Noel zompò fuori dallo spazio sotto la volta e rotolò a terra con lo stile di un tuffatore ubriaco. Sbuffò, si alzò e si scrollò di dosso la polvere.

«Niente male», fece Butch. «Lo stile c'era. Lo definirei alla cazzo di cane.»

«Divertente», disse Noel.

«Sbaglio o hai perso qualche pezzo per strada?» chiese Butch, vedendo che l'amico non indossava cappello e spolverino.

«Ho deciso di rinnovare il guardaroba.»

«Perché, vuoi farmi credere che c'hai pure un guardaroba?» Butch raggiunse Noah, che dormiva beato. «E che magari lo tieni in quella tua borsa.»

Mollò un calcio al gigante, proprio sulla pianta del piede. Noah non fece una piega. Butch gliene mollò una serie ma non ottenne risultati migliori.

«Neanche le trombe dell'Apocalisse lo svegliano, a 'sto qui.»

Noel tirò fuori il revolver, mirò e sparò tre volte. I proiettili rimbalzarono sulla fronte del gigante, spettinandolo. Noah sollevò mezza palpebra. La riabbassò. La sollevò del tutto. L'occhio ruotò prima su Butch e poi su Noel, quindi anche l'altra palpebra venne su come una tapparella. Noah si raddrizzò e mollò uno sbadiglio che avrebbe potuto contenere tutte le mosche delle Quattro Terre.

«Che succede?» chiese.

«Succede che dovevi fare la guardia e hai ronfato», fece Butch.

«Mi succede sempre. Anche quando dovevo fare la guardia al villaggio mi addormentavo.» Guardò Butch e Noel, poi si accigliò. «Dove sta la tizia mezza matta?»

«L'abbiamo lasciata indietro», rispose Butch. «Tra quelli matti come lei.»

«Ah. Allora può darsi che adesso sta meglio che quando stava qua.»

«Questo è sicuro», disse Butch.

Noel si avvicinò e chiese a Butch: «Dici che se la caverà?»

«Seeh.»

Lo scacciadiavoli fece cenno al gigante di tirarli su. Mentre salivano sul palmo, Butch domandò: «E adesso che si fa?»

«Intanto ci togliamo da qui», disse Noel. «Quell'affare mi innervosisce.» Si rivolse a Noah. «Andiamo.»

«Dove?» chiese il gigante.

«Ovunque, basta che sia lontano da qui.»

Il gigante raggiunse il centro del crocicchio e prese a sinistra.