¿Un nuevo amor?
*Un mese dopo*
"Cazzo, sei pronto?" Domanda Gorka, a Quino.
"Sì. Comunque ora vuole dormire. Non è vero? Ha finito tutto il biberon." Sorride il ragazzo, tenendo in braccio Adam.
"Sìììì." Sorride il moro, accarezzandogli la testa.
"Ehi, fatti la doccia e andiamo. Sei già in ritardo." Continua il castano.
"No, io rimango qui con Adam. Vero?" Dice il piccolo, guardando il figlio.
"Ma no Gorka, resta tua madre." Risponde lui.
"No! Tra te e mia madre non so chi si sta prendendo più cura del bambino, quindi no. Dovrei farlo io, sul serio."
"Gorka, tua mamma te lo tiene al mattino così che tu possa andare a scuola, e io ti sto dando una mano. Va bene? Non c'è niente di male, no!" Esclama Joaquin.
"Vieni qui, amore. Il mio amore, come sei bello." Sorride il piccolino, prendendolo in braccio.
"Che bello che è." Continua l'altro.
"Quino... Come ci riesci? Ti prendi cura di Adam, vai ad Alicante a dare gli esami, torni... E io non so nemmeno prendermi cura di mio figlio. Se ci fosse Cabano qui... Sarebbe diverso." Continua Gorka.
"Gorka, adesso hai un esame importante, d'accordo? Cabano ci sarà sempre per darti una mano con il bambino, lo sai. Ma non ogni giorno sarà come lo vorrai tu... E non ti farà promuovere a scuola, sii coraggioso per una volta." Risponde.
Il moro bacia la fronte del bambino.
-----Dopo, a scuola-----
"E' ovvio che mi piacerebbe venire con voi, ma non posso. Sono stato mesi chiuso in casa, però cercate di capirmi."
"Gorka, cerca di superare la storia di Cabano, anche se è difficile. Ho detto la stessa cosa a Ruth, superalo. Quello che non può essere, non può essere e basta. Non so che vi succede, ma in questa scuola avete tutti dei problemi di rancore... Guarda me! Stavo con Alvaro... E' successo quel che è successo e sono stata male un paio di giorni, ma ora è finito quel periodo. Fine della storia." Risponde lei.
"Alma, il fatto è che per quanto ci provi a dimenticare Cabano, ho una cosina piccolina che starà con me sempre, e mi ricorderà sempre lui."
"Beh, va bene. Hai ragione. Però insisto, non puoi perdere la tua vita. Non potrai fare sempre come vorrai, ma se esci per una volta, che male c'è, amico?" Chiede.
"Ascolta... Mia madre si è fatto cambiare il turno per poter guardare il bambino di mattina così che io possa venire a scuola. Non è giusto che io lasci mio figlio ad un amico per andarmene ad una festa!" Esclama lui.
"Quello che volevo dirti io è che non è una cosa brutta voler bene a tuo figlio, ma allo stesso tempo voler un po' di spazio per te. Tu ti senti in colpa perché sai che ho ragione. Pensaci. Non c'è niente di male per una volta, in più tua madre non deve per forza saperlo." Replica la riccia, andando via.
-----Sera, alla festa-----
"Dite che a Romàn piacerò?" Domanda Yoli.
"Ma certo! Con questo vestito ecciti persino me! Ruth, e Justin dov'è?" Chiede Gorka.
"Arriverà prima possibile, sicuro." Risponde.
"Sì. E tu, tranquillo con l'alcool! E' da tantissimo che non bevi." Replica la mora, rivolgendosi a Gorka, per poi andare da Romàn, abbassando di poco la zip del costume.
"E vai!" Ride il moro.
-----Più tardi, a casa-----
Gorka apre la porta e corre.
"Il mio bambino! Dov'è il mio bambino?" Domanda, preoccupato.
"E' con il dottore..." Risponde Quino, accanto a Julio.
"E'... Ahi!" Esclama, dopo che Miguel gli tira uno schiaffo in pieno viso.
"Si sente l'alcool da qui!"
"Mamma... Volevo solo uscire una volta..." Mormora Gorka, con gli occhi lucidi.
"Sì, certo! E lasci tuo figlio con degli amici per andarti ad ubriacare! E in più il bambino sta male! Devi renderti conto una volta per tutti che sei madre! E che non è nè un gioco, nè uno scherzo! Quel bambino lì è TUO figlio, lo capisci? E' una TUA responsabilità!" Urla la madre di Gorka, fissandolo, per poi andarsene.
Lui abbassa lo sguardo.
