Capitolo XIX

Mi volto come al rallentatore.

Sì, è lui.

Julius Malcolm Rovinov, secondo Principe di Cinov e mio ex ragazzo.

Il ragazzo più stronzo che io abbia mai conosciuto.

- Principe Julius. - saluto fredda.

Lui sorride pacifico mentre si avvicina a me e Chris.

Mi rendo appena conto di stringere ulteriormente la mano del biondino.

- Come siamo freddi Rosy. Eppure sono stato il tuo primo amore. Non conta più nulla quello che c'è stato tra noi? - ridacchia.

- Stato. Hai usato il verbo giusto. È passato. - continuo sempre più gelida.

- Suvvia. Sciogliti un po'. Questo atteggiamento non ti si addice. - sorride maligno.

- Sai cosa si addicerebbe a te invece? Un bel pugno in faccia o un calcio sulle palle. Sono indecisa tra le due. -

- Noto con piacere che il tuo linguaggio è regalmente "raffinato" come sempre. -

- Io parlo come mi pare e piace. -

Non devo compiacere nessuno se non me stessa.

- Oh, lo so. Non mi hai mai ascoltato quando ti dicevo di parlare più a modo. - sospira come fosse stato un gran peso.

Ha sempre tentato di cambiarmi.

Se non lo avessi beccato a fare non il doppio, ma addirittura triplo gioco lo avrei piantato io stessa facendogliela pagare personalmente.

Ma ero stupida e cotta da far schifo.

Mi sono lasciata imbambolare dai suoi modi gentili, come quelli di mio fratello Claude.

Ma in confronto, a mio fratello, la sua è tutta finzione.

In realtà è marcio fino al midollo.

- Non mi sembra per niente educato cercare di cambiare una persona. Il mondo è bello perché vario, Principe Julius. - ribatte al mio fianco Chris.

- Oh, ma guarda. Principe Christopher. Non vi avevo notato. -

Sì, come no...

- Non c'è problema. Dopotutto nemmeno io avevo notato voi, sapete la bellezza della Principessa Rose eclissa chiunque nelle vicinanze. -

Non so come, sono finita semi nascosta dietro a Chris.

- Oh... mm... vedo con piacere che uscite insieme. Rosy... mi hai dimenticato così in fretta? - si finge dispiaciuto.

- In primo luogo non chiamarmi più Rosy. Solo la mia famiglia e i miei amici possono. Secondo, ci siamo lasciati ben un anno e mezzo fa. Non ti ho dimenticato, ti ho proprio cancellato definitivamente. - mi sento tremare dal nervoso.

- Mi si stringe il cuore a queste parole. - continua la sua farsa.

- Impossibile. Dovresti averne uno perché possa stringersi. -

- Trovo molto offensive le tue parole, Rosy. -

- Mi sembra che la Principessa ti abbia già detto che non le fa piacere esser chiamata così da te. - ribatte Chris.

- La chiamo come voglio. In ogni caso... Principe Christopher pensavo aveste più gusto in fatto di ragazze. Vi facevo tipo da fanciulle raffinate ed eleganti, non certo da ribelli e sboccate. In più, sapendo il vostro successo con il gentil sesso, trovarvi a scegliere una ragazza di così basso livello estetico... -

Che umiliazione.

So di non essere bella come molte Principesse, ma non sono nemmeno uno scorfano.

Chris in meno di un istante si scolla da me e ancor più velocemente piazza un gancio in pieno viso a Julius.

Rimango a fissare lo stronzo, che si accascia a terra, sconvolta.

- Bastardo! - gli urla Julius tenendosi il naso sanguinante.

Chris sta per avventarsi nuovamente su di lui.

Con un fil di voce io - Chris... -

Si blocca col pugno a mezz'aria.

Lo vedo rimettersi diritto composto.

- Siete voi quello sboccato ora. Non azzardatevi più a dire certe cose della Principessa Rose o finirete molto peggio di così. - lo incenerisce con lo sguardo.

