Capitolo XXII
Questo pomeriggio viene Julius, con suo fratello maggiore Kevin, per i soliti contratti per lo scambio di gemme.
Come al solito parleranno con mio padre o mia madre e l'insostituibile Claude.
Per l'occasione mi sono state cancellate le lezioni pomeridiane.
Sono convinti che non riesca a concentrarmi sapendo che è in casa mia.
In verità ogni volta, a parte l'irritazione, non provo altro.
Anche perché sto ben attenta a non avvicinarmici troppo.
Oggi però è diverso dal solito.
Rischio che quello stronzo racconti della mia scappatella con Chris.
Sarebbe meglio se lo precedessi.
In fondo non ho fatto nulla di male!
Sono uscita con un mio amico.
In più non ho mai detto di essere uscita con Lottie.
Ho solo evitato di correggerli quando mi hanno chiesto come ci era andata la giornata.
Osservo di sottecchi la mia famiglia.
In questo preciso momento c'è una quiete quasi surreale per essere la colazione tipica dei De Floreciaques.
- Devo dirvi una cosa... - comincio titubante.
Non lascerò nessuna possibilità di demolirmi a Julius.
- Cosa tesoro? -
La voce di mia madre raggiunge dolce le mie orecchie.
- L'altro ieri non sono uscita con Lottie. - confesso.
Cerco di essere il più calma e naturale possibile.
- Come scusa? - scatta Clay.
- Sono andata a Dornido con il Principe Christopher. - continuo cercando di mantenere la calma.
Forse troppo.
Infatti... in coro i miei due fratelli maggiori urlano.
- Che cosa?! -
Le espressioni dei due sono però molto differenti.
- Che c'è da fare quelle facce? - borbotto infastidita.
Clay è tra lo sconvolto e l'agitato mentre Jo è solo stronzamente divertito.
Devi stare calma Rose!
Fingi che sia la cosa più normale al mondo!
- Che vuol dire che sei andata a Dornido col Principe Christopher? - si fa sempre più circospetto.
- Clay... come che vuol dire? Mi sembra di essere stata abbastanza chiara. Non vedo perché ci sia tutta questa agitazione. - incrocio le braccia sul tavolo.
Tanto Marie non verrà a saperlo.
- Dove siete andati di bello, cara? - chiede raggiante mia madre.
Quasi mi fa ridere il suo entusiasmo, in mezzo all'ansia di mio fratello.
- A pranzare in un bar e poi al giardino botanico dedicato a Lottie. Anzi, ora che mi ci fai pensare non l'ho ancora presa in giro. -
- Che bello. Ho sentito che è uno dei giardini botanici più belli di Sovion. - batte le mani estasiata.
- In verità non abbiamo potuto veder molto visto che ci siamo imbattuti nel Principe Julius. - continuo la confessione.
Meglio raccontare anche del pugno.
Non voglio che Julius si inventi qualche strana storia per mettere in cattiva luce Chris.
- Julius?! - urla a pieni polmoni Clay.
Credo che stia per iniziare ad andare in iper ventilazione.
Claude!
Misericordia ladra!
Calmati!
Mi farai venire un infarto con tutti questi scatti!
- Sì, è stato piuttosto sgarbato... a tal punto che... dopo un determinato commento il Principe Christopher gli ha dato un pugno sul naso. - esordisco sempre cercando di spiegarmi con calma.
Tutti, eccetto Ostin, sgranano gli occhi.
Adoro come i bambini si chiudano senza fatica nel loro mondo, che per il mio fratellino in questo momento è incentrato sulla brioche alla crema che sta addentando.
- Cosa ti ha detto?! - ringhia Claude.
- Clay... preferisco non ripeterlo... anche perché la questione è già chiusa. -
Mia madre annuisce.
Papà stringendo i pugni - Tesoro... quel Julius... -
- No papà. È già stato picchiato. Non c'è bisogno che te ne occupi anche tu, vuoi scatenare una guerra per caso?! - tento di farlo ragionare.
- Ma sono tuo padre!! - si lamenta.
