Capitolo XXIV

Io e Chris siamo nel gazebo, del mio giardino, che ci gustiamo l'ottimo tea pomeridiano organizzato da mia mamma.

Dopo la tensione che c'è stata in quella stanza avevo proprio bisogno di un tea rilassante.

Però, ora che sto mandando via il pensiero di Julius, dalla testa, c'è spazio per quello di essere sola con Chris.

Fin'ora ci siamo comportati discretamente nella norma, ma dentro di me sento tutto fuorché la normalità.

Quando poi le nostre mani si scontrano, per prendere lo stesso dolcetto, scatto come una molla.

Chris ritira la sua mano lentamente.

- Non ti mangio mica, sai Rose? -

Lo guardo.

Ha un'espressione così triste.

Sono un'idiota!

Sembra che io abbia paura di lui.

In verità vorrei molto più di un semplice contatto delle nostre mani.

- Chris io... - vorrei rimediare, ma blocca le mie parole.

- No, ascoltami per favore. Quello che è successo l'altro giorno... tra di noi... capisco di essermi approfittato della situazione. Eri vulnerabile per colpa dell'incontro poco piacevole con quello stronzo... e... ecco. In ogni caso voglio puntualizzare che ero serissimo nel dire che mi piaci, ma dopo tutto quello che ti ha fatto, trovo assolutamente normale che tu ci vada più che piano. Voglio che tu mi conosca e voglio meritarmi la tua fiducia che non tradirò mai... perché è la prima volta che mi innamoro... -

Mi manca il fiato.

Si... si... è... dichiarato?

Non è un sogno, giusto?

Il rossore, sul volto abbassato, di Chris mi conferma con non è un'allucinazione.

- Chris... -

Voglio dirgli che non c'è motivo di andarci piano.

Che mi fido già di lui.

Che non stavo accettando il bacio perché vulnerabile, ma che lo volevo anche io.

Però Chris mi zittisce.

- No, per favore. Non rispondere. È troppo presto... andiamoci piano. Amici? -

Mi porge la mano sorridendo timido.

La fisso amareggiata.

Non voglio essere tua amica!

Voglio essere la tua ragazza!

Però... è così dolce...

Si sta impegnando per dimostrarmi che ci tiene a me.

Posso aspettare a dichiararmi a mia volta?

Sarà difficile, ma posso provarci.

Allungo la mano per stringere la sua.

- Bene, bene, bene. Cos'è quest'atmosfera romantica? Non eravate amici? - ironizza la voce di Julius.

- Cosa in una stretta di mano, tra amici, dà l'aria di romanticismo? - chiedo sprezzante.

- In ogni caso anche se fosse, la cosa non ti riguarda. - aggiungo.

- Come non mi riguarda? -

- Sei sordo o solo tardo? - sputa acido Chris.

- Dov'è finito il voi, Principe? -

- È un linguaggio troppo rispettoso per uno come te. Anche semplicemente il tu in realtà... preferirei proprio non dover parlare con te, ma le circostanze ahimè me lo impediscono. - ribatte ancora più aspramente.

- Oh... allora mi permetto di passare anche io al tu. In ogni caso, nessuno ti obbliga a parlarmi, tanto più dato che stavo conversando piacevolmente con Rose non con te. -

Chris stringe i pugni sotto il tavolo.

Respiro a fondo per calmare il mio di nervoso.

- Niente che riguardi te è piacevole per me. -

- Rose, come siamo acide. -

- È tutto merito della tua presenza. Comunque che ci fai qui? Hai finito col contratto? -

Se è qui ancora, solo per rompere, giuro che lo sbatto fuori a calci.

- No, Kevin si sta occupando delle ultime piccolezze. -

- Stai quindi boicottando i tuoi doveri? -

- Senti chi parla di doveri. - ghigna.

- Per curiosità che ci fai precisamente qui? - gli domando alzandomi seguita da Chris.

Julius osserva ogni mio movimento fin nel dettaglio.

Quei suoi occhi color marrone sbiadito mi irritano.

Come ho fatto a ritenerli attraenti, un tempo?

Quelli di Chris lo sono!

- Sei migliorata a camminare con i tacchi. -

Sì, prendimi pure per il culo!

- Sono passati anni dopotutto. -

- Sai Principe Christopher... Rose un tempo cadeva quasi ad ogni passo. Era una tale vergogna andare alle feste con lei. Non potevo fare due passi che poi girandomi la trovavo lunga distesa a terra. - scuote il capo sospirando.

Ricordo fin troppo bene quel periodo.

Julius non mi ha mai afferrata al volo.

Mi lasciava cadere osservandomi con disappunto.