Non ho mai visto Christopher così arrabbiato e non pensavo potesse arrivare a qualcosa del genere.

Senza aspettare una risposta Chris torna da me.

M'afferra la mano e mi trascina via.

La stretta è ferrea e quasi mi fa male.

Cerco di guardare Chris in viso.

Ha un'espressione così dura che quasi non lo riconosco.

Non mi aspettavo minimamente una reazione di questo tipo.

Da un lato sono contenta che mi abbia difesa, dall'altro sono preoccupata, quello stronzo dopo tale affronto non ce la farà passare liscia.

"Sapendo il vostro successo con il gentil sesso trovarvi a scegliere una ragazza di così basso livello estetico..." mi tornano in mente le parole di Julius.

Mi ero ripromessa di non farmi più ferire da quell'idiota, invece sento le lacrime bruciare in fondo alla gola.

Siamo stati insieme per mezzo anno, i sei mesi più belli della mia vita o così credevo fino a quando un giorno di febbraio...

Ero scappata come mio solito da Palazzo, volevo fargli una sorpresa andandolo a trovare.

Dopotutto erano tre giorni che non ci vedevamo o sentivamo.

Un eternità per una ragazza innamorata.

Ci avevo messo quasi un'ora per convincere George a portarmi a Cinov.

Tre ore dopo ero entrata di straforo nel giardino del castello di Julius.

Vedendolo affianco alla fontana, con la statua di una sirena che ho sempre adorato, stavo per corrergli contro, ma mi fermai vedendo che era in compagnia.

Mi nascosi dietro una siepe.

Con lui c'era la Duchessina Sophia.

Sapevo che Sophia aveva una cotta per Julius, ma mai mi sarei aspettata di vedere il mio ragazzo baciarla.

Rimasi senza respiro.

Sentendo poi la Duchessina dire - Chissà che faccia farebbe la Principessa Rose se ci vedesse ora. - con tanto di risata da parte di Julius, mi salì il vomito.

L'unica cosa che volevo era andarmene, ma ero talmente scioccata da non averne la forza.

Sophia, dopo, corse via ridacchiando mentre lo salutava.

- Bene, prevedo che la transazione col padre andrà per il meglio. - aveva commentato tra sé lui.

Quasi mi salì il vomito nuovamente.

Non solo lo avevo visto tradirmi, ma era un tradimento per puro profitto.

Julius poi si sedette sul bordo della fontana a leggere un libro.

O meglio a fingere di leggere, era ed è un tale ignorante.

Dopo nemmeno mezz'ora, dove rimasi sempre nel mio nascondiglio, arrivò un'altra ragazza.

Non l'avevo mai vista quindi scoprii il nome solo quando Julius disse - Principessa Alexa, che bello vederti. -

Mi scervellai qualche minuto, avevo già sentito quel nome.

Poi mi venne in mente, era la Principessa di uno dei regni minori di Sovion.

Non baciò la ragazza, ma era evidente che ci stava spudoratamente provando.

Sarebbe stata la sua prossima conquista.

Dal canto mio mi sentivo così stupida.

Come avevo potuto credere a tutte le sue belle parole? Le carezze? I baci?

Gli avevo donato il mio cuore per farmelo calpestare gratuitamente di nascosto.

Mi vennero in mente poi tutte le volte che aveva tentato di farmi diventare ciò che voleva.

Mi bacchettava sul mio linguaggio, sulla mia postura, la mia goffaggine, il mio modo di mangiare e sul fatto che non seguissi tutte le regole.

Non era mai stata una relazione perfetta.

Era stata sempre un disastro!

Come avevo potuto essere così cieca?

Quel giorno mi feci venir a prendere da Claude con la sua macchina.

Durante il tragitto tentò inutilmente di farmi parlare.

