Capitolo XLII
Nemmeno a dirlo, Chris mi prende al volo.
Peccato che sia per lo slancio che per averlo colto di sorpresa cadiamo nel fiumiciattolo.
Fortuna che è basso!
Mi ritrovo sotto acqua per una frazione di secondo, prima di riemergere con il biondino.
Tossendo entrambi, per l'acqua bevuta, ci mettiamo in piedi.
Non faccio in tempo a rendermi conto che l'acqua mi arriva appena alla vita che, sono avvolta nell'abbraccio più forte mai ricevuto da Chris.
Cerco di contraccambiare, anche se la mano sinistra fa ancora un casino di male.
Però anche questo dolore non mi dispiace, mi fa rendere conto di ciò che realmente è accaduto.
Cosa ho affrontato.
Come sono arrivata qui.
- Dio... Dio... grazie... sei qui... davvero... - mi mormora col viso sepolto nell'incavo del mio collo.
Sta tremando, ma ho la sensazione che non sia per il freddo.
Quanta paura deve aver avuto?
- Sono qui... - sussurro.
Quanto mi è mancato.
Il suo profumo.
I suoi abbracci.
La sua voce.
Tutto, ogni singola cosa.
E quanta paura ho avuto senza di lui.
Un terrore che poi sono riuscita a mettere da parte proprio pensando a lui.
Al castello di Julius tutto era sbagliato.
La persona con cui ero, quello che mi faceva, il modo in cui lo faceva e gli scopi.
Ma ora che sono qui tra le braccia del biondino tutto è tornato al giusto posto.
Tutto in perfetto equilibrio.
Sono al sicuro tra le braccia del mio amore.
Sento poi insinuarsi dell'aria fredda tra di noi.
Mi accorgo che si è allontanato, quel che basta per guardarmi negli occhi.
Rimango a bocca spalancata quando noto che i suoi bellissimi occhi cristallini sono contornati di rosso e lucidi.
E rimango ulteriormente sconvolta quando vedo una lacrima scendere da essi.
- Rosy... - sussurra prendendo il mio viso tra le sue calde mani.
Poi mi bacia in un modo che non pensavo esistesse.
Un bacio tanto dolce e delicato quanto desideroso e passionale.
E viene da piangere anche a me.
Perché sono davvero felice che ci siamo ritrovati.
Molla poi il mio viso, così da permettermi di affondarlo nel suo petto.
Sento una delle sue mani che si posiziona sotto le mie ginocchia e l'altra sulla schiena.
Mi rendo conto appena che mi ha presa in braccio per portarmi fuori da quel fiumiciattolo.
Nemmeno mi ero accorta di esserci ancora dentro.
Mi sento così stranita.
Anche col rumore dei miei singhiozzi sento il suo cuore ed è una sensazione stupenda.
Quando mi posa dolcemente a terra mi appoggio con le mani sulle sue spalle, così d'avere un appiglio nel caso mi cedessero le gambe che inizio a sentire di gelatina.
Credo che stia scemando l'effetto dell'adrenalina.
Non appena la mia mano sinistra afferra la sua spalla parte un'altra scossa.
Che stupida!
Mi ero dimenticata del pollice.
- Che succede? - chiede nel panico il biondino.
Sicuramente devo aver fatto una smorfia di dolore.
- Ehm... -
Come reagirà dopo che gli avrò detto che mi sono rotta il pollice per uscire dalle manette?
Se poi gli spiego di aver preso l'idea da un film...
Afferrandomi per le spalle mi guarda dritto negli occhi, poi inizia a controllarmi da cima a fondo concentrandosi sulla mano sinistra quando capisce che è l'origine del dolore.
- Oddio! È perché ti sei buttata? Cielo! Lo sapevo che era da pazzi, ma ti sei lanciata prima che potessi anche solo pensare quanto folle fosse l'idea! Lo hai fatto apposta! Rose, tu mi farai morire di crepacuore! - sbotta tutto d'un fiato.
- No... mi sono rotta il pollice per uscire dalla manetta... - confesso.
Sussurro appena, ma ha sentito benissimo perché scatta a fissarmi negli occhi.
Il suo sguardo, che tanto mi è mancato, ora mi inchioda sul posto ed è furente come non mai.
Ma non è arrabbiato con me.
- Cosa?! - quasi urla.
- Sì... ero ammanettata al letto, così... io ho provato con una forcina prima, ma è stato tutto inutile... ed in fine... ecco... -
Lo vedo irrigidirsi come uno dei tanti tronchi d'alberi che ci circondano.
- Julius! - ringhia.
A quel punto sento delle voci a me familiari alla mia destra.
- Rosy!! - urlano in coro.
Faccio in tempo a girare appena il capo, in loro direzione, che mi trovo tra le braccia dei miei fratelloni.
Scoppio di nuovo a piangere.
Quando avevo smesso, comunque?
Dopo che mi sono staccata dal nostro intreccio noto che c'è anche Kevin, il fratello maggiore di Julius.
Il ragazzo sta in disparte a guardare per terra, si nota essere a disagio, ma soprattutto pieno di sensi di colpa ingiustificati.
Josh mi stupisce quando si sfila la giacca per poggiarmela sulle spalle.