-----Tre giorni dopo, a scuola-----
"Sapete qualcosa riguardo Gorka? Perché lo sto chiamando da due giorni e oggi c'è l'esame." Dice Fer.
"Sta con Adam, non lo lascia un secondo. Credo si senta in colpa per ciò che è successo l'altra notte." Risponde Quino.
Julio lo abbraccia e gli bacia la spalla.
"Beh, guarda, oggi è venuto, e non da solo." Continua Fernando.
Tutti sorridono e salutano sia lui che il bambino.
"Vuoi che il bambino inizi già le scuole superiori?" Ride Yoli.
"Mia madre non può tenerlo, quindi ho dovuto portarlo qui con me." Replica Gorka.
"E verrai in classe con lui?" Domanda Fer.
"Gorka io starò in biblioteca. Se vuoi te lo guardo io." Dice Joaquin.
"Guarda, Quino, già mi sono beccato uno schiaffo da mia madre, non ci tengo a riceverne un altro." Risponde, allontanandosi.
"Com'è carino." Sussurra Fer, riferendosi al neonato.
-----Davanti alla classe-----
"Buongiorno, Gorka! E' Adam?" Domanda Marina, indicandolo.
"Sì." Sorride lui.
"Ma quanto è carino. Ha già tantissimi capelli, eh!" Esclama la prof.
"Già..." Mormora, cercando di entrare in classe, ma lei lo ostacola.
"No, Gorka. Non dimentichi nulla?" Chiede lei.
"Già, ma oggi mia madre non è potuta rimanere con lui."
"Sì, però, come saprai, non ti posso far entrare in classe con il piccolo." Risponde.
"E perché?"
"Perché è una scuola per grandi, non un asilo. Il bambino può far rumore, infastidire i tuoi compagni." Replica.
"Beh, io non ho intenzione di lasciarlo, quindi se lui non entra, non entro io." Dice il moro.
"Ma dai, Marina! E' così piccino, eh, fallo entrare!" Esclama Yoli.
La donna fissa Gorka, che accarezza la testa del figlio.
-----In aula insegnanti-----
"Ciao Gorka." Dice Martìn.
"Ciao." Risponde.
"Marina ci ha detto ciò che è successo, e sfortunatamente per te, ha ragione lei. Non puoi entrare in classe con un bebè." Risponde il preside.
"E cosa dovrei fare, se mia madre non c'è?" Chiede il ragazzo.
"Sicuramente avrai qualche amico a cui farebbe piacere tenerlo un po'."
"No, non penso proprio di lasciarlo ad un amico! E se gli succede qualcosa, che faccio?" Domanda.
"Una babysitter."
"Non abbiamo soldi per chiamarne una."
"Un familiare, qualcuno che tu consideri responsabile e adatto a prendersi cura del piccolo."
"Ascolta, Gorka. Sappiamo che la tua situazione è difficile, e noi vogliamo aiutarti, ma le regole purtroppo sono queste. E' così per noi come lo è per voi e non possiamo fare eccezioni. Quindi puoi portarlo per una visita, ma non puoi entrare in classe con lui." Dice Rocco.
"E allora io non verrò a scuola." Risponde, uscendo dalla stanza, richiamato dal prof d'arte, ma lui non lo ascolta.
-----Dopo, a casa di Gorka-----
"Te ne torni ad Alicante?" Domanda il piccolo, avendo sentito Quino che parlava al telefono.
"Beh, sarà ora che torni a casa, no? E' da un mese che sto qui, gli esami sono dietro l'angolo, e io devo studiare davvero molto, per cui sì..." Risponde.
"E con Julio? Hai parlato con lui?" Chiede.
"Julio mi ha già detto cosa ne pensa: iniziare ad uscire insieme sarebbe un errore, e ha ragione, in più se ne va a Londra."
"Ma non te ne puoi andare... Io ho bisogno di te, Quino..." Mormora il moro.
"Non hai bisogno di me, Gorka! Devi promettermi che non ti farai tanti problemi per Adam. Hai già saltato tantissime lezioni." Replica il castano.
"E che vuoi che faccia? Io vorrei fare il musical, uscire con i miei amici e finire la scuola. Ma non posso. E tu sai bene il perché." Dice Gorka.
"Sì, so bene che ciò che è successo ti spaventa, e mi sento molto in colpa. Però devi essere coraggioso e superarlo, Gorka."
"Quino, mi stai dicendo di essere coraggioso quando te ne vai senza dire a Julio ciò che provi per lui. Julio non vuole andare a Londra, e si nota, tu sei innamorato di lui e ci vuoi stare. Il vecchio Quino avrebbe fatto qualcosa." Risponde il nano.
