Capitolo 13
Durante il secondo tempo, le tecniche proibite furono utilizzate una sola volta e Kevin si infortunò per colpa di un intervento di Caleb. La partita finì in pareggio sull'uno a uno ma l'esito fu drammatico: Joe e David finirono in ospedale e Kevin fu cacciato dalla squadra.
Finita la partita, il sottomarino iniziò a tremare e, una volta scesi, affondò con dentro Dark. Nel porto vidi qualcuno nascondersi dietro uno dei tanti edifici che c'erano. Andai a vedere chi fosse. Mi affacciai e scoprii che era Xavier. -Che ci fai qui? Non devi essere all'Alius?- gli chiesi. -Non posso assistere a una partita?- mi domandò. -Quasi dimenticavo...tu sapevi di Dark, signorino, e non mi hai detto niente. Perché?- chiesi ancora. Si scusò dicendomi che l'avrei scoperto una volta tornata all'Alius. -Guarda chi si rivede- disse ad un tratto una voce femminile dietro di me. Era Lina e il mano aveva una collana con la pietra di Alius. -E quella dove l'hai presa?!- le domandai indietreggiando. -Sul sottomarino. Ma non è affar tuo- mi rispose con la sua solita freddezza. -Dammi la pietra- le disse Xavier allungando la mano. -Con me starà al sicuro- rispose lei. -Lina- continuò lui facendo segno di consegnarla. Lei la mise in tasca. -Ora dobbiamo andare Erika- mi disse Lina andandosene. -A quanto pare devo andare...ci vediamo alla prossima partita?- chiesi a Xavier sorridendogli. -Si...va bene...ci vediamo allora, Eri- mi rispose. Tornai dagli altri e Caleb mi venne incontro. -Ora ti ricordi di me, Ericchi?- mi chiese. -Si. Sei quel bambino che ho sfidato qualche anno fa e che ho battuto e guardavi tutti gli allenamenti della squadra, giusto?- indovinai. -Giustissimo Ericchi!- mi disse. -Smettila di chiamarmi così- ribattei io seria. -Come vuole lei, signorina- continuò. -Smettila ho detto!- gli ordinai alzando la voce. Continuammo così fino a quando Lina ci informò che dovevamo andare. Si fermò un po' distante del pullman e osservò la pietra di Alius. -Perché l'hai presa? Non te ne farai di niente- le dissi. Il detective Smith, intervenuto per arrestare Dark, chiese alla sorellona di consegnargliela e così fece. Dopo aver parlato con lei per quando riguardava la partita, se ne andò. -Non scoprirà niente di niente- la informai. -Parla per te. Scopriranno sicuramente qualcosa- ribattè lei.
Prossima meta: Osaka, una città dove c'era un parco divertimenti chiamato Naniwa Land. Andammo lì perchè si sospettava che la base dell'Alius vi risiedesse. Davanti al cancello, mi ricordai della prima volta in cui andai. Ero con i capitani delle squadre dell'Alius e nostro padre, che ci ha portati lì per dare il centro d'allenamento a una squadra e per farci un po' divertire dopo estenuanti, continui allenamenti. Il centro lo diede alla Epsilon.
Una volta dentro il parco, ci dividemmo in coppie per cercare la base dell'Alius. Io stetti nel gruppetto delle manager. Successe poi una confusione con i ragazzi che si ritrovarono a sfidare una squadra di ragazze chiamata Tripla C di Osaka. La Raimon vinse 4-1 senza di me e il capitano della squadra femminile, Suzette Hartland, disse loro dove si allenavano. Ci portò in un posto a me familiare, troppo familiare. Appena l'ascensore si fermò al piano sotterraneo dell'edificio, vedemmo il loro centro d'allenamento. -E' davvero vostro?!- domandò Erik a Suzette stupito. -Ora si, tesoruccio! Non so a chi appartenesse prima...ma non ha importanza!- gli rispose lei attaccata al suo braccio. -Non è vostra comunque...- dissi. Si girarono tutti verso di me. -Era inutilizzata, quindi l'abbiamo presa noi e ora e nostra!- ribattè la ragazza. -Ora tutti ad allenarsi!- esclamò Mark impaziente di iniziare. Nessuno riusciva a superare il livello cinque di tutte le prove. Io non provai nemmeno. Suzette mi prese e mi portò in una stanza per farmi vedere una scritta. Temei il peggio. Spostò un mobile e la vidi: c'era scritto "Xavier+Erika=♡". Arrossii leggendola. -Per caso conosci questo Xavier?- mi chiese lei. -C-cosa? I-io?- risposi imbarazzata. -Dai! Parlami un po' di lui!- mi disse capendo che mi piaceva. -P-perché dovrei?!- le chiesi. Lei mi fece il tipico sorrisetto di chi la sa lunga. -So che ti piace! Se non lo ammetti lo dico a tutti!- mi disse. -P-perché dovrei dirlo?!- divenni ancora più rossa, quasi come i capelli di Xavier. Suzette corse sulla piccola terrazzina difronte alla stanza. -A Erika piace un ragazzo di nome...!- non finì di urlarlo ai quattro venti che le tappai la bocca. -Zitta!- le ordinai. -Allora devi ammetterlo, signorina! Su!- mi disse. -Si ok...mi piace...contenta? Ora smetterai di rompermi?- le chiesi esausta. -Si! Ora si!- rispose lei tornando da Erik.