Quando arrivai a casa nemmeno cenai e mi chiusi in camera a piangere per i tre giorni successivi.

Tentarono di consolarmi sia i miei genitori che Claude, addirittura Josh.

Ma visto che non volevo dire nemmeno il motivo, della mia depressione, era difficile trovare le parole giuste per consolarmi.

In fine, il quarto giorno, mi aprii con Claude raccontando tutto.

Era talmente arrabbiato.

Quella sera non lo vidi a cena, seppi da Josh che era andato a picchiare di brutto Julius e che poi mamma gli aveva consigliato caldamente di rimanere in camera a riflettere.

Josh aggiunse anche, sorprendendomi, che a parer suo quella specie di castigo era totalmente ingiusto perché, fosse stato in Clay, avrebbe fatto la medesima cosa.

Credo che quella fu la prima volta in cui volli abbracciare Josh di cuore.

Poi ci fu anche una seconda quando sparse ovunque la voce di quanto bastardo fosse Julius.

Gli rovinò la piazza, facendogli attaccare il soprannome di Doppiogiochista.

Diciamo che per quanto male mi abbia fatto ha anche permesso a me di avvicinarmi di più ai miei fratelli.

Dopotutto è vero... non tutto il male vien per nuocere.

Chris mi abbraccia improvvisamente, annullando tutti i pensieri precedenti.

Mi abbraccia stretta come se avesse paura che potessi scappare.

Sento il suo cuore che batte impazzito e... sta tremando?

- Ti prego non piangere Rose. - mi sussurra con voce supplicante, mentre mi accarezza la testa.

Sto per ribattergli che non sto piangendo quando sento salirmi un singhiozzo.

Mi tocco una guancia trovandola bagnata.

Quando mi sono messa a piangere?

E come ho fatto a non rendermene conto?

- Quello è solo un bastardo. Non merita le tue lacrime. - aggiunge.

Ma io non mi sento più triste.

È da un anno che ho smesso di provare qualunque sentimento per Julius, se non indifferenza.

Le sue parole mi hanno umiliata, andando contro il voto che mi ero fatta di non farmi più toccare emotivamente da lui, ma non sto piangendo per quello.

Sto piangendo per Chris.

Non avrei mai voluto coinvolgerlo in una situazione del genere.

Lui che è sempre sorridente e allegro, farlo arrivare ad alzare le mani con quello sguardo adirato.

Ricambio il suo abbraccio.

- Non sto piangendo per lui. - confesso tra i singhiozzi.

- Per cosa allora? Puoi confidarti con me. Non ti giudico se la colpa è sua... da quel che lo stronzo ha detto, sempre che sia la verità, eri innamorata di lui... -

- Sì, cioè no... insomma in parte è colpa sua. Julius è il mio ex. - non so bene come spiegarmi.

- Ho sentito che in passato ha fatto il triplo gioco, soprattutto con una Principessa... eri tu? - chiede con voce tremante, probabilmente per paura di farmi scoppiare ancora di più in lacrime.

La mia relazione con Julius non era ancora totalmente pubblica.

Julius mi aveva detto che voleva ufficializzarla con l'anello, ma dopo la rottura ho compreso che solo non voleva essere associato alla Principessa più rozza e goffa dei regni maggiori.

- Sì... ero io. - annuisco col viso affondato nel suo petto.

- Che bastardo totale. Rose. Ti giuro che non gli permetterò mai più di avvicinarsi a te e tanto meno parlarti. -

Sorrido.

È così caro... non è no come Julius.

Mi vergogno di averlo pensato anche solo per un istante, non importa che allora non lo conoscessi bene come ora.

Mi stacco dal suo abbraccio quel che basta per guardare i suoi occhi che tanto amo.

- Va bene così. È comunque un Principe e non voglio che ci siano dissapori tra i regni, sebbene sia la persona peggiore che esista sulla faccia di Sovion. Ora sto bene. La prossima volta farò finta che non esista. - cerco di ricompormi.

