Capitolo XV
Oggi è il giorno della festa per il ventunesimo compleanno del fratello di Rose.
Com'è che si chiama? Claus... no, Clayton... no! Cla... Claude! Sì, Claude!
È la prima volta che veniamo invitati ad una festa al castello reale di Saron.
Tutta colpa di mio nonno, era convinto che non fosse naturalmente possibile essere in buoni rapporti tra i nostri due regni dopo i decenni di lotta, fortunatamente mio padre la pensava diversamente.
Mi spiace però che per superare questi dissapori abbiamo dovuto attendere la morte di mio nonno.
Pensando però a cose più allegre...
Alla fine ieri sera, quella dispettosa, nemmeno mi ha dato il suo numero e per di più manco mi ha scritto.
Eppure sono divertito da questo comportamento.
Detesto le ragazze che ancor prima di sapere il mio nome mi chiedono il numero o mi danno il loro.
E odio altrettanto fingere di non aver un cellulare per rifiutare.
Anche se credo che nessuna ci creda e si limiti a capire l'antifona.
Forse è un comportamento stronzo, ma così ho guadagnato punti con la mora.
Ho visto come era stupita che i miei numeri fossero realmente quindici.
Certo che mi sono sorpreso quando ho preso io l'iniziativa dello scambio.
Non mi sono mai trovato in questa situazione con una ragazza.
Oltretutto siamo stati soli nel gazebo per quasi un'ora e non sono riuscito a chiederle chi cavolo fosse quel Clay che le aveva telefonato mentre era a casa mia.
Ho una mezza idea che possa essere un parente, ma la vocina maligna in testa mi trapana, dicendo che è solo l'idea di un illuso, che una come lei non abbia un lui al suo fianco.
Sembro quasi un fidanzato geloso.
Peccato che non sia il suo fidanzato.
Se fosse innamorata di un altro non potrei certo lamentarmi.
Ma perché mi interessa tanto se ha o meno un ragazzo?
Jack mi ha preso in giro dicendomi che ormai sono bruciato, "Perché dire cotto sarebbe poco!" ha aggiunto ridendo.
Sarà anche il mio migliore amico, ma è un bastardo!
Si diverte un sacco a prendermi per il culo.
Ieri al ballo mi ha intercettato, dopo che la Principessa Charlotte si è portata via, per non dire trascinata, Rose.
M'ha interrogato come fossi un criminale e lui il detective.
Ha concluso poi con sue deduzioni del tipo "Sei bruciato" oppure "Ecco finalmente colei che metterà il guinzaglio a questo Principe libertino!"
Stupido idiota!
Poi... libertino? Ho avuto solo tre storie serie, ma con ragazze sbagliate e quelle frivole non sono mai andate oltre i baci.
Dopo Jack è stato il turno di Eddie.
Com'era incazzato quando si è reso conto che ero sparito con Rose.
Ma che diavolo di problemi ha?
Dopotutto ho sentito da Tim che ha ballato e civettato con quasi la metà delle ragazze presenti.
Quindi... che gliene frega se io sono scappato con Rose?
Ho la mezza idea che sia perché si è reso conto che lei non è per nulla attratta da lui, come tutte.
Caro fratello attaccati al tram!
Non mi porterai via l'ennesima ragazza.
Anche perché non è ancora mia...
Sono talmente preso da questi pensieri.
Devo schiarirmi le idee.
Mi metto le mani tra i capelli e li scompiglio freneticamente.
Vengo interrotto da una voce preoccupata.
- Ehm... Principe? Che succede? Non vi piace il vestito per stasera? -
Alzo lo sguardo e noto gli occhi verdi di Mr Gojun, lo stilista di corte, che mi fissano.
Cazzo!
Mi ero totalmente dimenticato di essere alla prova finale del completo.
Che figura di merda!
Non mi sono mai chiuso così tanto nel mio mondo da dimenticare pure dove mi trovo.
Rose... non so se mi stai facendo bene o male!
In più aprire il mio cuore è... difficile!
Faccio un respiro profondo e mi rimetto diritto composto.
Aggiungo pure un finto colpo di tosse - No, è perfetto Gojun. Scusi... ero... sovrappensiero. -
Mi guarda per un secondo che sembra un'ora poi annuisce.
Mentre controlla gli orli - Una donzella Principe? -
Sospiro.
- È così evidente? - mi passo pure una mano tra i capelli.
Gojun mi fa gli abiti da che ho memoria ed ho imparato che è una persona degna di fiducia, molto perspicace, che sa ascoltare e dare ottimi consigli.
