Capitolo 10

Arrivati a Nara, ci furono un po' di problemi: le guardie del corpo del presidente Vanguard non facevano entrare nessuno nel parco. Scoprimmo che la guardia davanti all'entrata aveva paura dei cervi, così comprammo dei biscotti per attirarli e glieli demmo. Appena scappò inseguito dagli animali, entrammo e iniziammo a cercare indizi sull'Alius. Ci dividemmo in gruppi di due. L'unico gruppo a tre erano quello delle manager mentre Lina rimase all'entrata. Io, invece, stavo con Jude. Non cercai molto, al contrario di lui che controllava tutto. Arrivati sopra un ponte mi disse che i giocatori della Gemini Storm erano al mio stesso livello. –Ho trovato avversari degni di sfidarmi allora...- risposi guardando l'acqua limpida del fiume lì sotto. –Si...ma non saranno mai forti come te, Eri...- continuò arrossendo. Girai la testa di scatto guardandolo con le gote rosse. –I-io ho trovato un pallone nero nel fiume...chiami gli altri...?- chiesi un po' imbarazzata. –Ah...s-si subito...- rispose lui più rosso di prima.
Appena arrivarono tutti, Mark provò a prendere il pallone ma disse che era troppo pesante. Quindi ci provò Nathan ma disse lo stesso. Ci provai infine io che lo presi normalmente. –Non è pesante...è come un normale pallone da calcio...- dissi mentre ci giochicchiavo. –E' pesantissimo!- affermò il capitano. –E' impossibile che tu l'abbia preso così facilmente!- continuò l'atleta. Sentimmo dei passi dirigersi verso di noi. –Eccoli! Sono loro gli alieni!- urlò un uomo vestito di nero seguito da altri come lui. Capimmo che erano le guardie di cui ci eravamo sbarazzati poco prima. –Tu sei per forza un'aliena!- disse una ragazzina con i capelli rosa indicandomi. Mi guardarono tutti, quindi rimisi a terra il pallone. Ci sfidarono a calcio perché Mark continuava a dire che non eravamo quello che loro credevano. Non avevamo mai giocato contro degli adulti ma Lina ce lo ordinò e così facemmo. Io non trovai alcuna difficoltà al contrario dei ragazzi. Alla fine li battemmo e la ragazzina disse che sapeva che non eravamo alieni. Eravamo tutti confusi. –Davvero, credetemi! Comunque sono Victoria Vanguard, la figlia del presidente Vanguard. Piacere di conoscervi!- continuò lei porgendo la mano al capitano. Gliela strinse. –Piacere nostro, Victoria!- le disse con il suo solito sorriso. Lei mi guardò male ed io pure. Si era davvero accorta che ero dell'Alius Academy? Fatto sta che poco dopo uno degli agenti ci fece vedere un video in diretta da parte della Gemini Storm. Ci dissero che stavano trasmettendo dalla stazione televisiva di Nara TV, quindi ci dirigemmo lì. Una volta trovati, Mark li sfidò. Giocò anche Victoria e durante la partita si accorse che ero l'unica che riusciva a stare al passo degli avversari e che segnava sempre. Infatti, quando finì la sfida, disse ad alta voce quel che pensava. –Lo sapevo...lo sapevo! Ne ero sicurissima fin da quando ti ho vista con quel pallone nero! Ammettilo, Campionessa. Sei dell'Alius!- mi indicò. Avevo la risposta pronta. –Ho giocato cinque Football Frontier di seguito e mi sono allenata molto duramente. Questo è il risultato...qualcosa da ridire, ragazzina?- le spiegai in tutta sicurezza. Mi disse che non ci credeva e continuava a sostenere il discorso che aveva detto prima. Silvia la richiamò, quindi si girò. Janus ne approfittò per avvicinarsi a me. –Quella ha capito tutto. Vuoi che me ne occupi?- mi chiese a bassa voce. –No. Non serve. Peggioreresti solo le cose. Me ne occupo da sola...- risposi con lo stesso tono. –Va bene, ma fai attenzione che non dica altro, sennò sarò costretto a intervenire. Chiaro?-. –Chiaro. Ora vai che si sta voltando. Ti terrò aggiornato su di lei-. Detto questo se ne andò con la sua squadra.
Ritornammo al parco dove parlai in privato con Axel. Ci allontanammo un po' dagli altri in modo che nessuno potesse sentire. –Hai sbagliato tutti i tiri, Axel. Perché?- gli chiesi. Lui abbassò lo sguardo. –Mi dispiace. Per colpa mia abbiamo perso molti goal e in compenso ne abbiamo subiti troppi...- mi rispose. –Voi umani avete un proverbio per queste occasioni: un goal perso è un goal subito! O sbaglio? Non sono un asso con i proverbi...- dissi ridacchiando. –No, non sbagli affatto...- mi scompigliò i capelli. –Comunque Erika, non posso dirti il perché. Mi dispiace-. –Ho visto degli uomini vestiti di nero e appena li guardavi sbagliavi completamente direzione. C'entrano qualcosa?- chiesi. Esitò per un momento, poi annuì. Quegli uomini erano degli agenti dell'Alius. Quando tornammo dai ragazzi, Lina cacciò Axel dalla squadra. Si chiesero tutti il perché e lei spiegò che era per i goal mancati. Cercarono tutti di farle cambiare idea ma lui se ne andò. Mark lo seguì mentre io andai sul pullman. Non volevo che se andasse. Mi ci ero affezionata troppo? Sapevo solo che senza di lui mi sentivo un po' vuota. Senza di lui sarebbe stato tutto diverso.
