... ed a Napoli.

Per quattro ore ascoltarono musica, cantarono anche se stonando ad altissima voce, parlarono della giornata scolastica trascorsa, progettarono i vari giri per Napoli per quella giornata e le prossime due, e chiamarono l'orfanotrofio per dire che andava tutto bene.

Appena arrivarono, andarono prima a casa di un amico di Samuele, per sistemare le valige, essendo che in hotel non potevano alloggiare, poiché Cristiana era ancora minorenne.

Quando finirono di sistemare le valige, si stesero sul letto con il braccio di Samuele sotto il collo di Cristiana. I due ripresero fiato e dopo si guardarono sorridenti e dopo si diedero un leggero bacio. Per qualche minuto, sfiniti dalla giornata scolastica e dal viaggio, rimasero abbracciati sul letto. Dopo un po' si alzarono e decisero di farsi una passeggiata in riva al mare.

Essendo le sei di pomeriggio, e non essendosi fermati a prendere niente in autogrill, decisero di stare fuori per più tempo per prendere qualcosa in giro per Napoli, giusto per assaggiare le specialità del luogo. Pizza a portafoglio, sfogliatella, fiocco di neve, per caso scoprirono il ministeriale, divisero tutto per assaggiare, per poi terminare il giro con il caffè, il più buono che i due avessero mai bevuto.

Cenarono a casa dell'amico di Samuele, dove alloggiavano, qualche pizza ad asporto, e poi uscirono fuori in balcone. Lei prese il suo iqos e mise una heets al frutto della passione.
"Smetterai mai di fumare?" chiese lui, leggermente preoccupato per la salute di lei.
"Picchè?" chiese lei capendo l'ansia di lui.
"Secondo te? Fors'picchè t' fa mal'?" chiese lui allarmato.
"Ma l'hai capito o no che fumo solo in momenti belli?" chiese lei provando a far ragionare il suo ragazzo.
"Quin' si filic'?" chiese Samuele quasi commosso. Lei si avvicinò a lui, mise la mano destra, quella con cui teneva l'iqos, sulla sua guancia, e la sinistra su una spalla. Lui intanto le mise entrambe le mani sui fianchi.
"La 'cchiu filic' di tutti quint'" rispose lei. Si guardarono per qualche secondo, dopodiché si baciarono.

Quel bacio sapeva di amore, di loro due, di una tredicenne rimasta senza genitori da poco tempo e di un ragazzo che stava riuscendo a guarirla, ma che si stava anche facendo imparare cosa significa farsi amare da una persona che, anche se sapeva come voler proprio quel bene, erano poche le persone che lo ricevevano proprio da lei.

Si separarono per riprendere fiato, ma rimasero con le fronti appoggiate l'una all altro, con gli occhi chiusi.

"Lo sai che... vabbè" iniziò lui, pensando poi che avrebbe potuto esagerare.
"Cosa?" chiese dopo lei.
"Non te lo dico ora, è presto" rispose Samuele anche un po' imbarazzato.
"Dai dimmi, non ti devi preoccupare" lo rassicurò Cristiana.
"Eeeh, dopo sembra che vado di fretta" si giustificò lui. Lei, capendo suppergiù quello che Samuele voleva dire, cercò di farglielo dire a modo suo.
"Vabbò non me lo vuoi di' ho capito..." iniziò Cristiana, ed a quella frase Samuele fece una faccia stupita.
"Mo mi ci devi fa' rimane' male" finì la ragazza.
"Nooo" ribatté lui.
"È che non amo nessuno, è solo che sei perfetta per me".

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top