia sorella mi aveva detto che la struttura che avevamo difronte era l'Alius Academy. Scesi dalla macchina e vidi Xavier che mi correva in contro. Gli chiesi cosa stava succedendo, cos'era questa storia dell'Alius Academy e lui mi rispose solo "Le squadre della Alius diventeranno le più forti al Mondo!". -Io ho già una squadra...- specificai. -Va bene lo stesso!- mi rispose lui sorridendomi e prendendomi la mano. -Ora sei l'attaccante della Gaia, la squadra più forte della Alius! Io sono il capitano!- continuò entusiasta. Lo guardai un po' confusa all'inizio, poi gli sorrisi perché capii. Con l'Alius avrei portato la mia squadra alla vittoria, pensai, e vinceremo il Football Frontier! Xavier mi portò dentro dagli altri. Ci fecero indossare la divisa. Non riuscivo a metterla perché non ero abituata agli indumenti stretti, infatti Bellatrix mi aveva aiutata a vestirmi. Quando scendemmo in campo per il nostro primo allenamento, vidi Xavier che, quando mi vide, arrossì un po'. La divisa era troppo stretta e si vedevano le forme. Durante l'allenamento vedemmo che eravamo più agili e ci chiedevamo il perché. Nostro padre, Astram Shiller, ci spiegò che era grazie alla pietra di Alius se eravamo così. Dopo gli allenamenti, eravamo liberi girare per la scuola per conoscerla. Io andai prima nella mia stanza. Appena entrai vidi un letto singolo, finalmente, e un armadio sulla sinistra. C'era una finestra sopra il letto. Nient'altro. La stanza era semplice da riconoscere perché sulla porta c'era numero della mia maglia, il 6. Andai poi a vedere le altre stanze negli altri corridoi. Era grandissima la scuola. C'erano un sacco di stanze e ci si poteva perdere se non si conosceva per bene la mappa dell'edificio. Nel corridoio della squadra Prominence, una stanza mi attirò in modo particolare, la numero 10. Era un po' rossa e decisi di bussare. Avevo un po' di paura perché non mi sembravano normali quelle sfumature rosse. Quando la porta si aprì non sapevo se andarmene o restare facendo la figura della stupida. -Gazelle, se sei ancora tu ti prendo a pallonate e non scherzo!- disse una voce maschile all'interno della stanza. A pallonate? Un suo compagno? Avevo un po' di paura in quel momento. Decisi di andarmene quando il ragazzo si accostò alla porta. Ecco. Che dovevo fare ora che mi aveva vista ferma davanti alla porta della sua stanza? Forse chiedere scusa sarebbe stata la scelta migliore. -Mi-mi dispiace...devo aver sbagliato porta...- gli dissi rossa dalla vergogna. -Tu non sei della Prominence...- mi disse. Non sapevo che fare, che dire. Quello che aveva detto mentre apriva la porta mi aveva fatto davvero paura. Annuii per fargli capire che aveva ragione. Quindi feci per andarmene ma mi fermò. -Ehi aspetta- mi chiamò. Il cuore mi batteva a mille. Pensavo che mi sarei beccata io quelle pallonate al posto del suo compagno. Mi fermai a pochi centimetri dalla sua stanza. -La Gaia non dovrebbe allenarsi ora?- mi chiese. -N-non so...non mi hanno detto niente...- risposi con timore. Vidi qualcuno venire nel corridoio della Prominence e il ragazzo mi prese il polso spingendomi dentro. Chiuse la porta. -Sai che le squadre possono andare solo nei loro corridoi? Se si azzardano ad andare, anche solo per curiosità, nei corridoi delle altre squadre vengono puniti- mi spiegò spazientito. Ero arrivata da poche ore e non sapevo queste cose. Scossi la testa in segno di negazione. -Come fai a non saperlo se sei della Gaia?!- mi urlò lui. L'avevo combinata grossa. Io e la mia stupida curiosità! Ora lo andrà a dire a papà, pensai. Abbassai lo sguardo. -Scusa...ho esagerato- mi disse dispiaciuto. Non pensavo potesse calmarsi, anche perché sembrava sempre arrabbiato. Scossi la testa per dirgli che non importava. -Io dovrei tornare dalla mia squadra...- gli dissi timidamente. -Perché non resti ancora un po'?- mi chiese. Che dovevo fare? -Tra poco ci chiameranno per il pranzo...circa un quarto d'ora...- continuò. Non sapevo se restare o no. -Ok...- dissi. -Bene!- esclamò il ragazzo. -Io mi chiamo Claude Beacons. Il mio nome all'Alius Academy è Torch e sono il capitano della Prominence, una delle tre squadre più forti dall'Alius! Tu invece?- si presentò buttandosi sul letto. Feci lo stesso. -Erika Suzu- mi fermai. -Erika Foster...attaccante della Gaia. La squadra più forte dell'Alius, da quanto ho capito- spiegai mettendomi accanto a lui. Perché stavo parlando così tranquillamente con un ragazzo che potrebbe prendermi a pallonate se lo faccio arrabbiare? Appena pronunciai il nome della squadra, mi guardò come se fosse arrabbiato, ma non lo era. -Gaia...la squadra che ha come capitano quell'odioso Xene...- mi disse con gelosia. Lo guardai confusa. -Perchè odi Xavier? Ti ha fatto qualcosa?- gli chiesi. -No. Cioè, è il più forte dell'Alius e come se non bastasse la sua squadra è la migliore della scuola!- mi spiegò. -Cambiando discorso...è vero che nessuno ti ha mai rubato palla?- mi chiese prendendomi le mani. -Si è vero...perchè me lo chiedi?- risposi. -Bene! Allora dopo pranzo andiamo nel nostro campo da calcio! Voglio provare a rubarti palla- mi disse con aria di sfida. -Bhè...va bene...- risposi confusa. I suoi occhi brillavano. Dopo un po' ci chiamarono per il pranzo. Dato che non potevo stare nel corridoio della Prominence, Torch fece in modo che nessuno mi notasse. Quindi ci avviammo in sala pranzo.
Dopo mi portò nel campo della Prominence e mi sfidò. Non riusciva a rubarmi palla, ma non voleva arrendersi. -Perché non ti arrendi? Non ci riesci...è inutile continuare- dissi a Torch annoiata. -Ora ci riesco!- mi rispose deciso. Vidi che Xavier ci stava osservando, quindi presi la palla col tacco, in modo da mandarla indietro, e la tirai in porta per mettere fine alla sfida. -Ma perché voi della Gaia siete così forti?! Perché io devo essere così inferiore a voi?!- esclamò Torch arrabbiato, se non infuriato. Mi girai per andare da Xavier. -Erika...- mi fermò. Mi girai verso di lui e vidi che teneva i pugni chiusi, quasi volesse picchiare qualcuno. -Che c'è Torch?- gli chiesi. Alzò lo sguardo. -Dimmi come fai a essere così brava...ti prego...- mi disse quasi supplicando. Gli risposi che non lo so sapevo...che forse era il tipo di allenamento. Xavier mi chiamò e andai da lui lasciando Torch da solo nel campo. Mi dispiaceva un po', ma non potevo farci niente. Ho sempre aiutato tutti, ma purtroppo non potevo fare niente per lui.

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