Capitolo XIV

Siamo in terrazza.

Visto che ormai siamo a fine aprile non fa così freddo e sto bene.

Gli unici brividi che ho sono causati dalla mia mano stretta in quella di Chris, siamo fuori, ma non mi ha ancora mollata.

Non che mi dispiaccia.

Mi invita con un gesto, dell'altra mano, a seguirlo e ci ritroviamo a fare delle scale al bordo della terrazza che portano al giardino.

Sono all'ultimo gradino, ma visto che è buio scivolo e Chris ferma per l'ennesima volta una mia caduta.

- Rosy. - mi rimprovera scherzoso.

È la prima volta che mi chiama col mio soprannome e mi fa mancare un battito.

Mi conduce sempre per mano al gazebo poco lontano da noi.

- Non voglio rischiare che, con questo buio, pianti il naso. Soprattutto con un vestito lungo da ballo, che intralcia il cammino. - si giustifica.

Eh certo! Mica mi tiene per mano perché vuole!

Perché sono così depressa da ciò?

Mi riprendo subito.

Siamo soli.

Al buio.

Siamo scappati dal ballo.

Siamo per mano.

Mi sento il cuore in gola che batte come un martello pneumatico.

Cerco di fare dei respiri profondi per calmarmi, ma la sua mano stringe ulteriormente la mia, rabbrividisco.

Lui lo nota perché stacca la mano dalla mia e si sfila la giacca.

Me la poggia sulle spalle.

- Scusa, ti ho trascinata qui fuori e nemmeno mi preoccupo di tenerti al caldo. - mi guarda mortificato.

Non era per il freddo che ho tremato.

Ma non posso mica dirgli il vero motivo.

Poi il suo gesto è stato così carino.

Lo ringrazio e ci sediamo al gazebo.

- Ah... ora si che si sta bene. - si stiracchia.

- Decisamente. C'erano troppe chiacchiere lì dentro. - sospiro.

- Non vieni spesso a questi eventi, vero? Altrimenti ti avrei certamente notata. - mi sorride.

Sembra una frase fatta, da rimorchio.

Quasi mi viene da ridere.

In ogni caso è vero quello che mi sta chiedendo.

- No, in effetti praticamente mai. Cerco di evitarle come la peste. - confesso.

- Mm... e come mai stavolta sei qui? - domanda curioso.

Non gli dirò mai che è lui il motivo.

- Tu piuttosto? Visto che non ti piacciono, perché ci vieni? - cerco di distogliere l'attenzione.

- Mamma. Ama queste cose e mi obbliga ad accompagnarli. - sospira.

Ridacchio.

Che bravo bimbo!

- Tu però non hai detto il motivo a me. - ritorna su ciò che cercavo di evitare.

- Charlotte mi ha convinta. - non è del tutto una bugia, solo non dico come mi ha convinta.

Rimaniamo un po' in silenzio ad ascoltare la musica ovattata che si sente dal castello.

Mi stringo alla giacca.

Profuma di Chris... credo.

Oddio! Che sono? Una maniaca?!

È Chris a rompere il silenzio.

- Mi stavo chiedendo una cosa. -

- Cosa? - chiedo curiosa.

- Se ti chiedo il numero di telefono rischio di sembrare mio fratello? - domanda timidamente.

- Oh... mm... mi sa di sì. - rispondo sorridendo sorniona, sapendo che non riesce a vedermi bene.

- Questo è un problema. Perché vorrei davvero avere il tuo numero. - la sua voce si fa meno imbarazzata.

- Vuoi aggiungere un'altra tacca alla cintura per caso? - mi irrigidisco.

Caro dongiovanni, non sono scema!

La sua risposta però mi spiazza.

- Che? No. Ho appena quindici numeri in rubrica e la maggior parte sono della mia famiglia. Il resto i miei amici... maschi. - puntualizza.

Non ci credo!

- Sì, come no. -

Lo intravedo scuotere la testa.