Nemmeno Marie mi ha mai guardata così male quando cado.

Dopo di che mi aiutava a rialzarmi, solo se c'era gente in giro che potesse vederlo.

Della serie "bella faccia solo in pubblico".

- Io trovo vergognoso che tu la lasciassi cadere. Per di più vergognandoti di lei. - ribatte disgustato il biondo.

- Che altro potevo fare scusa? -

- Oh! Tipo prenderla al volo prima che cadesse? Ma presumo tu fossi troppo occupato a guardare le altre per renderti conto di quello che succedeva alla tua ragazza. - è sempre più irritato.

- Chris stavo pensando che non ti ho ancora mostrato il labirinto. -

Devo distrarlo o rischio che lo picchi di nuovo.

Non che mi dispiaccia vedere la faccia livida di Julius, ma Chris è molto più carino quando sorride che con questa espressione adirata.

In più voglio uscire da questa situazione.

Sono in mezzo tra i due ragazzi e mi sento costretta tra due fuochi.

Julius fa un passo verso di me, poi un altro e un altro ancora.

Ci separa appena mezzo metro.

La sensazione di ribrezzo che provo è incalcolabile e quando si abbassa, per avere i volti alla stessa altezza, diventa quasi incontenibile.

Abbassa il tono di voce fino ad un sussurro raccapricciante.

- Che hai intenzione di fare con lui nel labirinto? Sono geloso. Non vorrai portartelo a letto spero, soprattutto in un luogo così esposto. Sai... ho sempre creduto che sarei stato io il tuo primo... in tutto. -

- Come cazzo ti permetti! - sbotto disgustata.

Con la coda dell'occhio vedo Chris avanzare.

Lo blocco con una mano, sperando di esser ascoltata.

Fortunatamente lo fa.

Torno a guardare lo stronzo.

- Ricordati Rose. Puoi anche credere di avermi lasciato, ma sei comunque mia. Sarai sempre mia. -

Un brivido di terrore mi scuote il corpo.

La scena assomiglia terribilmente al mio incubo.

Inizio ad indietreggiare fino a quando non sento delle mani familiari prendermi per le spalle.

Dio solo sa quanto sia grata della presenza di Chris.

Mi sento decisamente meglio.

Ho quindi la forza per urlare a Julius - Vattene! -

No, non sono stata io a urlare.

È stato Chris!

Sono così sotto shock?

Lui rimettendosi diritto ridacchia.

- Non è finita, Rosy. -

Dopo di che volta i tacchi e se ne va.

Vedo in lontananza suo fratello che lo osserva.

Accanto poi sbuca mia madre che inizia ad avanzare verso di noi come un razzo.

- Rose... - mi sussurra la voce preoccupata di Chris.

Poggio una mano su una delle sue che sono ancora sulle mie spalle.

- Chris... io... -

- Ssh. Ne parliamo dopo... ora calmati... -

Calmarmi.

Che impresa...

Considerando la sua non poco velata minaccia, come faccio a calmarmi?

E ora che ci penso... Chris ha sentito qualcosa di quello che mi ha detto?

Non credo oppure ora Julius starebbe strisciando per allontanarsi.

Non riesco a far altri pensieri che sento un freddo abbandono da parte di Chris.

Solo l'istante dopo, quando vengo travolta dalla braccia di mia madre, comprendo il perché di quella separazione.

- Piccola mia. -

- Mamma... sto bene. - cerco invano di liberarmi dalla sua stretta, quel che basta per guardarla.

- Non stai bene. Tremi come una foglia. - serra di più la stretta.

Io non sto... sto tremando?

Quando ho iniziato?

Non me n'ero resa conto!

Fantastico!

Prima piango senza accorgermene, ora tremo... la prossima volta che sarà?

Spero che sia un calcio sulle sue palle!

Anzi no, voglio gustarmi tale momento, se mai arriverà!

Fortuna che mi era indifferente..

- Che ti ha fatto quello stronzo?! - scatta serrando i denti.

- Mamma! - mi sconvolge sentirla imprecare.

Non lo fa mai!

- Oh, senti. Quando ci vuole ci vuole. - borbotta.

Pure questo non capita praticamente mai!

- Comunque non mi ha fatto niente... detto semmai... -

- Che ti ha detto allora? -

Ripeto quindi il discorso, non ho la forza di inventarmi una balla credibile e nemmeno lo voglio.

- Se non ci fosse stato Chris... non so come avrei fatto. Grazie a lui... non sono crollata del tutto. - sospiro stanca.

Perché quello stronzo mi fa ancora questo effetto?

Io voglio mandarlo a quel paese e vivere la mia storia, che ancora deve cominciare, con Chris!