Era ormai sera e bisognava andare a dormire: i ragazzi sul pullman e le ragazze nella tenda portatile di Nelly. –Dove stai andando Erika? Bisogna andare a dormire- mi chiese Celia. –Torno subito- risposi intrufolandomi fra gli alberi. Mi nascosi dietro uno di essi e chiamai Jordan. Era già a dormire. –Scusa se ti disturbo Jordan ma volevo aggiornarti su "quella ragazza"- gli dissi. –Ti ha fatto qualcosa?- mi chiese. –No no. E' solo che mi tiene d'occhio, è come una stalker! Troppo asfissiante. Che devo fare?- spiegai. –Ci penserò io nella prossima partita. Tu cerca di comportarti come sempre, ok?- rispose. –Ok...grazie Jordan. Ora devo andare, sennò si insospettirebbero troppo. Buonanotte...- gli dissi sorridendo. –Buonanotte piccola...- mi rispose lui riattaccando poco dopo. Arrossii fin troppo. Doveva farmi imbarazzare proprio in quel momento?! Tornai e andai dentro la tenda. Mi misi nell'unico sacco a pelo libero, in mezzo a Celia e Victoria. All'inizio chiacchierammo del più e del meno, poi Silvia se ne esce con una domanda per la nuova arrivata. –Victoria, ti piace Mark per caso?- le chiese. –Si! Mi piace in tutto e per tutto!- rispose lei sorridendo. Si girò poi verso di me. –Invece a te Erika piace qualcuno? Per esempio...non so...quel ragazzo con gli occhialini...- cercò di ricordarsi il nome del ragazzo. –Parli di Jude?- chiese Nelly. Victoria annuì. Mi guardò per cercare risposta. –C-cosa?! N-no...io...è solo un amico!- risposi girando la testa con le gote rosse. Tutte risero. Le chiesi cosa avessero da ridere. –Si vede lontano un miglio che ti piace Erika!- disse la ragazza dai capelli rosa. –Smettetelaaaa!- finii soffocando la testa nel cuscino imbarazzata più di prima. Fu così per tutta la sera finché non ci addormentammo.
Il giorno seguente, Lina ci informò di un bravissimo attaccante in Hokkaido e voleva assumerlo. Quindi il signor Veteran ci portò lì. C'era molta neve ed io ero sempre incollata al finestrino per vederla. Non la vedevo da un po' di anni, per questo ero così entusiasta. Ad un tratto il pullman si fermò e il signor Veteran fece salire un ragazzino che stava letteralmente morendo di freddo. Gli portammo una coperta e una tazza di tè così da riscaldarsi. Dopo che si riprese, ci chiese gentilmente se potevamo portarlo in un posto e che ci avrebbe guidati lui. Noi accettammo ma non c'era posto davanti per lui e, per non farlo stare in piedi, le manager si strinsero un po' mentre io restai ferma accanto al finestrino. Il ragazzo si sedette in mezzo a me e Celia e diede tutte le indicazioni al signor Veteran. Il pullman si fermò di nuovo ma di scatto: la ruota era rimasta incastrata in una buca. Per non far scomodare nessuno andai io. Aprii la porta del mezzo e si sentì il verso di un orso. Era molto vicino, quindi richiusi subito per la troppa paura. –E quel verso da dove proveniva?!- si chiesero tutti. –Non lo so...ma era molto vicino...- risposi guardando fuori. Il ragazzo mi venne incontro. –Vengo con te. In due si fa prima, no?- mi disse aprendo la porta. Io tremai di paura: quell'animale era nei paraggi e lui voleva andare?! Presi un po' di coraggio e lo seguii. Io provai a sbloccare la ruota mentre lui mi stava dietro con un pallone e guardava se arrivava l'orso. –Fatto! Ora si può tornare...sul...pullman...- dissi girandomi. –Perché non ci andiamo subito?- chiesi al ragazzo tenendogli la felpa. Non si girò, anzi, aveva intenzione di calciare il pallone in faccia all'orso che avevamo davanti. –Stai dietro di me e non muoverti- mi disse facendo un passo avanti. Io arretrai e stetti ferma. Lui tirò il pallone in faccia all'orso ed io feci due passi indietro. L'animale scappò e il ragazzo mi chiese se stessi bene. Annuii ancora un po' tremante. Dopo di chè risalimmo sul pullman e ci mettemmo a sedere. –Mai più cose del genere. Davvero- sussurrai. –Ti conviene. Se non c'ero io a quest'ora...- iniziò lui. –G-guarda che l'avrei fatto anch'io se avessi avuto un pallone!- ribattei. –Davvero?- mi chiese il ragazzo ridacchiando. Annuii ancora e lui mi scompigliò i capelli. –Cos'è tutta questa confidenza, ragazzino?- gli domandai prendendogli la mano e facendo il mio solito sorrisetto. –Niente, niente...- mi rispose lui.
Dopo un po' arrivammo nel punto in cui il ragazzo doveva andare. Salutò tutti e ci ringraziò per l'accoglienza avuta con lui e se ne andò. Ci dirigemmo poi all'Alpine Jr High per trovare l'attaccante di cui ci aveva parlato Lina: Shawn Frost. 

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