L'ometto ridacchia.
- Ah... molto Principe. Non vi ho mai visto così... sulle nuvole. Deve essere proprio una ragazza splendida se vi ha stregato in questo modo. -
- Oh... lo è. - mi lascio sfuggire.
Mi sa che sto pure arrossendo perché vedo Gojun fissarmi ad occhi sgranati.
- Oh cielo. Principe siete rosso in viso. - conferma la mia idea.
- Gojun stia zitto! - ribatto chinando il capo imbarazzato.
Lui ride.
- Principe vi chiedo scusa. Solo... siete davvero tenero. -
- Tenero? - esclamo indignato.
Nessun ragazzo vorrebbe esser definito così!
Chissà invece perché le ragazze usano sempre vocaboli come tenero, carino o adorabile.
- Sì... è la prima volta che vi vedo così preso... le vostre precedenti relazioni non vi hanno mai distratto così tanto. Anzi mi sono sempre chiesto se vi foste mai innamorato realmente... mentre ora non ho dubbi su questo. - esordisce convinto.
- Non sono innamorato! - scatto.
- Sì come volete. La negazione è normale. Siamo così orgogliosi noi uomini, è difficile ammettere di aver il cuore rapito. Ma avremmo certo vita più facile se fossimo sinceri con noi stessi. -
Sbuffo.
Mi irrita oggi.
Perché mi fa porre domande alle quali non ho ancora una risposta.
- In ogni caso non abbiamo una relazione. -
- Uh... interessante. Non ricordo dama che non vi cada tra le braccia a prima vista. - sorride incuriosito.
- Oh... per essere caduta tra le mie braccia è caduta. - ridacchio.
- Non comprendo... - mi guarda confuso.
- È caduta letteralmente... inciampata a causa di un gatto. - spiego.
- Al vostro primo incontro? -
- Sì. - continuo a sorridere come uno scemo.
- In ogni caso... non ci è caduta emotivamente? -
- Non lo capisco effettivamente... poi perché dovrebbe scegliere me? Tanto alla fine andrà da Edgar. - mi lascio andare ai pensieri più cupi.
- Oh... Principe... -
Grande errore!
Perché ho menzionato mio fratello?
Ora Gojun inizierà il solito discorso.
Lui sa che le mie precedenti ragazze dopo esser state con me per un periodo, poi correvano a tradirmi col mio stesso fratello che non provava il benché minimo rimorso.
Sono tutte uguali le donne.
"Io non sono come tutte" mi ritorna in mente la frase di Rose.
Sospiro.
- E se stavolta andasse diversamente? - chiede invece.
Sono sorpreso dalla domanda.
Attendevo il solito "Voi non avete nulla in meno di vostro fratello, anzi voi avete un cuore che non gioca con le donne."
- Perché lo dite? - chiedo curioso.
- Perché anche voi siete diverso dal solito... poi non tutte sono uguali, non vorrei offendervi, ma fin'ora le vostre compagne erano un po' superficiali... erano persone che guardavano solo l'aspetto fisico e sapete che i vostri occhi chiari suscitano stupidamente timore. - si irrita della cosa.
Sì, sa anche del mio complesso sul colore dei miei occhi preso dalla mia bisnonna.
Lui dice che sono fantastici, a parte i miei genitori ed Annie, è l'unico a pensarla così.
È anche uno dei pochi che mi guarda sempre negli occhi a parte quando mi sistema gli abiti che indosso.
Sia mai che mi infilzi con qualche spillo!
- Non sono per nulla offeso. Anzi avete pienamente ragione, come sempre. - lo tranquillizzo.
- In più con la donzella in questione sono io a distogliere lo sguardo, altrimenti non stacca praticamente mai i suoi occhi dai miei. -
Potrei descrivere nei minimi dettagli i suoi occhioni dolci.
- Davvero? -
Mi fa ridere il suo stupore.
Annuisco.
- Non deve assolutamente farsela scappare. È incredibile. Vede?! Le dicevo che avrebbe trovato quella giusta. - si entusiasma.
- Ehi! Piano! Non corriamo! -
Mi fa poi le congratulazioni per aver trovato Rose e se ne va finito il lavoro.
Rimango per un po' a fissare la porta dalla quale è uscito.
Non so se tutto questo discorso mi ha portato a delle risposte o ha aggiunto delle domande.
In ogni caso ora non voglio pensarci.
Arriva così l'orario della festa.
Non vedo l'ora di vederla.
Non le lascerò però passare il fatto di non avermi scritto nemmeno uno straccio di messaggio.
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