Capitolo 8 - Federico

Appoggio la mia piccola valigia nella stanza e tiro un sospiro di sollievo.
Finalmente sono tornato.
Punto la sveglia e mi lascio ricadere sul letto senza neanche cambiarmi o spostare le coperte, consapevole di poter riposare solo un paio d'ore prima di dover uscire di nuovo.
In questo weekend ho fatto una cosa che non facevo da tempo: sono tornato a casa. La quantità di cambi che devo fare per arrivarci è disarmante, ecco perché dovrei decidermi a prendere la patente, ma il fatto che mi sarebbe utile a ben poco qui a Milano mi ha sempre frenato dal farlo.
Dopo tutto quello che è successo negli ultimi giorni ho pensato che fosse una buona idea cambiare aria, ho preso dei giorni di ferie dal Caffè e sono partito. È stato bello riabbracciare la mia famiglia, tornare nella mia stanza e trovare tutte le mie cose, come le avevo lasciate, e soprattutto rivedere il lago. Non credevo che casa mia mi fosse mancata così tanto.
Partire di domenica sera per tornare qui a Milano, però, non è stato geniale. Ci sono stati dei ritardi, ho perso la coincidenza e anche l'ultimo treno diretto a Milano, così mi sono dovuto informare in fretta e furia sui pullman da prendere per non rimanere bloccato tutta la notte in stazione.
Sapevo che sarei arrivato tardi ma non immaginavo così tanto.
Domattina, anzi fra poche ore, mi aspettano al Caffè degli Amori, ho un turno insieme ad Elena e devo essere lucido.. anche se non so come ci riuscirò. Cerco di mettere da parte i pensieri e in un attimo crollo.
La sveglia suona, facendomi sobbalzare.
Sbuffo e la spengo. Mi sembra di aver chiuso occhio soltanto due minuti ma si sono fatte le sette, segno che ho dormito un pochino anche se non mi sento affatto riposato.
Mi faccio una doccia veloce, prendo dei vestiti a caso dall'armadio, la borsa a tracolla per l'università ed esco, diretto alla stazione della metro.
Dopo qualche fermata sono arrivato, scendo e guardo l'ora sul cellulare. Sono in ritardo, devo correre. Per fortuna il bar non è distante e così in poco più di cinque minuti sono arrivato.
Riprendo fiato.
"Tutto bene Federico?" mi chiede Moreno, venendomi incontro.
Gli faccio segno di sì.
Mi guardo intorno, per fortuna a quest'ora ci sono solo un paio di clienti, non ho fatto troppo tardi né una figuraccia esagerata.
"Sì, scusa il ritardo"
Noto solo adesso Elena dietro il bancone, mi guarda con aria preoccupata.
Rivederla mi fa venire in mente la sua amica Sara e tutto quello che è successo, quel giovedì sera quando io e lei siamo usciti. Non ho avuto il coraggio di mandarle un messaggio di scuse e lei non si è fatta sentire. Sono stato un idiota, mi sembra di fare solo cose sbagliate ultimamente. Sospiro.
"Buongiorno Elena" le dico, rivolgendole un debole sorriso.
"Buongiorno. Com'era il lago? Ti vedo stanco, non hai riposato abbastanza in questi giorni?"
Senza chiedermi niente mi prepara un caffè e io lo accetto volentieri, non ho potuto fare colazione prima di uscire e adesso che non sto più correndo la stanchezza è tornata a farsi sentire.
"Il lago era stupendo, come al solito" rispondo e inizio a raccontarle qualcosa.
Solo qualcosa, solo il tempo di finire il caffè.
Le lascio la tazzina da lavare e vado nella saletta dei dipendenti dove mi cambio, indossando la divisa.
Si avvicina l'orario di inizio delle lezioni quindi tra pochi minuti inizieranno ad arrivare i primi studenti affamati, meno male che ci sono anche Moreno ed Elena o da solo rischierei di impazzire.
Mi sono preso un piccola vacanza per allontanarmi dai pensieri ma ho anche avuto modo di riflettere e mettere un po' l'anima in pace.
Ho riflettuto molto, soprattutto su Marco.