- Ed è proprio tua figlia a chiederti di lasciar perdere. Sono già stata difesa a dovere. La violenza genera solo altra violenza. -
Non è molto convinto, ma annuisce.
Riesco miracolosamente a chiudere lì la discussione.
È stata una conversazione spossante, ma necessaria.
Almeno mi sono salvata dalle battutine che Jo evidentemente voleva fare.
È più intelligente di ciò che credevo, visto che le ha evitate.
È metà mattinata ed ho la mia amata pausa di dieci minuti.
Non molto, ma riesco comunque a tirare un respiro di sollievo.
Da quando ieri ho saputo che oggi sarebbe arrivato Julius non ho fatto altro che chiedermi se dirlo o meno a Chris.
Non vorrei che sembrasse una supplica.
Nemmeno a farlo apposta il mio telefono squilla e mi trovo il suo nome sul display.
Strano!
Di solito mi scrive.
Quando me lo sono trovato davanti casa era la prima volta che mi chiamava.
Rispondo controllando che non ci siano orecchie indiscrete.
- Pronto? -
- Ehilà Rose. -
- Ehilà Chris. - imito il suo tono allegro.
- Come va oggi? -
- Mm... domanda interessante... ho appena finito due ore di diritto e tra otto minuti ne avrò due di etichetta... poi se contiamo che questo pomeriggio vengono i Principi Rovinov... - butto la cosa come se non fosse nulla di che.
- Scherzi spero! -
Dovevo stare zitta!
È agitazione quella nella sua voce?
- No nessun scherzo, ho davvero due ore di etichetta. Di fila. -
Lo so che è un tentativo di distrazione assolutamente vano.
- Non prendermi in giro. Hai capito di che parlavo. -
Sospiro.
Gli ho fatto evaporare l'allegria iniziale.
Dannazione a me!
- Ok... no, non scherzo. Ma va tutto bene. Lo vedrò giusto quel che serve per i saluti. - gli spiego.
- Quando precisamente dovrebbe arrivare? -
- Ehm... le tre circa... perché? -
- Come perché?! Non ti avevo detto che sarei stato con te ogni volta in cui avresti dovuto averci a che fare? - risponde estremamente serio.
Sì tesoro, ma pensavo fosse lo slancio del momento!
- Chris scherzi? Non ce n'è bisogno. -
- Io dico proprio di si. - è irremovibile.
- Ma Chris... tu hai i tuoi impegni. Non puoi mollare tutto per farmi da contraccolpo. -
Spero di farlo ragionare.
È carino da parte sua, ma è pur sempre un Principe.
Non possiamo scappare un giorno sì ed uno no, un minimo di rigore.
"Da che pulpito viene la predica!" mi schernisco da sola.
In ogni caso pure io so che abbiamo comunque delle responsabilità.
- Che impegni? Io? Impegni? -
- Chris non prendermi tu in giro ora. -
- Rose... che tu lo voglia o no alle tre sarò a casa tua. -
- Non dovevo dirtelo... sei un testone. - borbotto.
- Senti da che pulpito viene. - ridacchia.
Però sono io ora quella col broncio.
- Ad un patto. - protesto.
- Mi dica fanciulla. - sento il suo sorriso attraverso l'apparecchio.
- Niente violenza a casa mia. -
- Ok, che tu ci creda o no il pugno che ho dato a Julius è stata la cosa più violenta che abbia fatto in vita mia... beh, se non contiamo le risse scherzose con i miei amici... -
- Esistono delle risse scherzose? - ribatto perplessa.
- Altrochè! - ride.
La maniglia della porta inizia ad abbassarsi.
Controllo l'orologio.
I miei dieci minuti sono volati...
- Chris ora devo andare... -
- Già. Il dovere chiama. Ciao Rosy. -
- Ciao Chris. -
Chiudo la chiamata.
Fisso lo schermo nero del mio cellulare sorridendo come un'ebete.
Adoro quando mi chiama Rosy!
Mi ridesto solo alla voce gracchiante di Miss Roberts - Principessa metta via quel cellulare. La sua pausa è finita. -
Sbuffo e la donna mi guarda schifata.