- Certo, come no. Che cazzo ho fatto? Stai tremando come una foglia, non sono no stato d'aiuto. - ribatte Chris con rabbia palese verso se stesso.

Finalmente riesco a staccarmi da mia madre e vado verso di lui.

Ha il viso affondato nelle mani.

Ogni tanto ne usa una per scompigliare quei bei capelli dorati che tanto amo.

Gli levo le mani per guardarlo in faccia, ma volta il viso di lato per non incontrare il mio sguardo.

Mi tocca quindi afferrarglielo e girarlo.

Mai, prima d'ora, ho visto i suoi occhi così tristi, arrabbiati, frustrati...

Il suo verde acqua è agitato come un fiume in piena.

Ci sono un sacco di quelle emozioni negative, che sarebbe una lista troppo lunga.

Nemmeno lontanamente sembrano gli occhi che il mese scorso mi perseguitavano come degli stalker, gioiosi e divertiti.

- Sei un idiota. - concludo sorridendo.

Sgrana gli occhi un istante prima di farmi un sorriso amaro che quasi mi spaventa più della minaccia di Julius.

- Te ne accorgi solo ora? -

Chris!

Dannazione!

- Chris! Se non ci fossi stato tu sarebbe andata molto peggio. Continuo a ripetere che ormai Julius mi è indifferente, ma non è vero purtroppo. Non gli ho mai detto in faccia ciò che meritava, quindi è una ferita che non si è mai cicatrizzata completamente. Ma da quando ti ho conosciuto mi sento più forte. Più sicura di me e di ciò che sono. Solo perché oggi eri qui con me ho potuto rispondere a tono a quello stronzo... certo speravo di tenergli testa fino alla fine, ma considerando i precedenti incontri, dove nemmeno avevo la forza di parlare, è un grande successo. In più non appena mi hai presa per le spalle mi sono sentita finalmente al sicuro. E sei stato tu a mandarlo via per me. - cerco di confortarlo con le mie verità.

I suoi occhi sono puntati su di me, ma non mi guardano realmente.

Mi viene da piangere.

Perché non capisci?

- Ti avevo promesso di proteggerti e guarda come è finita... poi se avessi sentito ciò che si è azzardato a dirti. - serra i denti.

- Tu mi hai protetta. E se avessi sentito? Gli avresti dato un altro pugno? Non sarebbe andata così bene se fosse successo nuovamente. -

Un colpo finto di tosse, alle mie spalle, mi fa sussultare.

Mi stacco subito da Chris.

- Se posso permettermi Christopher... ti sei comportato egregiamente. Vi ha provocati di proposito, se tu avessi alzato le mani avresti solo fatto il suo gioco e allora avrebbe anche potuto tirar su un affare di stato. Comunque tranquillo, anche io ho passato tutto il tempo con la voglia irresistibile di prenderlo a schiaffi. Ma sono una Regina, non posso permettermi certi lussi. Sebbene per mia figlia lo prenderei anche a calci. In ogni caso, rilassati. Non merita di scatenare la tua ira, men che meno verso te stesso. Se Rose per prima non ti dà colpe che senso ha dartene tu da solo? - gli sorride dolcemente.

Ah, mamma!

La bocca della verità!

Se prima non mi fossi dimenticata che c'era anche lei, mentre mi comportavo palesemente da innamorata con Chris, glielo direi in faccia.

Il biondino annuisce leggermente.

Forse è riuscita a convincerlo almeno un po'.

- Mi scuso per prima comunque... - dice in un sussurro.

- Prima? - chiediamo in coro confuse sia io che mamma.

- Beh... sì... quando ho imprecato... -

Entrambe scoppiamo a ridere.

- Chris, ma dai! -

- Non preoccuparti, caro. - agita le mani mia madre, come a voler cancellare la cosa.

Finalmente gli vedo spuntare un vero sorriso.

Uno di quelli imbarazzati, ma sempre meglio di niente.

- Avete la risata quasi uguale. - ci informa.

Io sorrido radiosa prima di dargli delle leggere pacche sul braccio.

Inizio poi a piroettare su me stessa.

Mi sento decisamente meglio.

Non tremo più, so che Julius se n'è andato, Chris è qui e mia mamma voleva prendere a schiaffi Julius.

Faccio un altro paio di giri prima di fermarmi di fronte a Chris.

Ha uno sguardo leggermente divertito, probabilmente dai miei giri senza senso.

- Chris? -

- Sì? -

- Ti va di andare al labirinto, ora? -

- Che bella idea. Andate, andate. - ci incita mia madre.

Così prendo per il polso il biondino avviandomi verso il labirinto.

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