Non lo conosco, ci ho parlato solo una volta e non capisco come faccia ad interessarmi.. ma è indubbiamente così. Non so dire se effettivamente mi piace, dovrei conoscerlo meglio per essere sicuro, quello che so è che sono interessato a lui e che vederlo in atteggiamenti intimi con qualcuno mi dà fastidio.
Sospiro. Forse questo dovrebbe bastarmi a convincermi che mi piace davvero, ma non ce la faccio.
Mi sono sempre piaciute le ragazze e il fatto che, da un momento all'altro, questa certezza sia cambiata mi manda in confusione. Com'è possibile che io sia interessato ad un ragazzo?
Eppure se penso a Marco.. non posso fare a meno di trovarlo bello. Mi tornano in mente i suoi capelli castani illuminati dalla luce del sole che filtra attraverso la vetrina del bar, il suo sguardo fisso su un libro, sulla solita tazza di cappuccino che prende ogni mattina, o che si posa su di me per un momento, facendomi sentire leggermente in imbarazzo. I suoi occhi azzurri, gelidi, che mi hanno guardato sempre con superficialità e distacco, che mi hanno sempre guardato male. Il suo sorriso, che ho visto per la prima volta quella sera nel locale vicino a Piazza Duomo.
Quel poco che so di lui è che gli piace il cappuccino, le brioche al pistacchio che purtroppo vanno a ruba, e che non mi sopporta.
Non mi capacito di questi pensieri. Mi è capitato, anni fa, di fare il bagno con gli amici o ritrovarmi con loro nello spogliatoio della scuola e non ho mai pensato a loro in quel senso.
Sospiro. Quella sera.. devo avergli fatto un'impressione pessima. Sara era ubriaca quindi non posso davvero darle la colpa, non so quanto abbia fatto per sua volontà e quanto perché guidata dall'alcol. La colpa è solo mia, che ho deciso di uscire con lei quella sera.
E lui era lì. Perché proprio lì? Sembra proprio che il destino mi abbia fatto un brutto scherzo.
Chiudo l'armadietto e mi decido a tornare di là, infastidito da questi pensieri.
Tempo di mettermi dietro il bancone che la porta si apre ed entra proprio lui, Marco, in compagnia di Emma. I suoi occhi, gelidi come sempre, incontrano i miei per un attimo, poi senza dire niente si mette a sedere al solito posto con l'amica.
Mi sento in imbarazzo per quello che provo e anche per tutto quello che è successo giovedì sera, abbasso lo sguardo sul bancone.
Moreno sta facendo uno scontrino ed Elena sta servendo un tavolo, mi decido a fare il mio dovere e mi avvio verso il tavolo a cui è seduto Marco, ma la mia amica mi ferma mettendosi davanti a me.
"È davvero lui, è davvero qui, non mentivi!" esclama, mantenendo il tono di voce basso.
"Perché avrei dovuto?" sospiro.
"Senti Federico, lo so che con lui c'è Emma e potresti volerle parlare ora che sai che le piaci, ma il loro tavolo voglio servirlo io, concedimelo!"
Mi sta implorando con lo sguardo, non posso rifiutare.
Mentre la mia amica va da loro io prendo l'ordinazione di un'altro tavolo.
Non posso fare a meno di controllarla con la coda dell'occhio, si trattiene da loro più del dovuto per chiacchierare con Marco.
Preparo dei caffè e lei è ancora lì, gli sorride e lui ricambia. Sto portando i caffè al tavolo quando vedo che Elena gli mette una mano sulla spalla, non so come scivolo e cado insieme a tutto quello che avevo sul vassoio. Più idiota di così non potrei sembrare.
Metto le mani a terra per rialzarmi, Elena subito mi raggiunge per aiutarmi.
"Faccio da solo" le dico, con un tono troppo freddo ma me ne accorgo solo dopo aver parlato.
La mia amica indietreggia di un passo, confusa.
Raccolgo con cautela i pezzi delle tazze rotte posandoli sul vassoio. Elena rimane vicino a me e, dopo un attimo di esitazione, mi aiuta a raccoglierli. Io non dico nulla, ho già fatto abbastanza.
L'ultimo pezzo che raccolgo mi ferisce un dito e mi lascio scappare una smorfia di dolore.
"Bisogna medicarlo" dice lei, che se n'è accorta.