-----Pomeriggio successivo, a scuola-----
"Marina, sappia che io non ho cambiato opinione. Posso entrare in classe con Adam?" Chiede Gorka, entrato in sala insegnanti.
"No..."
"Allora non c'è nient'altro da dire, perché io non lascio mio figlio da solo, va bene?" Risponde, voltandosi.
"Gorka, per favore, ragiona. So che fai tutto questo per tuo figlio, ma credi che sarà felice tra... Non so, tra 10 anni, vedendo sua madre che non ha potuto far nulla di quello che voleva?" Domanda la prof.
"Adam ha bisogno di me, non lo posso lasciare solo. Se gli succedesse qualcosa non me lo perdonerei mai." Replica, guardando il suo bambino.
"Sa una cosa? La settimana scorsa è stato male, e l'abbiamo dovuto portare all'ospedale. E sa dov'ero io? Ad una festa, e ubriaco, per di più!" Esclama.
"Eri dove dovevi essere, perché sei madre, è vero, ma sei pure adolescente." Dice Marina.
"No, lei non capisce, non ha figli."
"Ti capisco più di quello che pensi. Tu cosa provi per tuo figlio? Preoccupazione, amore, vuoi che cresca, che sia contento, che sia capace di cavarsela anche da solo. Beh, io non ho figli, ma è quello che sento per voi. So che non è comparabile, ma io voglio che siate felici, e che sappiate cavarvela da soli. E so che se prendi la decisione di andare via dalla scuola, te ne pentirai per tutta la vita... Perché non lo stai facendo solo per te, anche per tuo figlio, e se vuoi che lui sia felice, pure tu devi esserlo, Gorka." Risponde, accarezzandogli una spalla.
-----Più tardi, in palestra-----
"Beh, io ho deciso di presentarmi all'ultimo momento, grazie ad una brava professoressa. E... Per questo non ho capito nulla del libro, ma canterò, perché questo è un musical, no?" Domanda, avvicinandosi al microfono.
Salva accende lo stereo con la musica, e Gorka inizia a cantare.
Dopo aver finito la canzone, tutti si alzano e iniziano ad applaudire.
"Benissimo! Ora è il turno di Alvaro. Vieni, dai." Dice Olimpia, salendo sul palco, dopo che Gorka è tornato a posto tutto rosso.
-----Più tardi-----
"Oddio! Mi hanno preso come Giulietta! Anche se sono maschio... Però che bello! Corro a dirlo a Quino!" Esclama, tutto contento, il moro.
"E quindi ti fa felice?" Domanda Yoli.
"Pensavo di no, e invece mi rende felicissimo!" Risponde, emozionato.
-----Dopo, alla stazione-----
"Bene, è ora di andare." Dice Quino.
"Però d'ora in poi vieni più spesso, ci manchi." Continua Fer.
"Giusto." Risponde Gorka.
"Va bene."
"Stammi bene, eh." Dice Ruth, abbracciandolo.
"Anche tu." Sorride lui, per poi abbracciare Alma, Davìd, Yoli e Fer.
Infine abbraccia Gorka.
"Sembra che Julio non verrà a salutarmi..." Mormora Quino.
"Dagli un po' di tempo. Ti chiamerà, di sicuro." Sorride piano il moro.
"Sì. Bene... Io me ne vado." Dice, mandandogli un bacio.
"Quino! Aspetta!" Si sente la voce di Julio, e tutti vedono il ragazzo con in mano un borsone, che si avvicina al castano.
Dopo averci parlato si avvicina ai suoi amici.
"Ragazzi... Io me ne vado con Quino ad Alicante..."
"Non vai a Londra con tua madre?" Domanda Fer.
"No, a mia madre non fa differenza, me l'ha dimostrato in questi ultimi anni, e io... Voglio andare con Quino. Per cui, niente... Mi mancherete tantissimo, ok?" Chiede lui, con gli occhi lucidi.
Yoli lo fissa, per poi stringerlo forte, dicendogli che gli vuole bene e che è molto contenta per lui.
"Amico..." Dice, abbracciandosi con Fer, e tutti gli altri.
"Davìd!" Continua.
"Julito... Stammi bene, d'accordo?" Domanda lui, piangendo.
"Bene, sono sicuro che presto ci rivedremo, va bene?" Risponde, con le lacrime che scendono, Julio.
Il ragazzo sale sul bus, che parte, e lui e Quino cominciano a baciarsi, mentre i loro amici, di sotto, li guardano con gli occhi pieni di lacrime.
