TI CERCAVO
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...Già che io ti immagino persa nel tuo fascino,
E sai che mi ci perderò, oh,
Ma il mio cuore c'ha la ruggine, poi come ne abusi te.
È come buttarlo dal quinto piano.
È una foresta.
Questa metropoli senza di te.
È una foresta.
Questa metropoli senza di te.
Sеnza di te.
Senza sapore, sеnza emozione.
Senza di te, eh.
Non sa di te, eh...
(Ruggine di BLANCO)
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Riccardo e Matteo si fronteggiavano, essendo quasi della stessa altezza, scrutandosi con estrema attenzione, rimanendo silenziosi, poi Matteo chinò appena la testa e l'orecchino brillò nella notte facendo prendere la decisione definitiva a Riccardo.
- Mi stavi cercando, piccolino?
Matteo rise forte e la sua voce roca e profonda scosse fin nel profondo il ragazzo che fece un passo in avanti.
- Se ti dicessi di sì, cosa faresti?
Matteo si era sbagliato, il piccolo non era un cerbiatto indifeso, ma un tigrotto, un delizioso cucciolo a cui avrebbe insegnato un paio di cose...
A sua volta fece un passo avanti, ora si trovavano a pochi centimetri uno dall'altro, il lampione a poca distanza li illuminava spandendo le reciproche ombre sulla strada. La caotica Milano, persino la primavera, sembrava essersi fermata lasciando ai due il tempo di valutarsi con calma.
Matteo accostò il volto al collo del ragazzo, aspirando il suo profumo di sapone associato al sentore di fumo, lasciando che le sue ciocche lunghe gli accarezzassero la pelle scoperta.
- Fumi...
- Hai qualche problema con il fumo?
- No, se lo fai quando non ci sono...
- E cosa dovrei fare, quando ci sei tu?
Entrambi avevano sussurrato, mischiando i respiri e Matteo d'istinto posò la mano sulla schiena dell'estraneo cingendolo, cancellando anche gli ultimi centimetri che li separavano. Senza lasciare la presa avvicinò le labbra a quelle di Riccardo: - Se ti dicessi come comportarti, saresti capace di sottometterti?
- Dipende...
- Da cosa?
- Riesci a sopportare l'odore di sigaretta?
Matteo rise e Riccardo sogghignò, labbra contro labbra, senza però toccarsi davvero.
Riccardo non si era mai comportato così con uno sconosciuto e, con ogni probabilità, non avrebbe mai più ripetuto l'esperienza, tuttavia per una notte, quella notte, sarebbe stato un'altra persona, solo per...
Per assaggiare e farsi assaggiare dal quel tizio che lo afferrava con possesso, pur non conoscendolo.
Matteo lo fissava rimanendo immobile, poteva quasi leggere il pensiero del tigrotto attraverso i suoi occhi brillanti. Era davvero bello, dolce, quasi... Puro.
Senza parlare, seguendo il flusso del momento, Matteo spostò un piede all'indietro e, con un ghigno quasi maligno sulla faccia, squadrò da capo Riccardo, che si lasciò esaminare sollevando appena il sopracciglio sinistro, rimanendo fermo e buono in attesa della decisione del maschio che aveva di fronte.
Matteo sorrise e, allungando la mano, afferrò quella del ragazzo e, sempre silenzioso, iniziò a camminare verso il parcheggio...
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