"Non serve"
"Sì invece, andiamo di là"
Poso il vassoio sul bancone e, mentre Moreno pulisce il caffè che ho versato, noi due ci dirigiamo nel piccolo bagno sul retro.
Metto il dito sotto l'acqua fredda sperando che mi aiuti a sentire meno dolore, poi lascio che Elena me lo disinfetti e lo fasci. Rimango in silenzio mentre lo fa.
"Ho visto che mi tenevi d'occhio"
Sgrano gli occhi, preoccupato, mentre lei continua a tenere lo sguardo fisso sul mio dito che sta medicando.
"Rimarrò tua amica anche se inizierò ad uscire con Marco, lo sai vero?"
Che sollievo, non ha capito.
"Lui mi piace e.. voglio uscirci insieme. Credo di piacergli, in caso contrario non mi avrebbe segnato sulla sua scheda"
Mi guarda negli occhi, la vedo seria.
"Federico.. Marco non è solo bello, è anche simpatico e interessante. Ci sa fare con le ragazze, me ne sono accorta subito. Mentre aspetto la mia anima gemella è con lui che voglio uscire"
Rivolgo lo sguardo altrove. Questo discorso non mi piace per niente, mi sento male. Il fatto che Elena sia così tanto interessata a lui mi preoccupa, potrebbe essere lui la sua anima gemella, altro che incontri-scontri in metro. Dovrei sostenerla eppure.. non riesco a fare a meno di pensare a me stesso. Sono un pessimo amico.
"Voglio frequentarlo, posso avere la tua benedizione?"
"Non sono mica tuo padre" ribatto.
"Eddai, hai capito cosa intendo. Non sarà che ti piaccio io?" il suo tono cambia, non è più seria.
"Come potrebbe piacermi una che mi tira lo zaino addosso ogni volta che mi vede?"
"Ho una pessima mira, non faccio apposta" ride, divertita.
Io le sorrido.
Marco non mi sopporta, non riesco neanche ad avvicinarmi a lui senza essere guardato male.. questa cosa non può avere un futuro. Elena invece può essere felice con lui, e io voglio vederla felice. Ci voglio provare, proverò a sostenere Elena in questa cosa.
"Hai la mia benedizione figliola" le dico, scherzosamente.
Lei ridacchia, tutta contenta.
"Grazie papà! adesso torniamo di là prima che Moreno ci licenzi, l'abbiamo fatto aspettare anche troppo"
Ci rimettiamo a lavorare e ogni tanto, inevitabilmente, il mio sguardo finisce su Marco. Cerco di limitare la cosa e quando Elena va da loro per portargli la colazione provo di nuovo fastidio, ma mi costringo a non assistere alla scena. Solo quando la vedo tornare al bancone mi sento un attimo sollevato. Spero di abituarmi, col tempo.
Dopo un po' il mio sguardo si incontra con quello di Emma. La vedo pensierosa, le sorrido istintivamente e lei ricambia. Marco le avrà detto di avermi visto con Sara? Se così fosse, Emma avrebbe tutti i motivi per avercela con me. Non ho dimenticato che sulla sua scheda c'era solo il mio nome.
Quando hanno finito Marco va alla cassa da Elena per pagare e Emma mi raggiunge.
"Ciao!" mi saluta, allegra. "Mi chiedevo se ti andasse di.. pranzare insieme oggi" tiene lo sguardo basso, la vedo timida.
Mi sono pentito di essere uscito con Sara, non voglio fare la stessa cosa anche con Emma e pentirmene. Devo rifiutare.
Noto lo sguardo di ghiaccio di Marco fisso su di me, mi sta guardando malissimo. Probabilmente non vuole che io faccia star male la sua amica, rifiutandola.. ma a me interessa lui, non sarebbe peggio accettare e poi pentirmene? Il suo sguardo non mi lascia scampo, mi sento in dovere di accettare.
"Va bene" cedo. "Ma all'una e mezza ho lezione quindi dovremmo fare un po' prima"
"Certo, per me va bene! Allora.. ti contatto dopo per dirti dove ci vediamo"
Mi rivolge un sorriso raggiante e, dopo avermi salutato, se ne va insieme a Marco.
Non è un appuntamento, è solo un pranzo. Cerco di tranquillizzarmi ma non ci riesco, lei potrebbe averlo inteso come un appuntamento. Sono veramente un'idiota.