Mi indica un punto della giacca - In quella tasca c'è il mio cellulare. Guarda pure. -

Tasto la tasca e sento il telefono.

- Non voglio fare la stalker. - rispondo, anche se la curiosità è infinita.

- Stalker? Sono io a darti il permesso. - ribatte.

Non aspetta la mia risposta e si allunga prendendo lui il cellulare.

Si avvicina spalla con spalla a me e, mettendo in mezzo lo smartphone, lo accende.

Inizialmente volevo girare il viso dall'altra parte, ma sono davvero troppo curiosa.

Perché la curiosità è donna?!

La prima cosa che noto è la foto della dolcissima Annie come sfondo.

Inizia quindi a sfogliare la rubrica davanti al mio naso.

Sono 15 numeri per davvero.

Beh, non che io ne abbia molti di più, peccato molti siano dei miei professori. Che tristezza!

Me li legge commentando.

Carla (cugina)

Tim (Timothy, amico)

Eddie (Edgar, il caro fratello)

Gio (amico)

Jack (Jackson, migliore amico)

Lory (Lorelay, cugina)

Mamma

Papà

Sam (Samuele, cugino)

Dario (cugino)

Zia Clarissa (sorella di mamma)

Zia Matilde (cognata di mamma)

Zia Sophia (sorella di papà)

Zio Leo (fratello di papà)

Zio Phil (cognato di papà)

Non era tenuto a mostrarmi la sua rubrica.

Chissà perché poi vuole proprio il mio numero.

Che sia una stupida rivalità tra fratelli?

O peggio ancora, hanno scommesso su chi dei due mi conquista prima!

- Ehm... - mi risveglia dai miei pensieri Chris.

Mi volto a guardarlo.

È ancora spalla con spalla di conseguenza mi ritrovo il suo viso a pochi centimetri dal mio.

È possibile che anche in questa penombra io riesca a vedere così bene il colore dei suoi occhi? È come se risplendessero anche al buio.

Rimaniamo a fissarci per qualche istante.

Non sento più niente se non il suo respiro che si mischia al mio e il mio cuore impazzito, spero non lo senta!

- Rose... che si fa ora? - mi chiede accennando un sorriso, ma non vedo quale dei tanti.

"Baciami!" urla quella stupida vocina nella mia testa.

- Che si fa? - ripeto io.

- Posso sperare di aggiungere il sedicesimo numero alla mia rubrica? -

- Non saprei... non stonerebbe il numero di una sconosciuta, in mezzo a quelli della tua famiglia e amici? - non so che altro dire.

- Sconosciuta? Pensavo che dopo il passaggio al tu fossimo diventati amici... e aggiungiamo la fuga appena fatta... - fa spallucce.

È una nota di tristezza quella che sento nella sua voce?

Mm... quindi mi considera sua amica.

Sì, penso sia un buon punto di partenza.

Aggiunge poi - Ma visto che odi tanto il voi forse sbaglio... -

La sua voce depressa mi fa una tale tenerezza!

Se è tutta scena è un ottimo attore!

- Scherzavo. Sì che siamo amici. - ribatto troppo frettolosa.

Quasi agitata.

Lui probabilmente lo nota perché...

- Sei perfida Rose. - esclama fingendosi offeso e voltandosi incrociando le braccia.

- Perfida? - chiedo divertita.

- Certo. Mi hai preso in giro. - brontola incrociando le braccia.

Non è realmente offeso, vero?

Cerco di non ridergli in faccia, è buffo.

- Io? Prendere in giro te? - ironizzo.

- Molto carina. Lo stai facendo anche ora. - quasi mi fa il verso.

Stavolta scoppio davvero a ridere.

- Comunque... in ogni caso sei tu Christopher che prendi sempre in giro me, se per una volta accade il contrario è solo ristabilire l'equilibrio cosmico. -

Ora è lui a ridere.