Alma e Davìd restano fermi, Yoli abbraccia Ruth, e Gorka si butta tra le braccia di Fernando.
-----Giorno dopo, a scuola-----
"Se lo facciamo insieme paghiamo metà prezzo! E dai! Non siete contenti del musical di domani?" Chiede Gorka.
"Stai diventando pazzo per quel musical, vero? Non ti sembra che qui a scuola abbiamo già parecchio da fare?" Domanda Salva.
"Mi devo ispirare! Ho promesso ad Olimpia che avrei scritto le canzoni di Romeo e Giulietta. Beh, allora che dite? Mi aiutate a convincere più gente a venirci? Così sarà più economico." Risponde il piccolo.
"Su di me puoi contare, la mia vita è come un musical, e mi piace!" Esclama Fer.
"Alvaro, ti piacerebbe venire con noi a vedere il musical? Possiamo a metà prezzo!" Esclama Alma.
"Ma che dici? Con questo manco per il cazzo, eh!" Dice Gorka.
"Lascia perdere, tanto non mi andava di stare con voi!" Esclama Alvaro, guardando male Gorka.
"Già..." Risponde il moro, fissandolo con una smorfia.
"Alma, come ti è venuto in mente di invitarlo?" Domanda lui, dopo che l'altro se n'è andato.
"Non lo so, Gorka, è passato tanto tempo da quando sta solo... Non pensate sia il momento di..." Inizia lei.
"Di che? Di perdonarlo? Io me ne vado, non mi piacciono molto i musical, comunque!" Replica Salva, andando via.
"Che bello..." Mormora Fer.
-----Giorno successivo-----
"Dev'esserci un errore! Ho preso 9, ma ho fatto il compito in un'ora! E in che modo!" Esclama Fernando.
"Non ti dico io che voti... Ho preso un 8 e mezzo, e tutti hanno avuto più che sufficiente, è sconcertante!" Risponde Gorka.
"Avrà sbagliato di sicuro, ha la sufficienza piena anche Carlos Navarro e sappiamo che non sa nemmeno dire "presente" durante l'appello, quindi tanto intelligente non è." Replica il castano.
"Non tanto..." Ride il moro, vedendo poi Davìd che si allontana.
"Amico, sembra che Davìd si sia fatto una doccia con il whisky, eh!" Continua.
Fer annuisce, abbassando lo sguardo.
Dopo aver sentito il discorso di addio di Berto, Gorka se ne va a vedere il musical con Fer, Yoli, Alma e Ruth.
-----Qualche giorno dopo-----
"Quindi prima mi metti le corna e poi mi chiedi di venire a vivere con te? Sei pazzo!" Esclama Yoli, con un'espressione fredda.
Dopo qualche secondo sorride e si gira verso Gorka.
"Beh, allora? Ti è piaciuto?"
"Beh, mi è piaciuto, non lo so!" Sorride anche il piccolo.
"Come sarebbe a dire che non lo sai, Gorka? O ti è piaciuto, o non ti è piaciuto. E' che devo essere perfetta! Da quando mi sono iscritta all'agenzia per attori, il mio telefono squilla in continuazione." Risponde.
"Non hai ancora fatto nessun casting?" Domanda lui.
"Sì, per una serie."
"E...?"
"Era per una piccola parte, mi hanno presa ma ho rifiutato." Dice.
"Yoli, sei agli inizi! Non puoi pensare che ti daranno subito il copione per la protagonista!" Esclama il nano.
"Già...! Però se avessi detto di sì, mi avrebbero chiamata sempre come comparsa e io non voglio avere quel ruolo!"
I due incontrano Fer, che mette a Ruth un orecchino.
"Sei un bruto!" Esclama lei.
"Ah, ciao! La star e il suo piccolo assistente! Come va?" Ride Fer.
"E tu chi sei? L'amico gay della ragazza popolare?" Domanda Gorka.
"Certo, dolcezza, d'altronde ogni diva ha il suo dolcetto, no?" Risponde Yoli.
"Senti, bella! Dolcetto lo dici di tua madre." Dice il castano.
"Ahahah, uhuh." Ride Yolanda, per poi andare da Romàn, mentre Gorka resta insieme a Fer e Ruth.
-----Dopo, in palestra-----
"Bene, cominciamo con i dialoghi, e dopo faremo le canzoni, va bene? Vieni Gorka, sul palco!" Esclama Olimpia.
Il ragazzo annuisce e sale.
"Cos'è meglio? Desiderare di scongiurare questo, o di maledire il mio signore con la mia stessa lingua? La stessa che gli ha detto cose dolci molte volte?" Domanda, recitando, il moro.