Emma comunque mi sembra una persona ragionevole, al contrario di Sara. Forse, dopo aver mangiato, potrei tentare di dirle che in realtà mi interessa già qualcun altro. Temo comunque la sua reazione e non voglio ferirla.. deciderò se dirglielo o no in base alla situazione.
L'alternativa è fingere che non ci sia niente che non vada e uscire con lei nella speranza di dimenticare Marco, ma non voglio usarla. Non lo farò, non se lo merita.

Qualche ora dopo sono in piadineria con lei, sono felice che abbia scelto questo posto perché mi dà meno l'idea che si tratti di un appuntamento. Perché non è un appuntamento, vero? Non riesco a stare tranquillo.
Prendiamo le nostre piadine e ci sediamo. Noto che lei ne ha presa una con solo verdure, forse è vegetariana.
"Sei vegetariana?" le chiedo.
"Sì" mi sorride e la addenta.
Io faccio lo stesso con la mia.
Chiacchieriamo del più e del meno ma io sono teso e noto che anche lei lo è.
Quando abbiamo finito di mangiare ci incamminiamo insieme verso gli edifici in cui abbiamo lezione, che si trovano nella stessa direzione.
"Non credevo che avresti accettato il mio invito a pranzo" mi dice, tenendo lo sguardo basso.
"Perché avrei dovuto rifiutare?"
Mi fingo ingenuo e non posso fare a meno di sentirmi ancora più stupido.
"Perché.. ho notato una cosa"
Si ferma e inizio a sudare freddo.
"Correggimi se sbaglio, ma.. mi sembra che a te piaccia Marco"
Sgrano gli occhi, apro la bocca per parlare ma non so cosa dire. È finita, mi ha scoperto. Adesso gli dirà tutto!
"È.. così palese?" le chiedo, a fatica.
Abbasso lo sguardo anche io e sento il suo su di me.
Stavano per accorgersene Sara ed Elena, e adesso Emma mi dice questo.. dovevo stare più attento.
"Io.. voglio chiederti una possibilità"
La guardo, confuso.
"Tu mi piaci Federico, mi piaci sul serio.. sin dal primo momento in cui ti ho visto, qualche mese fa, quando sono entrata nel bar dove lavori per prendere una bottiglietta d'acqua. Ero di fretta, stava per iniziare una lezione ed ero in ritardo, ma ti ho notato lo stesso.. Non ho potuto non notare i tuoi occhi verdi, la gentilezza nel tuo sguardo e il tuo sorriso, che mi ha rallegrato la giornata"
Gli occhi le si riempiono di lacrime, inclina il viso verso l'alto per non farle scendere e si fa aria con le mani.
Io non so cosa dire, non ne avevo la minima idea.
Si schiarisce la voce. "Esci con me oggi pomeriggio, dopo le lezioni" mi chiede, con la voce spezzata dal pianto che sta trattenendo. "Se le cose non cambiano rinuncerò a te e ti sosterrò, aiutandoti come posso per riuscire a conquistare Marco"
Sgrano gli occhi di nuovo, non riesco a credere che me lo stia dicendo davvero.
"Non soffrirai di più?" le chiedo.
"No, mi farà piacere essere uscita con te almeno una volta"
Cerco velocemente un fazzoletto nella borsa e glielo porgo.
Lei si soffia il naso e ci si asciuga una lacrima solitaria che le solca la guancia sinistra, rigandola leggermente di trucco scuro.
"Va bene" le rispondo.
Spero solo che sia una buona idea.



Spazio autrice
Non so se è chiaro quindi ve lo svelo: Marco guardava male Federico perché voleva che lui rifiutasse l'invito di Emma (non lo sopporta, non lo crede alla sua altezza e l'ha visto quando è uscito con Sara). Federico invece, per via del suo sguardo, si è sentito in dovere di accettare.. xD
Ultimamente non sto aggiornando spesso perché ho iniziato una nuova storia che ancora non sto pubblicando.. ma non ho abbandonato nè questa storia nè Margherite Gialle, devo solo trovare il tempo per fare tutto.
Se il capitolo vi è piaciuto vi invito come al solito a lasciare una stellina e dirmi cosa ne pensate con un commento, alla prossima! ^-^

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