Capitolo XXXII
Scostata la tenda rimango di sasso vedendo una strana luce aranciata provenire dal giardino.
Come mi ha detto Chris, che è ancora al telefono, vado in terrazza.
Più mi avvicino alla ringhiera più la luce si fa intensa.
Prima di annullare la distanza, col bordo, guardo il cellulare.
Mezzanotte meno un minuto.
Mi affaccio quindi, per vedere cos'è quella strana luce.
Resto ulteriormente di sasso alla vista di centinaia di candele disposte a formare le parole "Buon Compleanno Rose" sul prato.
Il cellulare segna la mezzanotte.
Siamo al 24 maggio.
Uno spettacolo mozzafiato.
E assolutamente romantico, quando mi rendo conto che Chris è accanto alle candele che mi saluta, con una mano e il cellulare sull'orecchio.
Sono troppo sorpresa.
Riesco appena a contraccambiare il saluto.
Ad un certo punto sento una voce ovattata alla mia sinistra.
Solo dopo un attimo mi rendo conto che è il mio cellulare, che tengo in mano.
Lo porto all'orecchio.
- Ehi? Ci sei Rose? -
- Chris... io... -
- Ti... piace? - chiede incerto.
Come potrebbe non piacermi?!
Sei pazzo?!
Ma sono troppo immagata per formare delle frasi di senso compiuto a voce.
- Chris... è... stupendo! -
- Sono contento... ehm... ti va... di scendere un attimo? -
Non me lo faccio ripetere due volte!
- Arrivo subito. -
Attacco la chiamata e mi fiondo fuori dalla camera.
Non prima però di aver la lucidità di scattare una foto a tutto quello spettacolo.
Sono in pigiama e con le ciabatte, ma non m'interessa.
Non appena sono fuori mi avvio di corsa verso le candele e, quando scorgo Chris, gli salto addosso abbracciandolo.
- Grazie! È la cosa più bella e romantica che abbia mai visto. Come potrebbe non piacermi?! In più sei la prima persona che vedo il giorno dei miei diciotto anni. Non potrei essere più felice. È tutto perfetto! Non potevo sognare di meglio! Ma come ci sei riuscito? - dico tutto d'un fiato.
Decisamente la fase di mutismo, da troppo splendore, è passata.
Ha lasciato posto a quella più pericolosa della logorrea da sovraeccitamento.
Chris infatti ridacchia.
- Wow! Sono davvero contento. Ma prima... voglio dirtelo a voce. -
Mi guarda sorridendo come non mai.
- Buon diciottesimo compleanno, Rose Christine De Floreciaques. -
- Grazie Christopher. -
Mi viene da piangere!
Sono così felice.
- Prego, comunque non è stato difficile, sono venuto fin qui con la moto e, scavalcando il muro perimetrale, mi sono intrufolato qui. Poi ho cercato il punto migliore dove posizionare le candele ed ho iniziato ad accenderle. - risponde candidamente.
Scavalcato? Intrufolato?
- Hai scavalcato quel mastodontico muro? Sei impazzito?! Stai bene?! -
Mi stacco da lui e inizio a girargli attorno.
Noto solo in quel momento che è sporco di terra e pieno di piccoli graffi.
- Oh miseria ladra boia!!! -
Mi porto le mani alla bocca sconvolta.
Ha fatto tutto questo per farmi questa sorpresa?
Si è arrampicato per un muro alto più di quattro metri e si è buttato da esso, si è graffiato con Dio solo sa quante piante ed è qui solo per farmi gli auguri?
C'è solo da ringraziare che non si sia rotto nulla scendendo dal muro!
E lui che fa?
Ride!
Pazzesco!
- Che cazzo hai da ridere? Hai idea di quanto male potevi farti?! -
- Miseria ladra boia! Abbiamo aggiunto una parola?! - continua a ridere tra una parola e l'altra.
- Smetti di ridere. Potevi romperti qualcosa. - lo guardo col broncio.
- Oh dai. Non esagerare. Poi guardami. Sto bene. -
Un corno bene!
- Sei pieno di graffi! Non stai no bene! - cerco di farlo ragionare.
- Ah, questi? Non sono niente, dai. -
- Niente? Come niente?! -
Mi viene male a me!
Non sta sanguinando, almeno credo... anche se con la luce delle candele è troppo buio per vedere bene.
Vedo solo graffi e i suoi vestiti a macchie.
Adesso sto per piangere dalla preoccupazione.
Come sono lunatica!
Chris mi prende per le spalle - Ohi! Mica starai per piangere, spero. Sto bene. -
Mi guarda fisso negli occhi.
- Credimi Rose. Ti prego... volevo farti contenta non certo farti piangere. -
È davvero in ansia.
- Giuro. Sto bene. Guarda. -
E staccandosi da me fa una giravolta poi inizia a fare un assurdo e buffo ballo.
Lo fisso per qualche attimo prima di cedere iniziando a ridere.
- Ma che cavolo fai, Chris? - chiedo ancora ridendo.
