Capitolo XVII

Ormai sono passate due settimane dalla festa di compleanno di Claude.

Sebbene non abbia più visto Chris, mi ha comunque scritto un sacco ogni giorno.

Anche cose senza senso, solo per farmi ridere.

Allo stesso modo abbiamo comunque parlato di noi.

Credo di poterlo ufficialmente chiamare mio amico.

La settimana scorsa ho saltato una lezione perché, parlando col biondino, non mi ero accorta dell'ora e Marie mi ha messa sotto torchio.

Ora mi sento in tilt.

Non sono potuta uscire nemmeno con Lottie, che voleva andare per negozi in città.

Ho bisogno di una pausa!!!

Oggi mi sono lamentata del mio stress anche con Chris.

M'ha subito risposto "Ci penso io, Principessa."

Magari!

In ogni caso sono riuscita a convincere, o meglio obbligare, Marie a darmi la giornata libera.

Precisamente chiudendomi a chiave in camera e urlando che non sarei uscita per nessuna lezione.

Sono, in pigiama, sul mio lettino adorato che fisso sconsolata il mio cellulare.

Da quando mi ha detto che ci pensava lui non mi ha più scritto.

Proprio di parola il biondino!

L'orologio segna quasi le otto e sto iniziando ad avere fame, visto che con la porta chiusa a chiave non possono portarmi cibo, ma non aprirò... per ora.

Ad un certo punto il cellulare inizia a squillare.

Che spavento!

Chi è?

Rimango di sasso alla vista della scritta "Chris chiamata in corso".

Oddio!

Mi sta chiamando!!

Rispondo con le mani che tremano.

- Pronto? -

- Ehilà Rose! Che fai di bello? - trilla allegro.

- Mi sono chiusa in camera per protesta. -

Scoppia a ridere.

- Mitica. Ti faccio una domanda... -

- Che novità. - rispondo divertita.

Lui è Mr Domande.

- Già... beh... riesci ad uscire e andare al cancello principale, senza farti notare da nessuno? -

- Credo di sì... ma perché? - domando perplessa.

- Come perché? Non ti avevo detto che ci pensavo io? -

- Già... e poi mi hai abbandonata fin'ora, bell'amico! -

- Al contrario. Sono un ottimo amico, su vestiti comoda e raggiungimi al cancello. - ridacchia divertito più che mai.

- Raggiungimi? -

È qui?

- Sono qui al cancello. Ah! Ricorda una giacca! -

Oddio è davvero qui!

Ma...

- Una giacca? Con questo caldo? -

Sono sempre più confusa.

- Sì, fidati. Ti servirà. Ora muoviti che mi sto annoiando qui da solo. -

- Sei davvero qui? Non è che arrivata al cancello trovo che è tutta una presa in giro delle tue? -

Sono leggermente dubbiosa.

È arrivato qui da solo? Come?

- Ma quanta fiducia. Ti ho mai delusa? - brontola e posso immaginare perfettamente l'espressione che sta facendo.

Ricordo quando due giorni fa mi aveva raccontato di essere un suonatore di cornamusa e che alla mia richiesta, con voce emozionata, di suonare per me aveva riso confessando di essersi inventato la cosa.

Ci tenevo, non ho mai sentito suonare una cornamusa. Tanti mi hanno detto che ha un suono sgradevole, ma finché non la sentirò con le mie orecchie non do giudizi.

Rammento anche la storia della settimana scorsa dove diceva di aver scalato una montagna e di averci quasi rimesso le penne. Ho preso un tale spavento.

Per poi sentirlo ridere ammettendo che la cosa è impossibile visto che soffre terribilmente di vertigini.

È stato un sollievo sapere che non era mai stato in pericolo, ma ero anche delusa dal suo stupido scherzo.

- Sì, mi hai delusa varie volte. - ribatto fingendomi offesa.

I miei bronci passano in meno di dieci minuti.

Sono una ragazza permalosa, ma la mia modalità offesa non dura mai tanto.

Insomma, per farla breve mi passa subito.

Sarebbe solo una perdita di tempo impuntarsi per giorni. Il mal umore non fa bene a nessuno.

- Oh... è ancora per la storia della cornamusa? Dai. Se vuoi inizio a suonarla per davvero. -

Mi passa per la testa l'immagine di Chris in kilt che suona quello strumento a forma di sacca.

Scoppio a ridere.

Forse ho trovato l'unico indumento sulla faccia della terra che non starebbe bene a quel ragazzo.

- Ehi! Non ridere! Sarei uno schianto con il kilt! - ride a sua volta.

Ma come ha fatto a leggermi nel pensiero?

- Sì, credici anche. - ribatto ridendo ancora.

- In ogni caso... signorina. Ti sto aspettando. Ti vuoi muovere? - si fa impaziente.

Ok, ho deciso.

Vado e se non c'è... so dove abita e andrò a strozzarlo.

- Dammi dieci minuti per vestirmi e altri dieci per arrivare. - rispondo in fine.

Dovrebbero bastarmi.