- Non ci sarà una prossima volta. Lo terrò lontano io. - ribadisce.

Gli accarezzo lo zigomo con il pollice.

È così morbida la sua guancia.

Lo vedo reclinare la testa verso la mia mano.

- È impossibile che non ci sia una prossima volta. Cinov e Saron hanno legami forti sul commercio di gemme, i governanti dei nostri due regni si vedono fin troppo spesso. -

Dopo come mi aveva trattata Julius i miei genitori volevano quasi tagliare i ponti con Cinov, dovetti farli ragionare io.

Non si può comportarsi così per problemi personali, stavamo parlando di due regni con migliaia di persone, non solo di me e Julius.

- Beh... allora io... -

Gli metto l'indice sulle labbra per zittirlo.

Come sono morbide.

E carnose.

Invitanti...

Rose?! Riprenditi!

- No. Lui non mi farà più niente. Oggi è stato solo un errore. Ha detto le parole giuste e mi ha colpita, ma la prossima volta non glielo lascerò fare. -

- Permettimi almeno di starti accanto quando ci sarà la prossima volta. - chiede col mio dito ancora sulle sue labbra.

Sorrido - Che vorresti fare? Venire al castello ogni volta che il Principe Julius viene a Saron? - ironizzo.

- Assolutamente sì. - dice serio.

Rimango un attimo a fissarlo inebetita.

- Ma... -

Stavolta è lui a zittirmi.

- Io voglio proteggerti Rose. Te l'ho già detto che sei più bella quando sorridi, mi saltano tanti di quei nervi al pensiero che lui ti abbia fatta piangere. E in più... non pensare mai e dico MAI di essere sbagliata solo perché sei diversa. Ti ho ripetuto ormai un sacco di volte che mi piaci così come sei. Sei genuina, allegra, solare, non hai paura di sporcarti pur di goderti i piccoli piaceri della vita come mangiare con le mani, sei tremendamente permalosa, ma ti passa subito e torni a sorridere ancora più bella di prima, mi piaci anche quando mi prendi in giro o quando arrossisci perché l'ho fatto io, adoro come tu abbia conquistato anche la mia sorellina e vorrei prendere a calci mio fratello che ci prova così spudoratamente con te, in più il fatto che te ne freghi del bon ton vivendo come vuoi è la ciliegina sulla torta, per essere dei buoni sovrani ci vuole umiltà, non serve a nulla essere sempre perfette e composte. -

Inizia a far respiri brevi e veloci.

Ci credo, ha parlato tutto d'un fiato.

Io invece rimango a fissarlo senza parole.

La sua sembrava quasi una dichiarazione.

I miei occhi sono inchiodati ai suoi.

Come sono belli.

Li vedo avvicinarsi.

Tra i nostri visi ci sono solo pochi millimetri di distanza.

Il suo naso sfiora il mio.

Chiudo gli occhi.

Ci stiamo per baciare.

Sento il suo respiro e il mio fondersi.

Anche i nostri cuori battono all'unisono.

Sto attendendo il bacio quando... squilla il mio cellulare.

Spalanco gli occhi saltando sul posto.

Il cuore mi schizza in gola e inizia a battere ancora più forte, ma per lo spavento.

Anche Chris ha sussultato.

Il momento romantico è evaporato.

Ci siamo pure sciolti dal nostro abbraccio.

Chris si leva il berretto e si passa una mano tra i capelli guardandomi con la coda dell'occhio.

È leggermente rosso in viso, mentre io devo essere dello stesso colore della sua camicia o le rose della mia canotta.

Il cellulare suona ancora quindi mi metto a cercarlo con mani tremanti nella borsa.

Quando leggo il nome sullo schermo per la prima volta in vita mia mando a fanculo tale persona.

"Clay chiamata in corso"

Rispondo sospirando.

E so già che dopo la chiamata la giornata con Chris sarà finita.

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