Yoli comincia a toccare la professoressa di inglese, che si innervosisce.
"Aspetta, Gorka. Un attimo... Yoli, che? Che?" Chiede la prof.
"Niente, ehm... Bene... Il modo in cui lo dice non ha per nulla verità, si sente." Dice lei.
"Come sarebbe "non ha per nulla verità"? Olimpia, sa che succede? La nostra amica si è fatta delle foto e ora si crede Meryl Streep!" Esclama Gorka.
"Meryl chi?" Chiede Yoli.
Gorka sbuffa.
"Ragazzi, ciò che non voglio proprio sono i litigi! Va bene? Va bene? Forza, Gorka, vai avanti." Risponde la professoressa.
"Vai, consigliere. Tu, nel mio cuore..."
"Cosa?" Domanda la ragazza.
"YOLI!" Urla Olimpia.
"Olimpia, mi hanno dato una prova per "Los protegidos"! Lasciami andare, per favore! Per favore!" Esclama lei.
"Vai, vai, vai, vai... Facciamo cinque minuti di pausa, ragazzi. Cinque minuti, eh!" Risponde l'adulta.
Passati i cinque minuti, Gorka torna sul palco, insieme a Salva e Alvaro.
Il ragazzo più alto comincia a recitare, e spintona talmente forte Gorka, che se non si fosse retto sarebbe caduto a terra.
"Basta!" Dice Salvador, spingendolo leggermente all'indietro.
"Sei troppo nervoso!" Continua.
"Zitto, coglione!" Risponde lui, e Salva gli tira un ceffone.
"Ehi, ehi, che sta succedendo?" Domanda Olimpia.
Gorka fa spallucce.
"Mi dispiace..." Mormora Salva.
"Alvaro... ALVARO! Esci fuori e vai a lavarti con acqua fredda il viso. Voi altri andate pure a casa, è chiaro che oggi da qui non verrà fuori alcun premio nazionale di teatro! E tu, Salva, vieni con me." Continua la professoressa.
-----Mattina dopo-----
"Attenzione, eccola qui!" La presenta Fer, e Yoli entra a scuola.
"Yoli, ti hanno presa?" Domanda Alma.
"Ovvio, cosa ti aspettavi? State attenti, ragazzi, che Yoli è la migliore! E tu che hai? Non puoi smettere di startene lì con quella faccia seccata?" Esclama lei.
"Quando lascerai a casa l'ego? Eh?" Chiede Gorka.
"Noi siamo amici. Non sei contento per me? Che problemi ci sono?"
"Yoli, è chiaro che ne sono felice. Ma tu, cosa vuoi essere, in realtà? Attrice, o famosa?"
"Io? Passare bene la mia vita." Replica.
-----Più tardi, in palestra-----
"Sì, mamma, arrivo. Riscalda il biberon, tra poco sono a casa, ok? Bene..." Dice Gorka, riattaccando.
"Olimpia... Olimpia, devo andare, mia madre non può rimanere con il bambino."
"Va bene, non ti preoccupare. Come vanno le cose con lui?"
"Bene, ho un peso enorme sulle spalle, però bene." Ridacchia il piccolo.
"Ascolta, Gorka. All'inizio... Uff, è dura, eh? Però dopo un po'... Le cose peggiorano. Ahahah, no, scherzo. Comunque non so, visto che nessuno lo sa fare bene quanto te, dimmi, chi vuoi che ti sostituisca?" Domanda.
"Mmmh... Ruth."
"Va bene, stai tranquillo e vai dal tuo piccolo. Ciao." Sorride la donna.
"Grazie..." Mormora lui, scappando.
-----Qualche giorno dopo-----
A casa di Ruth e Romàn, oltre loro due ci sono Salva, Yoli, Alma, Fer e Gorka, che è seduto sulle gambe di quello alto 1.85.
"Yoli, il fatto è che questa serie... Ecco... Non si beve, nè si fa sesso e non me la sento molto vicina... Capisci? Tu sei bravissima in ogni caso..." Dice quest ultimo, guardando la tv in modo strano.
"Oh, Yoli! Che voce strana che ti hanno fatto fare..." Continua il moro.
"Gorka... Non è la mia voce, mi hanno doppiata." Risponde lei.
"Ah..." Mormora, coprendosi la bocca, come gli altri.
"Potete ridere se volete, eh!" Esclama la ragazza, e tutti scoppiano a ridere, infatti.
"Non sei tu a far ridere, Yoli, ma la voce che ti hanno messo..." Ridacchia Fernando.