- Alla faccia! Venti minuti?! Mi sa che quando arriverai mi troverai morto di solitudine! - esclama con voce straziata.

Che melodrammatico!

- Oh... ma piantala. Se non la smetti ci metto ancora più tempo. -

- Agli ordini madamigella. Su, si muova. L'aspetto con "pazienza". - marca bene l'ultima parola.

E prima che io possa ribattere mi riattacca in faccia.

Come promesso sono al cancello dopo venti minuti spaccati.

Inizialmente volevo mettermi un vestito per uscire visto che... che cosa?

Va beh, in fine ho scelto i miei adorati jeans corti, delle scarpe sportive rosse e una canotta bianca con una stampa a fiori. Rose rosse ovviamente.

Aggiungo un berretto da baseball rosso e sono pronta.

Per uscire, senza farmi notare, è stata un'impresa invece.

Ho rischiato di farmi beccare da Claude passando davanti alla stanza dove si tengono le lezioni di scherma e arti marziali.

Quando stavo oltrepassando la cucina per poco non mi vedeva una cameriera che stava lavando i piatti.

In giardino poi, per poco, non mi scontravo con Ostin.

Quando, in ultima, sono arrivata al cancello ho tirato un sospiro di sollievo da record.

Con facilità sono riuscita ad uscire.

C'è una porta nelle mura, che circondano il castello, utilizzata dagli inservienti.

Qualche anno fa, precisamente un anno dopo che Marie mi era stata assegnata, ho fatto fare di nascosto un doppione della chiave per poter uscire quando voglio. Di solito con Lottie.

Mi ritrovo quindi fuori casa.

Guardandomi intorno non vedo Chris.

Fantastico!

Era una presa per il culo quindi!

Incrocio le braccia al petto indispettita.

Stavolta me la paga!

Sto per prendere il mio cellulare, dalla borsa a tracolla, per chiamarlo e fanculizzarlo quando un braccio mi prende la vita da dietro e una mano mi chiude gli occhi.

Mi si gela il sangue.

"Una Principessa non dovrebbe mai uscire da Palazzo senza una scorta." mi ammonisce sempre Marie.

Perché non do mai retta a quell'isterica?

Proprio perché è isterica.

Chi l'avrebbe mai detto che mi sarei mai pentita di non averla ascoltata.

Sto per tentare di urlare quando sento - Finalmente. Mi stavo per fossilizzare ad aspettarti. -

- Chris... - dico in un sussurro.

Ho il cuore praticamente in gola!

Stupido idiota!

Che scherzi sono?!

Vorrei urlargli tutte quelle cose, ma sono talmente sotto shock.

Ho pure dimenticato tutte le lezioni di arti marziali fatte fin'ora.

Dovrò dire al professor Dhernit di focalizzarci sugli attacchi a sorpresa, dalla prossima lezione.

Chris nota che sono immobile senza dire nemmeno mezza parola.

Si stacca quindi da me e si posiziona di fronte per guardarmi in viso.

- Misericordia ladra. Rose, sei bianca come un lenzuolo. - ribatte preoccupato.

Dovrei ridere come faccio sempre, quando ripete la mia esclamazione preferita, ma ho il cuore a mille.

Lo guardo un secondo prima che le gambe mi cedano, mi siedo a terra.

Si accovaccia accanto a me.

- Rose? Che diavolo succede? Mi stai spaventando. - nella sua voce c'è un panico che tenta invano di contenere.

Chiudo gli occhi e respiro a fondo.

Finalmente mi sto rilassando.

Sto stupido voleva farmi morire d'infarto!

Quando riapro gli occhi li punto sui suoi - Stupido idiota. - lo rimprovero e lui sgrana gli occhi.

- Mi hai fatto venire un infarto. Ti sembra il modo di sorprendere una ragazza? No, perché mi hai quasi ammazzata di paura. - aggiungo.

Si mette le mani sul viso.

- Dio... pensavo stessi per svenire. Era colpa mia quindi? Non ci ho pensato... appena ti ho vista mi sono avvicinato istintivamente... non volevo spaventarti... sì, sono un idiota... -

È seriamente dispiaciuto.

Vorrei urlargli altri insulti, ma lo vedo già abbastanza in colpa di suo.

Delicatamente gli levo le mani dal viso.

- Per stavolta scuso questo idiota, visto che è venuto per davvero come promesso. - dico sorridendo.

Contraccambia, più incerto, il sorriso.

- Ovvio che sono qui. -

Gli metto una mano sulla spalla - Su, non fare quella faccia, sto bene ora. Meglio uno spavento per una sciocchezza che trovarmi rapita sul serio. -

Annuisce e si alza.

Mi porge la mano per aiutare me.

Le gambe per fortuna non tremano più, ma il contatto con la mano di Chris mi provoca un brivido lungo la schiena.

Ora che sono più calma lo osservo.

È davvero carino con quei jeans appena sopra il ginocchio, la camicia rossa a quadri aperta con sotto una canotta bianca e quella giacca in pelle che a parer mio stona, ma gli sta d'incanto.