- Che versi sono? Non tollero che una principessa faccia tali suoni indecorosi. -
Annuisco cercando di non farle notare che sto alzando pure gli occhi al cielo.
- Certo Miss Roberts. -
- Mettiamoci al lavoro. -
Agli ordini!
E mi metto al mio posto trattenendomi dallo sbuffare di nuovo.
A pranzo con la calma di un bradipo - Questo pomeriggio il Principe Christopher verrà a trovarci. -
Subito però sento il rossore lottare con le mie guance.
Un rumore di una forchetta che atterra sul piatto echeggia al mio fianco.
- Che bello. Possiamo preparare un tea in giardino. -
Mia madre è sempre elettrizzata all'idea di avere ospiti.
- Perché? - chiede la voce sconvolta di mio fratello Claude.
- Perché è un mio amico. Come Lottie che viene a trovarmi spesso, anche lui... - spiego infastidita dal suo comportamento.
Lo so che è preoccupato, teme in un'altra storia come quella con Julius.
Però non sono tutti così. Per fortuna.
- Sì... amico. A chi vuoi darla a bere Rosy? -
- Jo che tu ci creda o meno sono affari tuoi. Chris è un mio amico. -
Almeno per ora...
Eh? Oh cielo... che vado a pensare!
- Chris, eh? - la voce divertita di Josh sta per farmi sclerare.
Chiamare il biondino Chris davanti alla mia famiglia è stata una svista.
- Jo, piantala. Sì, Chris, Christopher, Principe, come vuoi chiamarlo. - lo fisso truce.
- Quindi... viene qui? Oggi? - insiste sempre più compiaciuto.
Ti diverti con poco Jo!
Oh, ma io tengo a mente queste prese in giro!
Sappi che mi vendicherò la prossima volta che nominerai Lottie!
- Sì... oggi. - rispondo calma.
- E perché? -
- Vuole finire il quadro che ha iniziato sul viso del Principe Julius. - ribatto sarcastica.
Josh scoppia a ridere.
È l'unico.
Claude non ha più detto nulla quindi mi giro per guardarlo e lo trovo a fissarmi con occhi sbarrati.
- Clay? -
- Sei sicura? -
Sicura?
Di cosa?
- Di che parli? - chiedo decisamente confusa.
- Di voler qui quel Principattolo... - brontola.
- Claude, il Principe Christopher è un mio amico. Non sei contento sapendo che mi ha pure difesa l'altro giorno, dalle calunnie del Principe Julius? -
- Sì, ma... -
- Oh, povero il nostro Clay. Ha paura di non essere più lui il primo da cui la dolce Rosy andrà a piangere. - lo sfotte Josh.
Fulmino con lo sguardo quell'idiota.
- Clay non ha nulla da temere. È e rimarrà sempre mio fratello. Quello a cui interessa qualcosa di me. - ribatto acida incrociando le braccia.
Josh stringe gli occhi a due fessure.
- Questa potevi risparmiartela. - sputa fuori con tono duro.
- Oh, davvero? Perché? In fondo non mi sembra di aver detto una balla. -
- Solo perché mi diverto a prenderti in giro non vuol dire che non ci tenga. - anche lui incrocia le braccia.
Lo so che in fondo mi vuole bene, ma la mia bocca è partita senza il giusto imput dal cervello.
Adesso come rimedio?
- Ovvio. È normale che bisticciate ogni tanto, ma in fondo vi volete bene. -
Ecco il mio papà riappacificatore!
- Su, ditevi che vi volete bene e chiudiamo qui, nessuno di voi due vuole litigare. -
Dal canto mio è vero.
Non volevo litigare, semmai punzecchiare.
Faccio un respiro profondo.
Lo guardo sorridente prima di mandargli un bacio volante con tanto di occhiolino.
- Ti voglio bene Jo. E so che anche tu me ne vuoi. - uso la voce più melensa che ho in repertorio.
- Credici anche. -
Scuote la testa.
Ma noto un sorriso divertito.
Il nostro è un affetto tutto strano.
Pace fatta!
Sia lodato Re Samuel!
Riappacificatore di fratelli litigiosi!
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