"Bene, io vado a preparare i popcorn, ok?" Dice lei, dopo aver tirato a Fer un cuscino.
"Certo." Risponde Romàn, avendo notato che lo sguardo della ragazza è tutt'altro che felice.
-----A scuola, la mattina dopo-----
"Stavo controllando i mesi e manca qualcosa delle ultime rate." Dice Martìn, a Gorka.
"Come? Mia madre non mi ha detto niente." Risponde il moro.
"Beh, volevo prima parlarne con te per sapere se c'era stato qualche errore... Non lo so, un cambio di numero del conto... A volte succedono queste cose." Replica l'uomo.
"Non si preoccupi, Martìn, parlerò con mia madre, sicuramente sarà un malinteso." Sorride il piccolo, andandosene.
-----Un'ora dopo, al bar-----
"E quindi cosa? Non pagherai l'istituto questo mese?" Domanda Gorka, alla mamma.
"Certo che sì, ma d'ora in poi pagheremo l'istituto. Gorka, figliolo... Siamo con l'acqua fino al collo. Abbiamo un sacco di spese con Adam, dobbiamo pagare la babysitter, e con solo i miei soldi non ci riusciamo. Dobbiamo pagare entrambi." Risponde Miguel.
"Come entrambi?" Chiede il ragazzino, sistemandosi la minigonna.
"Devi cominciare a lavorare."
"A lavorare? Mamma, quando? All'uscita da scuola ho le prove per il musical. Cosa vuoi, che lavori di notte? Non ho tempo!" Esclama lui.
"Gorka, ti avevo avvertito che questo poteva succedere. Avere un figlio comporta molte spese e tempo, devi assumerti le tue responsabilità. Stavo guardando delle cose per te, e... Ho un amico che ti farà un colloquio questo pomeriggio, in un posto per operatori telefonici." Replica l'uomo.
"Questo pomeriggio? Ma quando pensavi di dirmelo? Questo pomeriggio ho le prove del musical, non posso!" Dice.
"Gorka, non c'è altra soluzione, non arriviamo alla fine del mese!" Esclama Miguel.
-----Il giorno successivo-----
Gorka entra a scuola, e viene fermato da Yoli, che lo chiama.
"Ciao!" Saluta anche Salva.
"Ciao..." Risponde.
"Com'è andato il lavoro come operatore telefonico?" Domanda Salvador.
"Non me ne parlare, eh, non me ne parlare! Dovrò stare lì tutti i pomeriggi! E come giustificherò il fatto di non essere mai presente alle prove?" Chiede Gorka, sbuffando.
"Ciao Gorka!" Lo saluta Marina.
"Salve..."
"Ieri non sei venuto alle prove. "
"Già, ne volevo parlare con lei e con Olimpia." Replica.
"E' la seconda volta che salti le prove, e sei il protagonista. Devi ricordare che se manchi tu, ci lasci in bilico tutti. E se non vieni tu dovremo sostituirti, e non mi piacerebbe per niente. Cosa volevi dirci?" Domanda la donna.
"Niente, niente..."
"Anche tu eri stupenda come Giulietta! Oh, che carino il fiocchetto!" Sorride lei, a Yoli e a Ruth, per poi andarsene.
"Non è stata una mia idea quella del ruolo di Giulietta!" Risponde la ragazza mora, andandosene, seguita da Ruth che stranutisce.
"Devo chiederti un favore..." Sussurra il moro, rivolgendosi a Salva, che lo fissa a occhi spalancati.
I due vanno nel bagno.
"Vuoi che faccia cosa?" Domanda Salva.
"Senti, so che è una pazzia, ma mi serve che tu lo faccia, per favore! Devi soltanto stare in centralina come operatore telefonica, fingendo di essere me, e basta." Risponde il piccolo.
"Ma tu sei pazzo..."
"Salva, il responsabile è l'unico che mi conosce, e non ci sarà. Se salto di nuovo le prove del musical, mi cacciano! Ascolta... Io sapevo che essere madre a quest'età non sarebbe stato facile, ma è ciò che ho deciso. Fin quando non l'ho tenuto in braccio la prima volta, non mi sono reso conto di tutto ciò che mi sarei perso. Adam è meraviglioso, è il meglio che mi sia capitato nella vita, però ho bisogno di sentire anche altro, sentire di essere comunque un ragazzo giovane. E il musical mi fa sentire così. Mi fa sentire vivo... Non voglio perdere questa sensazione. Salva, per favore." Replica.
"Cazzo, un nuovo casino... E va bene. Dimmi ciò che devo fare per il tuo lavoro." Sospira quello più alto, e Gorka gli sorride.