Ha anche un berretto bianco e rosso.

Sembra quasi che ci siamo messi d'accordo per vestirci.

Mi osserva anche lui, ma con gli occhi stretti.

Che c'è che non va?

Non gli piace come sono vestita?

- E la giacca? - mi chiede incrociando le braccia.

Cazzo! È vero!

Che scema!

- Ehm... Ops... - ribatto alzando le spalle.

Sospira scuotendo la testa.

I suoi capelli oscillano a quel movimento e rimango a fissarli un po' troppo come un'ebete.

Mi riprendo quando lo vedo levarsi la giacca e sventolarmela davanti al naso.

- Metti la mia. -

La prendo tra le mani guardandolo confusa.

- Non so se te ne sei reso conto... ma ci sono ventotto gradi oggi. -

Non risponde, si limita a prendermi la mano e condurmi per il viale alberato davanti all'ingresso dove siamo ancora fermi.

Camminiamo per qualche minuto, tempo in cui tento di fare domande alle quali la risposta è sempre "Abbi pazienza."

Ad un certo punto si ferma di colpo e io sbatto il naso sulla sua schiena.

Me lo massaggio - Perché ti sei fermato così di scatto? -

- Eccoci qui! - esclama stendendo la mano libera davanti a sé.

Guardo oltre la sua spalla e la vedo.

È un'enorme moto nera.

Lo fisso sconvolta - È tua? -

- È mia. - conferma.

- Sei arrivato qui con questa cosa? - fisso il veicolo piuttosto sconcertata.

- Ehi! La mia moto non è "questa cosa"! - ribatte leggermente offeso.

- Ah. I ragazzi e i loro giocattoli. - lo schernisco.

Mi osserva divertito.

- Andiamo? -

- Che cosa? Vuoi portarmi in giro con quella cosa? -

Sono leggermente allarmata.

Non sono mai salita su una moto.

- Ti ho detto che non è "questa o quella cosa" e sì. Voglio portarti in giro con la mia moto. - conferma.

- Non lo so... io... non sono mai salita su una moto... - sono sempre più incerta.

- Fantastico! Sono onorato di aver il privilegio di essere il primo con cui ci salirai. - sorride entusiasta.

- Oh al diavolo! Va bene. - decido in fine mettendomi la giacca.

Mi elettrizza come idea.

Dopo di che mi porge un casco mentre si infila il suo.

Guardo l'oggetto girandolo e rigirandolo tra le mani.

- Come si aggancia questo affare? - chiedo perplessa.

- Da qua. Faccio io. - Chris me lo prende, dalle mani, divertito dopo aver già finito di allacciare il suo.

Mi sento in imbarazzo.

Mi sembra di essere una bambina che non sa allacciarsi da sola il bavaglio.

Quando ha finito mi osserva con il suo sorrisino irritante.

- Ti sta bene. - mi osserva da capo a piede.

- Sì, come no. - ribatto, la mia voce è ovattata.

Sta per salire sulla moto, ma si gira ancora verso di me.

- E se si accorgono che non sei più un camera? -

Ci pensi ora, tesoro?

- Ho lasciato un biglietto. E dopo, quando saremo a destinazione, chiamo Jo. Lui è l'unico che non darà di matto quando dirò di essere a fare un giro. E tranquillizzerà gli altri. Fa comodo avere un fratello indifferente ogni tanto. - faccio spallucce.

Quando scappo con Lottie di solito chiamo sempre Josh.

E puntualmente si preoccupa più per Charlotte che per me.

Chris annuisce e si siede.

Mi intima di imitarlo.

Sono dietro di lui e non so dove mettere le mani. Non ci sono maniglie in questa cosa.

Chris fa partire il motore e io sussulto.

Lo sento urlare per sovrastare il rumore della moto - Aggrappati a me! -

- Che? - ribatto confusa.

Ho sentito bene?

Non risponde, ma in compenso mi afferra le braccia e se le porta sulla sua vita.

Lo sto abbracciando così!

È così imbarazzante!

Ho il cuore a mille...

Spero non lo senta!

Però... è una bella sensazione.

Sento il suo calore sotto il tessuto leggero dei suoi abiti.

Non è male il giocattolo di Chris.

Poi senza preavviso parte con un rompo.

Lo slancio mi fa andare indietro e per non cadere mi aggrappo più forte.

Va velocissimo!

Andremo a schiantarci da qualche parte!

Oh cielo! Che paura!

Perché ho accettato di fare sta cosa?

Che mi è saltato per la testa?

Quasi lo stritolo serrando gli occhi.

Se prima il cuore era a mille, per la sua vicinanza, ora va a un milione per il terrore.

Cerco di urlare - Sei pazzo?! Rallenta o moriremo! -

Sento la sua gabbia toracica sussultare e capisco che sta ridendo ancora prima di sentirlo dire - Abbi fiducia! -

Faccio un respiro profondo e cerco di calmare la mia ansia.

La moto come ad impedirmelo accelera.

Grazie tante Chris!

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