Sono così sotto shock per tutto che mi rendo conto davvero di poche cose, in questo momento del fatto che stavo tremando come una foglia.
Inizia quindi la spiegazione da entrambe le parti su cosa è successo fino ad ora.
Finita la mia vedo le espressioni rigide di rabbia di tutti.
Kevin ha l'aggiunta di quella delusa.
Di certo non si aspettava ciò da suo fratello.
Beh, nemmeno io!
Poco dopo sentiamo una voce urlare il mio nome. Julius sta arrivando.
Voglio scappare.
Andare lontana e non pensare più all'accaduto, ma sono l'unica.
I quattro ragazzi mi trascinano con loro dietro ad una roccia.
Vogliono che Julius si avvicini ulteriormente per prenderlo, se fosse troppo lontano rischierebbero la fuga.
La sua voce si avvicina sempre di più.
Quando arriva a qualche metro di distanza, e riusciamo ad intravederlo, i ragazzi gli saltano addosso.
Non ha nemmeno il tempo di capire cosa sta succedendo che è a terra.
Chris parte per primo dandogli un pugno in pieno viso seguito poi dai miei fratelli.
Kevin invece non sa che fare, ma non ferma la lite.
Forse anche lui crede che si meriti tutto questo, ma...
Dev'essere difficile realizzare certe cose sul proprio fratello.
Sebbene io odi Julius per tutto quello che mi ha fatto, non vuol dire che lo voglia morto.
E se vanno avanti così lo faranno fuori sul serio.
- Ragazzi basta...! - cerco di urlare, ma la voce mi esce strozzata.
Kevin sta finalmente reagendo.
Cerca di calmare il mio ragazzo e i miei fratelli.
Dopotutto Julius è suo fratello e per quanto stronzo non lo vuole nemmeno lui morto.
- Ho detto basta!!! - urlo con tutte le mie forze.
Si bloccano tutti e tre coi pugni a mezz'aria.
Mi guardano interdetti un istante, per poi partire di nuovo all'attacco.
- Per favore! Basta!!! -
Kevin riesce a spostare dalla loro furia il fratello.
- Gra...zie... Kevin... - sbiascica Julius pesto.
Kevin lo fulmina.
- Zitto! Ti meriti ogni singolo colpo! Solo vorrei evitare di raccontare a nostra madre che sei morto, sarà già abbastanza distrutta quando le dirò cosa hai fatto! E vedere che nemmeno te ne penti mi fa vergognare che tu sia mio fratello! - guarda Julius furente e lui restituisce lo sguardo rammaricato, ma è talmente malconcio che non so dire se è uno sguardo sincero o no.
I miei fratelli e Chris sono di nuovo in piedi.
Il biondino mi sta accanto, avvolgendomi la vita con un braccio.
- E sappi che ho intenzione di testimoniare contro di te al processo al quale verrai sottoposto. - conclude Kevin.
Julius sbianca.
- Pro-processo? - balbetta.
- Ovvio. Un processo. E sinceramente spero che ti chiudano in carcere per un bel po'. - ribatte con freddezza.
Le parole del fratello fanno cadere in ginocchio Julius.
Io invece inizio a sentirmi leggera.
Ora è tutto finito.
Per davvero.
Le gambe mi cedono e se non fosse per Chris, che mi tiene ancora per la vita, sarei a terra.
- Rose, oddio! Tutto bene? - salta sull'attenti.
- Sì... credo che sia proprio perché ora va tutto bene... - sussurro al mio ragazzo che sta per andare in panico.
Gli sorrido per calmarlo.
Devo averlo proprio fatto penare in questi giorni, anche se non l'ho certo fatto di proposito.
Dopo il discorso sul processo si decide di partire per tornare a casa.
Lì verranno presi i giusti provvedimenti con Julius.
Io ho deciso di andare in moto con Chris anche se Clay non è molto convinto.
Da parte mia voglio stare il più vicina possibile, se non appiccicata, a Chris.
In più il biondino si è fermamente imposto di essere totalmente contrario a lasciarmi nella stessa macchina dello stronzo.
Quindi, in fine, Clay ha ceduto grazie anche all'aiuto di Jo.
Il viaggio è lungo, ma stranamente rilassante.
Chris sta andando insolitamente piano.
- Tutto ok, Chris? - urlo sopra al rumore della moto.
- Sì, perché? - urla di rimando.
- Stai andando piano! -
Gli sento il petto sussultare.
Sta ridendo e non riesco a trattenere un sorriso.
Da quando mi ha vista sopra la roccia non aveva più sorriso, probabilmente era troppo preoccupato.
- Vuoi che acceleri? - urla ridendo.
Mi stringo forte forte.
- Non ci pensare nemmeno! -
Ride ancora prima di aumentare la velocità con un rombo della moto.
Lancio un urlo più di sorpresa che di terrore, mentre sgommiamo seminando la macchina di Jo alle spalle.
Scoppio a ridere anche io intravedendo lo sguardo sconvolto di Clay che ci fissa, mentre la distanza tra noi aumenta.
È la prima volta che mi diverto così tanto in moto con Chris.
E mi piace un sacco.
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