Pochi minuti dopo, Gorka è accanto a Salva, e sta parlando al telefono.
"Dimmi, mamma... No, no, oggi non lavoro, inizio domani. Devo restare con Adam? Mamma, non posso, ho le prove! Molto bene, ok, ho capito!" Esclama, riattaccando, per poi sospirare.
-----Dopo, in palestra-----
"Iniziamo le prove. Gorka! Gorka?" Domanda Olimpia, entrata in palestra, vedendolo poi con in braccio Adam.
"Credi di poter provare?" Chiede.
"Sì, chiaro. Sì, Adam, tranquillo." Risponde, appoggiandolo nel passeggino.
Il ragazzo va sul palco, mentre la prof lo guarda, ma il bambino comincia subito a piangere.
Gorka sbuffa, per poi scendere e riprenderlo in braccio.
"Proviamo un'altra scena, allora." Continua Olimpia.
Una decina di minuti più tardi, il ragazzo prende il cellulare e risponde.
"Salva, devi aspettare un altro po', ok? Davvero, appena ho finito le prove corro lì." Dice, fuori dalla palestra, mentre tiene in braccio il figlio, che piange.
"Gorka, non lo sopporto più, è una follia, ci scopriranno!" Esclama Salva.
"Gorka, nessuna chiamata personale." Si sente, al telefono.
"Vieni subito!" Risponde il castano, riattaccando.
"Gorka, forza, vieni." Lo chiama la prof di inglese.
"Certo... Va bene se provo con il bambino in braccio?" Chiede il ragazzo.
"E' che... E' la scena del bacio..." Dice Romàn.
"Gorka, se vuoi te lo tengo io." Risponde Ruth.
"Grazie..." Mormora, passandole Adam.
Gorka sale sul palco, ma il bimbo non smette di piangere, e il ragazzo si sbatte una mano in faccia.
"Forse sarebbe meglio che uscissi un po' con tuo figlio, Gorka..." Continua la professoressa.
"Scusi..."
"Non succede nulla. Yoli, sostituisci Gorka per qualche minuto."
Il ragazzo prende il bambino e lo mette nel passeggino, ed esce dall'aula, dopo aver guardato Yolanda salire sul palco.
Girando l'angolo, si ritrova di fronte sua madre, che lo fissa, scuotendo la testa.
"Mamma..." Sussurra, avvicinandosi.
"Mi ha chiamato il mio amico, dicendomi che sei stato licenziato. Mi hai mentito, Gorka. Com'è possibile?" Domanda l'uomo.
"Mi dispiace. E' che..."
"Gorka! Non abbiamo abbastanza soldi! Ti cacceranno dalla scuola, figlio mio! Quando ti renderai conto che avere un figlio non è un gioco, ma una responsabilità? Hai un figlio da mantenere!"
"Io volevo soltanto provare ad andare avanti con il musical."
"Gorka... Sacrificare qualcosa fa parte del processo di maturità. So che è ingiusto per te, che essendo così giovane debba assumerti tante responsabilità, figliolo, ma la vità è così. Ti è toccato crescere di colpo. Ed è opportuno che tu lavori, perché nessuno lo farà per noi." Risponde.
Il ragazzo abbassa lo sguardo con gli occhi lucidi.
-----Il giorno seguente-----
Gorka entra in palestra con gli occhiali da sole.
"Gorka! Come va? Che è successo con tua madre?" Esclama Salva, andando da lui, che si toglie gli occhiali, mentre si sono avvicinate anche Ruth e Yoli.
"Sì. L'unica cosa che posso fare è lasciare lo spettacolo." Sussurra.
"Che?" Chiede Ruth.
"Devo mettermi a lavorare. E non posso recitare mentre lavoro, per cui... Addio a ciò che mi rendeva felice." Dice, sospirando.
"Senti, Gorka. Noi ti aiuteremo con Adam e con tutto ciò che serve, va bene? E non so, magari puoi comunque fare un ruolo, anche secondario. Potrai cantare lo stesso. Cazzo, non possiamo perdere quella voce stupenda che hai!" Risponde Yoli, abbracciandolo.
"Grazie, Yoli. Io penso che debba essere tu Giulietta..." Replica il nano.
"Io?" Domanda, indicandosi.
"Sì, certo, la farai bene, però... Con la tua vera voce." Sorride lui.
"Oh, mio piccolissimo ragazzo!" Esclama lei, abbracciandolo.
Il giorno seguente, Davìd prova a corrompere i ragazzi per farsi dare dei soldi per bere alcool, e Gorka gli dice che essendo suoi amici non lo aiuteranno a rovinarsi la vita.