- Ma che equilibrio cosmico. La tua è una ripicca bella e buona. - ribatte.

Mi alzo dalla panca dove eravamo seduti e ruotando su me stessa mi piazzo davanti a lui.

Rimango piacevolmente sorpresa che, la mia mezza piroetta, non mi abbia fatta finire a terra.

- No, la mia ripicca sarà non darti il mio numero. - ridacchio.

Sto facendo la preziosa?

Forse, ma non fa male ogni tanto.

Se gli dessi subito il mio numero, amici o meno, sembrerei una facile.

In più voglio vedere se mi ritiene davvero sua amica o ha ragione quello stupido lato pessimista che è in me.

Quello che dice che sono solo una delle tante.

Devo anche dire che tutto ciò mi diverte leggermente.

- Che cosa? Scherzi, vero? -

Lo vedo, sta sgranando gli occhi.

Ben ti sta!

- Assolutamente no. Chi mi assicura che poi il mio numero non verrà sparso per i quattro venti? - scherzo.

- Ma sei impazzita?! Per chi mi hai preso? -

Andiamo avanti a battibeccare per qualche altro minuto prima di rientrare al ballo.

Ovviamente il numero non gliel'ho davvero dato, ma in compenso lui ha dato il suo a me dicendo di scrivergli quando voglio.

Riusciamo a rientrare senza farci notare.

Siamo stati via un bel po' e per fortuna gli unici che se ne sono resi conto sono pochi.

La prima a intercettarmi è Lottie che scusandosi con Chris mi porta via.

- Dove siete stati, signorina?! - cerca di non urlare, le viene un sussurro strozzato.

- Non sei mica mia madre. - ridacchio.

- Rose Christine De Floreciaques, rispondi! - si fa sempre più emozionata.

- Dove pensi sia stata? E cosa ti dice che non ero sola? - ribatto con nonchalance.

- Non prendermi in giro. Non sono stupida, pensavo fossi fuggita, so quanto odi queste feste... poi però ho notato che nemmeno il biondino c'era. Sputa il rospo, sono iper curiosa. - se potesse mi scuoterebbe fino a farmi "vomitare" tutto.

- Noto. -

Questo mio tergiversare la fa impazzire.

Come mi diverto!

- Rosy!!! Parla dannazione! - serra i denti.

- Di cosa Lottie? - fingo di non comprendere.

- Uffa!! In ogni caso vedi di trovare una buona scusa da propinare alla tua famiglia, quando Claude ha visto che eri sparita stava per dare di matto. Josh ironizzando che tu fossi col Principe Christopher ha solo peggiorato le cose. Chissà che faccia se sapesse che aveva ragione. - ridacchia e io con lei.

- Non sarà difficile spiegarmi, anche loro sanno che io e queste feste non andiamo d'accordo. - rispondo tranquilla.

- Mi vuoi, per favore, dire che è successo? - riparte esasperata.

- Oh... solo ora chiediamo per favore? -

Lottie sbuffa rumorosamente e una Duchessa, credo, la guarda storto.

Racconto brevemente la mia fuga col Principe, ma facendomi promettere che poi sarà lei a dirmi che ha fatto con Jo.

È giunto il momento che sia lei a confessare, ma viene interrotta - Rosy. -

Mio fratello Claude mi chiama.

Avverto la mia amica, che non è finita, prima di raggiungere Clay.

Dopo una lunga ramanzina, per essere scappata, mi lascia finalmente in pace.

Subito vengo bloccata dalle battutine di Josh.

Il resto della serata lo passo a ballare con Clay e alcuni nobili ai quali sarebbe scortese dire di no.

Non ho pestato i piedi a nessuno. Sono fiera di me stessa!

Chris invece lo vedo ogni tanto con la coda dell'occhio mentre piroetto in pista.

Mi sembra che stia fissando me, ma sicuramente me lo sto sognando.

In più il suo sguardo è duro come indispettito da qualcosa.

Chissà da cosa...

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