Lui si ferma e torna da me sorridendo.
- Meno male. Convinta ora?! -
Annuisco.
- Ma guai a te se fai ancora una cosa tanto irrazionale e pericolosa. - lo ammonisco.
- Ah... non posso promettere. Quando ci sei tu di mezzo mi vanno in pappa tutti i circuiti del cervello. Il cuore ha ragioni che la ragione non comprende... -
Il mio cuore fa una capriola.
- Divento irrazionale al quadrato e pur di vederti sorridere mi lancerei nella missione più pericolosa che esista. Quindi proprio non posso promettere. - fa spallucce come se non fosse colpa sua.
- Ma se tu sei in pericolo o ti fai male io non posso sorridere. Non posso essere felice se tu soffri. -
Si avvicina ancora.
Sento il calore del suo corpo, anche se non ci stiamo toccando.
E l'intensità del suo sguardo mi inchioda.
- Lo dici perché sono un tuo amico o perché posso sperare di essere qualcosa di più, nel tuo cuore? -
Ecco! Ci siamo!
Il mio cervello è andato in tilt e non collabora.
Il cuore sta facendo una maratona per conto suo.
Ho lo stomaco con le farfalle impazzite.
Le gambe tremano.
E non mi sta nemmeno sfiorando!
Deglutisco.
So cosa provo.
So cosa voglio.
So... chi voglio!
Voglio Chris.
E non di certo come amico.
- Chris... io ti amo... -
Rimane a bocca aperta.
- Lo so che ci conosciamo appena da due mesi, ma sono abbastanza sicura di quello che provo. Già dalla prima volta che ti ho visto sono rimasta di sasso, ma a conquistarmi è stato quel tuo caratterino testardo quasi quanto il mio, la tua allegria, il tuo sorriso mozzafiato e solare, come adori la tua sorellina, il fatto che la pensi come me sui modi troppo snob dei nobili, come sei sempre disponibile con me e mi proteggi, quando mi scrivi messaggi senza senso e, incredibile, anche le tue stupide battutine che mi fanno tanto imbarazzare quanto sentire amata. Quando sei con me mi sento sulle nuvole, felice e leggera. Mi sento anche più forte e al sicuro. Io... -
Non faccio in tempo ad andare avanti che mi trovo le sue labbra sulle mie.
Dopo il primo momento di sorpresa mi lascio andare a quel dolce bacio.
Quanto ho desiderato e sognato questo momento.
Ed è avvenuto in un modo molto più romantico che nei miei sogni.
Il giorno del mio compleanno, circondata da una miriade di candele.
Sarò anche sempre circondata dallo sfarzo della vita a corte, ma mai come in questo momento mi sono sentita una vera Principessa.
Come una di quelle delle favole dove il loro Principe azzurro le fa salire a cavallo per portarle a vivere felici e contente.
Principesse non per la corona, ma perché sono amate come delle Principesse.
Ma tutto questo è meglio pure di una favola.
Le mie mani si muovono da sole e scattano sulla nuca di Chris fino a intrecciare le dita tra i suoi capelli.
Sono ancora più morbidi di come li avevo sognati e immaginati.
Non mi pare vero di essere davvero con il biondino così.
Spero di non svegliarmi e scoprire che è un sogno!
Ma le braccia di Chris che mi cingono la vita sono così calde da non poter essere solo un sogno.
Troppo reali come le sue morbide labbra e la sua lingua che gioca con la mia in una danza tutta loro.
Sorrido tra un bacio e l'altro.
Non è no un sogno.
- Perché sorridi...? -
Chiede Chris con voce sussurrata, poggiando la fronte sulla mia.
I nostri occhi non sono mai stati così vicini.
E questa vicinanza mi piace da morire.
- Anche tu stai sorridendo... -
Allarga il sorriso.
- Come potrei non sorridere? La ragazza che amo ricambia i miei sentimenti... in più non hai idea da quanto attendessi di poterti stringere e baciare così... -
- Oh... forse un'idea ce l'ho... pensi di essere stato il solo ad attendere? Di chi è stata l'idea "andiamo piano"? -
Quella volta nel labirinto stavo per saltarti addosso.
- Non mi starai rimproverando perché ho voluto fare il bravo ragazzo, no? -
- Forse giusto un pochino. Volevo dirti che ricambiavo già il giorno che ti sei dichiarato nel gazebo... -
- Beh... siamo qui comunque, no? -
- Sì... -
Dopo un altro dolce bacio a stampo - Ti amo, Rosy... -
Sorrido come un'ebete prima di abbracciarlo, affondando il viso sul suo petto.
Mentre mi accarezza lo sento ridacchiare.
- Certo che... solo noi possiamo stare così, in una scenetta romantica, una in pigiama e l'altro pieno di terra. -
Ridacchio con lui - Siamo fatti l'uno per l'altra. Perché siamo unici nel nostro genere, no?! -
Intensifica l'abbraccio annuendo.
Dopo un'ora tra baci, abbracci e coccole ci accorgiamo che le candele si stanno spegnendo a causa di qualche folata di vento qua e là.