Dopo una serie infinita di allenamenti, i ragazzi riuscirono ad arrivare all'ultimo livello di tutte le prove e il giorno della sfida contro la Epsilon arrivò in fretta. La partita finì in pareggio sull'uno a uno grazie al goal di Shawn. Tutti ci accorgemmo che non riuscì a controllare le sue personalità, la sua e quella del fratello Aiden, morto insieme ai genitori durante una valanga. La sua Tormenta Glaciale venne fermata più volte. Sembrava quasi che Dvalin si divertisse a spronarlo e farlo tirare sempre più forte. Negli ultimi minuti, io e Shawn provammo ad eseguire una tecnica provata più volte nel corso dell'allenamento al centro: la Meteora di Ghiaccio. Dvalin non lo vide, quindi la palla entrò in rete. -Ce l'abbiamo fatta!- esclamò Shaw felice. -La tecnica perfetta è riuscita finalmente!- continuai io entusiasta. Il portiere non capì di che stessi parlando, quindi glielo spiegai. -La Meteora di Ghiaccio è la tecnica perfetta perché unisce la potenza con cui Shawn calcia il pallone con la velocità con cui la mando in rete facendola arrivare al massimo, cioè dieci su dieci. Capito ora?-. -Si, ho capito- mi disse Dvalin facendo finire la partita. Annunciò poi che fra pochi giorni ci sarebbe stata la sfida decisiva.
Qualche giorno dopo, ci dirigemmo alla Fauxshore Jr High per prendere un quaderno con gli appunti segreti del nonno di Mark riguardo a una tecnica potentissima: il Pugno di Giustizia. Appena arrivati, facemmo la conoscenza del portiere della squadra della scuola, Darren LaChance. Il preside chiamò Mark nel suo ufficio per consegnargli il quaderno. Quando tornò, sfidammo la Fauxshore e la battemmo per 4-0. Durante la partita, il loro portiere utilizzò le tecniche del capitano: la Mano di Luce e la Mano del Colosso. Ci spiegò che le aveva viste tantissime volte in televisione tanto da impararle. Era un grandissimo fan di Mark, molto timido e anche simpatico. Facemmo amicizia con tutta la squadra e, per tenerci in allenamento, ci sfidammo tutti i giorni. Fino a uno in particolare...
Una notte non riuscii a dormire bene e vidi che anche il capitano era sveglio. Dato che non riuscivamo a prendere sonno, andammo fuori a fare qualche passaggio. Sentimmo dei passi e cercammo di capire chi ci fosse. Mark, che era il più vicino al ragazzo, lo riconobbe subito. -Ehi, Xavier! Anche tu qui?- gli chiese lui. -Si...- rispose il rosso guardando prima il capitano e poi me. Capii che dovevo fare una piccola recita: dovevo fingere di non averlo visto da tanto tempo. -Xa...vi...er...?!- dissi confusa. Che ci faceva lì? -Mh? Vi conoscete già?- ci domandò Mark. -E' la mia sorellina, Mark- gli rispose Xavier. Io annuii. -Bene! Xavier, vuoi fare dei passaggi con noi?- chiese il capitano prendendo il pallone. -No, non posso...comunque volevo chiederti una cosa- disse il rosso avvicinandosi a lui. Mi avvicinai anch'io per sentire cosa voleva. -Ti andrebbe di sfidare me e la mia squadra a calcio?- gli domandò. Ovviamente, Mark accettò ed io non ero d'accordo. Avevano fissato per mezzogiorno. -Ma io voglio mangiare a mezzogiorno!- esclamai contraria. -Anch'io...magari possiamo pranzare prima della sfida!- propose il capitano. -Così ti senti male e non ne pari uno...si, come no...mangiamo dopo la sfida e non si discute!- finii con l'approvazione di Mark.
Il giorno seguente, all'ora stabilita, la Raimon aspettò la squadra di Xavier davanti al campo da calcio. -Le cose sono due Mark: o se l'è scordato o ci ha ripensato- disse Willy al capitano. -Arriverà di sicuro! Me l'ha promesso!- ribattè lui. Arrivarono proprio in quel momento. Ci rimasero tutti di sasso. Non pensavano di dover sfidare una squadra dell'Alius. -Ti avevo detto che ti avrei sfidato oggi, Mark- gli disse Xavier. -Xavier...mi hai mentito per tutto questo tempo...?- il capitano non voleva crederci. -No, nient'affatto. E' tutto vero, non ti ho detto che sono dell'Alius- rispose lui. -Eri- mi chiamò. Tutti si girarono verso di me. -Si, ho capito- dissi pigiando un pulsante sulla manica della maglietta che mi faceva cambiare divisa da quella della Raimon a quella della Gaia, ormai divenuta Genesis. Andai da loro. Si chiesero tutti perché ero con loro. -Sono il vice-capitano della Genesis, la squadra più forte dell'Alius Academy. Vi basta come spiegazione?- spiegai. -Lo sapevo fin dall'inizio che eri dell'Alius Academy e nessuno ha voluto credermi! Ora avete le prove!- esclamò Victoria indicandomi. -Se nessuno ti ha creduto, vuol dire che ho recitato bene la mia parte- le dissi facendola irritare. Dopo aver fatto preparare la Raimon, iniziammo la partita.
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