Dopo qualche ora, Gorka si siede accanto a Fer e parlano.
"Cazzo. Guardo due ore internet e non trovo nessun lavoro... Ehi? Stai bene?" Domanda, sventolandogli una mano davanti al viso.
"Sì, sì, sto bene, perdonami."
"Che roba quella del ladro di soldi, no? In questa scuola va sempre meglio! Alla fine ci toccherà avere una cassaforte." Ride il moro.
Fer lo guarda, annuendo piano.
"Non sarai stato tu?"
"No, no. Io no, no. Però, beh... Ho visto chi è stato."
"Fer, non me lo stai dicendo, vero?" Chiede.
"Sì, è stato Davìd." Risponde, fissandolo in lontananza.
"Davìd... Come può cadere così in basso? In ogni caso non è che tu lo stia aiutando, così."
"Perché?"
"Davìd ha un problema molto grosso, e peggiora ogni giorno. E se non se ne rende conto con le buone, dovrà rendersene conto in un altro modo. E farà male." Dice.
Fer sospira, andando a parlare con lui, seguito dal nano.
Il giorno successivo, Gorka sta parlando al telefono.
"Sì, sì, sul serio, vengo. Datemi solo 10 minuti, va bene?" Risponde e riattacca, per poi rispondere subito ad un'altra chiamata.
"Mamma, ti ho detto che torno tardi, però non ti arrabbiare per favore, sul serio, eh!" Esclama, chiudendo la telefonata e cominciando a raccogliere tutti i fogli che gli sono caduti.
"Tutto bene?" Domanda Marina, aiutandolo.
"E' che non posso continuare con questo ritmo, sul serio. E ora mia madre si aspetta che io non torni tardi, e devo iniziare il nuovo lavoro che si trova ad un'ora da qui... Non può andare avanti così, non so come fare, sono disperato." Replica, continuando a sistemare i fogli.
"Sto pensando che potrei darti una mano." Dice, sorridendogli, mentre lui la guarda con gli occhi grandi.
Dopo due ore, tra lezione di teatro e altro, Marina accompagna Gorka in biblioteca.
"Guarda, qui ci sono gli archivi dove devi appuntare tutti i libri che mancano."
"Non so come ringraziarla, Marina." Mormora lui.
"Non ti preoccupare. Puoi restare qui, così ti abitui al posto."
"Va bene." Sorride il ragazzo, cominciando a camminare, mentre la donna esce.
Il ragazzino prende un libro, aprendolo.
"Non è un gran libro. Se ti piace la poesia non è un libro molto bello... Conosci Benedetti?" Domanda un ragazzo, avvicinandosi a lui.
"Questo libro è molto bello." Risponde Gorka.
"Sì, è bello, ma se conoscessi Benedetti ti assicuro che non diresti lo stesso."
"E a te chi ti dice che io non conosca Benedetti?"
"Ah, sì? E... Quale poema è il tuo preferito?" Chiede.
"Guarda..." Mormora lui, mettendo il libro a posto e prendendone un altro, sfogliandolo.
"Questo." Indica.
"Tattica e strategia. Hai appena guadagnato 10 punti." Sorride il ragazzo.
"Non ti ho mai visto prima. Sei nuovo, o...?"
"Sì, sono il nuovo bibliotecario, mi chiamo Diego, piacere."
"Ah, ciao..." Risponde, e i due si baciano le guance.
"Anch'io ho iniziato oggi... Mi chiamo Gorka." Mormora il moro.
"Che bel nome."
"Grazie... E come mai lavori qui?" Domanda lui.
"Beh, con questo lavoro ottengo dei crediti, per l'università e per la scuola, ad esempio danno un bonus perché fanno un contratto ai vincitori delle borse di studio." Risponde.
"Io penso che sia la prima volta dopo mesi che posso leggere qualcosa..."
"Ti piace leggere? E quale libro preferisci? Non dirmi quella saga moderna dei vampiri, perché mi ammazzi." Ride Diego.
"No, la verità è che... Non conosco molta gente che legge libri. Però un ragazzo molto gentile mi ha raccomandato Benedetti." Sorride, guardandolo.
"E, beh... Tu hai qualche raccomandazione per me?" Chiede.
"Spero che tu non rida di me, però il mio libro preferito continua ad essere la Principessa promessa." Risponde a voce bassa.
"Sei salito di altri 10 punti. Lo sai? Stavo pensando... Potremmo incontrarci per prendere qualcosa. Chiaramente se ti piacerebbe." Dice.
"Va bene." Gli sorride il moro.
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top