- Wow! È l'una inoltrata! - esclama Chris guardando l'ora sul cellulare.
- Mi sa che è meglio se vado... - aggiunge.
Si vede però che non è per nulla convinto.
E figuriamoci se io ho voglia di mandarlo via.
Ma al mio corpo traditore parte uno sbadiglio.
- Già. È ora di andare a nanna. -
Si scioglie dall'abbraccio allontanandosi di un passo.
Gli afferro istintivamente l'orlo della maglia.
Sorridendo mi bacia dolce la fronte.
- Prometto di venire ancora, ma se resto ancora va a finire che non avrò più la forza né la voglia, che già mi è inesistente, di andarmene. E Dio solo sa se, stamattina, mia madre non mi trova a casa che crisi fa. Rischio che mi chiuda in camera con le spranghe alle porte e non voglio, se no come ci vengo sabato alla tua festa? -
Annuisco, ma anche se capisco ciò che dice vorrei ugualmente che non se ne andasse.
- E non farmi quel faccino triste È già abbastanza difficile così. A motivarmi ho che non sto sognando. E che quindi ora sei la mia ragazza. -
Una scossa mi attraversa il corpo e un sorriso scemo mi si stampa in faccia.
"Sono la sua ragazza!" la me interiore sta ballando e saltando.
- Va bene... ma fa attenzione per strada. Ti voglio intero sabato. -
È tardi, ed è venuto qui con quella moto.
E so come la guida.
- Promesso. Ora che sono così felice non ho intenzione di rovinare tutto facendo l'idiota. -
- Bene. -
Dopo di che inizia ad avvicinarsi alle candele.
- Ehi! Su spegnile. Non hai ancora espresso il classico desiderio di compleanno. -
Mi indica le candele.
- Non vorrai che spenga tutte queste candele?! -
Se ne è già spenta una buona parte, ma ce ne saranno ancora un centinaio accese.
- Oh sì, piccola. -
Dovrebbe darmi fastidio esser chiamata così, ma lo dice in maniera così dolce da renderlo il soprannome migliore del mondo.
Torno poi ad osservare le candele.
- Compio diciotto anni, non cento. -
- Davvero? Cazzo... mi sono sbagliato. - si sbatte un palmo sulla fronte.
Finge di essere sbadato.
Rido alla sua scenetta scema.
Mi avvicino a lui.
E quando sono a meno di un metro lo guardo sorridendo.
- E comunque... il mio desiderio si è già avverato, non ho nulla da chiedere. -
Sorride radioso alla mia frase.
Non mi vergogno più di dire certe cose.
Anzi, sono felice di poterle finalmente esternare così liberamente.
Chris, dopo l'ennesimo bacio, si mette a spegnere le candele.
- Che fai? -
- Mica posso lasciarti il giardino così. O i tuoi domestici mi ammazzano quando si svegliano. -
In effetti non sono un paio di candele.
Ho il giardino pieno.
Aiuto anche io a spegnere.
Quando poi la cera si è risolidificata Chris inizia a raccoglierle e a metterle in un sacchetto.
Finito il lavoro e salutandomi con un bacio si avvia.
Lo fermo.
Vuole andarsene con le mie candele?
- Dimmi, Rose? -
- Dove credi di andare con quelle? -
- Ehm... come? -
- Non ti porterai via le mie candele. Restano con me. -
Punto una mano sul fianco mentre scuoto l'altra col palmo rivolto verso l'alto.
Mi guarda confuso e divertito.
- Vuoi tenerti tutte queste candele? -
- Assolutamente sì. -
Ridendo mi porge il sacco.
- Come desideri. -
- Grazie Chris. - gli bacio la guancia.
Poi mi viene in mente una cosa.
- Aspetta qui un attimo. Torno subito. -
E senza lasciarlo rispondere corro via.
Torno dopo nemmeno cinque minuti col fiatone e mi getto tra le sue braccia.
Onestamente più che per essere abbracciata era che non riuscivo più a fermarmi.
- Ehi! Cos'è tutta questa fretta? -
Prendendo fiato mi ricompongo.
- Tieni. -
Gli porgo una chiave.
La chiave che uso per uscire da Palazzo.
Mi osserva confuso.
- Questa apre la porta dei domestici, nel muro perimetrale. Non scavalcherai di nuovo quel coso, non voglio rischiare che ti rompa l'osso del collo. Però guarda che questo è il mio doppione quindi sabato riportamelo. Vedrò poi... di fare una copia anche per te... -
L'ultima frase mi è uscita in un sussurro, ma dal suo sorriso smagliante mi ha sentita benissimo.
Dopo un altro lungo saluto se ne va sul serio, fischiettando e roteando su un dito il portachiavi.
Rimango a fissarlo, fino a che non lo vedo più, prima di tornare in camera.
Mi addormento poco dopo, sempre con un sorriso scemo stampato in faccia.
Il miglior compleanno della mia vita.
Ed è appena cominciata la giornata.
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top